La persistente grave carenza di residenze universitarie,
per l’Università di Salerno come
nell’intera regione, e l’insuccesso
delle iniziative che ad ogni livello sono
state intraprese in passato per la
realizzazione di nuove residenze per
studenti fuori sede, hanno spinto l’ateneo
ad assumere direttamente un ruolo
protagonista per risolvere l’annoso
problema. A tal fine l’Università di
Salerno si è fatta promotrice della
formulazione di una precisa idea-progetto,
relativa alla realizzazione di una prima
parte (valutabile in circa il 40%) di tutte
le residenze che, sulla base delle scelte
della regione, necessitano per l’ateneo
salernitano.
L’idea-progetto è quella di insediare residenze da
destinare a studenti nell’ambito di nuclei
urbanistici presenti nei comuni limitrofi il
plesso di Fisciano con lo scopo di:
- recuperare e rivitalizzare parti del territorio degradato
attraverso il ripristino ed il riuso di
nuclei antichi presenti;
- prevedere un’idonea sistemazione per gli studenti fuori
sede dell’ateneo.
La fattibilità dell’idea-progetto è stata puntualmente
esaminata con la redazione di appositi studi
che, sulla base delle precise indicazioni
ministeriali, hanno esaminato la fattibilità
tecnica ed organizzativa, i benefici, i
costi, i rischi, le scadenze temporali
dell’attuazione dell’idea-progetto. Lo
studio è stato redatto dagli uffici tecnici
dell’ateneo (Ing. Gianluca Basile
coordinatore, Arch. Roberto Borriello, Arch.
Vincenzo Paolillo, Arch. Rocco Petrone,
Geom. Michele La Lopa), con la consulenza
dei professori dell’ateneo (Prof. Vito
Cardone coordinatore, Prof. Mauro Caputo,
Prof. Roberto Gerundo, Prof. Marcello
Petrignani, Arch. Enrico Petti).
Sostenibilità tecnico-territoriale
Per l’Università di Salerno, la dimensione, la
localizzazione e la struttura stessa
dell’insediamento urbano della valle
dell’Irno, rendono di notevole rilevanza
il problema delle attrezzature residenziali,
sia per gli studenti che per il personale
docente e non.
Dagli studi condotti con ottica regionale ed interregionale
sui caratteri geomorfologici dell’area
della valle dell’Irno e delle aree
limitrofe, sulle reti di comunicazione
viarie e ferroviarie, sulla struttura delle
relazioni esistenti fra i vari comuni, dai
dati relativi alla popolazione ed ai suoi
movimenti migratori è emerso che il
subsistema regionale afferente
all’insediamento universitario comprende i
comuni che vanno da Salerno ad Avellino
nella direzione sud-nord e dall’agro
nocerino sarnese a Fisciano nella
direzione ovest-est.
La dimensione del problema della residenza si coniuga con
l’aspetto relativo all’attrezzaggio
complessivo del territorio della Valle
dell’Irno in rapporto al nuovo
insediamento universitario, da conseguirsi
sulla base di sinergie e cooperazioni con
gli enti e le istituzioni competenti.
Il problema delle attrezzature residenziali
dell’Università di Salerno diventa quindi
una problematica del sistema residenziale
nel salernitano e nella valle dell’Irno,
da riconsiderarsi in rapporto alle
prospettive di trasformazione e di sviluppo
di queste aree.
L’obiettivo dello studio è stato quello di costruire, a
livello comprensoriale, un sistema di
opportunità e potenzialità ai fini del
soddisfacimento della domanda di
residenzialità per studenti fuori sede
frequentanti l’Università degli Studi di
Salerno.
Il suddetto sistema tiene conto innanzitutto della
possibilità di recupero di interi brani di
tessuto edilizio in condizioni di abbandono
e degrado; tali situazioni sono da ricercare
all’interno dei centri urbani sia dei
comuni che ospitano le sedi dell’ateneo
salernitano, sia di quelli circostanti ai
primi.
Ulteriore attenzione si è posta nella individuazione di
suoli liberi suscettibili di potenziale
utilizzazione mirata alla realizzazione di
trasformazioni urbanistiche ed edilizie
dedicate alla residenzialità universitaria.
Tali suoli sono stati ricercati
prioritariamente all’interno degli
strumenti urbanistici dei comuni1
fra quelli specificamente destinati ad
attrezzature e servizi di indotto
dell’Università.
Una terza ipotesi di lavoro è rappresentata dal progetto
di recupero di singoli episodi edilizi da
estrarre da un’offerta complessiva di
immobili dismessi presenti sul territorio di
influenza dell’Università, da poter
utilizzare quali contenitori delle residenze
oggetto del presente studio di fattibilità.
La possibilità di un progetto di residenzialità
studentesche su porzioni più o meno estese
di centri urbani è negata dalla oggettiva
mancanza di concrete situazioni che
consentano di operare in tal senso.
Si è ritenuto, inoltre, che prima di passare a valutare
possibilità di utilizzare le previsioni di
destinazioni urbanistiche mirate alla
realizzazione ex-novo di attrezzature per
l’Università si debba preventivamente
focalizzare l’attenzione sul patrimonio
edilizio ed urbanistico preesistente.
L’attenzione si è focalizzata su contenitori costituiti
da immobili dismessi per i quali è stato
possibile effettuare le valutazioni
necessarie, al fine di selezionare quelli
per i quali si potesse ipotizzare la
progettazione di residenze per gli studenti
dell’Università di Salerno che si trovano
in condizione di essere fuori sede.
Si è ritenuto naturale estendere l’indagine, finalizzata
all’individuazione di tali contenitori, ai
comuni ricompresi all’interno di un certo
raggio di influenza dalle sedi dei plessi in
cui ha sede l’ateneo salernitano
localizzate nei comuni di Fisciano e
Baronissi.
È stato possibile individuare, a tal proposito, un ambito
di priorità definito dai territori comunali
in cui sono ricomprese le zone di influenza
individuate sulla base di quelle che possono
considerarsi le massime percorribilità
giornaliere che lo studente fuori sede è
disposto a percorrere e che, da un lato è
fornito dal questionario che è stato
effettuato nell’ambito del presente studio
di fattibilità e dall’altro, deriva da
considerazioni di accessibilità e prossimità
alle sedi dell’ateneo.
Ai fini della delimitazione dell’ambito territoriale di
riferimento, è stato assunto il criterio
per il quale si è richiesto il verificarsi
contemporaneamente delle seguenti due
condizioni: distanza dai plessi inferiore a
15 Km su percorso stradale; tempi di
percorrenza con mezzi di trasporto pubblico
inferiore a 30 minuti2.
All’ambito territoriale di riferimento individuato sulla
base del criterio sopra descritto, si è
aggiunto un ambito di attenzione che è, a
sua volta, rappresentato dall’insieme dei
comuni che, pur non ricadendo nella zona di
influenza definita come ambito di priorità,
avanzano proposte ritenute degne di
considerazione, nel caso specifico i Comuni
di Salerno, Serino e Solfora.
In tal modo viene a realizzarsi, rispetto all’Università,
una continuità fisica e funzionale che, a
partire dai Comuni di Fisciano e di
Baronissi, entrambi attualmente sedi di
facoltà universitarie, si estende ai
restanti comuni che costituiscono un ambito
di priorità e di attenzione nella ricerca
di contenitori da prendere in considerazione
ai fini del presente studio. Sulla base del
doppio criterio avanti definito, i comuni
ricadenti nell’ambito territoriale di
studio, definibile anche ambito di priorità
sono: Fisciano, Baronissi, Bracigliano,
Calvanico, Castel San Giorgio, Mercato San
Severino, Montoro Inferiore, Montoro
Superiore, Pellezzano, Roccapiemonte.
Individuato l’ambito territoriale di riferimento, è
stata condotta un’indagine conoscitiva
speditiva degli immobili dismessi mediante
apposita scheda.
Sulla base della volumetria e della localizzazione, se
interna o esterna ai centri urbani
appositamente perimetrati, è stata
effettuata una prima selezione di
contenitori.
I contenitori selezionati e quelli segnalati sono stati
successivamente oggetto di un
approfondimento conoscitivo urbanistico
effettuato mediante una ulteriore
schedatura, la cui articolazione dei campi
conoscitivi in relazione a molteplici
aspetti di rilevanza urbanistica, ha
consentito l’assegnazione di punteggi che
sono stati utilizzati per l’applicazione
di un semplice modello di analisi
multicriterio che ha restituito una
graduatoria di preferibilità, dal punto di
vista della fattibilità urbanistica, degli
edifici selezionati o segnalati.
All’interno di tale modello si è pensato di evidenziare
la differente valenza tra analisi di contesto,
che fa riferimento ad una ampia area
circostante l’immobile e analisi di intorno,
che si riferisce più specificatamente
alla dimensione urbana
compositivo-architettonica.
Le scelte di progetto in merito alla localizzazione degli
immobili si giustificano con la necessità
di assicurare:
- un inserimento ambientale, morfologico ed architettonico
in modo da porre un rapporto con la
tradizione locale;
- una accessibilità pedonale alle facoltà e al centro
urbano più vicino;
- una accessibilità pedonale agli insediamenti nuovi
preesistenti;
- una accessibilità pedonale al sistema di trasporto
pubblico ed una accessibilità carraia
diretta dalle principali vie di
comunicazione.
La fattibilità urbanistica è stata valutata puntando
l’attenzione sulla localizzazione dei
singoli lotti ospitanti i suddetti immobili
in relazione principalmente alla
accessibilità ai plessi universitari di
Fisciano e Baronissi, alla qualità
dell’intorno e del contesto urbano, alla
fattibilità urbanistica dal punto di vista
normativo e alla sicurezza territoriale del
sito
|
Figura
1 - Ubicazione dell'ateneo
salernitano |
Il passo successivo è stato quello di estrarre da tale
elenco gli edifici sui quali entrare nel
merito del progetto architettonico. I
criteri con cui si è proceduto a tale
estrazione sono stati dettati: dall’acquisibilità,
in qualche forma, dell’immobile; dal
credibile o dichiarato sostegno
all’iniziativa da parte delle
amministrazioni proponenti; dalla
disponibilità a forme di cessione o
convenzionamento, da considerazioni di tipo
economico. Gli edifici rilevati sono stati
117, per 54 di essi è stato effettuato un
approfondimento conoscitivo urbanistico e
per gli edifici risultati ai primi posti
nella graduatoria finale multi criteria sono
state elaborate delle ipotesi di recupero
verificandone la sostenibilità sia
economica e finanziaria, sia amministrativa
e gestionale.
L’analisi della sostenibilità economico-finanziaria
della realizzazione di edilizia residenziale
per studenti si è avvalsa di molteplici
strumenti di analisi e supporti
quantitativi. Scopo dell’analisi è stato
quello di verificare l’esistenza e la
consistenza della domanda di edilizia
residenziale attuale e futura, di
quantificare l’attuale offerta di posti
letto, di analizzare le risorse finanziarie,
di costruire un modello che rappresentasse e
simulasse la gestione economico-finanziaria
delle residenze ed, infine, di analizzare
costi e benefici complessivi generati
dall’investimento.
L’individuazione e quantificazione della domanda è
avvenuta avvalendosi dei dati desunti da
fonti ufficiali (segreterie studenti, Istat)
e dei dati raccolti attraverso un
questionario che integrasse le informazioni
disponibili con dati riguardanti i
comportamenti e le motivazioni degli
studenti nel decidere o meno di acquisire un
alloggio in fitto.
Dall’analisi della domanda e dalla stima dell’offerta
è risultata una carenza di circa 2100 posti
letto; di questi l’intervento pubblico
potrà realizzarne solo una parte
consistente. Tale dato per l’Università
di Salerno, si traduce in circa 1200 posti
letto e può essere assunto come riferimento
per la prima consistente parte (circa il
40%) dell’intero intervento di dotazione
di residenze pubbliche.
|
Figura
2 - Schema del percorso
metodologico |
Per quanto concerne la ristrutturazione e la gestione degli
immobili selezionati destinati a residenza
universitaria, la costruzione del modello di
analisi finanziaria è stata basata su una
serie di ipotesi gestionali diverse:
- gestione diretta delle residenze da parte
dell’Università;
- gestione affidata ad un terzo;
- gestione affidata ad una società mista.
Oltre alla gestione delle residenze, l’analisi
finanziaria ha verificato anche la gestione
di un’attrezzatura di supporto,
individuata, a titolo esemplificativo, in
una piscina.
In assenza di un quadro normativo specifico ben delineato,
in quanto è in atto una importante
evoluzione in merito, le ipotesi progettuali
sono state formulate sulla base di standards
direttamente desunti dall’analisi del
quadro consolidato delle più recenti e
significative realizzazioni analoghe,
italiane ed europee, e verificate tenendo
conto della consistenza e della realtà
architettonica degli edifici interessati.
Sulla base di questi standards sono state elaborate le
ipotesi di recupero e riuso degli edifici
che risultavano essere ai primi posti della
graduatoria ottenuta con l’applicazione
dell’analisi multicriterio.
Per la valutazione del recupero, la determinazione dei
costi parametrici è stata effettuata sulla
base della deliberazione della giunta
regionale della Campania n. 7844 del
2/10/1996 che determina un recupero primario
ed uno secondario.
Da tali parametri si è giunti ad un costo di lire
1.415.012 al mq, per il recupero primario, e
di lire 653.707 al mq per il recupero
secondario; per gli arredi, si è effettuata
un’apposita analisi sulle tipologie medie
correnti di mercato, portando ad
un’aliquota per gli stessi di lire
3.475.000 a posto letto, comprensiva di
attrezzature destinate ai bisogni privati,
agli spazi comuni ed alle attività
culturali ed integrative con il territorio.
Ciò ha consentito di quantificare l’intervento, che
prevede la creazione di 531 posti letto
(distinti in 135 stanze singole e 198
doppie) con un costo finale al posto letto
di lire 65.490.884 ed un costo generale di
intervento pari a lire 40.000.000.000
comprensivo della realizzazione di una
struttura di supporto alle residenze
individuata, a puro titolo esemplificativo,
in una piscina coperta.
|
Figura
3 - Ambito territoriale di
riferimento |
Dalle simulazioni economiche effettuate, è risultato che
l’intervento è fattibile e che
l’ipotesi più vantaggiosa economicamente
(intesa come quella che a parità di costi
permette il prezzo praticato allo studente
più basso) è risultata essere quella
gestione affidata ad un terzo (gestore
unico).
Le altre ipotesi hanno mostrato una perdita di efficienza
legata soprattutto alla maggiore incidenza
del personale ed al minore sfruttamento
delle economie di scala.
La costruzione di un modello di analisi economica (tipo
costi-benefici) ha consentito di valutare la
convenienza dell’investimento dal punto di
vista della collettività nelle varie
alternative.
Le ricadute dell’investimento sul territorio e sulla
collettività sono molteplici e non tutte di
facile quantificazione. I costi e i
benefici, che a pieno titolo si è ritenuto
potessero rientrare nella valutazione, sono:
- i costi di impianto e gestione dell’attività al netto
degli introiti della gestione
nell’orizzonte di tempo;
- risparmio per gli studenti in termini di tempo e denaro;
- benefici artistici ed ambientali (riqualificazione di
edifici storici, limitato utilizzo di mezzi
privati);
- benefici sociali e culturali (socializzazione tra
studenti e studenti e comunità locali,
migliore e maggiore fruizione da parte degli
studenti delle strutture universitarie);
- benefici economici per la comunità (creazione di posti
di lavoro legati alle residenze, creazione
di nuove imprese di servizi di tipo
sportivo, ludico, ricreativo).
Allo stato attuale le condizioni istituzionali,
amministrative, organizzative ed operative
necessarie affinché si possa procedere
all’effettiva realizzazione
dell’iniziativa, nel rispetto delle
condizioni di complessità e di integrazione
richieste dalle norme, sono già favorevoli.
Ancora di più lo diventeranno a valle della
citata evoluzione legislativa che sta
investendo la realizzazione e la gestione
delle residenze universitarie a seguito
delle leggi 338/2000 e 388/2000. In
particolare, si verificherà un sensibile
miglioramento generale conseguente a:
- maggiore disponibilità di risorse finanziarie specifiche
per residenze universitarie;
- accelerazione e semplificazione di procedure, relative a
finanziamenti e iter di approvazione dei
progetti;
- maggiori possibilità di intervento, anche per effetto di
deroghe alla vigente normativa ordinaria;
- possibilità di gestione con nuove e più flessibili
modalità.
Gli enti locali, da parte loro, sono fortemente interessati
alla realizzazione dell’intervento.
Infatti i comuni limitrofi all’ateneo
vivono una condizione di estremo disagio per
la massa di studenti alloggiati in
condizioni precarie; tant’è che quasi
tutti hanno previsto iniziative specifiche:
da quelle di larghissimo respiro e rilevanza
nazionale - quale il progetto Baronissi città
dei giovani e la proposta del Comune di
Mercato San Severino - a singoli interventi
localizzati. D’altra parte,
l’idea-progetto dell’ateneo salernitano
offre agli enti locali la concreta
possibilità di vedere recuperato parte del
loro patrimonio architettonico di maggiore
pregio, che versa in condizioni di degrado
assoluto. Tutto ciò ha fatto sì che le
amministrazioni comunali abbiano manifestato
grande interesse e concreta disponibilità
per l’attuazione della proposta
dell’Università di Salerno.
In specie, alcuni comuni hanno offerto direttamente
all’ateneo alcuni fabbricati di pregio da
destinare a residenze universitarie (ad
esempio: il convento di San Michele a
Salerno, il palazzo Barra a Fisciano); altri
hanno sottoscritto la disponibilità ad
acquisire alcuni edifici da destinare sempre
a residenze universitarie (Montoro
Inferiore, Calvanico). In alcuni casi sono
già state stipulate apposite convenzioni3
tra Università di Salerno, Regione Campania
e singoli comuni.
|
Figura
4 - Edificio in via Roma (Fisciano) |
La partecipazione degli enti locali all’iniziativa è
legata a due punti fondamentali:
1. la concessione in comodato d’uso degli immobili di
proprietà pubblica adatti all’iniziativa
o l’acquisizione di quelli privati
individuati;
2. l’autorizzazione urbanistica a trasformare gli edifici
interessati in residenze universitarie.
Altro partner importante per la riuscita dell’iniziativa
è certamente l’ente Regione Campania che
dovrà:
- creare le condizioni istituzionali per il cofinanziamento
dell’iniziativa, che può avvenire anche
attraverso i fondi Por 2000/2006 le cui
attribuzioni sono gestiti dalla regione
stessa;
- mettere a disposizione dell’ateneo, mediante comodati
d’uso, edifici di proprietà regionale
adatti ad essere trasformati in residenze
universitarie;
- approvare eventuali varianti a piani urbanistici dei
comuni limitrofi per la previsione di
residenze universitarie;
- partecipare, con propri organismi alla eventuale
co-gestione delle residenze, nel caso in cui
si scelga di farlo attraverso una società
mista o una fondazione pubblico-privato.
Lo studio ha esaminato le procedure e strumentazioni
operative da adottare per assicurare
circuiti tecnici, amministrativi e
finanziari efficienti che, per la fase di
realizzazione delle opere, sono assicurate
dalle disposizioni in materia di lavori
pubblici con procedure operative già
normalmente utilizzate dall’ateneo.
Per l’attuazione del progetto, esaminata la complessità
delle ristrutturazioni e delle acquisizioni,
si prevede un intervento in più fasi con
inizio dagli edifici già concessi in
comodato d’uso all’ateneo.
|
Figura
5 - Palazzo De Falco (Fisciano) |
Il tempo critico medio stimato per la realizzazione di un
intervento, dall’affidamento
dell’incarico al completamento delle
strutture e relativi accessori, è di circa
3 anni; tale periodo è valido per gli
immobili già disponibili per la
trasformazione perché concessi in comodato
all’ateneo. Per gli altri edifici di
proprietà pubblica e per quelli di proprietà
privata, per i quali il comune in cui è
situato l’immobile ha dichiarato
disponibilità all’acquisizione, si può
prevedere un incremento di 12-15 mesi del
tempo totale, in considerazione dei tempi
necessari all’acquisto degli immobili.
L’efficienza dell’aspetto finanziario è assicurata
dall’immediata disponibilità, che ha
l’ateneo, di parte dei fondi necessari a
realizzare l’iniziativa (20 miliardi). Ciò
consente di attivare rapidamente
l’intervento, nel caso di approvazione
della proposta, provvedendo con propri fondi
alle spese iniziali.
Come si evince dallo studio, l’idea-progetto risulta fattibile
da ogni punto di vista e con diverse modalità
di attuazione (sia per quanto concerne la
fase di esecuzione delle opere sia in quella
di gestione delle residenze).
L’iniziativa dell’ateneo salernitano possiede tuttavia
una incommensurabile cifra culturale ed
un’assoluta rilevanza di carattere
politico e amministrativo, che dall’arida
ma necessaria logica dei numeri non possono
trasparire e che - da sole - sono in grado
di giustificare il massimo impegno, da parte
di tutte le istituzioni, per la sua
attuazione. Inoltre essa si rileva quanto
mai opportuna e tempestiva: anzi,
addirittura anticipatrice delle tendenze in
atto e delle scelte che, in sede
parlamentare e governativa, venivano
maturando.
Mentre il presente studio di fattibilità era già in
svolgimento, infatti, sono stati emanati
alcuni importanti provvedimenti legislativi
- quali la legge 14/11/2000 n. 338 e
l’art. 59, comma 3 della legge 23/12/2000
n. 388 sulle fondazioni universitarie -
volti proprio a promuovere la realizzazione
e la gestione, anche mediante forme
innovative, di residenze universitarie.
In specie, con la legge 338/2000 (Disposizioni in materia
di alloggi e residenze per studi
universitari) viene per la prima volta
prevista innanzitutto la realizzazione di
residenze mediante “il recupero e la
ristrutturazione di immobili già
esistenti” (art. 1, comma 1): proprio così
come proposto nell’idea-progetto
dell’ateneo salernitano.
I citati provvedimenti e quelli da essi previsti e non
ancora emanati - in primo luogo il decreto
per la normativa tecnica di cui all’art.
1, comma 4 della legge 338/2000 - avviano
una forte evoluzione in un campo da tempo
trascurato e fanno delineare soltanto nei
tratti fondamentali un quadro tuttora in via
di definizione. Infatti, mancano tuttora i
nuovi criteri qualitativi di funzionalità
urbanistica ed edilizia e non sono ancora
definite le tipologie di alloggi e gli
indici di dimensionamento (di spazi, arredi
e impianti) delle residenze per studenti. A
tale scopo le ipotesi progettuali sono state
formulate sulla base di standards
direttamente desunti dal quadro consolidato
delle più recenti e significative
realizzazioni analoghe, italiane ed europee,
e verificate tenendo conto della consistenza
e delle caratteristiche architettoniche
degli edifici interessati.
Con la compiuta definizione del nuovo quadro normativo di
carattere tecnico molto probabilmente si
potrà realizzare un numero di posti letto
maggiore di quelli attualmente prevedibili e
che potranno essere considerati anche altri
importanti edifici storici, già di proprietà
pubblica e disponibili, ma ritenuti inidonei
per le difficoltà – sulla base della
normativa tecnica vigente – di
trasformarli.
In linea generale si può affermare che ciò si verificherà
anche per gli altri aspetti considerati. Ed
invero, una volta definita la grande
evoluzione legislativa che sta investendo la
realizzazione e la gestione delle residenze
universitarie, anche gli aspetti finanziari
e gestionali potranno essere valutati sulla
base di ipotesi ben più favorevoli di
quelle adottate nello studio.
Note
1
Si veda a tal proposito il Prg del Comune di
Montoro Inferiore o quello, al momento solo
adottato, del Comune di Mercato San
Severino.
2
Tali due condizioni devono intendersi tra
loro indipendenti.
3
Tra queste, di grande rilevanza è il
protocollo di intesa tra Università di
Salerno, Regione Campania e Comune di
Salerno, stipulato il 19/02/2001. L’atto
prevede la destinazione dell’immobile sito
in Via S. Allende 45 in Salerno, attuale
sede della scuola di formazione
professionale “G. Amendola”, a residenza
universitaria, trasferendone la disponibilità
all’ateneo, impegnando i sottoscrittori a
reperire fondi per l’attuazione
dell’iniziativa.
|