Il convegno su "pianificazione territoriale provinciale e rischio
idrogeologico: previsione e tutela", è
stato introdotto dalla presentazione di uno
studio sullo "stato della
pianificazione con particolare riferimento
alla riduzione del rischio idrogeologico e
del rischio idraulico". La ricerca,
promossa dal Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio, Direzione difesa del
territorio, e dall'Unione delle Province
d'Italia, Settore assetto del territorio, ha
ricapitolato il ruolo dei piani territoriali
di coordinamento provinciale,
contestualmente ai fenomeni idrogeologici ed
alle condizioni di rischio da essi indotti,
passando in rassegna le strumentazioni
progressivamente introdotte dalla
legislazione statale, quali i piani di
bacino, i piani stralcio, i piani
straordinari per le aree a rischio
idrogeologico molto elevato, i piani per
l'assetto idrogeologico, oltre ai piani
territoriali paesaggistici ed ai piani dei
parchi. Nelle considerazioni finali è
emerso che la compresenza dei diversi
strumenti di pianificazione di area vasta,
laddove si registri più intensamente,
produce il progressivo superamento della
separatezza fra tali strumenti ed assegna al
Ptc sempre più il ruolo di armonizzatore
delle conoscenze, del rapporto fra le
istituzioni presenti sul territorio, delle
politiche preventive di difesa del suolo,
delle normative, del sistema dei vincoli,
degli approfondimenti prescrittivi legati
alla difesa del suolo relativi ai centri
edificati. Il Ptc garantisce la copertura
dell'intero territorio provinciale come
momento di sintesi delle conoscenze e delle
prescrizioni e tende a stabilizzarsi come
strumento unitario di raccordo tra le
amministrazioni di livello sovraordinato. La
ricerca ha elaborato il quadro della
compresenza dei diversi strumenti di
pianificazione di area vasta, indirettamente
indicativo circa la potenziale interazione
dei loro differenti contenuti (Figura 1). Lo
scenario emerso mette in evidenza come vaste
aree del paese, soprattutto localizzate al
sud, siano scarsamente dotate o addirittura
sprovviste di strumenti di pianificazione
capaci di tutelare il territorio, in
particolare laddove siano previste profonde
trasformazioni. Ma anche in aree
tradizionalmente attente al binomio uso
coerente del territorio - programmazione, in
alcuni casi, vi è una scarsa compresenza
degli strumenti finalizzati alla tutela
dell'integrità fisica ed ambientale del
territorio. In tale generale situazione, è
comunque rilevante che siano
complessivamente 30 i territori provinciali
nei quali il dispiegamento degli strumenti
di pianificazione di area vasta possa essere
considerato completo, in cui risultano
quindi elaborati tutti gli strumenti di
pianificazione di area vasta presi in
considerazione (alta compresenza). In
particolare, infatti, su 14 territori
provinciali sono stati adottati o approvati
gli strumenti della pianificazione generale
che comprendono le tematiche tipiche della
pianificazione specialistica e
straordinaria. Sono infatti presenti i piani
paesaggistici, i piani territoriali di
coordinamento provinciale (approvati o
adottati), i piani straordinari e i piani di
assetto idrogeologico (approvati o
adottati). Sugli altri 16 territori
provinciali sono presenti i piani
paesaggistici e i piani straordinari, sono
in via di adozione i Ptc e sono stati
adottati, o sono in adozione, i progetti di
piano per l'assetto idrogeologico. Può
essere considerato in via di completamento,
in tempi medi o medio lunghi, il
dispiegamento dei vari strumenti di
pianificazione che interessa 39 territori
provinciali (media compresenza). Aree nelle
quali sono presenti sia i piani
paesaggistici che i piani straordinari,
mentre sono in corso di elaborazione, a
vario livello, la pianificazione provinciale
e i piani di assetto idrogeologico (a volte
riferiti a parti di territorio interessate
da più autorità di bacino). Sono, infine,
34 i territori provinciali nei quali la
compresenza degli strumenti di
pianificazione può considerarsi
sostanzialmente bassa (bassa compresenza).
In queste aree, in molti casi, si registra
l'assenza di una tra le tipologie di piano
prese in considerazione, in alcuni casi
addirittura l'assenza di due o più
tipologie di piano (anche in riferimento a
piani di assetto idrogeologico che
interessano solo porzioni di territorio).
Dall'analisi condotta emerge la necessità di favorire e migliorare un
processo che veda coinvolti i soggetti
istituzionali a tutti i livelli, con
l'obiettivo di giungere ad una
pianificazione territoriale che risulti
integrata e processuale. È necessario,
infatti, che si realizzi un circuito
virtuoso tra la pianificazione territoriale
e la pianificazione cosiddetta specialistica
(piani di bacino, piani paesaggistici, piani
dei parchi) che porti ad una efficace
interazione ed alla armonizzazione delle
disposizioni specifiche di ciascun
piano.
Stato di attuazione della pianificazione provinciale |
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Fonte: Pianificazione territoriale e provinciale e rischio
idrogeologico - Previsioni e tutela,
a cura del Ministero dell’ambiente e della tutela
del territorio e dell’Unione delle
Province d’Italia, 2002 |
Considerando il ruolo che il livello della
pianificazione provinciale riveste per gli
obiettivi della difesa del suolo e della
tutela dell'ambiente, appare indispensabile
promuovere e consentire il pieno
dispiegamento di questo livello di
pianificazione, in modo che, anche nel
rispetto delle linee dettate dal DLgs
112/1998, la provincia mantenga e
possibilmente rafforzi il suo ruolo di
programmazione e di pianificazione
urbanistica, a partire delle aree nelle
quali non è completata o non è presente
significativamente l'attività di
pianificazione a livello di bacino. I Ptc
costituiscono, infatti, allo stato attuale,
lo strumento di intervento più completo
alla scala vasta. Essi si configurano come
il naturale anello di congiunzione tra la
pianificazione territoriale regionale e
quella di livello comunale (che comporta le
ricadute più dirette anche ai fini della
difesa del suolo), occupandosi, oltre che di
difesa del suolo, di tutela e valorizzazione
dell'ambiente e del territorio, di
prevenzione delle calamità, di
valorizzazione dei beni culturali, di
viabilità e trasporti, e rappresentando un
livello di pianificazione capace di
governare e controllare le trasformazioni
nei loro effetti di sistema. (roger)
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