Il 22 giugno di quest’anno, il potentissimo dott. Enrique Iglesias,
presidente del Banco Interamericano di
Sviluppo, che nel 1996 aveva fatto al Paranà
un prestito di quasi 500 miliardi – la metà
delle risorse finanziarie mobilitate per
attuare il programma di sviluppo decentrato
Paranà Urbano 1996-2001 – dichiara, nella
cerimonia conclusiva del programma,
guardando sornione qualche centinaio di
sindaci: “Di solito evito accuratamente
d’essere presente alla chiusura di un
programma che abbiamo finanziato; è sempre
un momento imbarazzante, perché i risultati
raggiunti non corrispondono mai agli
obiettivi che ci si era dati, alle attese
che si erano create: è un grosso problema
per una banca come la nostra. Questa volta
è diverso: Paranà Urbano si è concluso
dopo cinque anni con un successo pieno. Gli
obiettivi sono stati raggiunti e in alcuni
casi anche superati; i tempi sono stati
rispettati; la qualità dei risultati
ottenuti è molto alta. Sono quindi
felicissimo di essere qui”.
La vicenda, indubbiamente inconsueta, del programma Paranà Urbano e di
Paranàcidade, l’agenzia per lo sviluppo
urbano dello Stato brasiliano del Paranà
che lo gestisce, si riassume in questo
caloroso incipit di un banchiere
internazionale, esposto per alcuni anni (con
preoccupazione) con una somma molto
rilevante, che alla fine vede, con
soddisfazione e sorpresa, messi a buon
frutto e restituiti in tempo i soldi
prestati.
L’esperienza di Paranàcidade non è comunque esemplare solo da
questo punto di vista (che di certo non è
poco, visto che la piena accountability di
un organismo pubblico per lo sviluppo urbano
è rara), ma anche perché l’agenzia
pratica un modo moderno di pianificare il
territorio e un modo altrettanto innovatore
di governarlo. Può sembrare strano che
un’esperienza tanto esemplare abbia avuto
luogo in Brasile; ma non lo è. Vediamo
perché.
Paranàcidade, Paranà Urbano e l’esperienza di Curitiba
Il Paranà (9,5 milioni di abitanti) è uno Stato pieno di
contraddizioni, ma con notevoli livelli di
efficienza e la sua capitale Curitiba è da
un quarto di secolo un modello di
riferimento mondiale per la sua
pianificazione e gestione urbanistica.
Curitiba, che oggi ha 1,5 milioni di abitanti, negli anni ’30 ne
aveva poco più di 100.000. Era una delle
tante piccole città di provincia di cui è
piena l’America Latina. Al centro di un
vastissimo altopiano poco abitato, ricco di
praterie, boschi e campi coltivati, era
legata alle fortune di prodotti come il maté
e poi il caffè. Il clima e la vegetazione
ricordano quelli europei e il Paranà, come
gli altri stati del Brasile meridionale, è
stato colonizzato da polacchi, ucraini,
italiani, tedeschi e giapponesi. Insomma non
ha quasi nulla dell’immagine stereotipa
che si ha del Brasile.
In questo angolo marginale del pianeta le cose cominciano a cambiare
negli anni ’40, con il boom del caffè.
Nel giro di poco tempo il Paranà diventa
uno dei più forti produttori del mondo
(conta per il 50% della produzione del
Brasile e il 30% della produzione mondiale);
nel nord dello stato nascono moltissime
piccole aziende agricole (negli anni ’60
erano quasi 500.000); si sviluppano nuove
città del caffè (come Londrina, che oggi
ha quasi un milione di abitanti). Curitiba
inevitabilmente attrae a sua volta
popolazione e comincia ad espandersi.
Alla fine degli anni ’60 crolla il mercato del caffè, sostituito da
produzioni agricole molto più meccanizzate,
come la soia e il mais; questo determina
negli anni ’70 e ‘80 una profonda
trasformazione della distribuzione della
popolazione. Tra il 1970 e il 1985 quasi
2.000.000 di persone lasciano lo Stato e
altre centinaia di migliaia si spostano in
città. Mentre nel 1960 quasi il 70% della
popolazione viveva nelle campagne, nel 1991
la situazione si presenta rovesciata: il 75%
della popolazione abita in insediamenti
urbani e il 25% sparso nel territorio
rurale. Le città in sviluppo attraggono
anche popolazione da fuori. In 15 anni la
popolazione delle 13 principali città del
Paranà raddoppia e questo pone serissimi
problemi in termini di infrastrutture e
servizi, abitazioni, trasporti, oltre al
fatto che gli immigrati sono analfabeti,
privi di qualifiche, ecc. e non trovano
lavoro: bisogna creare nuove occasioni
d’impiego. Negli anni ‘80 comincia
l’industrializzazione della città,
promossa dalle amministrazioni locali.
Curitiba, con le fabbriche (ben localizzate
e adeguatamente protette ambientalmente)
della Volkswagen, Audi, Chrysler, Renault,
Volvo diventa in poco tempo il secondo polo
automobilistico brasiliano; l’industria
automobilistica a sua volta trascina con sé
quella elettronica – la Siemens, ad
esempio – ed altri settori della
componentistica, servizi alle imprese,
ricerca.
È in questo periodo di profonda trasformazione sociale ed economica
che comincia a delinearsi da un lato la
strategia urbanistica che farà di Curitiba
un caso da manuale e dall’altro una
politica di rafforzamento del sistema urbano
decentrato che nel corso del tempo si
perfezionerà fino a divenire a sua volta
esemplare. La vicenda è legata a due forti
personalità, entrambi architetti. Jaime
Lerner, sindaco di Curitiba per tre
legislature e uno degli urbanisti più
innovatori di questi decenni a livello
internazionale; dall’altro Lubomir
Ficinski che, nella sua posizione di
segretario di stato in alcuni governi
riformisti, introduce politiche innovative a
favore del decentramento urbano e della
creazione di un nuovo sistema urbano,
acquistando a sua volta grande reputazione
internazionale. Esaminiamo distintamente
queste due componenti della politica
territoriale del Paranà.
Gli assunti di fondo della politica urbanistica di Lerner per Curitiba
sono abbastanza semplici:
1. assumendo che la capitale continuerà a crescere, è necessario
porre le basi per lo sviluppo di una grande
città in cui sistema dei trasporti
collettivi, distribuzione delle funzioni e
densità edificabile siano variabili
strettamente legate, interagenti tra loro;
2. il trasporto pubblico deve essere privilegiato e costituire
l’elemento portante dello sviluppo. Esso
si svilupperà di conseguenza lungo alcuni
assi fondamentali che, formando una specie
di x sul territorio, si incrociano nel
centro della città;
3. il sistema di trasporto pubblico va realizzato in superficie,
su corsie preferenziali, in modo da
garantire grande capacità ed elevata
velocità commerciale, con tempi di
realizzazione del programma brevi e con
costi limitati; un sistema del genere regge
anche con l’aumento della motorizzazione
privata;
4. la localizzazione delle varie funzioni e l’ubicazione dei
servizi principali si appoggia
all’impalcatura del trasporto pubblico e
così l’edilizia residenziale si addensa
lungo le stesse direttrici;
5. in corrispondenza a questa struttura di trasporto e lungo i
numerosi corsi d’acqua esistenti si
prevede di realizzare grandi sistemi lineari
di parchi pubblici, in modo da abbinare
l’accessibilità al verde con
l’opportunità di ottenere al tempo stesso
un’attenta difesa idrogeologica e la
conservazione di ambienti naturali di
valore. Curitiba diventa così, un poco alla
volta, una città piena di torri e
grattacieli lungo alcune direttici e nel
centro, piena di verde e case basse nel
resto del suo territorio: una città dove
vengono localizzati gangli di servizi
pubblici in corrispondenza dei nodi di
interscambio della rete del trasporto
pubblico; sono istituite strade pedonali
lunghe qualche chilometro, grazie alla
possibilità di servirle adeguatamente con i
sistemi di trasporto di massa; il verde
pubblico assume un ruolo determinante.
Contemporaneamente a queste azioni di natura
urbanistica partono altre iniziative nel
campo dei servizi urbani (Curitiba è ad
esempio una città molto pulita, grazie a
un’impostazione ingegnosa ed innovativa
della raccolta dei rifiuti), della cultura (è
famosa la sua rete di biblioteche
decentrate, che fungono anche da centri di
riferimento nei quartieri e sono noti i suoi
teatri, il grande orto botanico,
l’Università dell’ambiente tutti
realizzati con mezzi molto limitati e una
grande originalità progettuale), dei
servizi ricreativi. Inoltre è molto intensa
la partecipazione dei cittadini ai processi
decisionali ed anche all’attuazione di
molti progetti.
Il gruppo di tecnici guidato da Lerner introduce un’altra soluzione
di grande interesse. La pianificazione
urbanistica non è elaborata e gestita da un
ufficio dell’amministrazione comunale;
viene creata un’istituzione a sé, con
notevoli margini di autonomia: l’Instituto
de Pesquisa e Planeamento Urbano de Curitiba
(Ippuc), che fa allo stesso tempo ricerca,
pianificazione urbanistica, progettazione
dei trasporti e delle infrastrutture
tecniche, progettazione architettonica degli
edifici pubblici (introducendo un proprio
linguaggio distinto e attraente, che è
divenuto un logo di Curitiba e fa cogliere
subito la funzione pubblica di un edificio)
secondo le linee fissate
dall’amministrazione, ma con apporti
originali e anche posizioni critiche. È una
soluzione inconsueta nel mondo latino, ma
diventa in breve una grossa risorsa
intellettuale e tecnica.
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Figura 3 -
Geoprocessing systems implemented in
26 municipalities were a valuable
tool for defing new urban policies |
In sostanza in quegli anni a Curitiba si sperimenta in concreto non
solo una pianificazione innovativa sul piano
delle scelte e della partecipazione, ma
anche una pianificazione fortemente
integrata nei suoi vari aspetti fisici,
economici, sociali, finanziari e gestionali.
Non è infatti per caso che alla città
vengono attribuiti tutti i possibili premi
internazionali di pianificazione urbanistica
esistenti.
Questa premessa su Curitiba è necessaria per capire il significato di
Paranà Urbano e l’organizzazione che
l’ha portato al successo. Il gruppo che
aveva lavorato con Lerner per vari anni sui
problemi di Curitiba lo segue nelle
strutture di governo dello Stato quando
viene eletto governatore. Lubomir Ficinski,
che aveva una propria vasta esperienza di
pianificatore e gestore, sia a livello di
Stato che urbano, diventa segretario di
stato allo sviluppo urbano e si assume la
responsabilità di avviare un nuovo processo
di sviluppo, razionale e pianificato, per
l’intero Paranà. Per raggiungere gli
obiettivi che si prefigge, parte
dall’esperienza della politica di appoggio
dei comuni da lui stesso avviata nel 1981,
come segretario di stato allo sviluppo
municipale.
La risposta alla crisi degli anni ’70 si era messa in moto lentamente
e di fatto solo agli inizi degli anni ’80
erano state avviate politiche per
fronteggiare i processi di rapida
urbanizzazione in atto. La linea tracciata
allora da Ficinski era stata di concentrare
gli sforzi sui quasi trecento municipi del
Paranà piuttosto che sulle città maggiori,
selezionando tra questi una serie di poli
urbani in grado di formare una rete urbana
capace di trattenere e attrarre la
popolazione in più luoghi. I contributi ai
vari comuni sono dati a fondo perduto dallo
Stato del Paranà in base alle loro
richieste e a criteri di priorità; vengono
soprattutto utilizzati per fare reti
fognarie e altre opere di urbanizzazione
primaria, asfaltare strade e costruire
marciapiedi, ma anche per fare scuole,
piazze, luoghi di incontro, giardini
pubblici, ecc. Nonostante i cambiamenti
politici nel governo dello Stato, questi
programmi vengono replicati negli anni anche
grazie ai finanziamenti della Banca
Mondiale. Nel 1990 c’è un cambiamento
decisivo; viene lanciato un programma
quinquennale di sviluppo urbano (Pedu) con
due elementi innovativi: non si danno più
finanziamenti a fondo perduto, ma si
costruisce un fondo di rotazione statale
(sempre con l’appoggio della World Bank)
per lo sviluppo urbano, il Fondo de
Desenvolvimento Urbano (Fdu), che fa
prestiti alle municipalità sulla base di
progetti e di impegni finanziari precisi,
ecc. Nel 1995 Lerner diventa governatore del
Paranà capitalizzando su quanto aveva fatto
a Curitiba e Ficinski torna ad occuparsi di
pianificazione dello sviluppo urbano
decentrato e di strumenti tecnici e
finanziari per attuarla. Per prima cosa
viene negoziato l’intervento della Bid,
che porta a oltre 1000 miliardi le
disponibilità del fondo di rotazione del
Fdu e permette di raddoppiare il budget del
nuovo programma Paranà Urbano rispetto al
precedente quinquennio; poi vengono prese
due altre decisioni importanti: lo Stato dà
alle associazioni dei comuni responsabilità
tecnico-amministrative e le
co-responsabilizza nella gestione del
programma; per l’attuazione del programma,
viene istituito un organismo ad hoc: il
Serviço Social Autónomo Paranàcidade.
La politica di sviluppo urbano si appoggia su un programma di
interventi molto precisi nel campo delle
infrastrutture di trasporto, dei servizi
sociali, delle infrastrutture tecniche,
dell’alloggio a basso costo, delle
localizzazioni produttive e terziarie. La
strategia di fondo è quella di modernizzare
l’assetto territoriale del Paranà,
collegando meglio tra loro e con il resto
del mondo le sue varie parti e creando una
struttura urbana più solida su una rete
infrastrutturale razionale. In qualche modo
si ripresenta il modello concettuale che
aveva guidato la costruzione di Curitiba.
Il Paranà ha molte carte da giocare sulla scena brasiliana, del Merco
Sur e mondiale. Il suo porto – Paranaguà
– è il terzo del Brasile per volume di
merci ed è il porto per eccellenza della
soia (di cui il Brasile è il secondo
produttore mondiale, dopo gli Usa) e di
altri importanti prodotti agricoli (mais,
grano, ecc.) che vengono dal Paranà, dal
Mato Grosso, dal Paraguay. Confina con lo
Stato di San Paolo, il più popoloso e ricco
del Brasile e ne risente in termini di
spillover (tanto positivi che negativi). Foz
di Iguaçù, al confine nord-ovest con il
Paraguay, con le sue bellissime cascate è
divenuta una delle maggiori attrazioni
turistiche del paese e l’enorme lago
formato dalle centrali idroelettriche sul
fiume Paranà costituisce una risorsa
turistica di grandissime dimensioni che
comincia a essere valorizzata solo adesso.
Il Paranà, che confina con Paraguay e
Argentina è la porta di accesso al Brasile
dei paesi del Mercosur: con problemi e
possibilità nuove finora inesplorate, come
anticipa Ciudad de l’Este, la grande città
del contrabbando (di qualsiasi genere di
prodotti, inclusi i missili) nata in
Paraguay sulla frontiera con il Paranà. I
suoi tre nuovi aeroporti internazionali
hanno voli diretti per varie destinazioni
europee e Usa.
In queste condizioni appare evidente la necessità di una politica che
favorisca la multipolarità del sistema
urbano, che rafforzi il sistema delle
comunicazioni viarie interne, che potenzi i
capisaldi delle aree in cui nuove forme di
sviluppo si verificheranno in un prossimo
futuro. La scelta, compiuta alla fine degli
anni ’70 di contrastare da un lato il
tradizionale modello macrocefalo delle
regioni in sviluppo e dall’altro di
strutturare in modo profondamente diverso le
città in forte crescita, avendo in mente un
modello di sviluppo sostenibile, ha pagato.
Oggi il Paranà ha tre città oltre 500.000
abitanti, in tre aree distinte del paese e
numerose città medie ben attrezzate in
sviluppo; Curitiba è una delle 5 città del
mondo con il più alto livello di qualità
della vita. Il reddito procapite è come
quello dell’Ungheria.
Paranà Urbano e Paranàcidade
Come si è detto, l’obiettivo di fondo di Paranà Urbano è
continuare, accelerando e rafforzando,
decisamente, la politica di miglioramento
delle infrastrutture e degli insediamenti
urbani dello Stato. Basta un rapido elenco
delle operazioni finanziate e realizzate in
55 mesi per avere il senso dell’impatto
che ha avuto. Hanno partecipato al programma
390 dei 399 comuni del Paranà; gli
interventi realizzati sono stati 3799. Tra
di essi ci sono 1610 chilometri di strade
asfaltate, un aeroporto regionale, 36
terminal per autobus regionali, l’acquisto
di oltre 1000 macchine per opere
infrastrutturali, per il trattamento dei
rifiuti, ambulanze, scuolabus, ecc.; 40
centri sportivi con palestre, 16 centri
culturali, 97 asili, 22 ambulatori, 4
ospedali, 28 case protette, 31 cimiteri, 195
progetti di urbanizzazione primaria, 94
edifici industriali per piccole aziende e 12
padiglioni per l’esposizione di prodotti
locali. In collaborazione con la Companhia
de Saneamento do Paranà sono stati ampliati
i sistemi di distribuzione dell’acqua
potabile in 72 comuni, costruendo 328
chilometri di rete e 45 sistemi di
trattamento delle acque luride che
interessano 650.000 persone. Con la
Companhia Paranaense de Energia sono stati
realizzati 97.000 allacciamenti elettrici ad
edifici autocostruiti.
Come si è visto, questi interventi non sono stati eseguiti a pioggia,
ma in base a un preciso piano territoriale e
ad un programma prestabilito di priorità a
loro volta non costruiti a tavolino ma
attraverso una partecipazione diretta delle
comunità coinvolte.
In Paranà c’era una certa tradizione di associazionismo comunale: il
governo ne fa un elemento di forza per la
definizione e l’attuazione delle politiche
territoriali. Le 18 associazioni che
aggregano i comuni delle diverse parti dello
Stato divengono partner del governo
nell’attuazione di Paranà Urbano: hanno
compiti decisionali, tecnici ed attuativi.
Per adeguare i tecnici locali a questi nuovi
compiti vengono organizzati programmi di
aggiornamento sulla gestione municipale con
3000 partecipanti. È Paranàcidade a farlo.
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Figura 4 -
Parco Barigui, Curtiba |
Paranàcidade è un’agenzia autonoma che canalizza i finanziamenti
ottenuti dal Banco Interamericano di
Sviluppo e da altre istituzioni finanziarie
internazionali, mobilita le risorse di cui
dispongono le città (attraverso i
trasferimenti dallo Stato, il gettito
fiscale locale, risorse finanziarie
provenienti da altre fonti) e controlla
molto attentamente l’attuazione dei vari
programmi e i risultati via via ottenuti.
Paranàcidade ha anche compiti di assistenza
tecnica, che svolge con particolare impegno,
proprio perché dalle soluzioni tecniche
adottate dipende spesso il successo di un
investimento. Il nuovo organismo ha notevoli
poteri di indirizzo, gestione e controllo (è
presieduta dallo stesso segretario di stato
allo sviluppo urbano) ma ha anche una
struttura istituzionale estremamente
flessibile: è un istituto di diritto
privato, senza fini di lucro e di interesse
sociale. La filosofia che era dietro
all’istituzione dell’Ippuc si ritrova,
con ovvie modifiche e adeguamenti, anche
qui.
L’esistenza del fondo di rotazione per gli investimenti urbani, il
coinvolgimento diretto delle associazioni di
comuni, il ruolo di indirizzo e controllo di
Paranàcidade combinati insieme producono
non solo i risultati positivi in termini di
realizzazione dei programmi che si sono
visti, ma anche le premesse per un modo
profondamente diverso di gestire lo sviluppo
a livello locale. I comuni vengono assistiti
on line da Paranàcidade nell’esecuzione
dei progetti (a tal fine sono state
realizzate cartografie digitalizzate,
integrate dalle relative informazioni
catastali, per 109 insediamenti urbani, pari
al 75% del territorio urbanizzato e ben 26
Gis per le aree urbane in più rapido
sviluppo) che viene monitorata su base
trimestrale. Se i risultati prefissati non
sono stati raggiunti, oppure ci sono ritardi
amministrativi non giustificabili, ecc., i
finanziamenti erogati sul fondo di
rotazione, in base ai prestiti contratti,
vengono immediatamente sospesi; non appena
la situazione è corretta vengono riavviati.
Si tratta di un meccanismo di
deterrente/stimolo molto forte ed efficace
che è consentito dalla flessibilità e
rapidità di comportamenti di una struttura
di tipo privato come Paranàcidade, con
un’organizzazione molto efficiente e un
elevato livello professionale dei suoi
tecnici.
C’è di più. Lo sforzo fatto da Paranàcidade non consiste solo
nell’aiutare i comuni a diventare più
efficienti sul piano tecnico e
amministrativo, ma anche a pensare in
termini diversi la strategia di sviluppo e
le modalità della sua realizzazione. Il
principio di fondo che ispira l’azione di
Paranàcidade e dei programmi di sviluppo
locale è quello della pianificazione per
obiettivi. Gli obiettivi strategici vengono
discussi a livello di Stato e di
associazioni di comuni e si prendono una
serie di decisioni a riguardo; i comuni
elaborano le proprie strategie e fissano gli
obiettivi che intendono raggiungere; su
questa base si definiscono i diversi
progetti di intervento. Quando si abbina una
procedura decisionale del genere a un
sistema di spesa molto attento, controllato
di continuo rispetto ai tempi di effettiva
attuazione delle opere o di sviluppo delle
attività, si ottengono risultati
estremamente efficaci. Per ottenere questi
risultati occorre però operare nel contesto
di una nuova cultura della pianificazione
territoriale, con una mentalità diversa
degli amministratori e dei tecnici locali
(per questo i corsi di aggiornamento) e con
la disponibilità di strumenti nuovi (lo
sforzo di dotare i comuni di basi
cartografiche digitalizzate e di Gis, per
monitorare on line gli sviluppi di un
intervento ed i suoi impatti).
Oltre Paranà Urbano
Il programma si è concluso due mesi fa e deve poter continuare. Le
misure federali di riorganizzazione della
finanza pubblica stanno creando difficoltà
alla gestione diretta del Fdu da parte di
Paranàcidade; questo potrebbe ridurre la
flessibilità e rapidità gestionale dei
progetti. In ogni caso i programmi
continueranno, migliorati anche sulla base
dell’esperienza appena finita.
Paranàcidade sta affrontando un nuovo problema: c’è il rischio che
il successo ottenuto, che favorisce la
ripetizione di procedure e soluzioni e
riduce gli stimoli all’innovazione,
condizioni le iniziative del prossimo
futuro, le banalizzi e favorisca
comportamenti di routine. I modelli
concettuali di riferimento e le ipotesi
strategiche che avevano costituito la base
del progetto Paranà Urbano sono stato
applicati e realizzati; oggi la situazione
del Paranà è diversa e per molti aspetti
va reinterpretata. Come fare, visto che
Paranàcidade è essenzialmente un’agenzia
operativa?
In parte il suggerimento viene ancora una volta
dall’esperienza dell’Ippuc: è
necessario creare un’occasione di analisi
critica di quanto si è fatto, riflessione,
ricerca; vanno elaborate idee nuove, che
tengano conto dello stato dell’arte nel
campo della pianificazione territoriale e
dello sviluppo urbano e siano ricche di
anticipazioni, come sono state quelle su cui
nel 1996 è stata costruita Paranàcidade. A
fianco dell’agenzia si è cominciato a
costruire un istituto superiore di studi
urbani, che dovrebbe essere il luogo della
futura elaborazione di idee su cui fondare
le politiche urbane del Paranà e dove
verrebbero formati i quadri locali
responsabili della pianificazione
territoriale. Un primo atto in questa
direzione è l’avvio di un master annuale
sperimentale sulla progettazione di ambienti
urbani sostenibili, cui partecipa un gruppo
ristretto di ingegneri, architetti ed
economisti brasiliani e italiani che opera
negli organi della pianificazione locale. Il
master, iniziato nell’ottobre 2001 e che
si svolge parte in Italia e parte in
Brasile, ha come finalità di divenire un
primo forum di dibattito su nuove idee e
sede di formazione di nuove competenze in
aree problematiche che stanno diventando
sempre più importanti. Non è facile
trovare nelle agenzie di pianificazione
sparse nel mondo una paragonabile
consapevolezza che per governare bene
bisogna anche fare buona ricerca e
formazione avanzata.
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