Il Dipartimento
della Funzione Pubblica presso la
Presidenza del Consiglio dei
Ministri ha approvato e finanziato,
ai sensi del Programma PASS –
Formazione dei Funzionari della
Pubblica Amministrazione, il
Progetto di trasferimento della
esperienza di Pianificazione
territoriale sviluppata dalla
Amministrazione Provinciale di
Bologna verso la Provincia di
Salerno, presentato dalla RSO Spa in
qualità di soggetto proponente ed
attuatore. Il Progetto rientra nell’ambito
di una serie di azioni, volute dal
Dipartimento della Funzione
Pubblica, finalizzate a diffondere
tra le Pubbliche Amministrazioni le
esperienze di successo attraverso
una modalità di scambio ed
imitazione capace di sviluppare un
processo di coesione istituzionale e
di alimentare il circolo virtuoso
della innovazione. In particolare il
progetto ha come oggetto il
trasferimento dell’esperienza,
ormai fortemente implementata,
realizzata dalla Provincia di
Bologna con lo Schema Direttore
Territoriale Metropolitano. Lo
Schema Direttore è una intesa di
carattere generale, supportato da
una decina di Accordi attuativi fra
gruppi di Comuni e la Provincia, per
rendere coerenti e sostenibili gli
strumenti Urbanistici Comunali con
il quadro di Pianificazione
provinciale, stabilendo una
relazione di funzionalità e di
compatibilità tra il sistema della
mobilità, delle reti e delle
infrastrutture ambientali e le
previsioni insediative locali. In
tal senso abbiamo individuato il
focus della esperienza bolognese,
non tanto nelle caratteristiche, per
quanto evolute, del Sistema
Informativo Territoriale di supporto
al Piano, ovvero sulle
technicalities intrinseche dell’attività
di Pianificazione, quanto sulla
metodologia che ha supportato e
tuttora sostiene il processo di
Pianificazione in corso presso la
Provincia di Bologna.
Infatti il
sistema di concertazione, supportato
dagli Accordi attuativi, è
fortemente innovativo dal punto di
vista metodologico, in quanto rompe
una logica gerarchica fra
istituzioni, ormai superata ed
inefficace, e riscopre una logica di
servizio e di funzione nella quale
la Provincia svolge un ruolo di
cerniera, di supporto coordinativo e
di coesione interistituzionale.
In tale ambito il
Sistema di Pianificazione
Territoriale della Provincia di
Bologna partendo dalla potestà
pianificatoria dei comuni e quindi
dagli strumenti propri (PRG), ne
consente una lettura complessiva
(Mosaico dei Piani regolatori), e
quindi una successiva valutazione
delle scelte insediative dei singoli
comuni e di territori più vasti in
termini di impatto sul sistema della
mobilità e delle infrastrutture
determinando infine le conseguenze
possibili sullo sviluppo del
territorio e sui vincoli
idro-geologici.
Questa lettura
dinamica ed integrata permette alla
Provincia di definire un Piano
Territoriale che non è la
risultante passiva di una collazione
di PRG, nè altrettanto una scelta
gerarchica ed autoritativa di
Programmazione e che è, invece, uno
strumento attivo di concertazione e
proposizione che trova gambe e forza
nella definizione di Accordi
attuativi fra gruppi di Comuni e
Provincia.
Dopo aver
focalizzato con l’Amministrazione
cedente (Bologna) l’oggetto del
trasferimento, abbiamo proceduto a
definire con l’Amministrazione
destinataria (Salerno) le modalità
di contestualizzazione e di
integrazione con il processo di
definizione del Piano di
Coordinamento Territoriale in atto
presso la Provincia di Salerno,
sotto la supervisione del gruppo di
lavoro guidato da Edoardo Salzano.
La riflessione
sulle caratteristiche peculiari e
distintive dell’esperienza di
Bologna ci è servita per orientare
il nostro intervento. Ci è
sembrato, infatti, evidente che la
sola dimensione
tecnologico/professionale in sede di
Redazione del PTC, sebbene
indispensabile, non fosse
sufficiente.
È necessario
supportare e sostenere le attività
di Pianificazione attraverso un
Processo di coesione istituzionale
molto centrato sulla capacità di
regolazione e negoziazione delle
Amministrazioni locali.
La possibilità
che il Piano Territoriale di
Coordinamento diventi oggi uno
strumento di pianificazione di area
vasta dinamico ed integrato è
legata al superamento di una
concezione a cascata dei piani che
si è vista essere fallimentare. I
piani (PTC, Piani paesistici, PRG
etc.) hanno diverse funzioni,
diversi destinatari. Se questo è
vero, si tende verso una concezione
della pianificazione come impianto
processuale circolare nel quale si
verificano e si concordano in
continuo fra i vari soggetti,
analisi, scelte, attuazione,
modificando la natura stessa delle
relazioni fra i soggetti
istituzionali e passando ad una fase
di pianificazione e governo del
territorio basati sulla
cooperazione.
Questo si traduce
in una modalità che vede prevalere
nelle Amministrazioni Locali la
capacità di governo e di management
rispetto alla capacità burocratica/autoritativa,
in cui la autorevolezza prende il
posto dell’autorità, in cui la
coerenza prevale sulla conformità,
in cui gli obiettivi prevalgono sui
procedimenti, in cui infine il
dialogo e la concertazione fra
attori prevale sul conflitto fra
poteri.
Per far questo è
necessario non solo l’affermarsi
di culture tecniche, ma il
diffondersi di culture e prassi di
governo basate sulla
responsabilizzazione, di strutture
definite per obiettivi e non per
competenze, di metodologie di lavoro
su progetti e non singoli
procedimenti, di capacità negoziali
e non autoritative.
Pertanto abbiamo
definito un Progetto che è
strutturato in tre grandi aree:
TABELLA
Da un lato, anche
d’intesa con il Presidente e l’Assessore
alla Urbanistica della Provincia di
Salerno, abbiamo coinvolto le
Amministrazioni locali in un
processo di riflessione,
apprendimento e sperimentazione di
innovazioni organizzative ed
amministrative tali da attivare un
circolo virtuoso di miglioramento e
di cambiamento organizzativo a
supporto dei processi di
Pianificazione.
Dall’altro,
contemporaneamente, abbiamo attivato
insieme ai Gruppi professionali
esperti delle due Amministrazione
una modalità condivisa e
strutturata di sperimentazione/
implementazione/ trasferimento del
modello di Pianificazione
Territoriale.
In tal modo
supportiamo le attività del Piano
Territoriale di Coordinamento
attraverso un complesso di attività
formative, assistenziali e
consulenziali che hanno l’obiettivo
principale di sostenere il processo
di cambiamento della Pubblica
Amministrazione, sviluppando i
processi di cooperazione
istituzionale ed assistendo le
Amministrazioni locali ad attivare
la capacità di proazione e
programmazione, piuttosto che la
potestà autoritativa.
Chi scrive
ritiene che questo passaggio
"epocale" sia
precondizione necessaria ed
indispensabile per fare in modo che
le Amministrazioni locali diventino
registi delle trasformazioni
territoriali e delle politiche
attive di sviluppo locale e che le
azioni di sviluppo di area vasta
siano la risultante di una
metodologia concertativa in cui gli
attori presenti a vario titolo
(Amministrazioni locali, forze
sociali, Patti Territoriali)
esprimano insieme bisogni,
opportunità ed aspirazioni del
territorio, definendo in modo
integrato e funzionale alle proprie
responsabilità di ruolo/governo le
linee di programma e di intervento e
le regole generali e particolari di
governo del territorio.