L’avvio
La pianificazione
territoriale della Provincia di
Salerno è stata attivata con tempi
inconsueti per la PPAA: infatti,
già nel 1990 si operavano i primi
tentativi di costituzione del gruppo
di progettazione del Piano
Territoriale Provinciale istituito
dalla legge n. 142/1990.
Si trattò
infatti di tentativi giacché gli
schemi deliberativi approntati,
sviluppati secondo le logiche dell’epoca,
prevedevano l’affidamento della
progettazione a gruppi di architetti
ed ingegneri con esperienze
prevalentemente di pianificazione
comunale.
Nel 1992,
riconosciuta la necessità di
procedere alla costituzione di un
gruppo di lavoro interdisciplinare,
con inconfutabili esperienze nel
tipo di pianificazione da
approntare, ed altresì riconosciuta
la opportunità di coinvolgere il
maggior numero di istituzioni
interessate al settore, l’Assessorato
Provinciale all’Urbanistica
propose un nuovo schema di
deliberazione che il Consiglio
Provinciale adottò l’anno
successivo, mediante il quale furono
stabiliti i seguenti principi (Figura
1):
– istituzione
del Comitato Tecnico Provinciale (CTP),
formato da rappresentanti dell’Amministrazione
sia politici che tecnici e da
rappresentati dell’Università
degli Studi di Salerno, che con il
medesimo atto veniva indicata quale
partner privilegiato nell’azione
pianificatoria. A tale Comitato
veniva attribuita la funzione di
coordinamento della fase di
progettazione del Piano e la
responsabilità di attuazione delle
linee programmatiche individuate ed
enunciate dal Consiglio medesimo.
– Istituzione
della Conferenza dei Servizi della
Provincia, costituita dai
responsabili dei principali servizi
dell’Ente, con il compito di
fornire il supporto continuo della
conoscenza e della trattazione dei
problemi dal punto di vista dell’Amministrazione,
per l’azione del Comitato.
– Istituzione
della Segreteria Tecnica, costituita
da dieci docenti dell’Università
di Salerno, nominati dal Rettore,
esperti in discipline specificamente
connesse con la pianificazione, con
il compito di affiancare l’azione
del CTP mediante l’arricchimento
del contributo scientifico
interdisciplinare.
– Costituzione
dell’Ufficio di Piano, interamente
formato da personale dell’Ente,
con il compito di formare
materialmente il Piano Territoriale.
L’atto adottato
prevedeva altresì la possibilità
di coinvolgimento di ulteriori Enti
ed Istituzioni, quali
Soprintendenze, Capitaneria di
Porto, CNR e similari, nel caso che
specifiche esigenze ne richiedessero
la partecipazione alla fase di
formazione del Piano, con la
possibilità di ampliare il numero
dei componenti la Segreteria Tecnica
per fasi specifiche della formazione
medesima; prevedeva altresì la
possibilità del coinvolgimento del
settore privato a supporto dell’Ufficio
di Piano, per professionalità
mancanti nell’organico dell’Amministrazione
ovvero per l’impiego di tecniche o
attrezzature di cui l’Ufficio
fosse privo.
L’atto adottato
e divenuto esecutivo, fu trasmesso
all’Università di Salerno, che
accettò la partnership offerta e
nominò i rappresentanti del Centro
Studi Città e Territorio quali
propri rappresentanti all’interno
del CTP, riservandosi di comunicare
successivamente i nominativi dei
componenti la Segreteria Tecnica,
tutti di propria spettanza a termini
della deliberazione notificata.
Nella primavera
del 1995, con il rinnovo della
compagine amministrativa della
Provincia, il Piano Territoriale di
Coordinamento fu nuovamente inserito
tra le principali attività della
Amministrazione e fu la prima fra le
iniziative intraprese dall’Assessorato.
In tale occasione
si ebbe modo di verificare che l’Università
di Salerno non aveva dato alcun
seguito alla richiesta di
designazione dei propri
rappresentanti nella Segreteria
Tecnica. Fatte le opportune
valutazioni, anche in considerazione
che i tempi necessari per le
designazioni richieste all’Università
potessero protrarsi ancora per
molto, fu ritenuto opportuno
rivedere la deliberazione
programmatica dell’azione
pianificatoria approvata dal
Consiglio Provinciale.
Fu quindi assunta
l’iniziativa di contattare, quale
autorevole rappresentante
istituzionale in materia, il
Presidente del Corso di laurea di
Urbanistica dell’Università di
Venezia, Prof. Eduardo Salzano –
noto ed affermato urbanista in campo
nazionale ed internazionale –, per
verificare la possibilità di
intraprendere una azione che, senza
stravolgere le indicazioni del
Consiglio Provinciale, consentisse
di avviare ed attuare in tempi
ragionevoli la pianificazione
provinciale.
Ottenuta la
disponibilità del Professore
Salzano ed avvalendosi dei suoi
consigli e delle sue esperienze, l’Assessorato
fu in grado di predisporre un nuovo
atto deliberativo che il Consiglio
Provinciale adottò alla fine del
1995, con il quale, a modifica di
quanto deciso nel 1993 (Figura 2),
fu stabilito:
– di
sopprimere la Segreteria Tecnica
precedentemente istituita, sia
perché non erano pervenute dall’Università
le designazioni richieste, sia
perché la funzione che questa
avrebbe dovuto svolgere poteva
essere altrettanto efficacemente
svolta dai consulenti indicati dal
Coordinatore generale che si andava
a nominare.
– di
sopprimere la Conferenza dei Servizi
dell’Ente, che poteva comunque
essere convocata ai sensi della
legge 241/1990, ove se ne fosse
ravvisata la necessità, nella forma
prevista ed anche ampliata con la
partecipazione dei rappresentanti di
altre Istituzioni da coinvolgere.
– di
istituire la figura del Coordinatore
generale del Piano che, direttamente
o coadiuvato da consulenti di
propria indicazione, avvalendosi
dell’Ufficio di Piano,
provvisoriamente individuato nell’Ufficio
Urbanistica della Provincia, questo
opportunamente potenziato ed
integrato, provvedesse alla
redazione di un Preliminare di Piano
Territoriale che, redatto secondo
gli indirizzi che il Consiglio
medesimo aveva approvato nel
precedente mese di ottobre,
costituisse la prima proposta di
pianificazione verso la stesura
definitiva dell’elaborato.
Nel maggio del
1996, fu approvato lo schema di
convenzione regolante i rapporti tra
la Provincia ed il Coordinatore –
consulente per il Documento
Preliminare, e nel successivo mese
di agosto la Giunta Provinciale
affidò tale incarico al Prof.
Salzano, che avrebbe dovuto
designare, assumendone la
responsabilità, un gruppo di
consulenti che lo affiancassero
nella redazione del documento
medesimo, principalmente allo scopo
di sopperire alla mancata
integrazione dell’Ufficio di Piano
nel frattempo costituito, ma che
stentava a raggiungere la
completezza necessaria alla
redazione del piano in totale
autonomia operativa.
La formazione del
documento preliminare
I contenuti
propositivi del Documento
Preliminare, pur nel totale rispetto
delle indicazioni del CP,
risultarono profondamente
innovativi: questo, infatti,
suggeriva un Piano Territoriale di
Coordinamento formulato tenendo
conto delle esigenze attuali ed
impiegando le più aggiornate
tecniche. Non uno strumento
schematizzato, finito e ristretto
nei confini di un periodo temporale
di riferimento e di previsioni
statiche, ma uno strumento snello,
redatto in tempi brevi ed aperto ad
un contestuale e costante
monitoraggio, attraverso il quale
potesse rinnovarsi in tempo reale al
verificarsi di mutamenti essenziali
delle realtà e delle esigenze del
territorio. Per il raggiungimento di
tale fine era prevista la
contestuale formazione di un sistema
informativo territoriale, una
fusione quindi di banche dati,
software, hardware e forza lavoro di
tipo altamente qualificata, che si
sviluppasse contemporaneamente al
piano, con l’impiego di personale
dell’Ufficio del Piano che, ivi
destinato previo verifica del
possesso di una adeguata
preparazione di base, potesse nel
continuo rapporto con i consulenti
di settore, acquisire un livello di
specializzazione per la redazione
del progetto e, principalmente, per
la successiva gestione dello stesso.
I lavori del
gruppo coordinato dal Prof. Salzano,
che si avvalse anche della modesta
struttura disponibile presso l’Amministrazione
Provinciale, ebbero luogo e si
conclusero nei termini stabiliti
dalla convenzione sottoscritta.
Il
"Preliminare" fu
presentato del corso di un Seminario
che si svolse alla fine della
primavera del 1997 con lo scopo di
illustrarne i contenuti a quanti ne
fossero interessati, ma
principalmente ai Sindaci dei Comuni
del territorio, ai Presidenti delle
Comunità Montane ed ai
rappresentanti delle principali
istituzioni, che furono destinatari
anche di copie della stampa nel
frattempo prodotta dell’elaborato,
perché potessero proporre
osservazioni od integrazioni al
lavoro del gruppo incaricato. Alla
fine dello stesso anno si pervenne
all’approvazione del piano da
Parte del Consiglio Provinciale.
Si era dunque
giunti al momento di procedere alla
stesura del piano definitivo: il
Preliminare aveva analizzato i
contenuti delle linee di indirizzo
dettate dal Consiglio Provinciale,
ne aveva accertato l’attuabilità
ed aveva indicato i contenuti del
piano definitivo e le condizioni per
elaborarlo ed attuarlo; il Consiglio
Provinciale aveva ratificato senza
modifiche il lavoro dei progettisti,
quindi non restava che procedere.
In realtà il
Preliminare non teneva conto, e non
poteva tenere conto, delle attività
svolte dalla Amministrazione nel
corso della sua redazione. Tali
attività, essenzialmente di
programmazione, erano invero
molteplici e di notevole spessore:
– Era nata
"la circumsalernitana",
anello ferroviario al nucleo
territoriale di Salerno ed immediati
dintorni, concepita per riordinare e
migliorare i collegamenti tra il
capoluogo ed i centri viciniori e
fra tutti questi e l’Università
di Salerno.
– Erano
nate "le vie del mare",
collegamenti alternativi via mare
col Cilento, stagionali, con lo
scopo di agevolare l’accesso alle
località costiere del litorale ad
est di Salerno, e di promuovere
turisticamente tali centri e quelli
del retroterra, con particolare
riferimento al neocostituito Parco
Nazionale del Cilento e del Vallo di
Diano. Successivamente l’iniziativa
genererà una Società a capitale
misto, alla quale la Provincia
parteciperà con l’acquisto di
vettori per assicurare e migliorare
il collegamento.
– Si era
ipotizzato il ripristino della
tratta ferroviaria
Sicignano-Lagonegro, per venire
incontro alle necessità di
collegamento tra Salerno ed il Vallo
di Diano fortemente pregiudicato
dalla soppressione della linea da
parte delle Ferrovie dello Stato.
– Si era
dato l’avvio alla redazione del
Piano provinciale dei Trasporti,
contributo della Provincia alla
redazione del Piano di competenza
della Regione, ma principalmente
studio collaterale di settore al
Piano Territoriale di Coordinamento,
con capacità di approfondimento e
di lettura ad una scala maggiore di
quella da usare per il piano
principale.
– Si
erano, infine, avviati i
"Concorsi idea", vere e
proprie "zoomate sul
territorio" per approfondimento
di dettaglio ed acquisizione di
possibili soluzioni per quelle zone
ritenute meritevoli di indagini
particolarmente curate.
Erano altresì
state assunte ulteriori iniziative
concretamente avviate anche nella
parte progettuale:
– si stava
progettando l’ammodernamento della
SP Aversana, per la quale erano
stati stanziati i fondi per la
realizzazione di un primo lotto,
utilizzare questa strada in
alternativa all’attuale SP 175,
litoranea.
– Si
avviano la progettazione e l’appalto
del primo lotto di una pista
ciclabile da Salerno alla foce del
fiume Sele, lungo la SP 175
"litoranea", che si
prevede di destinare a strada di
collegamento turistico.
– Si
progetta la realizzazione di un
parco fluviale lungo il corso del
Fiume Sele, per una valorizzazione
del patrimonio naturalistico della
zona.
– Si
programmano infine altri interventi
infrastrutturali principalmente
afferenti la mobilità e la
valorizzazione del patrimonio
naturalistico del territorio.
La formazione del
piano – La bozza di PTC
Nei primi mesi
del 1998, la Giunta Provinciale, in
esecuzione del deliberato di
consiglio provinciale che aveva
definito indirizzi, tempi e
finanziamenti per l’espletamento
della fase definitiva della
progettazione, conferì gli
incarichi per la definitiva
redazione del Piano territoriale,
confermando quale Coordinatore
Generale il Prof. Salzano; furono
altresì sottoscritte le convenzione
regolanti i rapporti fra la
Provincia ed il medesimo, e fra la
Provincia ed i consulenti indicati
da questi.
Sostanzialmente,
la terza fase si avviò sui seguenti
presupposti indicati dal Consiglio
Provinciale (Figura 3):
– Coordinamento
del Piano da parte del Prof. Salzano,
affiancato da due Consulenti
principali per lo studio della
normativa e della struttura
insediativa. Ulteriormente
coadiuvato da consulenti esperti per
lo studio degli aspetti
idrogeomorfologici, di quelli
relativi al paesaggio agrario,
quelli naturalistici, la mobilità,
il risparmio energetico, l’assetto
economico-sociale e per la
formazione del SIT.
– Costituzione
dell’Ufficio di Piano mediante il
convenzionamento con liberi
professionisti neolaureati da
selezionare per merito.
– Formazione
del Sistema Informativo
Territoriale, sotto la guida del
Consulente esperto per la formazione
del Piano, il monitoraggio e l’aggiornamento
nella fase di gestione.
I lavori del
neocostituito gruppo ebbero
immediatamente inizio a meno di tre
settori non certamente secondari:
– Il
gruppo dei naturalisti non aveva
ancora sottoscritto la convenzione
approntata, in attesa che si
definisse la possibilità
presentatasi di procedere ad
approfondimenti di settore comuni
con il PNCVD. La possibilità non
troverà concretezza e la
convenzione verrà sottoscritta
solamente nel successivo mese di
maggio.
– L’implementazione
dell’Ufficio del Piano, collegata
all’espletamento di bandi
pubblici, richiedeva tempi lunghi,
che si prolungheranno oltre le
previsioni iniziali, fino al gennaio
successivo.
– L’acquisto
dell’hardware, da effettuarsi a
mezzo gara d’appalto, richiedeva a
sua volta alcuni mesi per il
compimento delle procedura di legge.
Nonostante le
difficoltà i lavori proseguirono a
ritmo sostenuto fino a raggiungere
un primo livello di definizione
complessivo valutato meritevole di
una verifica da parte dell’Amministrazione.
Nacque infatti l’idea
di inserire una fase intermedia,
tecnicamente prevista nelle
convenzioni regolanti i rapporti tra
il gruppo dei progettisti e la
Provincia committente, che si pensò
di utilizzare al fine di partecipare
i contenuti della pianificazione che
si stava elaborando agli Enti
destinatari della medesima o
comunque coinvolti dal processo in
atto.
Le elaborazioni
ultimate furono raccolte in tre
fascicoli che rispettivamente
contenevano uno la raccolta dei dati
acquisiti sul territorio; il secondo
le prime proposte di pianificazione
ed il terzo era costituito da una
serie di circa quaranta schede
riguardanti le principali iniziative
in atto sul territorio. I primi due
fascicoli furono stampati ed
inseriti in un raccoglitore insieme
a due elaborati grafici di sintesi,
e distribuiti agli interessati nel
corso di un incontro di
presentazione, tenutosi agli inizi
di dicembre del 1999. Nell’occasione
fu richiesto ai convenuti, e con
successiva nota agli assenti, di
produrre osservazioni o contributi
ai contenuti della pubblicazione
diffusa.
Nel gennaio del
2000, la Bozza di PTC e le
osservazioni pervenute furono
sottoposte al giudizio del Consiglio
Provinciale che ne deliberò l’approvazione
e dispose una ulteriore fase di
partecipazione degli Enti
interessati atteso che al precedente
invito avevano aderito solamente
pochi Comuni.
|
clicca
sull'immagine per ingrandire |
L’avvio della
fase conclusiva - Il progetto
PASS
Con l’approvazione
della Bozza preliminare ha avuto
avvio la fase conclusiva della
definizione del PTC:
– L’Ufficio
del Piano è quasi interamente
costituito;
– L’hardware
è stato approvvigionato ed avviato;
– I
componenti l’Ufficio hanno
superato la fase di avvio ed hanno
acquisito dimestichezza con i
contenuti degli incarichi loro
affidati;
In buona sostanza
si è conclusa la fase di studio e
si è dato corso definitivo a quella
dei contenuti e delle proposte.
La fase finale
dei lavori è stata e sarà
arricchita da una ulteriore
collaborazione esterna ed aggiuntiva
rispetto alle previsioni di
partenza:
nella scorsa
primavera ha avuto attuazione un
progetto Pass, affidato alla RSO di
Milano, mediante il quale ha avuto
inizio una collaborazione tra la
Provincia di Bologna e quella di
Salerno in materia di pianificazione
di area vasta. In altra parte di
questa pubblicazione saranno
opportunamente esplicitati contenuti
e significati dell’iniziativa: in
questa parte si ritiene opportuno
soffermarsi solamente sugli aspetti
più direttamente connessi con i
contenuti di questa comunicazione.
L’iniziativa ha
avuto corso in un momento
particolarmente significativo del
processo di pianificazione, quando
cioè si avvertiva in maniera più
condizionante la mancanza di
informatici nella équipe dell’Ufficio
del Piano, ed in coincidenza con l’avvio
della formazione del Sit.
Poter quindi
disporre delle esperienze da tempo
avviate e consolidate a Bologna ha
rappresentato l’elemento
determinante per superare le
difficoltà che sbarravano il passo
all’avanzamento dei lavori. Prima
uno stage dei componenti dell’Ufficio
di Salerno a Bologna, poi alcune
trasferte di personale di Bologna a
Salerno hanno consentito di
sopperire ai tempi necessari e
comunque non brevi per il
completamento della struttura di
Salerno, peraltro ancora in corso.
Su questa base e
con la consapevolezza che presto si
potrà disporre di personale
informatico interno, si è avviata
la formazione dei primi elaborati di
piano informatizzati; si spera
presto di avviare la formazione di
banche dati.
Si può quindi
concludere che presto la Provincia
di Salerno potrà adottare il
proprio Piano di Coordinamento
Territoriale, attraverso il quale
potrà svolgere meglio ed a pieno
titolo il proprio ruolo di indirizzo
e controllo sull’uso del
territorio da parte dei comuni.
Resta da
sciogliere ancora un nodo
fondamentale perché il programma
definito possa avere completa
attuazione: quando la Regione
Campania, ultima ormai o fra le
ultime ancora inadempienti nella
formulazione delle leggi di
competenza, emanerà la normativa
per l’approvazione del PTC che la
Provincia si accinge ad adottare?
Il lavoro di
questi ultimi anni è stato avviato
nella speranza che i tempi necessari
alla formazione del piano fossero
sufficienti alla regione per lo
svolgimento del ruolo che le è
proprio e che ripetutamente le
ultime norme statali hanno
sollecitato anche con carattere di
perentorietà e con minacce di
surroga. Fino ad ora non si possono
cogliere segni concreti nella
direzione sperata, se non iniziative
che, come si leggerà in altra parte
di questo numero, poco lasciano alla
speranza.
È evidente che
solamente la concreta emanazione di
leggi regionali che chiariscano la
cogenza del piano e delle sue norme
di attuazione, ovvero diano corpo al
ruolo che alle province assegnano le
norme statali in materia di
pianificazione, potrà rendere
operativo ed efficace il piano
provinciale. A tanto vogliamo
aggiungere che le disposizioni
legislative che si attendono
dovranno obbedire a logiche diverse
da quelle a cui ci ha abituato il
legislatore regionale in Campania:
dovranno essere chiare, di facile
interpretazione ed attuazione,
dovranno rispettare i ruoli degli
Enti destinatari di funzioni
statali, dovranno infine consentire,
per la parte specificamente riferita
alla pianificazione in generale ed a
quella di area vasta in particolare,
varianti di aggiornamento con
procedure snelle e tempi brevissimi.
Anche in questa
sede non rinunceremo alla
rivendicazione di una partecipazione
attiva e proporzionata delle
province alla fase di formazione di
tali norme, con la consapevolezza
della modestia della partecipazione
che potranno assicurare in materia
legislativa, ma anche dello spessore
del contributo di esperienze che
invece potranno garantire nella
stesura della legge. Non ritengo
utile se non sul piano formale, il
ripetersi di richieste di giudizi e
contributi a norma scritta, già
richiesti in alcuni casi nel
passato: utile è produttivo sarà
la consultazione in fase di stesura
delle norme, che, in tal caso,
saranno certamente meglio
commisurate alle esigenze di chi
dovrà attuarle.
Si conclude così
la prima parte della "cronaca
della nascita di un PTC", che
personalmente considera una
fortunata esperienza lavorativa, una
qualificante occasione
professionale, una... bella
avventura!