I contenuti del piano territoriale di coordinamento (Ptc) della
Provincia di Salerno, ovvero il quadro
conoscitivo che ha permesso di
individuare gli obiettivi e le scelte del
piano stesso, non sono altro che l’insieme
delle analisi e delle valutazioni sulla base
delle quali sono state operate le scelte
strategiche e definite le regole sulle
trasformazioni del territorio e su cui,
inoltre, verranno orientati i comportamenti
delle amministrazioni nella fase di gestione
del Ptc.
Nell’esperienza del Ptc di Salerno questo lavoro di analisi,
finalizzato alla creazione del quadro
conoscitivo del territorio provinciale,
è stato impostato individuando due
obiettivi distinti:
-
costruzione di un archivio informatizzato
dei dati disponibili, come una componente
del sistema informativo territoriale
provinciale che potesse garantire un
continuo aggiornamento dei dati stessi;
- predisposizione di un set di studi di settore fortemente orientata e
finalizzata alla pianificazione, in
relazione al quadro di obiettivi delineati
nel documento preliminare sulla base degli
indirizzi politici e delle prime survey
della realtà del territorio provinciale.
Il primo obiettivo è stato perseguito attraverso il lavoro svolto
dall’ufficio di piano, che ha provveduto
alla costruzione di una banca dati costituta
da:
- cartografia di base in formato raster (fonte Igm in scala 1:50.000);
- ortofoto digitali (fonte Aima);
- dati amministrativi (fonte Istat);
- uso del suolo (fonte Corine e fonte Inea);
- stato della pianificazione urbanistica e territoriale (ricognizione
interna);
- dati cartografici ed alfa-numerici delle analisi effettuate,
suddivisi per temi.
Il set di studi, invece, è stato articolato in vari settori e
per ognuno di essi, su indicazione del
coordinatore del piano prof. Edoardo Salzano,
è stato individuato un esperto a cui è
stato affidato il compito di svolgere,
limitatamente al proprio settore, tutte le
necessarie analisi e le relative, nonché
consequenziali,
elaborazioni e proposte.
Gli
studi di settore
Gli
aspetti geomorfologici
Le analisi geomorfologiche hanno portato alla redazione di:
- un set di tavole
che riportano, secondo una legenda
concordata, le situazioni di crisi e di
potenziale dissesto di tipo geomorfologico e
idrologico/idraulico relativamente
all’intero territorio provinciale;
- un set di tavole riguardanti la vulnerabilità degli acquiferi
limitatamente agli ambiti del Cilento e del
Sarno-Picentini;
- una monografia di settore nella quale sono illustrate le condizioni
attuali e le possibili strategie di
intervento in relazione al tema del dissesto
del territorio.
Lo studio, che ha interessato il territorio provinciale, è stato
basato sul concetto di rischio quale
possibile effetto negativo (e la sua
probabilità) delle trasformazioni
dell’ambiente fisico nei confronti di
quello antropico e viceversa ovvero
l’effetto provocato sull’habitat umano
dagli eventi riguardanti l’acqua e il
suolo, e l’effetto sugli equilibri del
suolo e dell’acqua indotti dalle azioni
umane.
Una prima divisione ha riguardato il rischio qualitativo
(inquinamento) delle acque e del suolo con
particolare riferimento alla vulnerabilità
degli acquiferi. Dei fenomeni quantitativi
riguardanti l’acqua e la terra, sono
stati, invece, approfonditi (per il loro
rapporto con il rischio) l’aspetto idrologico
e quello idraulico, che hanno
riguardato rispettivamente il meccanismo di formazione
dei deflussi e quello di traslazione dei
deflussi nei corpi idrici, specialmente
fluviali.
È stato, infine, oggetto di analisi e di considerazioni di tipo geomorfologico,
il tema delle frane ossia il
movimento gravitativo rapido (crolli, colate
rapide) o lento di masse rocciose.
Gli
aspetti naturalistici
Le
analisi riguardanti questo tema hanno
portato alla redazione di:
- un set di tavole che riguardano i caratteri fisionomici della
vegetazione e la distribuzione delle specie
endemiche;
- un set di tavole riguardanti l’articolazione del territorio in
sistemi, sottosistemi e unità di paesaggio;
- un set di tavole riguardanti le relazioni fra l’uso del suolo e il
deflusso delle acque;
- una monografia di settore.
Nell'ambito
del territorio della Provincia di Salerno
sono stati individuati e analizzati dodici
tipi principali di vegetazione. All'interno
di alcuni di tali tipi è stata possibile
una ulteriore suddivisione in sottotipi al
fine di una più analitica e dettagliata
descrizione del ricoprimento vegetale.
Le
singole formazioni sono state riunite e
descritte in chiave fisionomico-strutturale,
in base, quindi, o al loro aspetto
complessivo (boschi, arbusteti, praterie)
oppure accorpate a seconda del tipo di
ambiente da esse occupato (rupi, sabbie,
ambienti acquatici).
La
citazione delle specie, che caratterizzano i
diversi tipi di vegetazione, è stata
limitata alle entità più frequenti o più
rappresentative oppure a quelle che
consentono il più agevole riconoscimento
delle diverse formazioni. Si è fatto,
inoltre, riferimento alla vegetazione
attuale, senza trascurare di fornire alcune
indicazioni, ove ne ricorra l'opportunità,
sul dinamismo dei popolamenti.
È
stata, inoltre, effettuata una
quantificazione del contingente di specie
endemiche, rare e di particolare interesse
ambientale al fine di favorire una più
realistica valutazione dello stato di
conservazione e, in definitiva, della qualità
ambientale del territorio.
Per
lo studio del paesaggio della Provincia di
Salerno, invece, l’approccio utilizzato ha
fatto riferimento ai metodi di cartografia
ambientale generalmente noti come Land
System (Dent e Young, Soil Survey and Land
Evaluation, 1981).
Il
paesaggio è stato studiato non solo nei
suoi aspetti estetico-percettivi, ma come
sistema ambientale complesso definibile
nelle sue caratteristiche:
-
strutturali: modelli di distribuzione
spaziale dei diversi ecosistemi;
-
funzionali: relazioni tra i diversi
ecosistemi presenti;
-
dinamiche: mutamenti nel tempo di struttura
e funzioni (Forman e Godron, Landscape
Ecology, 1986).
La
metodologia adottata si è caratterizzata
per il ricorso ad un approccio di tipo
olistico. Il paesaggio, pertanto, è stato
studiato con riferimento ad un set
articolato di caratteristiche ambientali,
attraverso il riconoscimento per via
sintetica di ambiti, unità e sotto-unità
di paesaggio, riconoscibili in
fotointepretazione ed in campo da
osservatori differenti, afferenti a diverse
discipline specialistiche (criterio di
convergenza interpretativa).
Ciascuna
unità di paesaggio ha compreso porzioni di
territorio ragionevolmente omogenee al loro
interno per quanto attiene ai fattori che più
strettamente influenzano le caratteristiche
del paesaggio: morfologia, natura dei
substrati, clima, suoli, vegetazione, usi
agricoli.
Tali
ambiti omogenei sono stati caratterizzati da
attitudini produttive e da problemi di
gestione specifici. Anche il rischio di
degradazione delle risorse ambientali
(acqua, suolo, vegetazione), associato ai
diversi usi cui il territorio può essere
destinato, è risultato significativamente
differenziato sia per tipologia che per
intensità, all'interno delle diverse aree
omogenee evidenziate dalla carta.
La
carta delle unità di paesaggio, unitamente
a quella della vegetazione ha costituito un
modello di base per l'effettuazione di
ragionevoli previsioni in merito a possibili
mutamenti quali-quantitativi nel patrimonio
di risorse ambientali a disposizione, in
funzione dei diversi cambiamenti
ipotizzabili, quali ad esempio l'adozione di
politiche territoriali
ed agricole innovative.
Il
paesaggio e l’economia agraria
Le
analisi riguardanti questo tema hanno
portato alla redazione di:
- una monografia di settore, articolata in due parti, riguardante la
ricognizione sullo stato delle risorse
(produttive e paesaggistiche), i fattori di
pressione su di esse esercitati e le ipotesi
sulle risposte che l’operatore pubblico
potrà promuovere con il piano;
- un set di tavole riguardante i caratteri paesaggistici della
provincia e le trasformazioni dell’uso del
suolo agricolo.
Il
territorio agro-forestale della Provincia di
Salerno è stato preso in considerazione non
solo in quanto luogo di produzione di beni,
ma anche come fonte di servizi ricreativi e
ambientali. Pertanto analizzare la campagna
ha significato, da una parte, studiarne le
caratteristiche in termini
economico-produttivi, dall’altra
evidenziarne le risorse paesaggistiche e il
ruolo giocato negli equilibri ambientali.
Poiché quest’ultimo aspetto è stato
oggetto di altra analisi, lo studio di
settore si è soffermato in maniera
specifica sui primi due: le risorse
produttive ed il paesaggio. Lo studio ha
previsto, dunque, due filoni di indagine,
che per quanto non hanno proseguito mai
completamente separati, hanno trovano, in
particolare nella fase finale, un momento di
necessaria convergenza, allorquando hanno
stabilito:
-
come l’assetto attuale dell’agricoltura
e gli scenari prefigurabili possono agire
quali fattori di modificazione o
mantenimento di alcuni aspetti del
paesaggio;
-
dove la funzione dell’agricoltura, quale
produttrice di beni, può cedere
all’ambiente e alla funzione di servizio
ricreativo o dove invece il potenziamento di
detta funzione produttiva, pur rivista in
un’ottica di compatibilità ambientale, può
garantire sviluppo all’area;
-
quali momenti di coordinamento è necessario
attivare fra piani territoriali e politiche
settoriali (nello specifico le politiche
agricole ed agro-ambientali) per usare gli
strumenti di incentivazione finanziaria in
una più mirata strategia di tutela
dell’ambiente e del paesaggio.
Lo
studio ha inizialmente compiuto una
ricognizione sullo stato delle risorse
(produttive e paesaggistiche), analizzato
quindi i fattori di pressione su di esse
esercitati e le condizioni istituzionali a
favore e contro il cambiamento. Rispetto a
questo quadro sono state formulate, quindi,
ipotesi sulle risposte che l’operatore
pubblico può promuovere con il piano e
suggerimenti per la costruzione del suo
apparato normativo.
Lo
studio, inoltre, ha definito degli ambiti
paesaggistici secondo un approccio di
analisi del paesaggio di tipo
storico-geografico, ovvero ha tentato di
ricostruire un cluster territoriale relativo
al diverso manifestarsi delle seguenti
categorie di fattori:
-
fattori geografici: sono quelli che fanno da
sfondo ad ogni paesaggio e possono essi
stessi configurarsi come elementi
caratterizzanti. Sono generalmente elencati
nelle montagne, nelle pianure, nelle acque,
ecc. Costituiscono almeno per periodi
piuttosto lunghi le cosiddette invarianti
degli stessi paesaggi;
-
fattori naturali: relativi alla vegetazione
e alla fauna, considerati nel loro più o
meno libero esprimersi;
-
fattori antropici, che manifestano, in una
sorta di sedimentazione storica, i segni
impressi dalle attività umane.
|
Sovrapposizione
con l'uso del suolo al 1990 Fonte:
rielaborazione della carta "Corine
Land Cover" |
I
rifiuti e l’energia
Le analisi riguardanti questo tema, affidate ad Ambiente
Italia, hanno portato alla redazione di:
- una monografia di settore contenente la ricostruzione di un quadro
analitico sui temi gestione dei rifiuti
e risorse energetiche, nonché
l’indicazione delle modalità attraverso
cui tali materie possono trovare trattazione
all’interno del piano territoriale;
- un elaborato contenente la definizione dei criteri per
l’individuazione dei siti idonei per la
localizzazione di impianti di trattamento
dei rifiuti solidi urbani;
- un elaborato contenente le linee guida per il
risparmio energetico.
Lo
studio si è dato l’obiettivo di integrare
il Ptc con strategie relative a due
problematiche ambientali: rifiuti ed energie
rinnovabili. Gli elaborati forniti hanno
puntato a valorizzare tutte le opportunità
di riqualificazione territoriale e di
sviluppo economico sostenibile che fossero
associabili alle due tematiche. In sintesi
è emerso che:
-
relativamente alla situazione della
produzione e dello smaltimento rifiuti a
scala provinciale è necessario
riorganizzare l’intero sistema puntando ad
un significativo potenziamento della
raccolta differenziata, alla
riqualificazione ambientale ed alla
riduzione del grande numero di piccole
discariche, all’attivazione di impianti
atti a garantire il progressivo annullamento
dello smaltimento in discarica di rifiuto
indifferenziato. Oltre ai vantaggi
ambientali e territoriali di questa
strategia, gli elaborati ne hanno
sottolineato i benefici economici ed
occupazionali. Infine si è sottolineato che
gli impianti attuali e quelli futuri
andranno comunque verificati, adeguati ed
eventualmente localizzati tenendo presenti
anche i caratteri del territorio e
dell’ambiente, allo scopo di minimizzarne
l’impatto. A tal fine sono stati proposti
criteri di localizzazione specifici in base
alle diverse tipologie di impianto;
-
la Provincia di Salerno, alla luce del
bilancio energetico preliminare, degli
impegni internazionali presi dall’Italia
in materia di emissioni e dei sostegni
finanziari previsti per le energie
rinnovabili, è vocata per valorizzare
interventi nel settore turistico (energia
solare) e nell’industria agroalimentare
(efficienza e recupero energetico da
biomasse). Sono state fornite indicazioni in
tal senso e definite, inoltre, specifiche
linee guida rivolte ai comuni, con lo scopo
di orientare le grandi trasformazioni urbane
ed edilizie in senso energeticamente
corretto adottando le soluzioni
progettuali, le tecnologie e i materiali più
adatti a valorizzare le rinnovabili e a
ridurre gli sprechi energetici nel settore
residenziale e terziario.
Gli
aspetti socio - economici
Le analisi riguardanti questo tema hanno portato alla
redazione di una monografia di settore
articolata in più volumi.
Lo studio svolto ha
fornito, per quanto possibile, un quadro
organico circa le caratteristiche
strutturali e congiunturali del sistema
socio-economico provinciale, osservato per
aggregato e per principali sub-aree, quale
indispensabile supporto all’attività di
programmazione.
Punto di partenza è stata l’analisi dei possibili sviluppi
demografici del territorio, la quale, nei
due diversi scenari di riferimento
utilizzati, ha evidenziato nel 2011 un
incremento della popolazione rispetto al
1996, rispettivamente, del 2,4% e 1%,
raggiungendo quota 1.115.689 o 1.104.784
unità, ma con notevoli differenze nelle
sub-aree delineate, con un generale fenomeno
di progressivo invecchiamento che ha trovato
le cause principali, essenzialmente, nella
scarsa natalità e nel progressivo
allungamento dell’età media.
Di qui, si è proceduto a delineare gli scenari del mercato del lavoro,
partendo:
- dall’analisi dell’offerta di lavoro che in
termini reali registrerebbe, alla luce delle
ipotesi fatte, crescite endogene o
tendenziali del 4-5% con distribuzione in
gran parte a favore dell’agro nocerino
sarnese e della piana del Sele;
- dalla domanda di lavoro, essenzialmente in
funzione della crescita economica e della
dinamica della produttività del lavoro, nei
principali macrosettori considerati
(agricoltura, industria in senso stretto,
costruzioni, servizi vendibili e servizi non
destinabili alla vendita), in particolare
puntando l’attenzione sulla potenziale
evoluzione di tre parametri: valore
aggiunto, produttività del lavoro, unità
occupate.
Il risultato che è scaturito dalla comparazione ha permesso di
individuare le tendenze evolutive e lo
squilibrio sul mercato del lavoro.
Infine si sono individuate le possibili politiche di sviluppo del
settore manifatturiero, necessario asse
portante dell’economia provinciale,
definendo gli assi strategici di intervento,
non trascurando, contemporaneamente, il
settore dei servizi collegati e
sottolineando il ruolo crescente del
turismo, quale comparto di importanza
strategica.
Inoltre particolare approfondimento ha richiesto l’elaborazione di
scenari di domanda di spazio per le
abitazioni e ancor di più per le attività
produttive, da utilizzare come riferimento
per il dimensionamento del Ptc e per la
formulazione degli indirizzi per la
pianificazione urbanistica comunale.
Dai risultati è emerso il ruolo decisivo della provincia per lo
sviluppo locale attraverso il Ptc inteso
come prezioso strumento di programmazione
che, attraverso il coinvolgimento e la
collaborazione di tutti gli attori del
sistema, individui un progetto comune di
sviluppo locale.
Il
sistema insediativo
Le analisi riguardanti questo tema hanno portato alla
redazione di:
- un set di tavole
riguardante l’articolazione del sistema
insediativo dal punto di vista fisico e
funzionale e la definizione delle gerarchie
e dei ruoli funzionali dei diversi ambiti
provinciali;
- un set di tavole riguardante la datazione e l’uso attuale del suolo
urbanizzato;
- un set di tavole riguardante lo stato della pianificazione e della
programmazione territoriale;
- una monografia di settore, nella quale si dà conto anche della prima
costruzione di un quadro documentario dei
beni culturali.
L’analisi svolta ha seguito quattro percorsi principali di lettura
attraverso i quali si è ricostruita
l’articolazione della struttura
insediativa provinciale, considerata nelle
modalità evolutive, nella configurazione
fisica, nei caratteri funzionali, nelle
dinamiche demografiche.
La ricostruzione dei percorsi urbanizzativi, operata sulla base della
lettura di carte storiche e riferita a tre
sequenze temporali, ha messo in evidenza
forme ed intensità delle espansioni
insediative realizzate nei diversi periodi
storici e ha condotto all’individuazione
dei principali fattori che le hanno
determinate, consentendo di interpretare
cause e modalità dei processi evolutivi e
di ipotizzarne le attuali tendenze.
Nella lettura della configurazione fisica del sistema insediativo
l’analisi è stata volta ad individuare le
tipologie insediative che connotano i
diversi contesti territoriali,
rintracciandone le relazioni con i caratteri
geomorfologici ed ambientali del territorio,
con le dinamiche socio-economiche, con il
ruolo che il sistema infrastrutturale svolge
nell’orientare localizzazioni e forme
degli insediamenti residenziali e
specialistici.
Caratteri e ruoli funzionali di aree e centri sono stati analizzati sia
in funzione della individuazione del quadro
articolato delle opportunità di accesso a
beni e servizi che si offrono alla
popolazione distribuita nelle diverse aree
del territorio provinciale che
nell’interpretazione delle gerarchie
urbane.
Per un territorio caratterizzato da una rilevante polarizzazione
insediativa, l’analisi della distribuzione
della popolazione, riferita a diversi
periodi, ha messo in evidenza il rapporto
tra condizioni insediative e dinamiche
demografiche, individuando, in particolare,
le aree connotate da fenomeni di marginalità
e declino.
Questa articolazione del percorso di analisi ha consentito di
pervenire:
- alla descrizione della struttura fisica del
sistema insediativo, dell’organizzazione
funzionale, del sistema di relazione tra gli
insediamenti e tra questi ed il contesto
ambientale;
- all’interpretazione dei processi storici di
evoluzione dell’articolazione insediativa
e delle dinamiche di trasformazione in atto,
delle tendenze nella distribuzione della
popolazione sul territorio in rapporto alle
condizioni insediative, delle domande di
accesso alle opportunità sociali;
- all’individuazione delle carenze qualitative
e quantitative dell’organizzazione fisica
e funzionale dei sistemi insediativi, delle
risorse e delle potenzialità presenti,
delle esigenze di tutela e riqualificazione.
L’interpretazione delle relazioni tra i diversi percorsi di analisi
ha restituito il quadro integrato del
sistema insediativo provinciale, considerato
nella struttura complessiva e nelle diverse
articolazioni territoriali.
Le analisi riguardanti questo tema hanno portato alla
redazione di:
- una monografia di
settore riguardante un'analisi qualitativa
della domanda di mobilità e dell’offerta
di trasporto nonché una descrizione degli
interventi in corso, con alcune
considerazioni sulle criticità rilevanti;
- un set di tavole riguardante le reti del trasporto individuale e
collettivo con l’indicazione delle
criticità e degli interventi in corso.
L’analisi del sistema di mobilità, nell’ambito della redazione del
Ptc della Provincia di Salerno, ha
individuato le principali criticità
esistenti nella situazione attuale e
conseguenti ipotesi di intervento, coerenti
con la visione complessiva del territorio,
allo scopo di reinterpretare, se necessario,
gli interventi in corso (di realizzazione,
progettazione, studio) e, inoltre, di
fornire elementi utili alla redazione del piano
provinciale dei trasporti e della viabilità
extra-urbana (Ppt).
L’analisi
è stata condotta ad un livello
prevalentemente qualitativo, essendo altri
gli scopi di questa attività e non la
simulazione di dettaglio dell’intero
sistema di trasporto (oggetto del Ppt).
I principali risultati ottenuti hanno condotto ad un'analisi
qualitativa della domanda di mobilità
coerente con le varie ipotesi di lettura del
territorio all’interno del Ptc, con
particolare riguardo agli aspetti
urbanistici e socio-economici. Questa
analisi è stata accompagnata da un'analisi
qualitativa dell’offerta di trasporto e
degli interventi in corso, con alcune
considerazioni sulle criticità rilevanti.
Si sono riportate, infine, alcune proposte
progettuali. I risultati ottenuti sono
intesi come preliminari materiali di lavoro,
necessari allo sviluppo di una sintesi con
le analisi relative agli altri aspetti del
Ptc.
La struttura del Ptc
In definitiva il Ptc, sulla base delle sopra descritte analisi, è
stato strutturato nella sua stesura
definitiva in tre serie di elaborati.
La prima serie denominata obiettivi e strategie, in cui vengono
descritte le grandi opzioni strategiche
sull’assetto del territorio provinciale,
è composta:
- dalla relazione e segnatamente dalla sua parte II;
- da due tavole relative rispettivamente al sistema ambientale e al
sistema insediativo.
La seconda serie, quella delle risorse e regole, costituisce la
parte più solida del piano: quella che,
in una corretta logica di pianificazione,
dovrebbe avere validità a tempo
indeterminato e dovrebbe essere
periodicamente verificata sulla base di un
attento monitoraggio delle risorse
territoriali e soggetta ad aggiornamenti
ove le trasformazioni della realtà,
l’approfondimento della sua lettura,
l’evoluzione culturale lo
suggerissero.
Questa serie di elementi si traduce in tavole e in disposizioni aventi
carattere precettivo, con efficacia che (ove
la legislazione regionale lo consentirà)
sarà, di norma, diretta ed erga omnes.
Gli elaborati di cui si compone questa parte del piano sono:
- le norme tecniche d’attuazione, che definiscono le regole
che è necessario rispettare per raggiungere
gli obiettivi di tutela e valorizzazione
delle risorse e di efficiente assetto del
territorio dettati dall’amministrazione,
corredate dalle definizioni da adoperare per
comprendere e applicare le norme con
uniformità di comportamenti;
- l’appendice recante le linee guida e le disposizioni per l’uso
efficiente dell’energia e la
valorizzazione delle fonti energetiche
rinnovabili;
- tre tavole (relative alla fragilità del suolo, alla vulnerabilità
degli acquiferi principali e alle risorse
naturali e storiche del territorio) che
riferiscono al territorio le regole
definite dalle norme.
L’ultima serie, quella delle proposte e politiche, si traduce
in tavole e in disposizioni aventi carattere
programmatico, la cui efficacia è sempre
mediata e il cui carattere è
necessariamente più flessibile. In essa si
possono ritrovare tutte quelle indicazioni
di carattere programmatico e
territorializzato quali quelle sulle
localizzazioni di impianti e quelle relative
agli ambiti di coordinamento delle politiche
urbanistiche o alle aree preferenziali per
l’applicazione delle misure di spesa. Gli
elaborati di cui si compone questa parte del
piano sono:
- le schede programmatiche, nelle quali sono stati indicati (in
relazione ad ambiti territoriali e a settori
tematici) gli specifici obiettivi, le
azioni, gli strumenti e i soggetti che
occorre perseguire, porre in essere,
utilizzare e coinvolgere per tradurre gli
obiettivi e le strategie proposte in
concrete trasformazioni del territorio e
della comunità;
- una tavola che riassume e riferisce al territorio
le azioni per il sistema ambientale, il
sistema insediativo e il sistema della
mobilità descritte nelle schede e una
seconda tavola che specifica le indicazioni
per il sistema insediativo.
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