Appassionato e continuo
è stato il lavoro dell’Assessorato al
Territorio e Mobilità della Provincia di
Salerno negli ultimi cinque anni.
Dal nulla è stato
avviato, pur disponendo di scarse risorse in
uomini e mezzi, un processo di
pianificazione urbanistica che è ormai
radicato e difficilmente arrestabile in
quanto metabolizzato dall’amministrazione
provinciale in tutte le sue componenti: dall’esecutivo
al Consiglio tutto, dall’apparato
burocratico ai nuovi organismi appositamente
istituiti per sostenere, con l’apporto di
competenze pluridisciplinari, la nuova e
difficile sfida del governo di un territorio
continuamente aggredito dall’uomo,
attraverso l’abusivismo edilizio, e dalla
stessa natura, si pensi all’erosione
costiera o al dissesto idrogeologico.
Un processo di
pianificazione urbanistica che deve trovare
nel Piano Territoriale di Coordinamento la
sua sintesi, sia pur nella continua
evoluzione derivante dall’ascolto delle
popolazioni insediate, degli enti locali e
delle complessive esigenze che
progressivamente si vanno formando sul
territorio.
Esigenze che sono state
investigate con l’ausilio di mezzi
innovativi come i concorsi di idee per la
rinascita di porzioni sensibili del
territorio provinciale, dall’Agro
Nocerino-Sarnese alla valle del Sele, o
attraverso gli studi di fattibilità in
corso di redazione o, infine, utilizzando
sinergicamente le risorse attivate dai nuovi
soggetti della programmazione negoziata.
La Provincia di Salerno
rientra tra le prime amministrazioni del
Mezzogiorno che hanno elaborato il Piano
Territoriale di Coordinamento.
È stato utilizzato un
metodo innovativo, articolato in una serie
di azioni:
analisi ed individuazione
delle Proposte di Piano;
coinvolgimento di un
gruppo di esperti di fama nazionale
coordinati dal Prof. Edoardo Salzano, di
giovani laureati salernitani e di ulteriori
esperienze e professionalità impegnati nei
concorsi di idee e negli studi di
fattibilità;
costante confronto con
gli enti locali e continua verifica degli
atti e degli elaborati in formazione;
sperimentazione concreta
di interventi sul territorio.
Attraverso il PTC, il
ruolo della Provincia è esaltato non solo
per le funzioni di coordinamento
urbanistico, ma anche per la programmazione
economica del territorio.
Le
"negatività" dell’economia
salernitana possono essere ricondotte ad
alcune criticità del sistema-Salerno:
scarsa efficienza nell’amministrazione
della cosa pubblica; mancata pianificazione
del territorio; incapacità di valorizzare i
fattori di sviluppo endogeno; insufficiente
sforzo dell’imprenditoria locale a mettere
in campo attività produttive
"concorrenziali" sul mercato.
Ha inciso sulle cause del
deficit di sviluppo anche il degrado
ambientale e la "crisi urbana" di
tanti centri abitati.
Il PTC può mettere in
atto – come sta accadendo – concrete
iniziative ed azioni di contrasto al forte
"degrado" in evoluzione che si
riflette sul lento processo di crescita del
territorio.
Quale ruolo assume il PTC?
È strumento urbanistico
di livello superiore; azione continua di
coordinamento delle politiche comunali
finalizzata a riorganizzare "aree
vaste"; orienta il bilancio
provinciale, determina le scelte per le
richieste di finanziamento dei fondi
strutturali di agenda 2000 (QCS 2000-2006),
è quadro di riferimento dei progetti
integrati territoriali (PIT); è sostegno
alle azioni finalizzate a coniugare la
valorizzazione delle risorse naturali,
storiche e culturali con lo sviluppo
economico sostenibile del territorio.
Lo sviluppo economico
sostenibile è obiettivo prioritario, linea
guida che accompagna il PTC nella sua
formazione e lo orienta nelle scelte
attuative e di gestione.
La scommessa del PTC è
rendere ambiente ed economia sempre più
fattori congiunti di sviluppo.
Il PTC è una sfida in
particolare all’imprenditoria locale che
va "sollecitata" nei settori dell’informatica,
telematica ed innovazione dei processi di
produzione, dello sviluppo delle attività
artigianali, del risanamento e
riqualificazione ambientale.
Diventa occasione e
stimolo per gli enti locali per attivare
nuovi metodi e strategie di
"gestione" del territorio, l’uso
razionale e coordinato delle risorse
finanziarie pubbliche, la promozione dell’"industria
della natura" collegata alla gestione
delle aree protette.
Diventa opzione
privilegiata del PTC la filiera
turismo-ambiente-beni culturali che richiede
investimenti diffusi, ma produce
assorbimento rapido e consistente di
manodopera.
La politica per la
rinascita del Mezzogiorno – di cui il PTC
è sicuramente strumento operativo, anche se
parziale – passa sicuramente per il
ripristino della legalità, la nuova
efficienza dei pubblici servizi e della
pubblica amministrazione, gli interventi
indirizzati alla ricerca ed alla formazione,
gli investimenti sulle infrastrutture e sui
servizi capaci di mobilitare risorse
private.
Ma passa soprattutto
attraverso la valorizzazione delle risorse
locali e "naturali".
Bisogna costringere il
"mercato" a favore dell’ambiente
con il recupero dei centri storici, la
riqualificazione dei litorali, la
valorizzazione delle aree protette, il
potenziamento del trasporto pubblico locale.
C’è necessità,
quindi, di raggiungere risultati concreti in
tempi rapidi; necessità di progetti
credibili sul piano tecnico e condivisi con
la partecipazione attiva dei soggetti
interessati.
Oggi si apre un nuovo
scenario di sviluppo che vede nei PIT, i
nuovi strumenti della copianificazione fra i
diversi enti operanti, sia pur con
responsabilità diverse, sul medesimo
territorio della Provincia di Salerno.
Tutto ciò necessita di
un modo stabile, proficuo, univoco di
comunicare l’attività dell’amministrazione
provinciale, immergendola nel dibattito
regionale, nazionale ed anche europeo in
materia di pianificazione ed assetto del
territorio.
Da queste esigenze e da
un’idea e dalla perseveranza di Roberto
Gerundo, che ne ha assunto la direzione, è
nata