Il DLgs 258/2000 prevede, all’art. 51, che
entro il 30 aprile 2003, sulla base dei dati
già acquisiti, le regioni identifichino, per
ciascun corpo idrico significativo
superficiale e sotterraneo, o parte di esso,
la classe di qualità corrispondente ad una
di quelle indicate nel denominato
allegato 1 adottando, se del caso,
idonee misure di salvaguardia atte ad
impedire un eventuale ulteriore degrado
degli stessi.
Nel caso della Regione Campania, tale
adempimento spetta alle autorità di bacino
regionali ai sensi della Lr 8/1994.
Le classi di qualità, alle quali bisogna far
riferimento per i corpi idrici superficiali
e sotterranei, vengono evidenziate,
rispettivamente, nelle Tabelle 1 e
2.
Il DLgs 258/2000 prevede che a seguito della
classificazione ed alla successiva
elaborazione del piano territoriale delle
acque (Pta), occorre stabilire (art. 5,
comma 2) le misure necessarie al
raggiungimento od al mantenimento degli
obiettivi di qualità ambientale di cui
all’art. 4, comma 4, lettere a) e b),
tenendo conto del carico massimo
ammissibile, ove fissato dagli organismi
competenti, assicurando, in ogni caso, per
tutti i corpi idrici, l’adozione di misure
atte ad impedire un ulteriore degrado
qualitativo degli stessi corpi idrici.
Tali misure devono assicurare (art. 5, comma
3), entro il 31 dicembre 2016, il
raggiungimento dell’obiettivo di qualità
ambientale corrispondente allo stato
buono e che, entro il 31 dicembre 2008,
ogni corpo idrico superficiale classificato
o tratto di esso consegua almeno il
requisito dello stato sufficiente.
Inoltre, a seguito di individuazione di
specifiche motivazioni, è possibile
stabilire termini diversi per i corpi idrici
che presentano condizioni tali da non
consentire il raggiungimento dello stato
buono entro il 31 dicembre 2016 (comma
4).
Inoltre, ai sensi del comma 5, è possibile,
sempre motivatamente, proporre obiettivi di
qualità ambientale meno rigorosi per taluni
corpi idrici, qualora ricorra almeno una
delle seguenti condizioni:
a) il corpo idrico ha subito gravi
ripercussioni in conseguenza dell’attività
umana che rendono manifestamente impossibile
o economicamente insostenibile un
significativo miglioramento dello stato
qualitativo;
b) il raggiungimento dell’obiettivo di
qualità previsto non è perseguibile a causa
della natura litologica ovvero
geomorfologica del bacino di appartenenza;
c) l’esistenza di circostanze impreviste o
eccezionali, quali alluvioni e siccità.
Quando ricorrono le condizioni sopra
esposte, la definizione di obiettivi meno
rigorosi è consentita purchè i medesimi non
comportino un ulteriore deterioramento dello
stato di qualità del corpo idrico e, fatto
salvo il caso di cui alla precitata lettera
b) del comma 5, non sia pregiudicato il
raggiungimento degli obiettivi fissati dal
DLgs 258/2000 in altri corpi idrici
all’interno dello stesso bacino idrografico
(comma 6).
Nei casi previsti dai predetti commi 4 e 5
dell’art. 5, i Pta devono comprendere le
misure volte alla tutela del corpo idrico,
ivi compresi i provvedimenti integrativi o
restrittivi relativi alla disciplina degli
scarichi ovvero degli usi delle acque (comma
7).
In base a tale comma, i tempi e gli
obiettivi, nonché le relative misure di
salvaguardia, sono rivisti almeno ogni 6
anni ed ogni eventuale modifica deve essere
inserita come aggiornamento del Pta.
L’iniziativa dell’autorità di bacino
regionale Destra Sele
L’autorità di bacino regionale Destra Sele,
in ottemperanza al disposto dell’art. 5 del
DLgs 258/2000 sopra sintetizzato e sulla
base dello stato attuale delle conoscenze
riferito al proprio ambito di competenza, ha
ritenuto che, salvo eventuali determinazioni
della Regione Campania, fosse possibile
rispettare gli obiettivi di qualità previsti
dal DLgs 258/2000 con le scadenze imposte
dallo stesso decreto (2008 e 2016).
Per tale motivo, la stessa autorità di
bacino ha redatto uno studio finalizzato
all’analisi completa dei diversi aspetti
relativi alla definizione dello stato delle
acque, distinguendo:
a) acque a specifica destinazione:
- acque di balneazione: si fa specifico
riferimento alle analisi effettuate dal
Ministero dell’ambiente nell’anno 2002;
- acque destinate alla vita dei molluschi:
si fa specifico riferimento alla Dgr che ha
individuato, nel territorio di competenza,
una zona idonea alla vita dei molluschi
nell’areale marino prospiciente la foce del
fiume Picentino;
b) aree vulnerabili da nitrati di origine
agricola e da prodotti fitosanitari:
- si fa specifico riferimento alla Dgr con
la quale il settore agricoltura ha
individuato e perimetrato le zone sensibili
a questo tipo di problematiche;
c) archivio anagrafico dei corpi idrici:
- nel documento redatto dall’autorità di
bacino viene evidenziata una proposta per il
trattamento dei dati relativi alla
caratterizzazione dei corpi idrici e degli
elementi in esso contenuti (sorgenti, pozzi,
scarichi, ecc.); in particolare vengono
forniti alcuni prototipi di schede, in fase
di implementazione, relativi a:
1. codifica dei corpi idrici superficiali e
sotterranei;
2. primo catalogo ed analisi morfometrica
dei corpi idrici superficiali non
significativi (penisola amalfitana);
3. esempio di catasto delle concessioni per
l’area della Piana del Sele (in attesa anche
della definizione di apposita intesa con la
Provincia di Salerno);
4. esempio di catasto degli scarichi (in
attesa anche della definizione di apposita
intesa con la Provincia di Salerno);
5. primo elenco delle sorgenti captate a
livello idropotabile (in attesa della
definizione di intese con l’Ausino spa e l’Ato
4 Sele);
6. primo elenco dei pozzi captati a livello
idropotabile (in attesa della definizione di
intese con l’Ausino spa e l’Ato 4 Sele);
7. elenco degli impianti di depurazione (in
attesa della definizione di intese con l’Ausino
spa e l’Ato 4 Sele).
Inoltre, allo studio in questione sono state
allegate le seguenti cartografie:
- prima elaborazione delle richieste di
concessioni;
- carta delle indagini pedologiche nella
Piana del Sele;
- carta di prima individuazione delle aree
vulnerabili ai nitrati di origine agricola
ed ai fitofarmaci (Fonte: Settore
Agricoltura);
- carta di prima individuazione delle aree
sensibili a problemi di siccità e
desertificazione;
- carta della qualità ambientale del
territorio di competenza.
Infine, in allegato allo studio, per le aree
ed i corpi idrici che hanno evidenziato una
classe di qualità tra lo scadente ed
il pessimo, sono state elaborate
alcune norme cautelari, riportate in una
specifica monografia ed inviate a tutti gli
enti territorialmente interessati per
acquisire dagli stessi, entro il mese di
settembre 2003, osservazioni o proposte di
modificazioni ed integrazioni.
1
“Individuazione e caratterizzazione dei
corpi idrici significativi e misure per il
perseguimento dell’obiettivo di qualità
ambientale”. |