L’amministrazione provinciale di Salerno ha predisposto un progetto
preliminare per lo studio di possibili
interventi finalizzati al contenimento della
incidentalità stradale. Il progetto
concorre al cofinanziamento del Ministero
dei lavori pubblici ai sensi del decreto del
27/12/2000. Con il suddetto decreto sono
stati approvati il bando di gara (art.1) e
la pubblicazione dello stesso sulla Gazzetta
Ufficiale (art.2) per la realizzazione
d’interventi sperimentali multisettoriali
finalizzati al miglioramento della sicurezza
stradale denominati Progetti Pilota.
Il provvedimento è conforme agli obblighi
del DLgs 285/1992 (codice della strada),
alle prescrizioni della legge 144/1999
istitutiva del piano nazionale della
sicurezza stradale (Pnss) ed a quanto
indicato dagli indirizzi generali e linee
guida di attuazione del Pnss (decreto
interministeriale del 29/03/2000). Gli
indirizzi generali e linee guida prevedono
incentivi finanziari a favore di comuni e
province per favorire l’attuazione di
interventi sperimentali di natura
multisettoriale tesi a migliorare la
sicurezza stradale anche attraverso il
rafforzamento del coordinamento tra diverse
amministrazioni e uffici competenti in
materia, nonché attraverso lo sviluppo
delle capacità tecniche e operative delle
suddette amministrazioni. L’ispettorato
generale per la circolazione e la sicurezza
stradale viste le disponibilità (capitolo
di bilancio 7125 per l’esercizio
finanziario 2000 del Ministero dei lavori
pubblici) come da programma approvato in
data 18 ottobre 2000, ha destinato 23
miliardi di lire al cofinanziamento
d’interventi e progetti innovativi e
sperimentali predisposti da enti
locali finalizzati a migliorare la sicurezza
stradale e a ridurre il numero delle vittime
degli incidenti stradali.
L’analisi dell’incidentalità stradale in ambito provinciale,
sviluppata dagli autori del presente
contributo, parte integrante del
summenzionato progetto preliminare, è di
seguito sintetizzata.
Incidentalità stradale: dati quantitativi
La consistenza attuale della rete stradale esaminata (Figura 1)
è sostanzialmente congruente alla
distribuzione della popolazione nell'area
provinciale. Gli incidenti verificatisi in
Italia nel 1999 sono 219.032 con un
incremento del 7% rispetto al totale di
quelli rilevati nel corso dell’anno
precedente. La Campania è una delle regioni
in cui negli ultimi anni l’aumento degli
incidenti è stato più rilevante. La
Provincia di Salerno è la seconda nella
classifica regionale dopo quella di Napoli.
L’incremento di incidenti stradali
verificatisi in Provincia di Salerno e nel
comune capoluogo nel 1999 è il triplo della
media nazionale.
Per la descrizione delle dimensioni del fenomeno ci si riferisce, in
questa sezione, prevalentemente ai dati
delle statistiche ufficiali Istat. La
consistenza del parco veicolare circolante
lungo le strade della rete provinciale,
secondo le risultanze del pubblico registro
automobilistico, ammonta a 630.538
unità (27.098 nuovi di fabbrica nel 1999)
di cui 512964 veicoli leggeri. Le patenti di
guida revocate (150) e sospese (197) nel
corso dell’anno 1998 ammontano a 347.
In Provincia di Salerno sono stati rilevati 1.818 incidenti stradali
con danni alle persone nel corso del 1999.
Le persone infortunatesi su strada durante
lo stesso anno ammontano a 3.235 (1.78
feriti per ogni incidente) ed i decessi
avutisi in conseguenza dei sinistri è pari
a 75 (0.04 morti per ogni incidente).
Confrontando il numero di incidenti del 1999
con quello rilevato nel corso dell’anno
precedente si rileva che il numero dei
sinistri è cresciuto di 316 unità. Il
numero dei morti è sostanzialmente stabile
(+2 rispetto al 1998) mentre si registra un
significativo incremento dei feriti (+482
rispetto al 1998). Gli incidenti mortali,
verificatisi nel 1999 sono 67 nel corso dei
quali 75 persone hanno perso la vita e 75
sono rimaste ferite (Tabella 1).
Il numero totale di incidenti in cui sono rimasti coinvolti 2 o più
veicoli è pari a 1.388 (Tabella 2).
Le tipologie sono scontro frontale (202),
scontro frontale/laterale (413), scontro
laterale (215), tamponamento (479) e gli
incidenti verificatisi in fase di arresto
dei veicoli (79).
Le dinamiche prevalenti degli incidenti a veicolo isolato (430) sono
l’investimento di pedoni (100), l’urto
di veicoli in sosta (12) l’urto con
ostacoli fissi o accidentali (120), la
fuoriuscita o lo sbandamento (180), gli
infortuni per frenata improvvisa (4) e
quelli per caduta da veicolo (14). Il
livello di vulnerabilità dei pedoni è
dunque il più elevato tra quelli delle
utenze deboli della strada (gli investimenti
di pedoni costituiscono il 23% delle
dinamiche prevalenti).
La fuoriuscita dalla carreggiata rappresenta una delle dinamiche
d’incidente più frequenti (42%). I
difetti dei margini della rete stradale
incidono sul numero e sulla gravità degli
incidenti legati alle fuoriuscite. I fattori
di pericolo sono legati alla inadeguatezza
delle barriere ed alla presenza di ostacoli
fissi (alberi, pile dei ponti, segnaletica e
dispositivi per la illuminazione) privi di
protezioni. Gli incidenti gravi verificatisi
lungo le autostrade (568) hanno provocato 20
morti e 1202 feriti. Lungo le strade statali
sono stati rilevati 175 incidenti nel corso
dei quali hanno perso la vita 5 persone e
316 sono rimaste ferite. Gli incidenti
accaduti sulle strade provinciali (144)
hanno provocato 9 morti e 275 feriti. Gli
incidenti rilevati lungo le strade comunali
extraurbane (89) hanno provocato 3 morti e
160 feriti. Gli eventi incidentali rilevati
lungo le strade urbane (842) hanno
determinato 38 morti e 1.282 feriti. Con
riferimento alla localizzazione occorre
sottolineare che, nel corso del 1999, 307
incidenti si sono verificati in condizioni
di flusso interrotto ossia in corrispondenza
di intersezioni libere o regolate (Figura
3 e Tabella 3). Gli incidenti
verificatisi nelle aree urbane (534) e
localizzati in rettilineo ammontano a 434,
quelli in curva 93, quelli in presenza di
dossi o strettoie 3, quelli in presenza di
forti pendenze 4 ed infine un solo incidente
è stato rilevato in una galleria non
illuminata.
Gli incidenti verificatisi dal 1992 al 1999 (6.047) hanno causato 264
morti e 10.702 feriti (Figura 4 e
Tabella 4).
Il numero minimo di incidenti (770) si è verificato nel corso del 1993
mentre il valore massimo (1.818) corrisponde
all’anno 1999. Il minore numero dei morti
(51) è stato rilevato durante gli anni 1994
e 1995, il valore più elevato si è
registrato ancora una volta nel corso
dell’ultimo anno. Infine la quota di
feriti pari a 1.253 unità nel 1993 è più
che raddoppiata (3.235) nell’ultimo anno.
Il tasso di incremento medio degli incidenti
stradali è del 12.84%, il tasso medio di
crescita del numero dei morti ammonta al
5.82% ed il tasso medio di crescita del
numero dei feriti è pari al 13.90%.
Disaggregazioni territoriali significative
Gli ambiti ad elevato tasso di incidentalità coincidono
sostanzialmente con le aree gravate dai
principali flussi di traffico e dotate di
una rete stradale sovracomunale che offre
livelli di sicurezza scadenti. Sul
territorio provinciale grava una mobilità
di auto sull’arco diurno (7,30-19,30) che
ammonta a circa 635.000 movimenti.
L'interscambio della provincia con l'esterno
è stimabile in 63.800 auto/giorno.
L'area urbana di Salerno-Pontecagnano, ambito specifico di applicazione
del Progetto Pilota, è interessata
dai principali interscambi con le altre aree
provinciali (circa 198.000
spostamenti/giorno) ed interni (circa
100.000 spostamenti/giorno);
l'area urbana dell'agro nocerino sarnese, a mobilità rilevante,
è caratterizzata da 65.000
spostamenti/giorno interni e 60.700
spostamenti/giorno di interscambio verso
aree esterne;
l'area di Bellizzi-Battipaglia-Eboli con quasi 43.000 spostamenti
interni e circa 48.000 in interscambio con
il suo esterno;
l'area extraprovinciale ad elevato interscambio con la Provincia di
Salerno è la Provincia di Napoli, con oltre
40.000 spostamenti/giorno.
Aspetti particolari
I difetti delle
infrastrutture esistenti in Provincia di
Salerno inducono errori di percezione
dell’ambiente stradale da parte
dell’utente ed accentuano gli effetti
delle distrazioni durante la guida.
Uno degli aspetti specifici, di interesse ai fini del Progetto
Pilota, è rappresentato dall'analisi
dell'incidentalità rilevata in condizioni
di flusso interrotto. Lo studio è
finalizzato alla individuazione di misure
particolari per la messa in sicurezza dei
nodi critici della rete provinciale.
L'incidenza percentuale degli incidenti nei
nodi della rete è significativa. Gli
incidenti verificatisi nel 1999, in
corrispondenza delle intersezioni,
rappresentano il 16.9% del totale.
L'incidenza dei sinistri alle intersezioni
nel 1998 è del 14.6 %. L'incremento (+2.3%)
appare dunque significativo e tale da
giustificare analisi ad hoc per la ricerca
di misure specifiche. Il rischio di
incidente in corrispondenza delle
intersezioni è correlato alle particolari
caratteristiche dei punti di conflitto. La
pericolosità dei nodi cresce infatti al
crescere dei punti di conflitto o di
interferenza tra i veicoli e tra questi e
gli utenti deboli. La regolazione errata
delle intersezioni genera tassi di
incidentalità nelle aree urbane di
Salerno-Pontecagnano e dell’agro
nocerino sarnese più elevati di quelli
medi riscontrati sulla intera rete stradale.
Uno
studio preliminare del livello di sicurezza
offerto dalla viabilità provinciale è
stato realizzato in fase di redazione del piano
provinciale dei trasporti e della
viabilità extraurbana. L’indagine,
esperita presso il personale tecnico di 28
comuni afferenti alla Provincia di Salerno e
presso gli organi della Polizia Municipale,
ha portato alla identificazione (Figura 5)
di 152 tratte stradali pericolose
(condizioni di flusso ininterrotto) e 166
intersezioni a raso critiche (condizioni di
flusso interrotto). Il riferimento proposto
è stato, all’interno di ciascun
territorio comunale, l’insieme delle
strade di ruolo
sovracomunale (statali e provinciali) e di
quelle comunali che sono anche impegnate da
flussi di collegamento esterno. Ai tecnici
sono state sottoposte due schede, la prima
relativa alle tratte e la seconda alle
intersezioni a raso, attraverso le quali
sono state raccolte informazioni sulle
caratteristiche dei punti segnalati. Le
caratteristiche rilevate sui tronchi critici
monitorati sono: la larghezza della
carreggiata, il numero di corsie per
direzione, la tipologia degli ostacoli
laterali, la larghezza della banchina, le
condizioni di visibilità, la possibilità
di sorpasso, il limite di velocità, il
grado di tortuosità, il grado di acclività,
le condizioni della pavimentazione, il
numero di impianti semaforici presenti lungo
la tratta ed il grado di urbanizzazione
dell’area attraversata dalla strada. Le
caratteristiche rilevate sulle intersezioni
a raso analizzate sono: il numero di bracci
e delle corsie di canalizzazione, la
dimensione trasversale della banchina, la
presenza di alberature o altro ostacolo in
prossimità dei margini che offrono
impedimenti alla visuale, lo stato della
pavimentazione, le condizioni di visibilità,
la tipologia della regolazione
dell’intersezione se presente ed il grado
di urbanizzazione della zona in cui ricade
il tronco analizzato.
Inoltre per ogni tratta stradale o intersezione è stato richiesto un
giudizio sintetico sulle particolari
problematiche avvertite e sui motivi del
grado di insicurezza offerto. I risultati
dell’indagine portano alla identificazione
preliminare dei principali fattori di
rischio.
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Figura
5 - Fonte: Sit Provincia di Salerno |
Fattori di rischio
Un tentativo di rapportare il livello di sicurezza, che ai
fini dell'utente identifica la gravità del
problema, con i dati sistematicamente
raccolti per tratte o incroci critici è di
seguito descritto.
Dalle indagini effettuate risulta infatti che il livello di sicurezza
delle tratte problematiche è per l'88%
definito scarso, mentre quello per gli
incroci lo è per circa il 52%. E' evidente
che uno scarso livello di sicurezza deriva
da molteplici fattori locali intimamente
correlati. Ad esempio per quanto riguarda le
tratte, uno scarso livello di sicurezza è
imputabile nel 50% dei casi ad un cattivo
stato della pavimentazione, per quasi il 50%
ad una elevata tortuosità dei tracciati,
nel 60% dei casi alle cattive condizioni di
visibilità.
La scarsa sicurezza delle intersezioni è imputabile nel 78% dei casi
alla mancanza di corsie di canalizzazione
per le correnti di svolta, nel 96% dei casi
alla mancanza di regolamentazione
all'incrocio (semaforo o rotonda), nel 70%
dei casi ala localizzazione in aree
densamente urbanizzate ed infine nel 91%
alle cattive condizioni di visibilità.
Dall’analisi dei fattori di rischio, riscontrati sul campione di rami
e nodi esaminati, si delineano tre diverse
tipologie e orizzonti temporali di
intervento e, quindi, diverse priorità che
possono essere utilizzate per la definizione
delle linee programmatiche di miglioramento,
in accordo con i budget disponibili
dell’ente gestore.
Con riferimento alle condizioni di flusso ininterrotto un primo gruppo
di tratte è costituito dai tronchi le cui
condizioni di sicurezza non possono essere
migliorate a rete invariata né a breve
termine. I rimedi che si prefigurano devono
essere ricercati solo nella combinazione di
progetti di ridistribuzione dei flussi
veicolari nella rete, con l’inserimento di
nuovi rami e con interventi di
ristrutturazione sostanziale di interi
percorsi. Per gli aspetti della sicurezza
presentano la massima priorità, che si
scontra, tuttavia, con il costo economico
elevato delle soluzioni.
Pertanto si configura il seguente scenario di interventi possibili:
- interventi migliorativi della manutenzione ordinaria e straordinaria
ovvero a varianti locali volte alla
rettifica del tracciato o all’ampliamento
della sezione trasversale in settori
limitati;
- interventi di miglioramento, fino al rifacimento, del manto stradale,
oltre a manutenzione ordinaria e
straordinaria e/o varianti locali per
l’adeguamento del tracciato e della
sezione trasversale;
- interventi di revisione generale su tutti gli aspetti funzionali e
statici del corpo stradale.
Nei restanti due gruppi si delineano emergenze risolvibili a breve e
medio termine, con interventi puntuali a
rete invariata, con priorità ed impegni
economici più pressanti o meno pressanti.
Al secondo gruppo afferiscono le tratte
stradali le cui criticità esigono priorità
di intervento per evidenti carenze relative
alla configurazione complessiva del tronco.
Nel terzo gruppo ricadono le tratte stradali
che pur presentando carenze infrastrutturali,
evidenziano un livello di criticità
inferiore e dunque una priorità di
intervento minore.
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Figura
6 - Fonte: Aiscat Informazioni
n.3-4/2000 |
Con riferimento alle condizioni di flusso interrotto le categorie di
nodi critici sono essenzialmente due. Nella
prima ricadono i nodi che presentano
problemi generali di configurazione
geometrica (canalizzazioni, accumuli, ecc.)
e di visibilità, per presenza di ostacolo
laterale: in genere non sussistono ostacoli
insormontabili al miglioramento, essendo la
loro collocazione prevalente in ambito non
urbano: ciò trova riscontro nel giudizio di
media sicurezza espresso dai tecnici
interpellati nel corso dell’indagine.
Le intersezioni appartenenti alla seconda categoria, numericamente più
consistente della precedente, presentano
notevoli problemi inerenti la geometria:
ricadono, di norma, in ambiti ad elevato
grado di urbanizzazione e sono sprovvisti di
regolazione semaforica. Appare evidente che
queste intersezioni presentano problemi
minori e soffrono principalmente di
squilibri nell’assetto generale della rete
e nell’organizzazione dei percorsi: di
norma, questi problemi possono essere
risolti congiuntamente all’adeguamento dei
tronchi che confluiscono all’intersezione,
non presentando quest’ultima problemi
specifici di natura puntuale. Tali nodi
evidenziano carenze di assetto
dell’intersezione stessa; in particolare,
offrono condizioni di rischio dovute a
triangoli di visibilità non adeguati,
presenza di ostacoli laterali; nell’ambito
di alti gradi di urbanizzazione: in tali
casi, un miglioramento significativo delle
condizioni di sicurezza si può conseguire
studiando i singoli casi.
L’esame complessivo delle intersezioni monitorate, che si rivelano
pericolose o vengono avvertite come tali
dagli utenti, conduce al riconoscimento
delle caratteristiche comuni quali la
disomogeneità pronunciata fra i rami che
esse connettono e la promiscuità nelle
componenti di utenza.
Il problema della sicurezza offerta dalla rete
stradale provinciale deve essere affrontato
sotto molteplici aspetti, che interessano
numerose aree di studio. Le azioni possibili
per migliorare l’esercizio sotto il
profilo della sinistrosità sono diverse per
tipologia e finalità. L’adeguamento
puntuale dei rami e dei nodi della rete
stradale al fine di ridurne le insicurezze
potenziali è indubbiamente uno dei
principali obiettivi degli enti locali della
Provincia di Salerno. I settori di
intervento possono riguardare,
l’adeguamento locale della geometria
d’asse, la sistemazione delle
pavimentazioni, l’eliminazione di ostacoli
alla visibilità, il miglioramento
geometrico e funzionale dei punti di
conflitto.
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