Numero 1/2 - 2000

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pianificazione territoriale e riforma della amministrazione: il progetto Pass Bologna-Salerno


Bruno Carapella


Il nuovo modello di sviluppo che il PTC propone al territorio salernitano può veicolare solo attraverso un sostanziale adeguamento ed una chiara rimotivazione degli apparati burocratico- amministrativi degli enti locali. Bruno Carapella illustra i caratteri salienti del Progetto Pass che sviluppano forme di collaborazione interprovinciale tendenti a colmare i divari regionali in un’ottica di sussidiarietà orizzontale 

 

 

 

 

 

 

Il Dipartimento della Funzione Pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato e finanziato, ai sensi del Programma PASS – Formazione dei Funzionari della Pubblica Amministrazione, il Progetto di trasferimento della esperienza di Pianificazione territoriale sviluppata dalla Amministrazione Provinciale di Bologna verso la Provincia di Salerno, presentato dalla RSO Spa in qualità di soggetto proponente ed attuatore. Il Progetto rientra nell’ambito di una serie di azioni, volute dal Dipartimento della Funzione Pubblica, finalizzate a diffondere tra le Pubbliche Amministrazioni le esperienze di successo attraverso una modalità di scambio ed imitazione capace di sviluppare un processo di coesione istituzionale e di alimentare il circolo virtuoso della innovazione. In particolare il progetto ha come oggetto il trasferimento dell’esperienza, ormai fortemente implementata, realizzata dalla Provincia di Bologna con lo Schema Direttore Territoriale Metropolitano. Lo Schema Direttore è una intesa di carattere generale, supportato da una decina di Accordi attuativi fra gruppi di Comuni e la Provincia, per rendere coerenti e sostenibili gli strumenti Urbanistici Comunali con il quadro di Pianificazione provinciale, stabilendo una relazione di funzionalità e di compatibilità tra il sistema della mobilità, delle reti e delle infrastrutture ambientali e le previsioni insediative locali. In tal senso abbiamo individuato il focus della esperienza bolognese, non tanto nelle caratteristiche, per quanto evolute, del Sistema Informativo Territoriale di supporto al Piano, ovvero sulle technicalities intrinseche dell’attività di Pianificazione, quanto sulla metodologia che ha supportato e tuttora sostiene il processo di Pianificazione in corso presso la Provincia di Bologna.

Infatti il sistema di concertazione, supportato dagli Accordi attuativi, è fortemente innovativo dal punto di vista metodologico, in quanto rompe una logica gerarchica fra istituzioni, ormai superata ed inefficace, e riscopre una logica di servizio e di funzione nella quale la Provincia svolge un ruolo di cerniera, di supporto coordinativo e di coesione interistituzionale.

In tale ambito il Sistema di Pianificazione Territoriale della Provincia di Bologna partendo dalla potestà pianificatoria dei comuni e quindi dagli strumenti propri (PRG), ne consente una lettura complessiva (Mosaico dei Piani regolatori), e quindi una successiva valutazione delle scelte insediative dei singoli comuni e di territori più vasti in termini di impatto sul sistema della mobilità e delle infrastrutture determinando infine le conseguenze possibili sullo sviluppo del territorio e sui vincoli idro-geologici.

Questa lettura dinamica ed integrata permette alla Provincia di definire un Piano Territoriale che non è la risultante passiva di una collazione di PRG, nè altrettanto una scelta gerarchica ed autoritativa di Programmazione e che è, invece, uno strumento attivo di concertazione e proposizione che trova gambe e forza nella definizione di Accordi attuativi fra gruppi di Comuni e Provincia.

Dopo aver focalizzato con l’Amministrazione cedente (Bologna) l’oggetto del trasferimento, abbiamo proceduto a definire con l’Amministrazione destinataria (Salerno) le modalità di contestualizzazione e di integrazione con il processo di definizione del Piano di Coordinamento Territoriale in atto presso la Provincia di Salerno, sotto la supervisione del gruppo di lavoro guidato da Edoardo Salzano.

La riflessione sulle caratteristiche peculiari e distintive dell’esperienza di Bologna ci è servita per orientare il nostro intervento. Ci è sembrato, infatti, evidente che la sola dimensione tecnologico/professionale in sede di Redazione del PTC, sebbene indispensabile, non fosse sufficiente.

È necessario supportare e sostenere le attività di Pianificazione attraverso un Processo di coesione istituzionale molto centrato sulla capacità di regolazione e negoziazione delle Amministrazioni locali.

La possibilità che il Piano Territoriale di Coordinamento diventi oggi uno strumento di pianificazione di area vasta dinamico ed integrato è legata al superamento di una concezione a cascata dei piani che si è vista essere fallimentare. I piani (PTC, Piani paesistici, PRG etc.) hanno diverse funzioni, diversi destinatari. Se questo è vero, si tende verso una concezione della pianificazione come impianto processuale circolare nel quale si verificano e si concordano in continuo fra i vari soggetti, analisi, scelte, attuazione, modificando la natura stessa delle relazioni fra i soggetti istituzionali e passando ad una fase di pianificazione e governo del territorio basati sulla cooperazione.

Questo si traduce in una modalità che vede prevalere nelle Amministrazioni Locali la capacità di governo e di management rispetto alla capacità burocratica/autoritativa, in cui la autorevolezza prende il posto dell’autorità, in cui la coerenza prevale sulla conformità, in cui gli obiettivi prevalgono sui procedimenti, in cui infine il dialogo e la concertazione fra attori prevale sul conflitto fra poteri.

Per far questo è necessario non solo l’affermarsi di culture tecniche, ma il diffondersi di culture e prassi di governo basate sulla responsabilizzazione, di strutture definite per obiettivi e non per competenze, di metodologie di lavoro su progetti e non singoli procedimenti, di capacità negoziali e non autoritative.

Pertanto abbiamo definito un Progetto che è strutturato in tre grandi aree:

TABELLA

Da un lato, anche d’intesa con il Presidente e l’Assessore alla Urbanistica della Provincia di Salerno, abbiamo coinvolto le Amministrazioni locali in un processo di riflessione, apprendimento e sperimentazione di innovazioni organizzative ed amministrative tali da attivare un circolo virtuoso di miglioramento e di cambiamento organizzativo a supporto dei processi di Pianificazione.

Dall’altro, contemporaneamente, abbiamo attivato insieme ai Gruppi professionali esperti delle due Amministrazione una modalità condivisa e strutturata di sperimentazione/ implementazione/ trasferimento del modello di Pianificazione Territoriale.

In tal modo supportiamo le attività del Piano Territoriale di Coordinamento attraverso un complesso di attività formative, assistenziali e consulenziali che hanno l’obiettivo principale di sostenere il processo di cambiamento della Pubblica Amministrazione, sviluppando i processi di cooperazione istituzionale ed assistendo le Amministrazioni locali ad attivare la capacità di proazione e programmazione, piuttosto che la potestà autoritativa.

Chi scrive ritiene che questo passaggio "epocale" sia precondizione necessaria ed indispensabile per fare in modo che le Amministrazioni locali diventino registi delle trasformazioni territoriali e delle politiche attive di sviluppo locale e che le azioni di sviluppo di area vasta siano la risultante di una metodologia concertativa in cui gli attori presenti a vario titolo (Amministrazioni locali, forze sociali, Patti Territoriali) esprimano insieme bisogni, opportunità ed aspirazioni del territorio, definendo in modo integrato e funzionale alle proprie responsabilità di ruolo/governo le linee di programma e di intervento e le regole generali e particolari di governo del territorio.

 

 

 

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