In una fase caratterizzata da una certa ripresa di interesse per i temi
della pianificazione urbanistica, in parte
legata anche al nuovo disegno di legge (ddil)
regionale in materia di tutela e uso del
suolo, sembra opportuno effettuare un
bilancio ed una riflessione dell’attività
di pianificazione urbanistica a livello
provinciale, cercando di evidenziare, da un
lato, l’approccio dei comuni alle
emergenti esigenze di organizzazione fisica
del territorio e, dall’altra, al ruolo
svolto dalla provincia e dalla regione.
Si è proseguito nella ricognizione degli atti amministrativi inerenti
ad attività di pianificazione urbanistica
espletate da Regione Campania, Provincia di
Salerno e dai comuni in essa ricompresi,
estratti dal Bollettino Ufficiale della
Regione Campania, per tutto il primo
semestre del 2001, in prosecuzione di quelli
relativi all’anno 2000, dall’1/1 al
31/12, già pubblicati nel numero 1/2 di .
Nel semestre qui considerato sono stati
censiti 49 atti formalmente emanati
riguardanti il territorio salernitano, a
fronte dei 47 emanati mediamente in ciascuno
dei due semestri precedenti.
È possibile quindi evidenziare, innanzitutto, come il numero di
provvedimenti del semestre considerato sia
del tutto paragonabile a quello sia del
semestre precedente, riguardante la seconda
parte dell’anno 2000, sia quello
precedente ancora. Questa stabilità nella
produzione di atti testimonia una evidente
difficoltà da parte degli enti a cambiare
registro nell’atteggiamento nei confronti
della pianificazione urbanistica, vi è cioè
una sostanziale inerzia nel processo di
svecchiamento degli atti di governo del
territorio.
Alcuni comuni sono più presenti nella ricognizione che si presenta,
molti altri sono del tutto assenti nei tre
segmenti temporali presi in considerazione:
gli atti riguardano 24 comuni diversi nel
primo semestre, 29 nel secondo e ancora 29
nel terzo. In un anno e mezzo i
provvedimenti hanno riguardato soltanto 57
comuni diversi dei 158 della provincia.
Alcuni comuni si sono rivelati più attivi
di altri. Tuttavia, i soli comuni presenti
in tutti e tre i semestri considerati sono:
Baronissi, Caggiano, Castelnuovo Cilento,
Salerno e S. Marina. Inoltre, si può
osservare come molti dei comuni di maggiore
dimensione demografica e conseguente
maggiore complessità di problematiche
urbanistiche, non abbiano dimostrato una
altrettanto maggiore esigenza di
aggiornamento degli strumenti di governo del
territorio.
La considerazione successiva va fatta con riferimento al tipo di
provvedimento privilegiato dalle
amministrazioni comunali. Prevale largamente
il ricorso alla variante allo strumento
urbanistico generale. Solo due, invece, i
comuni (Felitto e Pollica) che hanno
provveduto a depositare un nuovo piano
regolatore generale (Prg). L’uso
indiscriminato della variante testimonia la
bassa responsabilità del piano, non solo e
non tanto dal punto di vista della sua
fattibilità, quanto, generalmente, della
sua coerenza complessiva e conseguente
credibilità.
Altro tema su cui riflettere è quello relativo alla strumentazione
attuativa della programmazione e
pianificazione comunale, la quale consente
di verificare che gli strumenti attuativi
maggiormente oggetto di interesse da parte
dei comuni sono, in particolare fra quelli
nuovi, i piani degli insediamenti
produttivi.
Pochissimi i provvedimenti che riguardano i piani di recupero,
piani di dettaglio tradizionalmente in
dotazione ai comuni della provincia,
soprattutto a partire dalla normativa post
terremoto del 1980. Probabilmente, è
proprio il massiccio utilizzo nel passato
dell’autoapprovazione consentita da tale
normativa a determinare l’attuale minimo
ricorso allo strumento che disciplina il
recupero dell’esistente. È da
sottolineare che, d’altro canto, sono
praticamente assenti gli strumenti della
programmazione complessa e questo con
particolare riferimento a quella prevista
dalla stessa legislazione regionale.
Il quadro che risulta dal monitoraggio dell’attività dei comuni
evidenzia che si procede ancora troppo
lentamente verso quella copertura totale del
territorio, nel caso specifico della
Provincia di Salerno, mediante Prg così
come auspicato e imposto dalla Lr 14/1982.
Insomma, nella nostra provincia, così come
in Campania, siamo ancora molto lontani
dall’estinzione della specie del programma
di fabbricazione.
Si tratta di un bilancio, come si vede, per molti versi negativo che,
pur se condizionato da questioni regionali e
nazionali non risolte, non giustifica il
generale atteggiamento dei comuni in tema di
governo e uso del suolo. Il nostro, quindi,
è un territorio in cui la pianificazione
urbanistica interessa ancora una parte
minoritaria dei 158 comuni della
provincia.
Chissà se con il dispiegarsi dell’operatività dell’ormai pronto piano
territoriale di coordinamento non si
creino le condizioni affinchè vi sia una
maggiore determinazione da parte dei comuni
nell’effettuazione delle scelte,
finalmente in un quadro di indirizzi chiari
e di certezze che rendano meno aleatori i
percorsi dei nuovi piani comunali verso
l’approvazione; questo potrebbe, almeno
parzialmente, bilanciare la sostanziale
incapacità della normativa regionale che,
alla luce dell’ultimo ddil, sembrerebbe
non superata, di scardinare la farraginosità
delle procedure che caratterizzano gli iter
di approvazione degli strumenti urbanistici.
Tabella
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