La
rapida e costante trasformazione del tessuto
economico e produttivo del Mezzogiorno negli
ultimi anni ha favorito la rielaborazione
delle politiche di sviluppo, individuando
negli enti locali i principali interlocutori
del dialogo tra gli attori sociali, con
particolare riferimento al grande tema della
programmazione negoziata e alle opportunità
messe in campo attraverso i patti
territoriali e i contratti d’area.
L’esistenza di veri e propri distretti
industriali non formalmente riconosciuti o,
più spesso, di reti aziendali - meglio
definite come microsistemi - costituite da
piccoli o piccolissimi organismi, si è pian
piano trasformata in riferimento principale
per avviare un monitoraggio delle dinamiche
di crescita locale.
Di
fronte a tale scenario i soggetti
territoriali si sono ritrovati a
confrontarsi con due ordini di problemi. Il
primo: l’evolversi delle politiche
istituzionali in direzione
dell’accompagnamento della domanda di
sviluppo. Il secondo: la variegata
campionatura delle richieste e delle istanze
provenienti dalla base produttiva.
Le
province si sono rivelate nodo strategico
per l’accompagnamento dello sviluppo. In
particolare le problematiche connesse con il
sistema infrastrutturale, con le reti dei
servizi e di distribuzione hanno trovato in
esse il naturale referente su scala
sovracomunale in considerazione delle
difficoltà delle regioni nell’analizzare
dinamiche complesse che assumono le
sembianze di sottosistemi territoriali
troppo distanti dalle logiche delle
macroaree regionali. Il cammino fin qui
percorso testimonia l’attitudine che le
province hanno dimostrato svolgendo questo
ruolo, forse – e senza forse – proprio
perché rivestono una dimensione
istituzionale e territoriale adeguata a tali
necessità.
Già dalla legge 142/1990 la provincia era uscita rafforzata
soprattutto con riferimento alla sua
funzione di ente di governo dell’area
vasta: la redazione del piano
territoriale di coordinamento, che
l’articolo 15 le affida, rappresenta un
punto di svolta notevole ed è la vera
apertura alla nuova prospettiva, nella
misura in cui a quello strumento si
attribuisca non soltanto la sua tipica
natura di riordino urbanistico e di
riferimento-quadro per le pianificazioni
locali, ma anche una forte valenza
socio-economica, capace di compiere le
grandi opzioni dello sviluppo e,
quindi, di rappresentare il grande quadro
dentro il quale attivare ogni iniziativa sostenibile.
L’ulteriore
e più recente normativa consacra
definitivamente il nuovo volto della
provincia come soggetto istituzionale,
capace di interpretare il bisogno del
territorio e di porsi in dialogo continuo e
costante soprattutto con i piccoli comuni.
La legge - codificando quanto di fatto
sostanzialmente già sta accadendo -
ridefinisce la provincia come l’ente che
promuove e coordina lo sviluppo del proprio
territorio.
Il
patto territoriale dell’agro nocerino
sarnese, che gode dell’accompagnamento
dell’Unione Europea ed insiste su un
comprensorio caratterizzato da particolari
criticità, può essere considerato un caso
di scuola.
Il
patto territoriale per l’occupazione
dell’agro nocerino sarnese nasce
con l’obiettivo di creare sviluppo e nuova
occupazione e rilanciare l’area che
comprende i 12 comuni della vasta piana del
fiume Sarno: Angri, Castel San Giorgio,
Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani,
Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno,
Sant’Egidio del Monte Albino, San
Valentino Torio, Sarno, Scafati, Siano.
L’iniziativa
- concreta applicazione delle strategie di
sviluppo fondate sul partenariato - si
caratterizza per il coinvolgimento di tutti
i principali operatori economici e sociali
dell’agro che, per la prima volta,
superando traversie e storiche
contrapposizioni, siglano un accordo sulle
prospettive generali e gli obiettivi di
sviluppo da indicare ad un’area complessa,
allo scopo di avviare un processo nuovo di
programmazione economica dal basso.
La storia del patto
Il
patto territoriale dell’agro nocerino
sarnese nasce ufficialmente su
iniziativa dei Comuni di Scafati, Angri,
Nocera Inferiore, Sant’Egidio del Monte
Albino, delle organizzazioni sindacali Cgil,
Cisl e Uil e dell’associazione
nazionale industriali delle conserve
alimentari vegetali per promuovere,
sostenere e riorganizzare lo sviluppo
economico e produttivo dell’agro
nocerino sarnese, un’area che può
considerarsi omogenea sia dal punto di vista
geografico che economico.
II
30 maggio del 1996, il Cnel dà risposta
positiva alla richiesta di attivazione del
patto. Viene, quindi, costituito un motore
locale (composto dai soggetti promotori)
che, con il contributo dei vari attori
istituzionali, economici e sociali
coinvolti, provvede alla stesura di una
prima relazione sul patto, discussa al Cnel
il 9/10/1996.
Agli
inizi del 1997, la decisione della
Commissione Europea, su indicazione del
governo nazionale, di inserire il patto
dell’agro, assieme ad altri nove patti
italiani, in una grande iniziativa
sperimentale per rilanciare sviluppo ed
occupazione in ottantanove aree depresse
localizzate in tutti i paesi dell’Unione
Europea, impone aI coordinamento del patto
una sensibile rimodulazione del documento
programmatico prodotto, già presentato al
Cnel il 21 febbraio 1997, secondo gli
orientamenti e le indicazioni
dell’assistenza tecnica comunitaria,
rendendo necessaria una nuova ed intensa
fase di concertazione tra i partners locali.
Il
nuovo orientamento comunitario viene
prontamente accolto dal partenariato che,
auspice il Cnel, il 22 luglio 1997
sottoscrive a Roma un nuovo protocollo
d’intesa, e dalla Provincia di Salerno,
nel frattempo subentrata al Comune di Nocera
Inferiore nella responsabilità deI
coordinamento istituzionale del patto.
Il
nuovo percorso di concertazione guidato
dalla Provincia di Salerno si traduce in una
fitta serie di incontri pubblici, tenutisi
nell’intero territorio del patto, allo
scopo di rendere partecipi tutti i partners
del processo in corso ed indirizzare i
risultati nella direzione da essi auspicata,
in funzione di un equilibrato e condiviso
programma di sviluppo integrato del
territorio.
In
particolare, nella nuova programmazione
integrata degli interventi viene sollecitata
la previsione di misure innovative più
strettamente funzionali all’obiettivo
occupazionale e di specifiche
micro-politiche nei settori ambientale e dei
servizi di prossimità.
Con
il cofinanziamento comunitario, viene
istituita una segreteria tecnica, a supporto
della ulteriore fase di concertazione
necessaria alla definizione del piano
d’azione e si dà avvio ad una
campagna di comunicazione e
sensibilizzazione sul territorio per
favorire una conoscenza diffusa dei
contenuti e delle opportunità del patto.
La
versione definitiva del piano d’azione
viene sottoscritta dall’assemblea generale
del partenariato il 17 gennaio 1998, a
Scafati. Il documento definisce indirizzi
generali, settori e misure di intervento di
un programma integrato di sviluppo per il
territorio dei dodici comuni dell’area
patto.
L’idea
guida è la realizzazione di un intervento
caratterizzato dai seguenti elementi:
1.
concentrazione strategica e progettuale
sull’obiettivo occupazionale;
2.
implementazione di strategie di sviluppo
innovative rispetto alle esperienze passate;
3.
definizione e realizzazione di azioni
strettamente integrate in aree diverse e
complementari, per la creazione di una massa
critica indispensabile per il take-off
dell’intero territorio interessato;
4.
collegamento stretto del programma con i
bisogni effettivi riscontrati nell’area,
attraverso il confronto con gli operatori di
settore in essa presenti (approccio dal basso
verso l’alto);
5.
eliminazione degli ostacoli allo sviluppo,
propri del territorio;
6.
sfruttamento delle risorse e dei punti di
forza locali per reagire allo stato di
stagnazione e di regressione economica e
occupazionale.
L’obiettivo
della creazione di nuova occupazione viene
perseguito nel piano d’azione attraverso
un approccio strategico volto in maniera
puntuale alla creazione del cosiddetto
enabling environment ovvero alla
realizzazione di condizioni favorevoli allo
sviluppo. Gli interventi previsti investono
più settori:
- le
città;
-
l’ambiente e beni culturali;
- i
settori produttivi e i nuovi giacimenti
occupazionali;
- la ricerca;
- le
politiche attive del lavoro e l’attuazione
dei protocolli aggiuntivi;
-
l’agricoltura.
Particolare
rilievo assumono le politiche sociali,
culturali e dell’ambiente e la promozione
del terzo settore quale soggetto
territoriale candidato alla gestione
no-profit dei servizi, in linea con la
sensibilità espressa dalle istituzioni
europee rispetto all’incentivazione di
nuovi giacimenti occupazionali nei settori
dei servizi alla persona, per la promozione
della cultura, del turismo e della tutela
ambientale.
Allo
scopo di assicurare l’efficace gestione
del programma di interventi attraverso una
sistematica e puntuale azione di
accompagnamento e di sostegno, il 28 luglio
1998 viene costituita la spa Patto
Territoriale dell’Agro, società per
azioni a prevalente capitale pubblico.
Oltre
alle dodici amministrazioni comunali,
partecipano alla società, la Provincia di
Salerno, che svolge compiti di coordinamento
istituzionale, la Camera di Commercio,
sindacati, imprese, banche, organizzazioni e
associazioni, per un totale di 76 soci
azionisti ed un capitale apportato - ad oggi
- di £ 1.407.025.000.
Il
29 dicembre 1998, la Commissione Europea
conclude con esito positivo l’istruttoria
tecnica relativa al piano d’azione,
assegnando alla spa Patto Territoriale
dell’Agro un primo finanziamento di
17.325.000 euro, al quale si è poi aggiunto
un cofinanziamento nazionale pubblico di
9.017.000 euro, a valere sulle risorse del
fondo di rotazione ex lege 183/1987, per un
totale di 26.342.000 euro.
Due
successivi decreti hanno assegnato alla
società ulteriori finanziamenti, di cui il
primo pari a 24.913.881 euro, il secondo,
finalizzato alla realizzazione di attività
di informazione, animazione e diffusione dei
risultati e delle esperienze conseguite
nell’attuazione del Pom, corrispondente a 167.848 euro.
La
somma complessiva, di circa 51 milioni di
euro, è stata impegnata entro il 31/12/1999
per il rilancio economico ed occupazionale
nell’agro nocerino sarnese.
I risultati raggiunti
In
quasi tre anni di attività, la società,
compiendo uno sforzo organizzativo e
professionale di significativa rilevanza, ha
posto in essere tutte le azioni necessarie e
utili per realizzare programmi di sviluppo
in forma organica, unitaria ed integrata,
utilizzando tutti i possibili canali di
finanziamento a livello regionale, nazionale
e comunitario, stimolando le iniziative
private e pubbliche necessarie ed inducendo
la partecipazione delle forze attive del
territorio e di operatori nazionali ed
internazionali.
L’attuazione
del piano, resa possibile dal finanziamento
di 420 progetti, tramite i 18 bandi
pubblicati, favorirà la creazione di circa
1500 nuove unità lavorative. Un
risultato che va ben oltre le previsioni
iniziali (1096 unità), con un incremento
pari al 37%.
Il
modello definito ha consentito alla spa
Patto Territoriale dell’Agro di affermare
il proprio ruolo di agenzia di sviluppo
locale con il compito di acquisire le
risorse necessarie ad attuare i piani
operativi definiti dal partenariato,
garantendo la qualità e l’efficacia dei
progetti finanziati con una incisiva ed
attenta attività di monitoraggio e
valutazione.
Alcuni progetti esemplari
Di
seguito si presentano alcuni progetti
esemplari avviati sul territorio grazie
all’incisiva e formidabile azione di
concertazione che tutti i soggetti
rappresentativi del territorio (enti
pubblici, imprese, sindacati, sistema
finanziario locale, terzo settore) hanno
vissuto per arrivare alla definizione del
patto.
Agro
Invest
Agro Invest,
società di trasformazione urbana, a
prevalente capitale pubblico, nasce il 21
ottobre 1999, su proposta del consiglio
d’amministrazione della spa Patto
Territoriale dell’Agro, con il compito di
realizzare le opere di riqualificazione
urbana, recuperare le aree dismesse ed
infrastrutturare l’area industriale
comprensoriale localizzata in zona Fosso
Imperatore (Nocera Inferiore).
Il ruolo di Agro lnvest nel proprio ambito territoriale,
attualmente costituito dagli otto comuni
dell’agro nocerino sarnese che
hanno promosso la società, è quello di
contribuire ad elevare la qualità urbana
complessiva, incidendo su più settori e
componenti della vita economica e sociale.
Grazie ad Agro lnvest, le amministrazioni pubbliche, i
proprietari e le imprese private, cooperando
tra loro, potranno attenuare - ed in qualche
caso recuperare - fenomeni diffusi quali
l’abbandono dei centri storici e la
carenza di spazi di verde ed attrezzature
sociali.
La realizzazione di un’area industriale, in una logica
comprensoriale di sviluppo delle attività
produttive ed incremento dell’occupazione,
è stata, sin dall’inizio, l’obiettivo
strategico prioritario del patto
territoriale dell’agro. Ubicata in località
Fosso Imperatore, in posizione baricentrica
rispetto alla conformazione del territorio
ed alle direttrici di comunicazione
dell’Agro, è già servita direttamente da
infrastrutture e reti e garantisce ottima
accessibilità ai traffici industriali
grazie allo svincolo Nocera-Pagani
sull’autostrada Caserta-Salerno.
Tale area assicurerà alle imprese la disponibilità, a
costi vantaggiosi, di funzioni e servizi che
realizzino elevate condizioni di efficienza
e vivibilità, costituendo il primo esempio
di nucleo industriale organico nel
comprensorio.
Una seconda area industriale, da realizzarsi in località
Taurana, al confine dei Comuni di
Sant’Egidio Montalbino, Angri, San Marzano,
Pagani ed in prossimità di uno dei
depuratori del nuovo sistema di
disinquinamento del fiume Sarno potrebbe
consentire la costituzione di un polo
agro-alimentare, prevedendo anche la
delocalizzazione di una parte delle imprese
esistenti.
Una
terza area industriale sarà realizzata in
località Starza.
Lo
sportello unico per le attività produttive
dell’agro nocerino sarnese
L’apertura
dello sportello unico (Su) per le
attività produttive del patto territoriale
dell’agro nocerino sarnese
rappresenta una delle più significative
sfide per la costruzione dell’enabling
environment per la nascita e lo sviluppo
di nuove imprese.
Lo
Su si pone come obiettivo lo snellimento
delle procedure di autorizzazione per tutte
le imprese che dovranno ampliare o iniziare ex
novo attività produttive.
Avvalendosi
della facoltà prevista dalla normativa, i
12 comuni del patto territoriale dell’agro
nocerino sarnese hanno sottoscritto il
24 maggio 1999 un accordo di programma,
attraverso il quale hanno scelto di
esercitare in forma associata le funzioni
dello Su, conferendone la gestione al
soggetto già responsabile del patto
territoriale: la spa Patto Territoriale
dell’Agro.
La
gestione associata dello Su consentirà di
profittare al massimo delle evidenti
sinergie derivanti dalla visione e dalla
gestione unitaria delle iniziative inerenti
il sistema produttivo locale, di cui la spa
Patto Territoriale dell’Agro è titolare,
grazie al suo ruolo consolidato di motore
dello sviluppo del territorio.
Lo
Su provvede a ricevere, istruire e valutare
le domande per la realizzazione,
l’ampliamento, la cessazione, la
riattivazione, la localizzazione e la
rilocalizzazione di impianti produttivi.
La
novità modifica profondamente il rapporto
tra il mondo delle imprese e la pubblica
amministrazione, visto che l’ufficio dello
Su, nell’assumersi la responsabilità per
il procedimento, è soprattutto in grado di
garantire al richiedente tempi brevi e certi
per la sua conclusione, risolvendo il
problema atavico della frammentarietà e
della settorialità degli adempimenti.
L’ufficio
svolge, inoltre, funzioni di promozione, di
assistenza e di informazione, consentendo
l’accesso gratuito, anche in via
telematica, alle informazioni sugli
adempimenti necessari, all’elenco delle
domande di autorizzazione presentate, allo
stato del loro iter procedurale. Si arriva
così a superare il tradizionale distacco
dalle amministrazioni pubbliche e diventa
possibile, anche grazie al supporto della
tecnologia, aprire con esse un dialogo
costante ed amichevole.
Lo
Su diventa così la sede privilegiata per
conoscere, attivare, monitorare e promuovere
- attraverso azioni mirate di marketing
territoriale - le iniziative produttive più
in sintonia con le vocazioni dell’agro e
con le sue capacità di manodopera
qualificata, realizzando un originale
incontro tra le esigenze dell’offerta e
quelle della domanda, sotto il profilo delle
produzioni e dei consumi così come delle
risorse umane.
Il
piano di zona dei servizi sociali e
socio-sanitari
Il
piano di zona dei servizi sociali e
socio-sanitari è un piano regolatore
comprensoriale per la gestione unitaria e
integrata dei servizi alla persona, nato in
attuazione delle dichiarazioni di impegno
contenute all’interno del protocollo
sociale aggiuntivo del piano d’azione del
patto, come strumento nuovo ed efficace di
programmazione sovracomunale, per la
realizzazione di tutte le azioni finalizzate
alla promozione della dimensione sociale del
territorio.
Il piano di zona rappresenta uno dei prodotti di qualità
scaturiti dall’esperienza di concertazione
del patto. Tre ne sono le principali
motivazioni:
1. l’agro nocerino sarnese ha intrapreso la
realizzazione di un piano di zona dei
servizi per propria autonoma decisione.
L’esperienza del patto territoriale
dell’agro e in esso del piano di zona
sociale ha, infatti, anticipato di oltre un
anno la legge 328 deI novembre 2000, di
riforma quadro dei servizi sociali che,
all’art. 19, prevede l’estensione dei
piani di zona sociali a tutto il territorio
nazionale, collocando il territorio
dell’agro in una posizione più avanzata e
più ricettiva nei confronti delle nuove
strategie di sviluppo dei servizi. Con il
piano di zona, l’agro nocerino sarnese
sta dunque realizzando una seconda
esperienza pilota in Campania, dopo quella
del patto territoriale e l’aspetto più
interessante è rappresentato proprio da
questa straordinaria anticipazione in un
contesto territoriale storicamente
caratterizzato più da ritardi che da
esperimenti anticipatori;
2. con il piano di zona si afferma finalmente sul
territorio il principio dell’inseparabilità
e dell’integrazione dei diversi ambiti di
pianificazione territoriale: cioè che non
è opportuno né corretto programmare la
dimensione urbanistica e ambientale
separatamente da quella sociale e sanitaria
e che tutti questi ambiti sono un pezzo
importante della pianificazione economica;
3. la procedura di attuazione del piano si presenta
fortemente innovativa perché:
-
utilizza in modo intelligente i nuovi
strumenti normativi resi disponibili dalla
più recente legislazione di riordino delle
autonomie locali e di decentramento
amministrativo ribaltando la preesistente
logica centralistica che consentiva solo ciò
che era espressamente sancito dalla legge e
non viceversa, tutto ciò che non era
espressamente negato: in
questo senso, il piano di zona è la
concreta dimostrazione dell’esercizio
dell’autonomia a partire dal basso in nome
dei comuni interessi del territorio;
- il
percorso di pianificazione non è stato il
prodotto di un soggetto esterno incaricato
di redigere il piano, ma è il risultato di
un itinerario di lavoro collettivo che ha
coinvolto pubblici amministratori, operatori
sociali e sanitari pubblici, del privato
sociale e del volontariato, in uno sforzo
corale di analisi deI territorio, di lettura
dei bisogni, di individuazione degli
obiettivi, di concertazione e progettazione
comune.
AgrOccupazione
La
società di collocamento AgrOccupazione
viene costituita il 27 luglio 2001, sulla
base delle disposizioni previste dal DLgs
469/1997 che trasferisce agli enti locali i
compiti in materia di mercato del lavoro.
AgrOccupazione
nasce con l’obiettivo di agevolare i
processi di incontro tra domanda ed offerta
di lavoro, orientando i giovani alla ricerca
di nuova occupazione, tramite l’accesso
alla banca dati nazionale (Sil) istituita
dal Ministero del lavoro.
AgrOccupazione
intende soddisfare tutte le richieste di
personale con un servizio rapido,
professionale e di qualità, secondo le
linee già ampiamente sperimentate in molti
altri paesi dell’Unione Europea.
Essa
consentirà alle aziende di:
- risparmiare tempo, risorse ed energie nella ricerca del
personale;
-
avvalersi di una struttura qualificata ed in
grado di offrire un servizio rapido;
-
trovare le persone adatte all’incarico
nelle migliori condizioni di mercato;
e a
tutti coloro che cercano un impiego di:
- usufruire di un servizio completamente gratuito;
- avvalersi di nuove stimolanti opportunità di lavoro;
- valorizzare le proprie capacità con possibilità di un
collocamento stabile sul mercato.
Confidi
Patto dell’Agro
Il
Confidi Patto dell’Agro (consorzio di
garanzia fidi) nasce nel luglio 2000, su
iniziativa della società di gestione del
patto territoriale per l’occupazione
dell’agro nocerino sarnese.
Il
consorzio - senza fini di lucro ed ispirato
ai principi della mutualità - è stato
costituito per assistere le piccole e medie
imprese operanti nell’agro nocerino
sarnese nella loro gestione finanziaria,
mirando principalmente a favorirne e
renderne meno oneroso l’accesso al
credito.
Il
Confidi garantisce tutti i tipi di
finanziamento normalmente concessi dal
sistema creditizio alla propria clientela,
sia a breve che a medio/lungo temine. La
garanzia consortile assicura alle piccole e
medie imprese consorziate indubbi vantaggi
sia in termini di facilità di accesso al
credito che in termini di abbattimento dei
costi.
Il
Piano d’Azione è il documento
programmatico che ha orientato, per il
periodo 1998-2000, le dinamiche di sviluppo
dell’area promosse dalla società. Si
articola in sei settori d’intervento, con
l’indicazione delle concrete iniziative da
realizzare e della relativa copertura
finanziaria e si caratterizza per un
approccio multidimensionale basato su
strategie di sviluppo integrate e
innovative, che fanno leva sull’intero
arco delle potenzialità esistenti, sulle
risorse e sulle intelligenze di un
territorio di antiche tradizioni agricole ed
industriali.
I benefici più significativi riguardano:
-
tassi competitivi: i tassi di interesse
applicati dagli istituti convenzionati sono
sempre inferiori rispetto a quelli
normalmente riservati alla clientela
ordinaria;
-
oneri accessori ridotti: gli oneri
accessori, che solitamente gravano in
maniera rilevante sul costo finale del
denaro, sono ridotti e resi trasparenti per
ogni singola voce;
-
fiducia alle imprese: le garanzie per
l’ottenimento degli affidamenti non sono
costituite obbligatoriamente da garanzie
reali, ma da garanzie fidejussorie, perché
il Confidi vuole premiare la serietà e la
capacità produttiva delle aziende e le
prospettive di sviluppo, più che i loro
beni;
- credito aggiuntivo: il credito erogabile tramite il
consorzio non incide in alcun modo sui
rapporti già esistenti tra il socio Confidi
e gli istituti bancari. Il Credito Confidi
è, e deve essere considerato, un credito
prettamente aggiuntivo che va al di là
delle normali linee di credito;
- contributo sugli interessi passivi: la Camera di
Commercio, Industria Artigianato e
Agricoltura di Salerno eroga un contributo a
fronte degli interessi passivi che le
aziende consorziate pagano sugli
affidamenti.
Il Confidi
offre, inoltre un’ampia gamma di servizi
rivolti alle imprese consorziate, tra cui:
- assistenza ai soci partecipi nella formulazione e nella
consulenza tecnica delle richieste di
credito, di locazione finanziaria, di
factoring, di investimento e/o risparmio
bancario e parabancario a condizioni
vantaggiose;
- assistenza e consulenza alle imprese consorziate per
accedere alle agevolazioni previste dalle
vigenti leggi, anche comunitarie;
- attività di studi, interventi, ricerche ed analisi nel
campo finanziario ed economico in genere;
- attività di promozione,
organizzazione e gestione di seminari,
corsi, convegni e programmi anche per la
formazione del personale nonché attività
inerenti la pubblicazione di periodici e/o
testi in genere su argomenti di natura
economica e finanziaria.
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