Il piano del traffico della viabilità extraurbana (Ptve) della
Provincia di Salerno è stato adottato con
deliberazione di Giunta provinciale n. 1151
del 27/10/2000, esecutiva ed essendo state
espletate le conseguenti procedure di
pubblicazione, è in attesa di imminente
approvazione ad opera del Consiglio
provinciale. Dal punto di vista normativo il
Ptve è stato redatto secondo quanto
stabilito dall’art. 36, DLgs 30 aprile
1992, n. 285 Nuovo codice della strada
(Ncs) integrato con DLgs 10 settembre 1993,
n. 360, ed, in particolare, dal comma 3
dello stesso art. 36 dove è previsto che
“le Province provvedano all’adozione di
piani del traffico per la viabilità
extraurbana, d’intesa con gli altri Enti
proprietari delle strade interessate”.
L’art. 36 (comma 6) stabilisce, inoltre,
che la redazione dei piani del traffico
debba essere predisposta nel rispetto delle
direttive emanate dal Ministero dei lavori
pubblici (a tutt’oggi non ancora emanate),
di concerto con il Ministero dell’ambiente
e il Ministero per i problemi delle aree
urbane, sulla base delle indicazioni
formulate dal Comitato interministeriale
per la programmazione economica nel
trasporto (Cipet). All’interno del piano
territoriale di coordinamento (Ptc) e
del piano dei trasporti (Pt), come
adottati allo stato attuale, il Ptve assume
il ruolo di piano specialistico di
settore ovvero di piano provinciale del
traffico e della viabilità. Il Ptve è
esteso a tutta la viabilità extraurbana e
di connessione urbana, realizzata e in corso
di realizzazione, all’interno dei confini
del territorio provinciale. Per viabilità
extraurbana si intende quella che compone la
rete stradale esterna ai limiti di
perimetrazione dei centri abitati definiti
dall’art. 4, DLgs 285/1992 - Ncs, come
classificata al punto 2. L’arco temporale
di validità del Ptve è fissato in quattro
anni a partire dalla data di
approvazione definitiva: trascorso detto
termine deve procedersi ad un suo
aggiornamento o ad una sua conferma con
apposito atto deliberativo. Sotto il profilo
amministrativo, il Ptve costituisce atto di
programmazione e come tale è soggetto ad
approvazione secondo le procedure di cui
alla legge 8 giugno 1990, n. 142 e
successive integrazioni e modifiche; in
particolare l’iter di approvazione del
Ptve è il seguente:
- delibera di adozione da parte della Giunta provinciale;
- esposizione al pubblico per giorni 30 (trenta) con relativa
contestuale comunicazione di possibile
presentazione di osservazioni (nel medesimo
termine) da parte dei soggetti collettivi e
singoli, pubblici e privati;
- delibera da parte del Consiglio provinciale sulle proposte di piano e
sulle eventuali osservazioni presentate, con
possibilità di rinviare il Ptve in sede
tecnica per le modifiche necessarie;
- delibera di approvazione definitiva da parte del Consiglio
provinciale.
Caratteri e finalità del piano
Il Ptve è caratterizzato, rispetto al Pt di più ampio respiro
programmatorio, dalla previsione di
attuazione di interventi sulla viabilità
extraurbana, da realizzare secondo le
indicazioni e gli standards tecnici in esso
contenuti, tenuto conto di due fattori
fondamentali:
1. attuazione entro l’arco temporale di validità del piano;
2. oneri economici contenuti in conformità alla reale disponibilità
finanziaria dei tempi brevi di attuazione
fissati.
L’art. 36 (comma 4) del Ncs fissa, come finalità generali dei piani
del traffico urbani (Put) ed extraurbani (Ptve),
il perseguimento dei seguenti
obiettivi-chiave:
- miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza
stradale;
- riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico;
- risparmio energetico
da realizzare in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti, con i
piani generali del trasporto e nel rispetto
dei valori ambientali, stabilendo le priorità
ed i tempi di attuazione degli interventi.
Il Ptve provinciale, in accordo con gli
strumenti legislativi di riferimento,
prevede gli interventi che riguardano la
razionalizzazione della offerta e la
gestione della domanda di trasporto. In
particolare:
- l’offerta di trasporto andrà riorganizzata, sia
nell’ambito pubblico che in quello
privato, intervenendo:
1. sul controllo della viabilità privata attraverso una opportuna
gerarchizzazione delle strade (primarie,
secondarie e locali), la differenziazione
dei flussi afferenti (pedoni, cicli e moto,
autoveicoli, ecc.) il riordino di tutti gli
elementi puntuali (intersezioni);
2. sulla fluidificazione e controllo dei sistemi di trasporto
collettivo, in special modo attraverso
interventi che tendano ad un riequilibrio
della ripartizione modale di priorità
rispetto al trasporto privato;
3. sulla gestione e controllo degli spazi di sosta siano essi di
scambio o di destinazione;
- sulla domanda di trasporto gli interventi riguarderanno:
1. una nuova politica di tariffazione nell’ambito stradale, del
trasporto collettivo, della sosta;
2. l’individuazione di zone specifiche per l’accesso e la sosta nel
territorio extraurbano;
3. una disciplina per la distribuzione degli insediamenti, specialmente
produttivi e distributivi di nuovo impianto,
che non aumenti ulteriormente la
congestione.
Il Ptve contiene, pertanto, la definizione dei settori d’intervento,
la cui applicazione consente il
perseguimento delle finalità suesposte,
secondo la seguente articolazione:
- classificazione funzionale della viabilità extraurbana;
- allegato: regolamento di applicazione degli standards tecnici;
- sistemi di controllo del trasporto individuale e collettivo;
- sistemi di informazione dell’utenza;
- regolazione delle intersezioni;
- organizzazione, tariffazione, controllo e gestione della sosta
veicolare extraurbana;
- monitoraggio del traffico e dell’ambiente.
Il Ptve contiene inoltre il programma di attuazione degli interventi da
realizzare nel suo arco temporale di validità
definendo altresì priorità e tempi
attuativi.
Articolazione del piano
Il Ptve adottato, nel merito, si compone dei seguenti capitoli
progettuali:
1. classificazione funzionale della viabilità extraurbana contenente
riferimenti generali, definizione e funzioni
dei tipi di strade extraurbane, standards
normativi e strutturali e classificazione
tecnico-funzionale di piano;
2. programma di attuazione degli interventi sulla viabilità
extraurbana provinciale contenente gli
obiettivi del programma di attuazione, gli
interventi sulla viabilità definiti dal
quadro programmatico, gli interventi
integrativi e quelli per la messa in
sicurezza, le finalità generali ed i
compiti della provincia, la metodologia di
messa in sicurezza e il riordino
amministrativo della viabilità provinciale;
3. sistemi di controllo del trasporto collettivo e individuale
contenente cenni sui sistemi di controllo
del traffico, definizione di detti sistemi
per la gestione del trasporto collettivo e
di quello individuale (telerilevamento e
tecnologie di controllo/informazione);
4. sistemi di informazione dell’utenza - definizione dei sistemi;
5. interventi per la regolazione delle intersezioni;
6. organizzazione, tariffazione, controllo e gestione aree di sosta
contenente la definizione e la
localizzazione delle aree di
interconnessione e dei nodi di interscambio,
gli standards organizzativi, le modalità di
tariffazione, gestione e controllo;
7. monitoraggio del traffico e dell’ambiente generalità contenente i
principi di monitoraggio del traffico su
strada e dei fattori ambientali;
8. tutela dei caratteri ambientali per la viabilità e gli spazi di
sosta contenente riferimenti normativi,
prescrizioni per la progettazione ambientale
della viabilità e principi di tutela delle
infrastrutture di viabilità sia esistenti
che di progetto.
Il Ptve è corredato, inoltre, di:
- una Appendice, contenente indicazioni metodologiche e
problematiche di tutela ambientale, connesse
alle infrastrutture della viabilità
esistenti e/o da sottoporre a progettazione;
- un Allegato - Regolamento di applicazione degli standards tecnici
(Rast) - integrativo della classificazione
tecnico-funzionale delle strade eseguita e
definita nel Ptve - avente per oggetto la
determinazione delle caratteristiche
geometriche e di traffico per ciascuna
strada compresa nell’ambito territoriale
provinciale.
Classificazione funzionale della viabilità extraurbana
Fondamentale, sotto il profilo progettuale, è stato procedere alla
individuazione precisa di una
classificazione tecnico-funzionale della
rete.
La riorganizzazione della circolazione stradale, sia a livello urbano
che extraurbano, richiede in primo luogo la
definizione di una idonea classifica
tecnico-funzionale delle strade,
riferita esclusivamente alle diverse
caratteristiche geometriche e di traffico,
che si antepone alla classifica di carattere
amministrativo.
Detta classifica tecnico-funzionale individua o attribuisce, infatti,
il ruolo preminente e l’uso più opportuno
che ciascun elemento viario deve o dovrà
svolgere all’interno della rete stradale
extraurbana provinciale, sia per evitare la
promiscuità di tipi di traffico diversi
(quali quelli che richiedono spostamenti di
lunga distanza e quelli che sono a carattere
locale), sia per assegnare le priorità alle
intersezioni e, in generale, per risolvere i
relativi problemi di congestione e sicurezza
del traffico.
Il miglioramento delle condizioni di circolazione contribuisce in
misura rilevante, inoltre,
all’abbattimento degli inquinamenti
acustici ed atmosferici (e all’incremento
del risparmio energetico) riducendo i tempi
di attesa alle intersezioni e migliorando la
fluidità delle correnti veicolari lungo i
tronchi stradali consentendo, dunque, di
perseguire gli obiettivi generali del piano
e di legge.
Per quanto riguarda la sicurezza del traffico la regolazione e
l’assegnazione delle priorità alle
intersezioni vanno tenute nella massima
considerazione sulla viabilità in ambito
extraurbano dove si registrano velocità dei
veicoli sensibilmente più elevate, rispetto
agli ambiti urbani e che i punti
maggiormente critici sono generalmente
individuabili proprio in corrispondenza
delle intersezioni stradali.
Al fine di assolvere adeguatamente la funzione preminente che ciascun
elemento viario deve svolgere all’interno
della rete stradale e, quindi, al fine di
assicurare un omogeneo grado di sicurezza e
di regolarità d’uso delle stesse
infrastrutture stradali, la classifica
funzionale delle strade è stata integrata
dal Rast, che determina le caratteristiche
geometriche e di traffico e la disciplina
d’uso di ogni tipo di strada extraurbana
provinciale.
I valori degli standards tecnici previsti nel Rast, sono da
considerarsi cogenti per le strade di
nuova realizzazione e da considerarsi come obiettivo
da raggiungere per le strade esistenti
laddove siano previsti vincoli strutturali
immediatamente non eliminabili.
Definizione e funzioni dei tipi di strada extraurbana
Le strade extraurbane
e di connessione urbana, presenti o in corso
di realizzazione all’interno dell’ambito
territoriale provinciale, sono state
classificate (ai sensi dell’art. 2, comma
2, del DLgs 285/1992 Ncs) in riferimento
alle loro caratteristiche costruttive,
tecniche e funzionali (ovvero in rapporto
alla velocità di esercizio prevista), nei
seguenti tipi principali:
a) autostrade (tratte extraurbane di viabilità primaria - tipo
A), comprendenti le tratte autostradali,
relative varianti, raccordi e aste di
penetrazione urbana, con funzione di rendere
il centro abitato estraneo al traffico che
non ha interessi specifici, in quanto a
origine e destinazione, con il centro
medesimo. La velocità non deve essere
superiore ai 130 km/h e le
caratteristiche di progetto permettono di
sostenere un flusso vicino alla saturazione
con valori intorno a 1800-2000
veicoli/ora per corsia di marcia;
b) strade extraurbane principali (tipo B) con funzione di
consentire un alto livello di servizio degli
spostamenti di scambio con l’esterno della
provincia dove non esistono direttrici
autostradali e spostamenti di media
percorrenza interna, con velocità massima
non superiore ai 110 km/h, e un
flusso veicolare che può essere maggiore di
1.000 veicoli/ora per corsia di marcia;
c) strade extraurbane secondarie (tipo C) con funzione di
raccordare centri abitati o parti della rete
primaria, con velocità massima non
superiore a 90 km/h, flussi veicolari
non elevati (700¸900 veicoli/ora per corsia di marcia) in quanto si prevede
che abbia un’unica carreggiata, con almeno
1 corsia per senso di marcia, con banchina
pavimentata;
d) strade di interesse locale (tipo F): riguardano tutte
le strade provinciali e comunali extraurbane
con funzione piuttosto ampia in quanto è
data per negativo. Infatti, comprende tutto
ciò che non rientra nelle categorie
precedenti. La velocità ammissibile può
essere compresa tra 50 e 90 km/h.
Standards normativi e strutturali
Le strade extraurbane, di cui alla classificazione adottata, debbono
avere, come riferimento normativo e
strutturale (cfr. art. 2, DLgs 285/1992 -
Ncs), le seguenti caratteristiche minime:
a) autostrada (tipo A): tratta extraurbana di strada
primaria, a carreggiate indipendenti o
separate da spartitraffico invalicabile,
ciascuna con almeno due corsie di marcia,
eventuale banchina pavimentata a sinistra e
corsia di emergenza o banchina pavimentata a
destra, priva di intersezioni a raso e di
accessi privati, dotata di recinzione e di
sistemi di assistenza all’utente lungo
l’intero tracciato, riservata alla
circolazione di talune categorie di veicoli
a motore contraddistinta da appositi segnali
di inizio e fine. Per la sosta devono essere
previste apposite aree con accessi dotati di
corsie di decelerazione e di accelerazione.
La fascia di pertinenza è ³ 20 m;
b) strada extraurbana principale (tipo B): strada a
carreggiate indipendenti o separate da
spartitraffico invalicabile, ciascuna con
almeno due corsie di marcia e banchina
pavimentata a destra, priva di intersezioni
a raso, con accessi alle proprietà laterali
coordinati, contraddistinta dagli appositi
segnali di inizio e fine, riservata alla
circolazione di talune categorie di veicoli
a motore; per eventuali altre categorie di
utenti devono essere previsti opportuni
spazi. Deve essere attrezzata con apposite
aree di servizio, che comprendano spazi per
la sosta, con accessi dotati di corsie di
decelerazione e di accelerazione. La fascia
di pertinenza è ³
15 m;
c) strada extraurbana secondaria (tipo C): strada ad
unica carreggiata con almeno una corsia per
senso di marcia e banchine. La fascia di
pertinenza è ³
12 m;
d) strada locale (tipo F): strada extraurbana,
opportunamente sistemata per la circolazione
veicolare e pedonale, non facente parte
degli altri tipi di strade. La fascia di
pertinenza è ³ 5 m.
Classificazione tecnico-funzionale di piano
Il Ptve ha definito dunque, in riferimento alle caratteristiche
costruttive, tecniche e funzionali,
esistenti e di progetto, la seguente gerarchia
tecnico-funzionale della rete extraurbana:
a) sistema autostradale (tipo A):
- A30: Caserta-Mercato S. Severino;
- A3: Napoli-Salerno-Reggio Calabria;
- Superstrada Salerno-Avellino;
- raccordo A3: Sicignano degli Alburni-Potenza;
- collegamento A30-A3;
b) strade extraurbane principali (strade di grande comunicazione
- tipo B):
- Ss18: Tirrena Inferiore (con relative varianti) da Battipaglia al
confine regionale con la Calabria;
- Ss 517: Bussentina;
- Ss 91: della Valle del Sele;
c) strade extraurbane secondarie (strade di connessione
territoriale - tipo C):
- ex Ss 367 dal confine con Provincia di Napoli a Sarno-Pagani;
- Sp 2: Maiori-Chiunzi;
- Ss 163 Amalfitana;
- ex Ss 266 Nocera Inferiore - Mercato S. Severino;
- variante alla Ss 18: Tirrena Inferiore dal confine con Provincia di
Napoli a Salerno;
- Ss 88 dei Due Principati;
- ex Ss 164 dal confine con Provincia di Avellino a Bellizzi;
- alternativa alla Sp 175 Litoranea;
- Ss 19 delle Calabrie;
- ex Ss 166: Capaccio-Roccadaspide-Atena Lucana;
- ex Ss 468 da Ss 19 a Ss 18 (Vallo Lucania);
- ex Ss 267 da Agropoli a Velia;
- ex Ss 447 Castelnuovo Cilento-Velia-Palinuro-Futani;
- ex Ss 562 da Palinuro a Policastro Bussento;
d) strade d’interesse locale: comprende tutte le altre strade
(e tratte delle stesse), provinciali e
comunali, di servizio locale non incluse
negli elenchi a), b) e c) di cui sopra.
La suddetta classificazione tecnico-funzionale della viabilità
extraurbana è stata redatta tenendo conto
dei seguenti elementi:
- caratteristiche strutturali fissate dall’art. 2 del Ncs, che nel
caso di strade esistenti, sono da
considerarsi come obiettivo da
raggiungere, qualora siano presenti
vincoli fisici immediatamente non
eliminabili;
- caratteristiche geometriche esistenti per ciascuna strada presa in
esame;
- caratteristiche funzionali.
Tale classificazione, inoltre, assume contenuto, ad un tempo,
strategico e pratico.
Strategico
in quanto in essa sono elencate le
infrastrutture esistenti, in corso di
esecuzione, di progettazione e proposte
(anche se ancora non sottoposte alla
valutazione di fattibilità
tecnico-economica) che rispondono alle
funzioni prestabilite.
Pratico in
quanto tale classificazione risponde
all’esigenza di disporre di un indirizzo
per la formulazione di strumenti di
programmazione, gestione e monitoraggio
degli interventi.
Alla classificazione di progetto è stato allegato, per quanto riguarda
le caratteristiche costruttive e tecniche
cui fare riferimento per la redazione
progettuale delle nuove infrastrutture della
viabilità extraurbana e per l’adeguamento
di quelle esistenti, un Rast contenente la
definizione:
- delle caratteristiche geometriche della sezione trasversale;
- delle caratteristiche geometriche del tracciato;
- delle caratteristiche geometriche delle intersezioni.
Obiettivi del programma di attuazione
La classifica tecnico-funzionale della viabilità extraurbana assume un
ruolo primario nella pianificazione e
programmazione degli interventi strategici
da attuare sulla rete del trasporto su
strada. Tali interventi rispondono ai
seguenti criteri-guida:
- miglioramento delle capacità di trasporto dell’intero sistema
provinciale e delle sue connessioni con
l’esterno e fra i centri urbani,
comprendente la rete stradale, le aree di
sosta ed i servizi di trasporto pubblico
collettivo;
- adeguamento alle indicazioni progettuali all’interno della logica
del sistema della mobilità, del sistema
ambientale e della pianificazione
urbanistica, con particolare attenzione al
coordinamento con i piani che governano
detti sistemi;
- adeguamento alle caratteristiche tecniche e funzionali, fissate dal
presente piano, al fine di far svolgere ad
ogni infrastruttura stradale il ruolo
gerarchico definito dalla classifica.
Pertanto ogni intervento di modificazione della viabilità, in
particolare ove esistono situazioni di
criticità, deve trovare fondamento,
giustificazione e coerente finalizzazione in
una complessiva riqualificazione del sistema
della mobilità e del territorio per
l’intera area provinciale salernitana.
Ovvero, qualunque intervento di modesta o consistente modificazione
delle infrastrutture stradali, anche se
motivato da urgenze occasionali o puntuali,
dovrà essere ricondotto a funzionalità e
compatibilità complessiva nell’ambito di
sistema globale, sia territoriale che
infrastrutturale. Tale intervento dovrà
inoltre essere attuato in relazione alla
ottimizzazione dei rapporti costi/benefici,
puntando ad incrementare i benefici (sia
puntuali che generali) e a minimizzare i
costi.
Il programma di attuazione degli interventi da realizzare sulla
viabilità extraurbana ha inteso individuare
tutte le modificazioni della rete stradale
nella provincia, da prevedere nell’arco
temporale di breve/medio e lungo termine,
affinchè il sistema viario possa
ottemperare agli obiettivi fissati dal piano
della mobilità.
Detto programma è stato redatto tenuto conto dei seguenti documenti:
- piano territoriale di coordinamento, nella sua stesura di
progetto adottato;
- piano regionale dei trasporti della Campania (1993);
- Provincia di Salerno (settore viabilità): elenco degli interventi più
significativi (escludendo cioè interventi
di manutenzione) indicati nel piano
esecutivo di gestione 2002-2004.
Ad integrazione della definizione degli interventi suddetti la
provincia dovrà operare una puntuale
analisi sulla viabilità extraurbana attuale
per verificare la rispondenza a livello
di servizio assegnato.
Assegnato un livello di servizio C (riferito a condizioni ideali)
come livello minimo cui debbono rispondere
le strade della rete primaria e secondaria
(tipo A, tipo B e tipo C) l’analisi deve
evidenziare le tratte stradali che non
ottemperano a tale livello minimo e dove,
pertanto, si dovrà intervenire con
adeguamenti infrastrutturali.
Infine dovranno essere verificate in sede attuativa le indicazioni dei
comuni circa le tratte ed i nodi critici
per stabilire come intervenire.
Gli interventi di adeguamento delle infrastrutture stradali della
viabilità classificata dal piano,
individuati di massima alla macroscala
provinciale, debbono essere definiti, nel
dettaglio, alla scala progettuale
nell’ambito dei piani esecutivi.
Interventi sulla viabilità definiti nel quadro programmatico
Gli interventi sulle infrastrutture della viabilità extraurbana, da
realizzare nell’arco temporale di validità
del Ptve, come definiti nel quadro
programmatico provinciale, sono così
articolati:
a) sistema autostradale;
b) strade extraurbane principali (grande comunicazione);
c) strade extraurbane secondarie (connessione territoriale);
d) strade extraurbane locali.
Nel dettaglio sono stati indicati:
a) sistema autostradale:
- adeguamento carreggiata a 3 corsie per senso di marcia del raccordo
autostradale da Mercato S. Severino a
Baronissi e potenziamento barriera di
Mercato S. Severino;
- nuova tratta da Baronissi a S. Mango Piemonte, sulla A3
Salerno-Reggio Calabria;
- adeguamento della A3 Salerno-Reggio Calabria, con inserimento della
terza corsia, almeno nel tratto Salerno
Battipaglia e apertura di un nuovo svincolo
all’altezza di Bellizzi per il
collegamento dell’area dell’aeroporto e
del previsto interporto (svincolo di
Pagliarone);
- ampliamento a tre corsie dell’intera autostrada
Napoli-Pompei-Salerno e la realizzazione di
nuovi svincoli in sostituzione degli
esistenti tra cui anche quelli di Nocera
Inferiore (svincolo e barriera), Cava de’
Tirreni, Pagani, Angri e l’accesso da
Nocera Superiore;
- nuova bretella di collegamento tra la A3 Napoli-Pompei-Salerno e la
A30 Caserta-Salerno, da S. Giuseppe
Vesuviano ad Angri;
b) strade extraurbane principali (grande comunicazione):
- completamento del tracciato di variante della Ss 18 tra Agropoli e
Sapri e del suo collegamento tra la valle
del Bussento verso Sanza-Padula (Sp 16);
c) strade extraurbane secondarie (connessione territoriale):
- asse stradale alternativo alla Ss 18 tra le località di Scafati e
Cava dei Tirreni;
- percorso alternativo alla Ss 18 e alla provinciale litoranea (Sp
175), nel tratto Pontecagnano-Agropoli,
mediante adeguamento della viabilità
provinciale e comunale preesistente
(ristrutturazione e l’adeguamento della Sp
417 Ponte Abate Giustini-Aversana-Santa
Cecilia);
d) strade extraurbane locali:
- per il dettaglio si rinvia al Programma Triennale
OOPP (2002-2004) approvato
dall’amministrazione provinciale.
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