L’attuale panorama di strumenti normativi che indirizza
all’impostazione di un piano di
trasporto dei bacini di traffico per
servizi di autolinea (Pbt), redigendo a cura
delle province, si sostanzia essenzialmente
su:
- DLgs 19 novembre 1997, n. 422 - Conferimento alle regioni
e agli enti locali di funzioni e compiti in
materia di trasporto pubblico locale, a
norma dell'art. 4, comma 4, della legge 15
marzo 1997, n. 59;
- disegno di Lr (ex art. 4, comma 4 del DLgs 19/11/1997, n. 422) -
Riforma del trasporto pubblico locale
(Tpl) e sistemi di mobilità della Regione
Campania (edizione 20/03/2001).
In sintesi i citati strumenti normativi prevedono:
DLgs 19 novembre 1997, n. 422 e successive modifiche ed integrazioni.
Art. 5 - Conferimento a regioni ed enti locali.
1. Sono conferiti alle regioni e agli enti locali, con le modalità di
cui agli artt. 6 e seguenti, tutti i compiti
e tutte le funzioni relativi al servizio
pubblico di trasporto di interesse regionale
e locale, in atto esercitati da qualunque
organo o amministrazione dello Stato,
centrale o periferica, anche tramite enti o
altri soggetti pubblici, tranne quelli
espressamente mantenuti allo Stato dall'art.
4 del presente decreto.
Art. 7 - Trasferimento agli enti locali.
1. Le regioni, in conformità ai singoli ordinamenti regionali e
sentite le rappresentanze degli enti e delle
autonomie locali, conferiscono alle
province, ai comuni e agli altri enti locali
tutte le funzioni e i compiti regionali in
materia di trasporto pubblico locale ai
sensi dell'art. 117 della Costituzione, che
non richiedono l'unitario esercizio a
livello regionale.
2. I conferimenti delle funzioni e dei compiti di cui al comma 1 sono
attuati tenendo conto delle dimensioni
territoriali, associative e organizzative
degli enti, nonché nel rispetto dei
principi di cui all'art. 4, comma 3 della
legge 59/1997 e particolarmente di quelli di
sussidiarietà, economicità, efficienza,
responsabilità, unicità e omogeneità
dell'amministrazione, nonché di copertura
finanziaria, con esclusione delle sole
funzioni incompatibili con le dimensioni
medesime.
3. … omissis …
4. Gli enti locali, oltre ai compiti e alle funzioni loro
conferite a norma del comma 1, svolgono nei
servizi pubblici di trasporto locale le
funzioni e i compiti non mantenuti allo
Stato, a norma degli artt. 3 e 4, o alle
regioni, a norma degli artt. 8, 9, 10 e 11,
secondo i principi e le competenze
rispettivamente previsti dagli artt. 3, 9,
14 e 29 della legge 8 giugno 1990, n. 142,
sull'ordinamento delle autonomie locali,
nonché in conformità ai principi della
legge 59/1997 e alle disposizioni del
presente decreto.
… omissis …
Art. 14 - Programmazione dei trasporti locali.
1. … omissis …
2. Nell'esercizio dei compiti di programmazione, le regioni:
a) definiscono gli indirizzi per la pianificazione dei trasporti locali
ed in particolare per i piani di bacino;
b) redigono i piani regionali dei trasporti e loro
aggiornamenti tenendo conto della
programmazione degli enti locali ed in
particolare dei piani di bacino predisposti
dalle province e, ove esistenti, dalle città
metropolitane, in connessione con le
previsioni di assetto territoriale e di
sviluppo economico e con il fine di
assicurare una rete di trasporto che
privilegi le integrazioni tra le varie
modalità favorendo in particolar modo
quelle a minore impatto sotto il profilo
ambientale.
|
Fig.1
- Provincia di Salerno Rete
trasporto pubblico di Piano.
Diagramma fiume sulla rete integrata
dell'utenza assorbita dal bus.
Traffico che non trasborda sulla
ferrovia. Realizzato con Viper,
software prodotto da The urban
Analysis Group. Concesso in licenza
a SISPLAN s.r.l. |
3. Per la regolamentazione dei servizi di trasporto pubblico locale,
con riferimento ai servizi minimi, di cui
all'art. 16, le regioni, sentite le
organizzazioni sindacali confederali e le
associazioni dei consumatori, approvano
programmi triennali dei servizi di trasporto
pubblico locale, che individuano:
a) la rete e l'organizzazione dei servizi;
b) l'integrazione modale e tariffaria;
c) le risorse da destinare all'esercizio e agli investimenti;
d) le modalità di determinazione delle tariffe;
e) le modalità di attuazione e revisione dei contratti di servizio
pubblico;
f) il sistema di monitoraggio dei servizi;
g) i criteri per la riduzione della congestione e dell'inquinamento
ambientale.
4. Per l'esercizio dei servizi pubblici di trasporto locale in
territori a domanda debole, al fine di
garantire comunque il soddisfacimento delle
esigenze di mobilità nei territori stessi,
le regioni, sentiti gli enti locali
interessati e le associazioni nazionali di
categoria del settore del trasporto di
persone, possono individuare modalità
particolari di espletamento dei servizi di
linea, ... omissis …
5. ... omissis …
Disegno di legge regionale (in adozione)
Art. 8 - Funzioni delle province.
Alla provincia competono le funzioni ed i compiti di programmazione ed
amministrazione non espressamente riservate
alla regione ... e non espressamente
delegate ai comuni capoluogo di provincia
... in materia di:
a) reti, impianti e servizi autofilotranviari e non convenzionali
urbani ed extraurbani;
b) nodi ed infrastrutture di scambio urbani ed extraurbani per la
gestione della mobilità;
c) reti, impianti e servizi autofilotranviari e non convenzionali
interprovinciali che collegano due province
della Regione Campania;
d) servizi ed impianti di trasporto a fune.
… omissis …
Art. 14 - Articolazione del processo di pianificazione
strategica.
Il processo di pianificazione strategica si articola in una successione
di documenti diversi per grado di dettaglio,
di operatività e di cogenza, adottati
nell’ambito delle proprie competenze
territoriali dalla regione agli enti locali,
come segue:
a) piani generali dei trasporti: contengono le linee strategiche per la
configurazione del sistema dei trasporti e
le scelte generali per il riassetto
organizzativo ed economico del settore. Il
piano è coordinato con gli altri strumenti
di pianificazione e programmazione
territoriale e dei trasporti di lungo
periodo, alla stessa scala ed a scala
maggiore.
... omissis … I piani generali dei trasporti delle singole
province sono denominati piani
provinciali dei trasporti ... omissis
…;
b) programmi operativi di settore: contengono, in coerenza
con le linee strategiche contenute nei piani
generali, gli interventi relativi al
trasporto pubblico e privato, di persone e
merci, su strada, su ferro, via mare, aereo,
ecc.
... omissis …
Art. 16 - Articolazione del processo di pianificazione
tattica per il trasporto pubblico.
1. ... omissis …
2. La pianificazione tattica della mobilità di
competenza delle province si articola per
bacini di traffico. Si intende per bacino di
traffico un ambito territoriale risultante
dall’insieme di più comuni,
caratterizzato da una domanda di mobilità i
cui luoghi di origine-destinazione sono
prevalentemente all’interno dei suoi
confini e che, dunque, può essere
soddisfatta con una rete funzionale autonoma
e con un sistema integrato di servizi. ... omissis
…
3. ... omissis …
4. Nell’ambito dell’esercizio delle funzioni di pianificazione
tattica ... omissis … ciascuna
provincia, in concorso con gli altri enti
locali interessati ed in coerenza alle linee
direttive di cui al comma 1 del presente
articolo, può individuare differenti
modalità di espletamento dei servizi di
linea da affidare, attraverso procedure
concorsuali e contratto di servizio, alle
imprese che hanno i requisiti.
Lievemente in anticipo sulla stesura ed adozione della Lr (alla cui
stesura ha contribuito per impostazione
anche l’amministrazione della Provincia di
Salerno), l’adozione del piano
provinciale dei trasporti (Ppt) (che è
stato già concepito, di fatto come piano strategico),
avvenuta con deliberazione di giunta
provinciale n. 1151 del 27/10/2000, e del piano
di traffico della viabilità extraurbana
(che la emananda norma regionale definisce
come documento del processo di
pianificazione tattica per il trasporto
individuale) rende necessaria, per il
completamento della pianificazione di scala
provinciale, l’adozione del Pbt,
riguardante il Tpl su gomma, già
contemplato dalla Lr 8/03/1985, n. 17 (Norme
di attuazione della legge 10/04/1981, n. 151
– Prima delimitazione dei bacini di
traffico e delega delle funzioni
amministrative). Di fatto la Provincia di
Salerno (prima in Campania) già adottò,
secondo le indicazioni della citata Lr ed in
conformità alla Lr 8/09/1993 n. 34 (Norme e
procedure per l’attuazione del piano
regionale dei trasporti), che dettavano
norme sulla strutturazione organica dei
servizi automobilistici di linea di Tpl, una
prima edizione del suddetto strumento
(1994), la cui approvazione (prevista a cura
della Regione Campania e mai intervenuta)
avrebbe dovuto rappresentare il
trasferimento completo all’organo
redigente delle funzioni in materia di
servizi extraurbani su gomma.
La situazione della rete di autolinee extraurbane, come
rilevata all’epoca e integrata dai pochi
dati di fonte regionale disponibili,
mostrava le seguenti caratteristiche
fondamentali del trasporto collettivo in
provincia:
“Sul territorio provinciale operavano 54 aziende di trasporto su
gomma esercitanti 226 autolinee extraurbane
così suddivise in funzione del servizio
svolto: 173 linee ordinarie, 32 linee
operaie, 5 linee scolastiche, 14 linee
estive e 2 linee mercatali.
I bus-Km percorsi per il servizio extraurbano al 1991, ammontavano a
circa 29 milioni, mentre le percorrenze per
servizi urbani, svolti da 6 aziende, erano
di quasi 5,5 milioni, per un totale
complessivo di percorrenze a livello
provinciale (urbane ed extraurbane) pari a
circa 34 milioni di bus-km. Questi dati
testimoniano la consistente offerta di
trasporto pubblico nella Provincia di
Salerno. A questi servizi si aggiunge il
servizio sostitutivo della linea ferroviaria
ancora non in esercizio Sicignano-Lagonegro,
lungo il Vallo di Diano.
Nel Pbt furono classificate le autolinee, secondo quanto prevedeva la
Lr 8/03/1985, n. 17 e quindi in:
- linee interregionali di competenza regionale il cui percorso si
svolge prevalentemente nel territorio
campano;
- linee di interbacino di interesse regionale che assicurano scambi con
il capoluogo regionale o tra i capoluoghi di
provincia;
- linee di interbacino che si svolgono in due o più bacini di
traffico;
- linee di bacino che si svolgono all'interno di un bacino di traffico.
La struttura della rete identificava Salerno come principale polo della
rete (esistenza di un collegamento diretto
giornaliero con 127 comuni, l'81% del
totale).
Altri nodi primari riferiti ai due grandi bacini di traffico
individuati (quello salernitano - nocerino
sarnese - valle del Sele, comprendente 64
comuni/1842,76 kmq. e quello Cilentano -
Vallo di Diano, con 94 comuni/3079,79 kmq)
erano:
Bacino salernitano-nocerino sarnese-valle del Sele
- Amalfi: collegamenti con Napoli, Salerno e con le località della
costa;
- Battipaglia: che ricopre un ruolo primario nei
collegamenti con Salerno. L'elevato numero
di autolinee percorre la viabilità
ordinaria (ss 18) e attraversa la città
creando aggravio ai problemi della
circolazione urbana;
- Nocera Inferiore: principalmente si svolgono collegamenti con Napoli,
Salerno, località della costa amalfitana e
con i centri dell'agro nocerino sarnese;
- Sarno: collegamenti con le località dell'agro nocerino sarnese,
con Salerno; per i collegamenti con Napoli
è servito dalla Circumvesuviana, dalla
linea ferroviaria Caserta-Salerno e da
quella Cancello-Mercato San Severino;
- Mercato San Severino: per i collegamenti con Avellino;
- Sicignano stazione: polo di smistamento per i collegamenti con l'area
del Vallo di Diano e la direttrice per
Potenza.
Bacino Cilentano-Vallo di
Diano
- Agropoli: rappresenta il principale polo di attrazione
del versante costiero del bacino cilentano;
la maggior parte delle autolinee collega,
attraverso di esso, i comuni limitrofi con
Salerno;
- Vallo della Lucania: rappresenta il principale centro del
Cilento e serve la maggior parte dei comuni
limitrofi;
- Sala Consilina: oltre alle linee sostitutive della
ferrovia Sicignano Lagonegro, su questo polo
gravitano le linee che servono gran parte
dei comuni dell'area del Vallo di Diano.
Nella struttura della rete si individuavano 10 direttrici,
intendendo con ciò le principali relazioni
di collegamento tra i comuni:
Bacino
salernitano-nocerino sarnense-valle del Sele
1. Scafati, Angri, Pagani, Nocera Inferiore, Cava dei Tirreni, Salerno
attraverso la ss 18;
2. Positano, Maiori, Amalfi, Vietri sul Mare, Salerno, attraverso la ss
163;
3. Mercato San Severino, Fisciano, Salerno, particolarmente importante
per la presenza del polo universitario. La
viabilità impegnata è la ss 88 e il
raccordo autostradale Salerno-Avellino;
4. Battipaglia, Bellizzi, Pontecagnano, Salerno, attraverso la ss 18;
5. Battipaglia, Eboli, Campagna, Contursi, attraverso la ss 91.
|
Fig.2
- Provincia di Salerno Rete
trasporto pubblico di Piano.
Diagramma fiume sulla rete integrata
dell'utenza assorbita dal bus.
Traffico sulle tratte ferroviarie.
Realizzato con Viper, software
prodotto da The urban Analysis Group.
Concesso in licenza a SISPLAN s.r.l. |
Bacino Cilentano-Vallo di
Diano
6. Padula, Sala Consilina, Polla, Sicignano degli Alburni, (Eboli,
Salerno), si sviluppa sia lungo
l’autostrada A3 che lungo la ss 19 delle
Calabrie e collega i vari comuni della
zona del Vallo di Diano;
7. Bellosguardo, Castel San Lorenzo, Roccaspide, Albanella, Capaccio
Scalo, Battipaglia (Salerno), a servizio dei
comuni del comprensorio dei Monti Alburni.
L'asse infrastrutturale principale è
rappresentato dalla ss 166 fino alla ss 19 e
alla ss 18;
8. Alfano, Laurito, Montano, Antilia, Vallo della Lucania, Agropoli.
Interessa il collegamento tra i comuni della
zona interna del Cilento. Utilizza la ss 18
con la variante a scorrimento veloce;
9. Ascea, Santa Maria di Castellabate, Agropoli, Capaccio, Battipaglia.
L'infrastruttura utilizzata è la ss 267,
caratterizzata da una elevata tortuosità
essendo strada costiera. I collegamenti sono
sia di breve raggio che di lungo raggio
(Salerno);
10. Camerota, San Giovanni a Piro, Sapri. I collegamenti avvengono
lungo la ss 562 e sulla ss 18 e sono
polarizzati su Sapri. Pochi sono i
collegamenti con Salerno per la grande
distanza.
A fronte di detto contesto, l’adottato Ppt, nel proprio disegno
strategico, ha poi individuato, quale
principale obiettivo da perseguire nella
riorganizzazione del trasporto pubblico,
“la integrazione tra i diversi vettori ed,
in particolare, il nuovo ruolo da affidare
al sistema ferroviario perché, integrato
con le linee su gomma, possa consentire di
migliorare l'accessibilità del territorio e
in particolare del polo salernitano,
alleggerendo il flusso veicolare sulla rete
stradale (con evidenziazione del ruolo
significativo delle stazioni di interscambio
per le quali sarà importante il buon
funzionamento delle linee di adduzione, sia
quelle extraurbane che urbane locali)”.
Parallelamente l’adottando piano territoriale di coordinamento,
con cui il piano di settore è strettamente coordinato,
nel proprio disegno strategico, ha
indicato le seguenti proposte di intervento:
- per quant’attiene allo sviluppo delle infrastrutture di
trasporto collettivo:
“La struttura della rete di trasporto ferroviario e la rete stradale
descritta, che costituisce la base per lo
schema delle linee di trasporto collettivo
su gomma, individuano anche la struttura del
trasporto collettivo, in cui la componente
su gomma svolge il ruolo principale di
servizio di adduzione, configurando un
sistema complessivo di trasporto
caratterizzato da gerarchizzazione e
integrazione di servizi e di tariffe, e
integrazione con il trasporto individuale
attraverso opportune infrastrutture di
interscambio. In particolare, gli itinerari
principali dovrebbero essere affiancati, per
quanto riguarda il trasporto collettivo, da
servizi di autolinea lungo l’asse stradale
costiero, oltre a quelli di interesse locale
(nel caso considerando sistemi a domanda
debole, vedi ambiti);
- per quant’attiene alla integrazione dei servizi di trasporto
collettivo:
“Una strategia corretta di intervento richiede una struttura
gerarchica del sistema del trasporto
collettivo che richiede tra l’altro: la
ristrutturazione dei sistemi di trasporto
collettivo locale, con integrazione di
fermate, orari e tariffe tra servizi di
linea su gomma, servizi via mare, eventuali
servizi su gomma a chiamata e servizi in
sede propria, anche con la realizzazione di
opportune infrastrutture di interscambio”;
- per quant’attiene alla integrazione dei servizi di trasporto
passeggeri:
“Una strategia corretta di intervento richiede, come si è detto, una
struttura gerarchica del sistema della
mobilità provinciale, che favorisca tra
l’altro l’operatività e la affidabilità
di ciascun modo nel proprio ambito di
funzionalità tecnica e l’integrazione tra
modi, da cui è opportuna l’integrazione
dei servizi di trasporto collettivo con il
trasporto individuale attraverso opportune
infrastrutture di interscambio”.
Di fatto, già con deliberazione di giunta provinciale n. 1539
dell’1/12/1999 era stata promossa la
redazione, ad opera dell’ufficio trasporti
della provincia, dell’aggiornamento
dell’adottato Pbt, secondo il seguente
programma di lavoro aggiornato:
“L'obiettivo di progetto è quello di ristrutturare il servizio
nell'ottica di migliorare l'offerta a
sostanziale parità di costo per la
collettività. Questo può essere ottenuto
agendo sul versante di una maggiore
integrazione fra i servizi delle varie
aziende che elimini ridondanze improduttive
e permetta di spostare le risorse su nuove
aree o direttrici, il tutto per raggiungere
un servizio equilibrato sul territorio in
termini di domanda/offerta. Il risultato del
piano sarà il nuovo esercizio dei servizi
di trasporto relativi alla provincia (linee,
percorsi, corse).
1. Articolazione del progetto
1.1
Inserimento
dei servizi attuali nel suo sistema
informativo
Attività previste: acquisizione presso le aziende concessionarie dei dati analitici sui
loro servizi effettivi, introduzione dei
dati nel sistema informativo dell’ufficio
trasporti.
1.2 Analisi/diagnosi della situazione attuale
Attività articolata in: analisi del quadro dei servizi attuali,
dell’articolazione dei servizi sul
territorio (corse, percorrenza, per ciascuna
azienda) per le principali relazioni, del
livello di sovrapposizione fra i servizi
delle diverse aziende; analisi della domanda
di trasporto; confronto domanda/offerta per
area e direttrice; calcolo degli indici di
efficacia/efficienza per azienda e linea.
1.3
Definizione
degli indirizzi strategici per la
ristrutturazione della rete dei servizi
Attività previste: analisi del quadro programmatico della provincia; calcolo di
standards di servizio per area e direttrice;
analisi degli indici e standards per
definire le aree (vedi bacini) e
relazioni su cui intervenire e le modalità
relative di intervento; attività di
verifica con gli organi consultivi della
provincia e di confronto con enti, aziende
ed associazioni di categoria, finalizzati al
concordamento degli indirizzi strategici.
1.4
Progetto
della nuova rete dei servizi
L'obiettivo è quello di definire il nuovo servizio in termini di linee
ed orari.
Attività previste: definizione della nuova rete, individuazione
sovrapposizioni fra linee eliminazione linee
o tratte ridondanti nella logica di
rete integrata, riorganizzazione linee;
definizione sistema tariffario integrato,
valutazione dei costi di esercizio della
rete di progetto e confronto con la
situazione attuale, definizione del nuovo
esercizio. Definizione, sulla base degli
standards predisposti per ogni linea della
rete integrata, del numero di corse per
fascia oraria, degli orari delle corse (con
fornitura, per le corse definite per fascia
oraria, dell'orario compatibile con le
esigenze di esercizio aziendale), calcolo
degli indici di efficacia/efficienza della
rete di progetto.
Nella definizione della rete di progetto, nelle aree a domanda
debole, potrà eventualmente essere
proposto un servizio non tradizionale,
intendendo con ciò servizi a chiamata.
La redazione del suddetto Pbt, avviata ed attualmente in itinere a
completamento del processo di pianificazione
strategico - tattica dell’amministrazione
provinciale - ha subito un lieve
rallentamento di programma tenendo in
considerazione, ovviamente, che:
TABELLA
il piano regionale dei trasporti (Prt) - Lr 34/1993 - oramai
inadeguato (durata triennale ai sensi
dell’art. 1), non è stato ancora
aggiornato rendendo complicato il raccordo
con la rispettiva pianificazione tattica
(quali le linee strategiche, quali le scelte
generali, quale la programmazione
territoriale e dei trasporti di lungo
periodo?) e lo stesso coordinamento con la
pianificazione di settore a scala nazionale;
la legge vigente non risolveva (e sembra non risolvere completamente
ancora nel disegno di riforma) la
problematicità del conseguimento di una
effettiva intermodalità del Tpl
(sistema integrato dei servizi), laddove
reti e servizi ferroviari e marittimi, anche
se locali, restano di competenza regionale;
le unità territoriali (bacini di traffico) definite dal vecchio Prt
(individuate in numero di due per la
Provincia di Salerno), sembrano essere
finalmente superate dalla nuova accezione in
corso di introduzione nella legge di riforma
(con conseguente necessità di una
ridefinizione concertata degli
stessi);
|
Fig.3
- Provincia di Salerno Rete
trasporto pubblico di Piano.
Diagramma fiume sulla rete integrata
dell'utenza assorbita dal bus.
Traffico sulle linee bus integrate
con la ferrovia. Realizzato con
Viper,
software prodotto da The urban
Analysis Group. Concesso in licenza
a SISPLAN s.r.l. |
la novella normativa (nazionale e regionale) introduce
il nuovo concetto dei servizi minimi
(qualitativamente e quantitativamente
sufficienti a soddisfare la domanda di
mobilità, i cui costi sono posti a carico
del bilancio regionale), la cui
definizione ripropone, per l’ente
provincia, un ulteriore importante vincolo
di programmazione dei servizi a scala
locale.
|