Nelle fasi più significative della sua storia il ruolo del Vallo di
Diano è stato caratterizzato, nel contesto
territoriale meridionale, dal convergervi di
feconde relazioni fra regioni e
culture diverse. Ciò ha contribuito a
costruirne la peculiare fisionomia,
particolarmente interessante per
l’intreccio interattivo nella sua
struttura e nel suo paesaggio delle
componenti naturali con le componenti
artificiali, di diversa ascendenza, ma
vitalmente fuse. La circostanza poi di una
situazione sempre relativamente eccentrica
ed estensiva ha facilitato la sopravvivenza,
fino ai giorni più recenti, dei valori e
dei caratteri propri, anche se a prezzo di
una relativa marginalità, percepibile in
sostanza, più che come carenza assoluta di
servizi, come distanza dalla
condizione urbana. Negli anni più
prossimi a noi, si sono profilati
cambiamenti cospicui, portatori di
potenzialità, ma ancor più di rischi assai
gravi. Da un lato, infatti, sono stati
promossi o consentiti interventi che,
aderendo alla lettura più corriva delle
dinamiche quantitative del contemporaneo,
solo in apparenza riducevano la distanza
dalla città e, dall’altro, si sono perse
molte occasioni per cogliere congiunture di
diverso segno che, però, avrebbero
richiesto il totale superamento dei forti
particolarismi presenti,
dall’individualismo nel privato al
municipalismo nel pubblico. Oggi si
affacciano taluni elementi di novità che
rappresentano un diverso livello di
opportunità. Ne citiamo solo alcuni:
- la regione ad ovest del Vallo, costituita in Parco naturale
nazionale del Cilento e del Vallo di Diano,
può ora interloquire fra i protagonisti nei
processi organizzativi del Vallo e in una
prospettiva qualitativa di sviluppo;
e, d’altro canto, anche sul versante
orientale i territori lucani, dalla Val
d’Agri al Pollino, possono fare sistema
in una prospettiva di valorizzazione
turistica innovativa dell’ambiente;
- la dimensione metropolitana nella quale – anche nelle aree
interne e rade – viene ormai percepito il
proprio rapporto con il territorio da ogni
soggetto sociale (che non trova più
nell’orizzonte del proprio paese
che una quota minima della soddisfazione
delle proprie esigenze materiali e
immateriali) facilita la costruzione di
strategie integrate;
- l’attività di pianificazione in corso alla scala sovracomunale (piano
territoriale provinciale, piano del parco)
può porre sul tappeto, in termini non più
astratti e teorici, bensì concreti ed
operativi, gli obiettivi prioritari di
riqualificazione.
Il tema è oggi quello del progressivo superamento della marginalità
mediante interventi e politiche che non
provochino la distruzione o il degrado dei
valori e dei caratteri del Vallo. Quella che
occorre costruire è dunque una strategia di
sviluppo basata sulla valorizzazione delle
risorse – materiali e immateriali –
disponibili in situ (sviluppo locale), su
meccanismi economici durevoli (sviluppo
sostenibile), su orizzonti di mercato
calibrati (sviluppo autocentrato), su
logiche sistemiche di complementarità ed
equilibrio (sviluppo diffuso). In una
impostazione del genere, non vi è spazio
per interventi mega di alcun tipo, ma
solo per il necessario impegno a recuperare
– riducendone le negatività – gli
episodi di concentrazione/polarizzazione del
passato. Ci sembrano invece da considerare
condizionanti, se non strettamente
propedeutiche, politiche adeguate di tutela
e riqualificazione ambientale.
Le politiche di tutela e di riqualificazione ambientale
L’articolata orografia dei rilievi che delimitano l’esteso bacino
intermontano del Vallo, determinata da
complessi processi geologici, conferisce un
carattere suggestivo all’intero sistema
ambientale in cui, ad impervi bastioni, si
susseguono versanti accidentati sormontati
da alti pianori sommatali, di rado
interrotti da strette valle trasversali
utilizzate come accessi alle aree
contermini. I limiti fisici dell’area del
Vallo corrispondono ai limiti strutturali di
un sistema morfologico chiuso in cui i
processi morfoevolutivi risultano
sostanzialmente in equilibrio nelle aree di
fondovalle, grazie alle canalizzazioni di
bonifica del Tanagro, e variamente attivi
nelle fasce pedemontane e montane, in
relazione alla geolitologia locale ed alle
acclività delle pendici. La fascia
pedemontana, sede dei centri storici, si
caratterizza per la variabilità delle
clivometrie: accentuate verso l’alto al
passaggio, spesso netto, con la zona
montana, più morbide verso valle, fino a
raccordarsi con la Valle. Nella fascia
pedemontana i processi erosionali sono
ancora attivi ed originano condizioni
d’instabilità conclamate in aree
dissestate là dove più marcato è stato
l’abbandono antropico. Le azioni da
prevedere vanno mirate, nella piana, alla
rinaturalizzazione del sistema
Tanagro-canali, sistema da migliorare anche
in relazione al rischio di esondazioni o
appantanamenti e, nelle zone acclivi, alla
difesa attiva del suolo. Dall’altopiano di
Campostrino e fino al limite settentrionale
del comprensorio considerato, il paesaggio
è dominato dall’incisione del corso
d’acqua e dalle ripide balze calcaree
degli Alburni e da un vasto sistema
collinare, anche terrazzato, rispettivamente
in sinistra e destra orografica. Il contesto
ambientale così articolato assume connotati
totalmente differenti da quelli del Vallo e
l’elemento dominante è rappresentato
dalle acque, superficiali e profonde, che
assumono valori di risorsa ambientale e
paesaggistica. Ad esse si deve l’intensa
erosione superficiale, con il modellamento
della locale porzione del bacino imbrifero
del Tanagro e la formazione dell’intricato
sistema carsico di questa parte degli
Alburni. Gli habitat formati dalle acque
defluenti, spesso anche di natura relittuale,
sono suggestivi e, se protetti,
rinaturalizzati e valorizzati, possono
utilmente concorrere sia al rilancio
turistico di questo territorio sia ad
incentivarne le attività produttive.
Le componenti storico-culturali dell’ambiente del Vallo, è ben noto,
rivestono uno straordinario interesse. Esse
comprendono numerose testimonianze
archeologiche dei periodi lucano e romano,
le vestigia degli insediamenti longobardi e
normanni e numerosissimi monumenti religiosi
e civili delle età successive, nonché i
tessuti insediativi – di straordinario
interesse culturale – di tutti i centri
storici del comprensorio. Negli anni recenti
sono state realizzate significative
iniziative di restauro e di valorizzazione
culturale che stanno iniziando a produrre
positivi risultati in campo turistico. Ma
molto ancora resta da fare, soprattutto in
termini di promozione della percezione
integrata e della comprensione del sistema
di relazioni che, nelle varie fasi della
storia del Vallo, hanno legato, fra loro e
con il contesto geografico e naturale, ogni
componente insediativa, aulica ed opulenta
rappresentazione dei valori dominanti e del
potere ovvero essenziale risposta alle
esigenze produttive e riproduttive della
sopravvivenza. E ciò in una complessa
strategia di sviluppo economico e sociale,
nella quale agli obiettivi specifici della
valorizzazione turistica si affianchi
l’obiettivo della compiuta
riappropriazione culturale da parte delle
comunità locali, per il pieno dispiegamento
di quel milieu che può costituire
risorsa e motore insieme dello sviluppo
locale di cui accennavamo
all’inizio.
Figura 1 -
La descrizione: la qualità degli
insediamenti |
|
Le politiche di valorizzazione sostenibile
Il settore agricolo rappresenta ancora oggi una componente essenziale,
per disponibilità di fattori produttivi e
per saperi, del patrimonio locale di
risorse.
Nel comprensorio sono presenti circa 11.270 aziende agrarie
caratterizzate dall’avere in media 3 Ha di
superficie agricola utilizzata. I boschi
occupano circa il 35% della superficie
agricola, la restante parte è destinata a
coltivazioni agricole prevalentemente di
tipo seminativo; tra le colture arboree,
l’olivo e la vite sono le specie più
rappresentate.
La tipologia delle aziende agrarie del Vallo depone per una struttura
degli ordinamenti produttivi di tipo
zootecnico e per una valorizzazione dei
prodotti animali trasformati (carne, latte)
orientata allo sfruttamento di marchi di
qualità.
In questo contesto andrebbe sviluppata con idonei strumenti legislativi
una zootecnia biologica alla luce del
regolamento Cee 1804/1999. La normativa
prevede che le produzioni zootecniche
debbano contribuire all’equilibrio dei
sistemi di produzione agricola rispondendo
alle esigenze di elementi nutritivi delle
colture e migliorando la sostanza organica
nel terreno, contribuendo a mantenere
rapporti di complementarità tra terra e
vegetale, vegetale ed animale, animale e
terra.
L’attività zootecnica trova nell’azienda biologica una naturale
collocazione in un’ottica di equilibrio
agro-ecologico, essendo un’attività in
grado di collegare e caratterizzare le
produzioni vegetali dell’azienda che
permette una corretta gestione del
territorio favorendo la valorizzazione anche
di superfici aziendali cosiddette marginali.
Si individua così una prospettiva di sviluppo assai significativa
sotto il profilo economico, sotto il profilo
della compatibilità ambientale e sotto il
profilo della congruenza intersettoriale in
una logica di valorizzazione turistica di
tutte le risorse locali.
Nei settori extra-agricoli le potenzialità più significative di
sviluppo si individuano nel turismo e nei
servizi, ma non si possono per questo
considerare marginali e trascurabili le
prospettive dell’artigianato e della
piccola-industria, specialmente in una
ottica di integrazione intersettoriale sia
con l’agricoltura e la zootecnia sia con
il turismo.
Si segnalano perciò alcune opportunità peculiari legate a produzioni
tipiche o tradizionali (comparto
lattiero-caseario, olio, lavorazione
artistica della pietra) per le quali sarebbe
opportuno impostare un complesso di
politiche moderne di sostegno (dai marchi di
qualità alle scuole di formazione).
La preesistente distribuzione policentrica degli insediamenti e la
diffusa presenza di risorse culturali e
naturalistiche, suscettibili di
valorizzazione turistica, appaiono spontaneamente
congruenti con il modello di sviluppo
locale che proponiamo, basato sulla
distribuzione diffusa di ruoli e
caratterizzazioni capaci di costruire un
reticolo integrato di relazioni di
complementarità fra i centri storici
recuperati, gli aggregati recenti
riqualificati e le attrezzature ed i
percorsi turistici.
Figura 2 -
La proposta |
|
Per quanto riguarda i servizi pubblici di livello superiore, occorre
integrare le esistenti localizzazioni, ma è
opportuno altresì promuovere lo sviluppo di
servizi privati di tipo urbano, anche solo
attraverso la riqualificazione insediativa
degli aggregati residenziali ed il
miglioramento dei trasporti collettivi
comprensoriali. Attualmente, i servizi di
trasporto collettivo su gomma servono solo
incidentalmente una quota ridotta di
spostamenti tra i centri del Vallo lungo gli
itinerari diretti verso Battipaglia-Salerno.
Occorre invece studiare la/e soluzione/i
migliore/i (circolare del Vallo,
reticolo di navette dirette,
soluzioni miste, anche articolate per
vettori e modalità – autobus, microbus e
taxi collettivi – ivi inclusi eventuali
servizi a prenotazione) per garantire tutte
le necessità di mobilità, anche quelle dei
cittadini fra tutte le componenti del sistema
del Vallo, pure in relazione alla
riattivazione della linea ferroviaria
Sicignano degli Alburni-Lagonegro.
Le politiche per il turismo postulano anch’esse una impostazione
articolata e sistemica. Al di là di taluni
interventi specifici, è la promozione di
una galassia di iniziative coerenti e
interrelate che occorre attivare,
avvalendosi ovviamente degli impulsi
ricavabili dalle attività in essere
(turismo culturale e scolastico a Padula e
Pertosa, turismo termale a Montesano). Si
tratta, ad esempio, di promuovere il riuso
– specie nei centri storici – di spazi
idonei ad una utilizzazione ricettiva,
articolata per categorie e modalità,
dall’albergo alla pensione al bed and
breakfast, garantendo però sia un
coordinamento gestionale sia un livello
adeguato di qualità del servizio per
ciascuna categoria.
Figura 3 -
Valorizzazione turistica e culturale
del territorio di Padula |
|
Il rapporto fra il Vallo, come luogo di transito di flussi di
viaggiatori, ed il patrimonio turisticamente
rilevante del contesto territoriale
immediato e meno prossimo, va costruito
soprattutto mediante l’offerta di
opportunità di sosta attraenti per una
pluralità di fattori (interesse plurimo
delle mete accessibili in una medesima unità
di tempo; qualità allargata del
servizio, sia come amenità che come
efficienza aziendale; costo; disponibilità
di produzioni tipiche di qualità). A tali
fini, si propone l’attivazione di alcuni punti
verdi sull’autostrada o in prossimità
di alcuni svincoli nei quali siano
illustrate le varie possibilità di
fruizione. Ad integrazione della sosta
breve, occorre poi offrire gli opportuni
servizi di promozione e sostegno
all’escursionismo nel parco del Cilento,
mediante la realizzazione (anche riusando
idonei edifici dismessi) di alcune centraline
di servizio al parco opportunamente ubicate
nelle quali il forestiero possa trovare le
informazioni, i materiali, i servizi più
idonei allo svolgimento delle sue escursioni
nonché la disponibilità per l’acquisto
di prodotti tipici locali. Una delle
iniziative più significative per la
valorizzazione turistica del patrimonio
ambientale del comprensorio potrebbe
riguardare l’attivazione del percorso
carsico e del parco fluviale del
Tanagro. Le forme carsiche, riscontrabili un
po’ ovunque alla base degli Alburni,
risultano maggiormente estese tra Polla ed
Auletta, dove la continuità dei condotti,
la varietà delle forme e le frequentazioni
preistoriche delle maggiori cavità, fanno sì
che il locale sistema carsico assuma valore
primario di permanenze storico-ambientali.
Nelle condizioni attuali tale sistema, oltre
a ricevere scarsa attenzione da parte dei
flussi turistici per l’inadeguatezza dei
servizi e degli strumenti informativi, pone
dei problemi di fragilità in termini di
conservazione ambientale e di tutela
paesaggistica.
È necessario, cioè, da un lato attivare quelle azioni che consentano
nel tempo il miglioramento, prima, ed il
mantenimento, dopo, degli equilibri naturali
che presiedono al funzionamento del sistema
carsico: preservare le aree di infiltrazioni
idriche superficiali e profonde nelle crive
di Polla, proteggere le aree di accesso alle
cavità e riqualificare le porzioni di
territorio che comprendono i sistemi ipogei.
Gli obiettivi sono perseguibili attraverso
la realizzazione di un percorso carsico
a valenza storico-ambientale che da Polla
raggiunga Caggiano passando per Pertosa ed
Auletta.
Figura 4 -
Il parco fluviale del Tanagro e
l’area attrezzata delle grotte
dell’Angelo |
|
Il locale sistema carsico può essere messo in rete attraverso
collegamenti montani (intersezione con i
sentieri del trekking del Parco del Cilento
e Vallo di Diano e del trekking
dell’Alleanza) e lungo la Valle del
Tanagro, integrandosi con un più vasto
parco fluviale della media valle dello
stesso fiume.
Il parco fluviale della media valle del Tanagro può essere delimitato
dalla porzione naturale del bacino imbrifero
che da Polla raggiunge Auletta. Oltre alla
connessione con il percorso carsico,
il parco va inteso come un’azione attiva
di rinaturazione delle fasce riparali e
dell’alveo del Tanagro per la mitigazione
dei rischi di erosione delle sponde e di
alluvionamento delle zone vallive. Le azioni
che in tale fascia possono essere attivate
sono finalizzate alla riqualificazione ed
alla protezione degli ecosistemi relittuali
degli habitat esistenti e delle aree
naturali esistenti per la riattivazione e la
ricostituzione di ambienti umidi e per il
ripristino ed ampliamento delle aree a
vegetazione spontanea. Inoltre, nei tratti
torrentizi in forre possono essere istituiti
percorsi canoistici.
Tutta la fascia ripariale può essere resa fruibile anche con piste
ciclabili attrezzate con aree di sosta e di
avvistamento.
Figura 5 -
La riqualificazione degli
insediamenti sparsi di Teggiano |
|
Le
politiche di riqualificazione
infrastrutturale ed insediativa
Per quanto riguarda il sistema della mobilità nel Vallo di Diano si
ritiene sia possibile conseguire un notevole
miglioramento complessivo attraverso un pacchetto
integrato di interventi, che comprenda la
citata riattivazione della linea ferroviaria
Sicignano-Lagonegro, la realizzazione di un
nuovo svincolo sulla A3 in posizione
intermedia fra gli attuali caselli di Sala
Consilina e Padula-Buonabitacolo, la
costruzione di una nuova strada parallela
alla ferrovia fra lo svincolo di Sala
Consilina e l’incrocio con la provinciale
Silla-Trinità, i miglioramenti di
efficienza e sicurezza connessi con la
realizzazione della terza corsia sulla A3,
l’adeguamento a norma dell’intera rete
statale e provinciale in esercizio, con la
realizzazione dei necessari interventi
locali anche di calibrati tronchi
integrativi o sostitutivi di tratte non
migliorabili per commistione di funzioni
urbane. In particolare, per la linea ferrata
può prevedersi la riattivazione per
utilizzazioni plurime:
- per il trasporto collettivo di persone;
- per il trasporto merci negli orari notturni;
- per convogli con spiccata caratterizzazione turistica, con soste
programmate in stazioni dotate di
particolari attrattive
paesaggistico-ambientali, ovvero in stazioni
deputate all’accesso a manifestazioni
sportive, musicali o culturali.
In questo quadro, l’aviosuperficie di Teggiano, opportunamente
sistemata, collegata con la viabilità
primaria e dotata della necessaria
segnaletica, di un parcheggio e delle
attrezzature indispensabili (ivi incluso un
piccolo edificio con servizi igienici e
punto di ristoro), può partecipare al sistema
svolgendo anch’essa funzioni integrate, in
prevalenza di tipo sportivo e turistico
(gare di paracadutismo, rallies per aerei da
turismo o superleggeri, escursioni aeree sul
parco del Cilento), ma anche,
all’occorrenza, di aviosoccorso e di
protezione civile.
I tessuti storici debbono essere oggetto di programmi articolati di
riqualificazione e vitalizzazione, capaci di
conseguire in modo integrato obiettivi tanto
di tutela attiva dei loro valori documentari
e culturali, quanto di valorizzazione
sostenibile specie nella rinnovata
prospettiva di un turismo culturalmente
qualificato.
Sotto questo profilo, la promozione delle attività private nella
ricettività e nelle attività complementari
deve far percepire agli operatori
l’opportunità di offerte articolate in
rapporto a ciascun segmento di domanda e
insieme la necessità di garantire, per
ciascun livello di prezzo, il servizio
corrispondentemente più adeguato.
Parallelamente l’intervento pubblico deve restaurare e rendere
fruibili il numero più ampio possibile di
monumenti e beni culturali e
sistematicamente migliorare la qualità
degli spazi pubblici e la dotazione di
attrezzature e arredi urbani compatibili con
le caratteristiche ambientali.
Anche gli aggregati edilizi recenti, in prevalenza non radicalmente
incompatibili con i caratteri paesaggistici
del Vallo, meritano programmi di
riqualificazione basati sull’incremento e
sulla riorganizzazione degli spazi pubblici
come più consistente armatura urbana,
sulla ricucitura dei margini sfrangiati
mediante calibrati interventi edilizi, sul
recupero funzionale di manufatti dismessi (a
Silla, un ex deposito di laterizi come
centro per la valorizzazione di prodotti
tipici locali e centro servizi per
l’agricoltura e l’attività casearia) o
sulla realizzazione ex novo di opportune
attrezzature (ad esempio, attrezzature
destinate a giovani, per lo spettacolo ed il
ballo e multisala cinematografica, ai
margini di Montesano Scalo).
In tale contesto, il centro sportivo meridionale
(Csm) deve trovare un nuovo ruolo integrato:
in primo luogo, occorre realizzare nelle sue
adiacenze una quota di ricettività
alberghiera, indispensabile – fra
l’altro – al funzionamento estivo del
centro come luogo di ritiro e preparazione
di compagini sportive e nel resto
dell’anno come centro polifunzionale per
lo spettacolo, la musica, la cultura e lo
sport; in tale ottica, l’area di
integrazione del Csm potrebbe poi prevedere
anche scuole sportive (ad esempio per il
paracadutismo, in considerazione delle
relazioni possibili con la prossima
aviosuperficie di Teggiano), nonché un parco
agricolo per attività campestri.
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