Aspetti innovativi nell’apparato normativo
del piano
Baronissi ha finalmente il suo primo
piano regolatore generale (Prg).
Adottato nel giugno 2002, il piano ha
concluso il suo iter con la pubblicazione
dei decreti di conformità emessi dal
Presidente della Giunta e dall’assessore
all’urbanistica della Regione Campania sul
bollettino ufficiale della regione n. 24 del
3.6.2003.
La formazione del nuovo Prg è stata per il
Comune di Baronissi l’occasione per dar vita
all’ufficio di piano, allineandosi ai comuni
che hanno maturato le più convincenti
esperienze nella gestione del territorio.
Le finalità principali del piano, in linea
con le ipotesi-obiettivo del documento di
indirizzi, approvato dal Consiglio comunale
nella seduta del 19.1.2001, possono essere
schematizzate nei seguenti punti:
- arrestare il consumo del suolo. Il piano
ha trovato tutto lo spazio di cui ha bisogno
Baronissi per i servizi, le residenze, le
attività produttive, ecc., operando quasi
esclusivamente dentro le aree già
urbanizzate o nell’ambito delle aree già
destinate a trasformazione dal Programma di
fabbricazione del 1972;
- prevedere un radicale miglioramento della
mobilità grazie soprattutto a due
interventi: il potenziamento della rete
infrastrutturale dei trasporti su ferro con
la realizzazione di una bretella tra
l’attuale linea ferrata
Salerno-Baronissi-Mercato San Severino e la
sede universitaria di Fisciano (intervento
previsto nel Ptc e nel piano dei trasporti
predisposti dalla Provincia di Salerno);
interventi di riassetto della viabilità
principale, stradale ed autostradale, ed in
particolare la ridefinizione
dell’accessibilità all’area di Salerno;
- il rapporto dell’ambito territoriale con
l’Università degli studi, presente sul
territorio comunale, fino ad oggi
sottovalutato per i riflessi che esso può
avere nella vita economica e sul territorio
di Baronissi, viene affrontato nel Prg in
modo complessivo cercando di mettere in
campo nuove politiche di accoglienza degli
studenti che vengono combinate alla
previsione di aree da destinare ad attività
di ricerca e spin-off con
l’università (area città dei giovani);
- il centro storico, o per meglio dire i
centri storici, che coincidono con i
nuclei originari di Baronissi capoluogo e
dei vari nuclei frazionari, sono stati
oggetto di accurate indagini; tutti gli
spazi ricadenti in tali ambiti, quelli
coperti e quelli scoperti, sono stati
classificati per tipologia di appartenenza
e, per ciascuna tipologia, si sono
conseguentemente stabilite le trasformazioni
ammissibili;
- infine, l’Irno, elemento generatore della
valle, protagonista della storia e della
geografia di questi territori, finora poco
visibile e difficilmente accessibile,
recupera una funzione fondamentale nelle
prospettive di sviluppo delle attività
culturali e della ricreazione, senza cedere
ad ipotesi di trasformazione, né di
alterazione dei luoghi.
Pochi altri elementi completano il disegno
di piano, disegno comandato dall’obiettivo
di rigenerare ciò che è deteriorato,
riqualificare ciò che è saturo, trasformare
ciò che è incompleto, connotare ciò che è
indefinito.
Il Prg raggiunge le finalità sopra esposte
con l’adozione di soluzioni innovative che
garantiscono grande efficacia e flessibilità
progettuale.
Figura 1 - Suddivisione in zone
omogenee del territorio comunale
secondo il nuovo piano regolatore
generale |
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Gli standard urbanistici
I metodi perequativi
La politica di programmazione e produzione
di servizi, perseguita dal Prg di Baronissi
nell’ambito della più generale strategia di
riqualificazione e trasformazione, pone come
obiettivo principale il superamento del
concetto di standard finalizzato ad una mera
quantificazione e distribuzione
localizzativa di aree per servizi pubblici a
favore di una loro effettiva acquisizione e
realizzazione.
Pur nel rispetto dell’attuale ordinamento
(Dm 1444/1968 e Lr 14/1982), il piano ha
adottato un modello che consente l’adozione
di soluzioni innovative, che garantisce
grande efficacia e flessibilità progettuale.
La gestione e la scelta delle attrezzature
da realizzare è rimandata alla redazione di
piani particolareggiati, nella
consapevolezza che variano nel tempo le
esigenze sociali ed economiche ma anche le
amministrazioni che dovranno gestire
il piano per la sua durata.
Sono introdotte modalità di acquisizione
delle aree destinate a servizi ed
attrezzature pubbliche che riducono al
minimo la necessità di esproprio,
impraticabile se confrontato con i valori
delle indennità espropriative e la scarsa
capacità finanziaria dell’ente, la decadenza
quinquennale dei vincoli e l’obbligo di
indennizzo nel caso di reiterazione.
La soluzione adottata dal Prg di Baronissi è
quella della cessione compensativa con cui
si ottengono circa 128.000 mq. di aree
pubbliche pari a più del 90% dei nuovi
standard.
Essa prescrive cessioni gratuite superiori a
quelle necessarie per il soddisfacimento
degli standard minimi, percentuali comprese
tra il 30% ed il 50% delle superfici degli
ambiti di trasformazione urbanistica (TdU/n.),
tale da consentire un recupero del
fabbisogno pregresso.
Le aree soggette a cessione sviluppano
comunque il proprio indice territoriale
(pari allo 0,8 mc/mq) alla pari delle altre
aree costituenti il comparto, l’area
destinata all’edificato sarà decisa
anch’essa in sede di redazione del
particolareggiato; viene in tal modo attuato
il principio della perequazione urbanistica
intesa nel senso di giustizia
distributiva rispetto al sistema
classico dello zoning.
Infatti, con la mera individuazione del
comparto, ovvero delle zone TdU, si è
evitata la discriminazione tra proprietari
per la natura vincolistica delle previsioni
di spazi da riservare alle opere collettive,
attuando di fatto il passaggio da
un’urbanistica per provvedimenti ad
un’urbanistica per accordi.
Tale tecnica di pianificazione, tuttavia,
non ha solo il fine di superare la
discriminatorietà degli effetti della
zonizzazione e di disporre gratuitamente di
aree pubbliche per servizi, ma anche quella
della cosiddetta integrazione di funzioni
edificatorie, ovvero le possibilità che
coesistono nei medesimi spazi diverse forme
di utilizzazione del territorio.
In tale ottica, il piano prevede possibilità
edificatorie anche per aree esterne al
comparto (TdU-i/As n.) che però concorrono
alla trasformazione. Si tratta di aree di
cui si richiede la conservazione (e, quindi,
l’inedificabilità ai fini privati) la cui
edificabilità convenzionale
attribuita viene spostata all’interno del
comparto, determinando una capacità
edificatoria aggiuntiva.
Per ogni comparto, individuato nel Prg come
aree di trasformazione, sono state stilate
tre tabelle: la prima contiene le aree di
trasformazione ricadenti nel comparto con la
relativa estensione, l’indice territoriale,
il volume realizzabile, l’aliquota
residenziale, il numero delle stanze ed il
numero degli abitanti insediabili; la
seconda contiene, oltre alle quantità di
estensione, al volume realizzabile e alle
aree di sedime proprio delle aree di classe
TdU -I/n, anche il sedime accolto delle aree
di classe TdU - I/AS, le aree accessorie per
interventi privati ed infine le aree di
cessione che verranno sfruttate per la
realizzazione degli standard; la terza,
infine, contiene oltre alla superficie di
cessione di ciascuna area anche la
destinazione del tipo di standard con la
relativa superficie.
Il Laboratorio con gli abitanti
I metodi partecipativi
In linea con i più importanti documenti
europei e con gli espliciti contenuti delle
linee d’azione dell’agenda 21 locale,
all’art. 12 delle Nta, il Prg suggerisce la
formazione di un osservatorio sulle
problematiche, le necessità e le
potenzialità proprie di ogni frazione
componente il territorio comunale denominato
laboratorio frazione. Tali laboratori
dovranno essere il luogo in cui la
pianificazione della città e del territorio,
la progettazione dei luoghi di vita e degli
spazi aperti devono assumere non solo e non
esclusivamente una funzione tecnica e
politica, ma tornare ad essere un processo
culturale e ricucire il rapporto sociale ed
affettivo tra gli abitanti ed i loro
ambienti di vita.
Attraverso l’istituzione di tali laboratori,
gli abitanti saranno chiamati ad interagire
con i tecnici e con gli stessi
amministratori al fine di trovare le
soluzioni più congrue per la risoluzione di
problematiche riguardanti il territorio, le
trasformazioni urbane ed in particolare gli
interventi di riqualificazione (ambientale,
delle periferie, delle aree dimesse e dei
vuoti urbani).
Il Prg offre gli strumenti per uno sviluppo
economico di Baronissi e per fortificare il
ruolo che il suo territorio ha assunto,
insieme agli altri comuni della valle dopo
la localizzazione dell’università, di
funzioni di livello superiore, ma anche il
modo di governare tale sviluppo con grandi
benefici collettivi, salvaguardando al tempo
stesso la storia e l’indennità territoriale.
L’approvazione del Prg apre, dunque, una
nuova fase di lavoro culturale ed operativo.
Fiorenzo Manzo |