Il Piano della
Mobilità Provinciale
costituisce lo strumento di
pianificazione e programmazione
strategica del trasporto nella
Provincia di Salerno con un
orizzonte sia di breve che di
medio-lungo termine.
Obiettivo del Piano
dei Trasporti (PT) è quello di
individuare lo scenario
infrastrutturale e dei servizi che
permetta di migliorare l’accessibilità
sul territorio e di avere una
mobilità rispettosa del
territorio-ambiente, nel quadro
delle scelte strategiche più
generali della Provincia che
riguardano assetto territoriale e
sviluppo economico.
Gli strumenti
specialistici di programmazione ed
attuazione di breve termine sono,
all’interno dello strumento di
pianificazione, il Piano del
Traffico per la Viabilità
Extraurbana (PTVE) ed il Piano
di Trasporto dei Bacini di traffico
(PTB), relativo alle
concessioni di trasporto pl su
gomma.
Il Piano della
Mobilità si inserisce, in
sostanza, tra i piani di
coordinamento territoriale e quelli
di valenza comunale: a livello
sovracomunale esso sviluppa e
raccoglie in modo critico tutti i
progetti sulle diverse modalità di
trasporto e loro integrazione.
Esso si colloca
in una fase immediatamente
successiva alla definizione di un
disegno strategico per l’area
Provinciale, nei termini espressi
dal preliminare di PTC e, pertanto,
in un momento in cui agli strumenti
settoriali è richiesta coerenza con
gli obiettivi territoriali
esplicitati.
Compito del Piano
è quello di intervenire per correggere
le inefficienze, razionalizzare l’offerta,
integrare i diversi vettori,
realizzare i segmenti mancanti della
rete e migliorare le condizioni di
accessibilità e qualità del
trasporto.
Nel quadro delle
coerenze, le infrastrutture e i
trasporti sono chiamati a perseguire
una funzione di supporto nelle
politiche di assetto del territorio,
pur contribuendo, con il loro
apporto, ad allargare le stesse
prospettive del disegno urbanistico:
sono d’altronde gli obiettivi
strategici che possono dare un
significato all’assetto delle
infrastrutture e dei trasporti che a
loro volta possono svolgere un’azione
di appoggio-promozione delle scelte
generali.
L’unitarietà-contestualità
dei vari approcci settoriali e
disciplinari è condizione
essenziale perché il processo
decisionale possa avvenire con
coerenza e con il massimo delle
conoscenze, specie quando si
affrontano i temi della mobilità
che costituiscono un fenomeno
particolarmente sensibile agli
assetti insediativi ed alle
caratteristiche socio-economiche
dell’area.
Inoltre il Piano
della Mobilità provinciale fa
riferimento specifico alle
componenti del trasporto pubblico,
individuale e trasporto delle merci
di ambito extraurbano.
L’art. 36 DL
285/1992 (Nuovo Codice della Strada)
definisce che la pianificazione del
traffico ai livelli urbano ed
extraurbano debba essere attuata
attraverso:
– i Piani
Urbani del Traffico (PUT) estesi a
tutte le aree urbanizzate;
– i Piani
del Traffico della Viabilità
Extraurbani (PTVE), la cui redazione
è di competenza delle Province.
Risulta quindi
necessario un coordinamento tra i
due strumenti di pianificazione con
proposizione di direttive di
formazione-approvazione dei PUT:
1. i PUT adottati
dai Comuni vanno sottoposti alla
valutazione dalla Provincia che, per
accertarne la conformità con il PTC
e con il Piano della Mobilità,
esprimerà un parere in merito;
2. le indagini di
traffico necessarie alla
elaborazione del PUT e la messa a
punto dei modelli per la valutazione
delle caratteristiche dei flussi
(profili
tecnico-economico-ambientale)
dovranno essere eseguite tenuto
conto dei dati di traffico esistenti
a livello provinciale nonché dei
modelli di simulazione del traffico
disponibili;
3. gli studi
preliminari-fattibilità dei PUT
(propedeutici alle proposte di breve
e lungo periodo) dovranno essere
confrontati con il Piano dei
trasporti Provinciale;
4. norme,
interventi ed indirizzi del PUT
dovranno essere assunti in
conformità con la pianificazione
provinciale del trasporto e
correlati quindi con gli indirizzi
assunti per il territorio
extraurbano.
Altro obiettivo
di Piano è quello di realizzare un
Osservatorio "stabile"
della Mobilità che acquisisca sia
le basi dati sulla domanda/offerta,
sia le procedure informatiche di
gestione/pianificazione da
utilizzare ai fini dell’
aggiornamento autonomo delle basi
dati, (monitoraggio continuo della
situazione territoriale e riverifica
delle indicazioni progettuali): l’Osservatorio,
da porre in rete con le
Amministrazioni locali territoriali
e con le aziende di tpl, conferirà
alla Provincia la capacità
operativa di gestire il processo di
programmazione-controllo del sistema
della mobilità (gestione di
viabilità e traffico, del rapporto
con le Aziende esercenti il
trasporto, del controllo del
servizio fornito e stabilito nei
contratti concessionali,
programmazione coordinata degli
interventi sulla rete stradale e dei
servizi di trasporto collettivo).
La parte di Piano
relativa alla Viabilità Extraurbana
è redatta secondo quanto stabilito
dall’art. 36, DL 30 aprile 1992,
n. 285 "Nuovo Codice della
Strada (NCDS) integrato con DL 10
settembre 1993, n. 360, ed, in
particolare, dal 3° comma dello
stesso art. 36 dove è previsto che
"le Province provvedano all’adozione
di Piani del Traffico per la
viabilità extraurbana, d’intesa
con gli altri Enti proprietari delle
strade interessate".
All’interno del
Piano Territoriale di Coordinamento,
di cui alla Legge n. 142/1990, il
Piano della Mobilità assume,
dunque, il ruolo di piano
specialistico di settore: l’ambito
è esteso a tutta la viabilità
extraurbana e di connessione urbana,
realizzata e in corso di
realizzazione, all’interno dei
confini del territorio provinciale.
Rispetto al Piano
dei Trasporti, di più ampio respiro
programmatorio, lo studio del PTVE
è caratterizzato, dalla previsione
di attuazione di interventi sulla
viabilità extraurbana, da
realizzare secondo le indicazioni e
gli standards tecnici, tenuto conto
di due fattori fondamentali:
– attuazione
entro l’arco temporale di
validità del Piano;
– oneri
economici contenuti in conformità
alla reale disponibilità
finanziaria dei tempi brevi di
attuazione fissati.
L’art. 36 (4°
comma) del NCDS fissa, come
finalità generali dei Piani
Traffico Urbani (PUT) ed extraurbani
(PTVE), il perseguimento dei
seguenti obiettivi-chiave:
– miglioramento
delle condizioni di circolazione e
della sicurezza stradale,
– riduzione
dell’inquinamento acustico ed
atmosferico,
– risparmio
energetico,
da realizzare in
accordo con gli strumenti
urbanistici vigenti, con i piani
generali del trasporto e nel
rispetto dei valori ambientali,
stabilendo le priorità ed i tempi
di attuazione degli interventi.
Il PTVE
provinciale, in accordo con gli
strumenti legislativi di
riferimento, prevede gli interventi
che riguardano la razionalizzazione
della offerta e la gestione della
domanda di trasporto.
In particolare:
– l’offerta
di trasporto andrà riorganizzata,
sia nell’ambito pubblico che in
quello privato, intervenendo:
• sul
controllo della viabilità privata
attraverso una opportuna
gerarchizzazione delle strade
(primarie, secondarie e locali), la
differenziazione dei flussi
afferenti (pedoni, cicli e moto,
autoveicoli, ecc.) il riordino di
tutti gli elementi puntuali
(intersezioni);
• sulla
fluidificazione e controllo dei
sistemi di trasporto collettivo, in
special modo attraverso interventi
che tendano ad un riequilibrio della
ripartizione modale di priorità
rispetto al trasporto privato;
• sulla
gestione e controllo degli spazi di
sosta siano essi di scambio o di
destinazione;
– sulla
domanda di trasporto gli interventi
riguarderanno:
• una
nuova politica di tariffazione nell’ambito
stradale, del trasporto collettivo,
della sosta;
• l’individuazione
di zone specifiche per l’accesso-sosta
nel territorio extraurbano;
• una
disciplina per la distribuzione
degli insediamenti, specialmente
produttivi e distributivi di nuovo
impianto, che non aumenti
ulteriormente la congestione.
Il Piano deve
contenere, pertanto, la definizione
dei settori d’intervento, la cui
applicazione consente il
perseguimento delle finalità
suesposte, secondo la seguente
articolazione:
– classificazione
funzionale della viabilità
extraurbana;
– sistemi
di controllo del trasporto
individuale e collettivo;
– sistemi
di informazione dell’utenza;
– regolazione
delle intersezioni;
– organizzazione,
tariffazione, controllo e gestione
della sosta veicolare extraurbana;
– monitoraggio
del traffico e dell’ambiente.
– il
programma di attuazione degli
interventi da realizzare nel suo
arco temporale di validità
definendo altresì priorità e tempi
attuativi.
L’obiettivo di
miglioramento-qualificazione dell’azione
di coordinamento della Provincia nei
confronti dei Comuni potrà essere
conseguito "normando", ai
competenti Uffici Tecnici del
Traffico:
– prescrizioni/raccomandazioni
circa i gradi di approfondimento cui
spingere gli studi sulla sicurezza
all’interno dei PUT;
– suggerimenti
delle casistiche delle soluzioni
più promettenti da prendere a
riferimento per rimuovere le
criticità nelle specifiche realtà;
– segnalazioni
sulle opportunità di raccolta delle
informazioni sulla incidentalità in
modo organico e coordinato al fine
di costruire una banca dati omogenea
sempre più significativa.
Il Piano
fornisce, inoltre, prescrizioni
procedurali alle quali gli enti
gestori delle opere per la mobilità
veicolare (Comuni, Anas, Soc.
Autostrade, ecc.) dovranno
ottemperare relativamente:
– alla
mitigazione degli impatti ambientali
per la viabilità extraurbana e gli
spazi di sosta esistenti;
– alla
minimizzazione degli impatti
ambientali per la viabilità
extraurbana e gli spazi di sosta di
progetto.
Per quant’attiene
ai servizi di tpl, l’obiettivo del
PTB è quello di ristrutturare il
servizio nell’ottica di migliorare
l’offerta, a sostanziale parità
di costi, agendo verso una maggiore
integrazione fra i servizi delle
varie aziende (eliminazione
ridondanze improduttive e
spostamento risorse su
aree-direttrici), per raggiungere un
servizio equilibrato in termini di
domanda/offerta: il risultato del
piano sarà il nuovo esercizio dei
servizi di trasporto relativi alla
provincia (linee, percorsi, corse).
Gli indirizzi
strategici di piano contemplano le
attività:
a) di calcolo
degli standards di servizio per area
e direttrice; di analisi di indici e
standards per definire aree e
relazioni su cui intervenire e
modalità di intervento;
b) di verifica
con gli organi consultivi della
Provincia e di confronto con Enti,
Aziende ed Associazioni di
Categoria, finalizzati al
concordamento degli indirizzi
strategici.
L’obiettivo
"finale" è quello di
definire il nuovo servizio in
termini di linee ed orari.
attraverso:
a) la
definizione della nuova rete:
individuazione sovrapposizioni fra
linee; eliminazione linee o tratte
"ridondanti" nella logica
di rete integrata; riorganizzazione
linee; definizione sistema
tariffario integrato; valutazione
dei costi di esercizio della rete di
progetto e confronto con la
situazione attuale;
b) definizione
del nuovo esercizio: sulla base
degli standards predisposti vengono
definite per ogni linea della rete
integrata il numero di corse per
fascia oraria;
c) definizione
degli orari delle corse: per le
corse definite per fascia oraria
viene fornito l’orario tenendo
presente le esigenze di esercizio
aziendale;
d) calcolo degli
indici di efficacia/efficienza della
rete di progetto.