C’è un obiettivo verso il quale la Giunta
regionale della Campania ha lavorato fin dal
primo giorno del suo insediamento: il
rilancio e lo sviluppo delle diverse aree
provinciali, attraverso la costruzione e la
realizzazione di progetti integrati che, con
il coinvolgimento di tutte le forze,
costituiscano elementi sostanziali per la
modernizzazione del Mezzogiorno e
l’ottimizzazione delle sue rilevanti
risorse.
In Provincia di Salerno abbiamo inteso dare
concretezza a questo disegno. L’impegno di
oltre 400 milioni di euro, provenienti dai
fondi del Programma operativo regionale
2000/2006, rappresenta una risposta
significativa da parte della Giunta alle
attese di tutta l’area. I progetti integrati
territoriali, quelli a gestione regionale,
infine i nazionali hanno trovato la nostra
disponibilità sulla base del modello che
abbiamo inteso privilegiare e che consente,
nei fatti, di dichiarare definitivamente
superata la stagione dei fondi a pioggia, di
una gestione improvvisata e non
corrispondente alle esigenze del territorio.
Abbiamo, inoltre, con fatica e con impegno
di tanti, affermato la cultura della
programmazione.
La proposta avanzata dall’Assessorato al
territorio ed alla mobilità della provincia,
e pubblicata in questo volume, relativa a
“Dieci progetti per l’occupazione”, ci
appare coma una utilissima base di
discussione per muoverci in questa
direzione. La riteniamo senza dubbio una
elaborazione interessante, sulla quale non
mancherà il nostro convinto sostegno,
laddove verificheremo l’esistenza delle
condizioni necessarie per avviare un
percorso che coniughi assieme sviluppo ed
occupazione, crescita del territorio ed
incremento delle possibilità di lavoro per i
tantissimi giovani ancora alla ricerca di
uno spazio nel circuito produttivo
regionale. Anche perché, in termini di
contenuti, è una elaborazione dal basso che
si incrocia bene con i programmi e le
realizzazioni della Giunta regionale.
Ambiente, attrattori culturali, turismo,
servizi ed infrastrutture, ricerca ed
innovazioni sono le nostre priorità, su cui
stiamo investendo ingenti risorse. Anzi già
se ne vedono le ricadute positive, penso
alle vie del mare, alla metropolitana
regionale, alle strutture di ricerca ed
innovazione.
Su questa strada bisogna andare avanti
insieme e spendere tutte le nostre energie
per impegnare bene e presto i fondi europei
per agganciare il treno dello sviluppo nella
nostra regione.
Antonio Bassolino
Presidente della Giunta regionale della
Campania
Nel corso degli anni ’90, numerose
istituzioni pubbliche sono state
profondamente riformate, essendo mutati
ruoli, missioni, strutture, organizzazioni.
Si è così modificato il loro rapporto con il
territorio e le relative articolazioni
sociali ed economiche.
Giovanni Lambiase, assessore al Territorio e
Mobilità della Provincia di Salerno,
presenta riflessioni e proposte di sviluppo
urbanistico e produttivo del territorio
provinciale nella linea tracciata dal
Presidente della provincia nelle sue
dichiarazioni programmatiche e che
attraverso una riorganizzazione formale ha
prodotto un’azione di governo di notevole
livello.
La riprova si ha sfogliando questo volume,
il secondo della collana schede di
areAVasta, nel quale i dieci progetti per
l’occupazione delineati dimostrano come la
Provincia di Salerno sia stata, in questi
anni, protagonista nello scenario
centro-meridionale, collocandosi fra le
amministrazioni più dinamiche del nostro
paese.
Le università, dal canto loro, oltre alla
dimensione globale, che sono storicamente
caratterizzate per un’attività di ricerca
integrata a livello internazionale, hanno
dovuto interpretare un nuovo e non meno
semplice ruolo locale, derivante dal
riequilibrio del sistema universitario
nazionale, tendente a collocare attività
autonome su base provinciale.
Al pari delle province, pur distinguendo le
specifiche competenze amministrative, le
università sono chiamate a gestire processi
culturali di grande respiro e non possono
non riconoscere nelle prime un interlocutore
privilegiato.
La collaborazione fra la Provincia di
Salerno e la nostra Università è stata ed è
destinata ad essere ancora più intensa in
quanto le due istituzioni sono legate da un
comune interesse per una efficientizzazione
del territorio da integrare con i tessuti
urbani dei centri della Valle dell’Irno e la
stessa città capoluogo.
Fra i dieci progetti presentati, trova, ad
esempio, posto la realizzazione del
collegamento veloce su ferro fra il Centro
Storico di Salerno ed il Campus, tendente ad
equipotenziare il territorio secondo il
paradigma reticolare, tipico dei sistemi a
grande efficienza produttiva e limitata
diseconomia da congestione.
È una delle numerose iniziative, per citarne
fra le più qualificanti, intraprese di
comune accordo e con spirito di vera ed
intensa collaborazione fra enti pubblici,
rispettosi della reciproca autonomia ma ben
consapevoli degli irrinunciabili vantaggi
del bagaglio di potenzialità che si liberano
valorizzando la dimensione
interistituzionale.
Raimondo Pasquino
Rettore dell’Università di Salerno
Dopo la fine dell’intervento straordinario
all’interno delle diverse aree del
Mezzogiorno si sono materializzate nuove
dinamiche di sviluppo. L’esistenza di veri e
propri distretti industriali non codificati
o, più spesso, di reti aziendali - meglio
definite come microsistemi - costituite da
piccole o piccolissime entità si è pian
piano trasformata in riferimento principale
per avviare un monitoraggio dei percorsi di
sviluppo locale.
Di fronte a tale scenario gli attori
territoriali si sono ritrovati a
confrontarsi con due ordini di problemi. Il
primo: l’evolversi delle politiche
istituzionali in direzione
dell’accompagnamento della domanda di
sviluppo. Il secondo: la variegata
campionatura delle richieste e delle istanze
provenienti dalla base produttiva.
Le province si sono rivelate nodo strategico
per l’accompagnamento dello sviluppo. In
particolare le problematiche connesse con il
sistema infrastrutturale, con le reti dei
servizi e di distribuzione hanno trovato in
esse il naturale referente su scala
sovracomunale.
Il cammino fin qui percorso testimonia
l’attitudine che le province hanno
dimostrato svolgendo questo ruolo forse - e
senza forse - proprio perché rivestono una
dimensione istituzionale e territoriale
adeguata a tali necessità.
Già dalla legge 142/1990 la provincia era
uscita rafforzata soprattutto con
riferimento alla sua funzione di ente di
governo dell’area vasta: la redazione del
piano territoriale di coordinamento
provinciale che l’articolo 15 le affidava
rappresentò un punto di svolta notevole: si
tratta della vera apertura alla nuova
prospettiva, nella misura in cui a quello
strumento si attribuisca non soltanto la sua
tipica natura di riordino urbanistico e di
riferimento-quadro per le pianificazioni
locali, ma anche una forte valenza
socio-economica, capace di compiere le
grandi opzioni dello sviluppo e, quindi, di
rappresentare il grande quadro dentro il
quale attivare ogni iniziativa sostenibile.
Tutta la successiva evoluzione normativa
confermerà e - per così dire - consacrerà il
nuovo volto della provincia quale ente che
promuove e coordina lo sviluppo del
territorio, soggetto istituzionale capace di
interpretarne le istanze, in dialogo
continuo e costante con tutti gli altri
attori sociali.
Alfonso Andria
Presidente della Provincia di Salerno
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