L’iniziativa del Master in “Nuovi strumenti
di gestione del territorio”, promossa
nell’ambito delle attività di Alta
formazione dell’Università della Basilicata,
nasce dagli interessi didattici e di ricerca
che l’area delle discipline della
pianificazione urbanistica e territoriale
del Dapit1 sta sviluppando da
alcuni anni, di concerto con docenti e
ricercatori degli altri dipartimenti della
Facoltà di Ingegneria dell’Università di
Basilicata2 e delle Facoltà di
Ingegneria del Politecnico di Bari e
dell’Università degli Studi di Salerno.
L’obiettivo è quello di promuovere una
offerta didattica di Master di II livello
sui temi della costruzione e gestione di
nuovi e più adeguati strumenti di intervento
sul territorio per la promozione dello
sviluppo locale.
L’attualità dei temi che sono stati
affrontati nel Master ha intercettato
l’interesse e la domanda formativa di un
ampio numero di operatori e professionisti
nel campo della pianificazione territoriale
e urbanistica, soprattutto in riferimento
alle esigenze di aggiornamento e
approfondimento disciplinare sollecitate, in
particolare negli ultimi quindici anni,
dalla introduzione di nuovi strumenti di
intervento sul territorio.
Oltre che a giovani laureati delle facoltà
di ingegneria, architettura e urbanistica,
il Master è rivolto anche a professionisti
che già operano nel campo della
pianificazione urbanistica e territoriale e
a funzionari tecnici delle pubbliche
amministrazioni (Pa).
Finalità e obiettivi
La finalità del Master è quella di
contribuire alla formazione di esperti in
grado di promuovere, costruire e gestire
proposte integrate e complesse di intervento
sul territorio, a partire da una forte
capacità di ascolto e interlocuzione con gli
attori locali e i soggetti istituzionali e
con particolare riguardo agli aspetti
relativi alla promozione di forme di
partecipazione alle scelte di investimento e
di promozione di forme partnerariali
pubblico-privato.
La complessità dei temi e delle questioni di
interesse della pianificazione
economico-territoriale impone il superamento
di un modello deterministico e
razional-comprensivo nei processi di governo
del territorio e di programmazione dello
sviluppo socio-economico e mette in crisi il
modo tradizionale di costruire le decisioni
pubbliche, richiedendosi ormai la più ampia
partecipazione e corresponsabilizzazione
alle scelte da parte degli operatori tecnici
e dei decisori politici come unica
condizione per ridare credibilità e senso
alle politiche di governo del territorio e
di sviluppo economico3.
La recente evoluzione della strumentazione
nel campo della pianificazione
economico-territoriale, e in particolare
l’introduzione dei cosiddetti programmi
urbani complessi e degli strumenti della
programmazione negoziata, oltre allo
svilupparsi e consolidarsi di strumenti di
pianificazione, speciali e di settore (tra i
quali i piani di bacino per la difesa del
suolo, i piani nel settore dei trasporti e
della mobilità, i piani delle aree protette
e dei parchi), rendono sempre più necessario
un approccio multidisciplinare e integrato
per affrontare le complesse problematiche
relative all’uso delle risorse territoriali
e ambientali.
In particolare, gli approcci e gli strumenti
nel campo della pianificazione urbanistica e
territoriale sono oggi oggetto di una
profonda revisione in riferimento, solo per
citare le principali, a questioni emergenti
come:
- l’attenzione alle problematiche ambientali
e alla conservazione delle risorse naturali
in una ottica di sostenibilità degli usi e
delle trasformazioni del territorio;
- l’integrazione tra politiche e atti di
pianificazione settoriali che hanno profonda
incidenza sulle questioni dell’assetto del
territorio, soprattutto alla scala urbana
(piani energetici, piani del traffico,
pianificazione commerciale, piani dei
servizi, piani del verde, piani degli
orari);
- l’attenzione alla riqualificazione e al
completamento delle diverse parti del
sistema insediativo, con particolare
riferimento alle parti pubbliche della città
e al sistema dei servizi e delle
infrastrutture a rete e alle nuove forme
dell’insediamento (in particolare le forme
di insediamento disperso in ambito
perturbano);
- la ricerca di forme di equità distributive
degli oneri e dei benefici indotti dai piani
di assetto dei suoli;
- l’interesse per favorire e sollecitare
forme di partecipazione dei cittadini e
degli organismi di rappresentanza degli
stessi alla costruzione dei piani e dei
programmi di intervento, dalle fasi di
conoscenza e interpretazione della realtà
territoriale a quelle della valutazione
delle scelte, in un rapporto di continua
interazione tra utenti, esperti e decisori
politici;
- l’attenzione ai sistemi territoriali
locali e alle loro peculiarità, superando la
logica dell’intervento centralista nelle
politiche di sviluppo degli stessi e
puntando invece a promuovere le risorse
locali secondo i principi della
competitività territoriale imposta dalla
globalizzazione dei mercati.
Le numerose esperienze di pianificazione e
programmazione economico-territoriale,
promosse negli ultimi anni alle differenti
scale di intervento, evidenziano, in
particolare nella fase della gestione
attuativa dei piani e dei programmi, un
elevatissimo fabbisogno di aggiornamento
delle competenze tecnico-professionali degli
operatori del settore, e in particolare di
quelli della Pa.
È con riferimento a queste nuove esigenze e
domande formative che sono stati individuati
gli argomenti sviluppati nel corso del
Master, con l’intenzione di contribuire al
superamento del gap esistente fra
innovazione delle procedure – che hanno
riguardato il quadro disciplinare,
legislativo e normativo comunitario,
nazionale e regionale – e nuove attitudini
tecniche che stentano a formarsi.
Particolare attenzione è stata rivolta
all’approfondimento teorico e alle modalità
di implementazione di tecniche, metodi,
modelli e procedure per la formazione e la
gestione della decisione pubblica nel campo
dei programmi di intervento aventi valenza
territoriale e ambientale, al fine di
proporre il trasferimento di metodi
provenienti dalle moderne scuole del
public management nei settori della
gestione di programmi di investimento, con
particolare attenzione agli aspetti della
processualità e della evolutività della
decisione collettiva.
I progetti e i programmi di sviluppo
territoriale, in particolare, sono
costituiti da un gran numero di decisioni,
prese da differenti attori che spesso hanno
una visione incompleta e parziale della
complessità dell’azione progettuale.
Non esiste, di conseguenza, un solo
approccio metodologico o un sistema unico di
gestione dei progetti e dei programmi di
intervento. Esistono, piuttosto, alcune
particolari procedure gestionali che tendono
ad aumentare la probabilità di successo di
un progetto (o di un programma di
interventi) nel rispettare i termini di
durata e l’impegno di risorse finanziarie e
nel rispondere ai criteri di efficacia ed
efficienza in relazione ai risultati attesi
dalla sua realizzazione.
Il corso di Master si è articolato in
lezioni teoriche, attività di project
work, attività di tirocinio presso enti
locali. Sul totale di 1500 ore di corso,
corrispondenti a 60 crediti formativi, le
lezioni teoriche e le attività di project
work hanno impegnato i partecipanti per
800 ore; i tirocini formativi hanno avuto la
durata di 250 ore per un totale di 10
crediti formativi universitari.
La prova finale, a conclusione dell’attività
formativa, è consistita nella discussione
degli elaborati prodotti nell’ambito del
project work e nell’accertamento della
conoscenza da parte degli allievi dei
principali argomenti trattati nelle lezioni
frontali.
Nell’ambito del Master sono stati inoltre
organizzati alcuni seminari di studio,
aperti alla partecipazione di professionisti
esterni e agli studenti della facoltà di
ingegneria dell’Università di Basilicata, a
cui hanno dato il contributo studiosi ed
esperti nel campo della pianificazione
territoriale e urbanistica4.
Contenuti dei moduli didattici
Le comunicazioni e le lezioni svolte
nell’ambito del Master sono state
organizzate in quattro moduli didattici e
programmate in stretta relazione con i tempi
di svolgimento dell’attività di tirocinio e
di redazione del project work da
parte degli allievi.
Il modulo su “Le istanze del territorio”
Nel primo modulo didattico, denominato “Le
istanze del territorio”, si sono trattati,
con particolare riferimento alla realtà
territoriale della Basilicata, i temi di
maggiore attenzione – riferibili alle
diverse problematiche territoriali e alle
domande e aspirazioni delle comunità locali
(in tal senso si è parlato di istanze) – a
cui rapportare sia analisi conoscitive e
letture interpretative che la costruzione di
proposte integrate di intervento per
promuovere processi di sviluppo locale
autosostenibile.
Si è trattato del riconoscimento e della
valutazione delle principali istanze
presenti sul territorio e in particolare:
- tutela e valorizzazione dei beni
culturali, architettonici, archeologici e
paesaggistici e protezione di ambiti
territoriale di elevato pregio
naturalistico-ambientale;
- valutazione e mitigazione dei rischi
naturali e antropici;
- protezione dell’ambiente;
- tutela e valorizzazione delle parti
storiche del sistema insediativo e
riqualificazione e completamento delle parti
di più recente urbanizzazione;
- adeguamento, messa in sicurezza e
valorizzazione degli elementi del sistema
relazionale, con particolare riferimento
alle infrastrutture viarie e alle principali
reti tecnologiche;
- perseguimento di politiche di sviluppo dei
sistemi territoriali locali secondo principi
di maggiore efficienza ed equità delle
scelte ed una maggiore capacità di
conservare le risorse ambientali;
- partecipazione al processo decisionale da
parte delle comunità locali e dei diversi
attori interessati;
- diffusione della conoscenza dei fenomeni
territoriali.
I singoli argomenti sono stati trattati con
riferimento agli aspetti
analitico-conoscitivi, al quadro normativo
vigente e agli strumenti e alle modalità di
intervento, ai contenuti e agli esiti delle
più recenti politiche pubbliche di settore
promosse e alle risorse economiche e
finanziarie impegnate.
Particolare attenzione è stata posta
nell’evidenziare la complessità dei fenomeni
territoriali e l’esigenza di promuovere
approcci integrati e multidisciplinari nel
considerare e valutare le diverse istanze
provenienti dal territorio, all’interno di
un processo interscalare di costruzione
della conoscenza.
Il modulo su “I nuovi strumenti di
programmazione e pianificazione economica e
territoriale”
In relazione alla necessità di una profonda
innovazione delle politiche di intervento
sul territorio, e alla conseguente necessità
di promuovere nuovi approcci e l’utilizzo di
più adeguati strumenti di intervento, sono
stati organizzati gli argomenti trattati nel
secondo modulo didattico dedicato a “I nuovi
strumenti di programmazione e pianificazione
economica e territoriale”.
Con riferimento ai principi e agli strumenti
che hanno, soprattutto in passato, ispirato
e caratterizzato le pratiche di governo nel
campo della programmazione socio-economica e
della pianificazione territoriale e
urbanistica, si ha oggi la diffusa
coscienza, in particolare nel nostro paese,
della loro inadeguatezza e del parziale
fallimento delle politiche promosse negli
ultimi decenni.
Non può infatti non registrarsi il divario
che ancora permane, in modo diffuso, tra
domande, bisogni e aspirazioni espressi dai
cittadini e dagli operatori nei diversi
settori e gli atti formali di pianificazione
economico-territoriale che ancora si
continuano a promuovere e approvare.
Lo spostamento dell’interesse dalla
pianificazione del territorio di tipo
sostantivo ad una procedurale e processuale;
l’attenzione, oltre che alle nuove forme di
piano per il governo delle trasformazioni
urbanistiche, alla costruzione di un più
complesso sistema di politiche urbane; la
necessità di fondare gli strumenti di
governo del territorio, anche quelli
finalizzati a promuovere più avanzate e
stabili condizioni di sviluppo sociale ed
economico, su strategie più complessive e
coerenti di sviluppo dei sistemi urbani e
territoriali, sono tutte questioni da tempo
all’attenzione dei decisori politici e degli
operatori e degli specialisti del settore,
impegnati oggi in una profonda rivisitazione
del proprio bagaglio disciplinare e
professionale.
Negli ultimi anni, e con differenti
provvedimenti legislativi, sono stati
introdotti in Italia (in alcuni casi anche
sulla base di consolidate esperienze
straniere5) nuovi strumenti di
intervento nel settore delle politiche
territoriali e urbane e nel settore della
programmazione economica.
Destinatari privilegiati di tali strumenti,
promossi inizialmente per iniziativa
dell’attuale Ministero delle infrastrutture
e successivamente da diverse regioni, sono
stati soprattutto di enti locali,
nell’ottica di stimolare un’attività di
programmazione delle politiche di sviluppo
sociale, economico e infrastrutturale dal
basso, in alternativa alle più tradizionali
forme di programmazione centralizzate.
Parallelamente sono state introdotte
rilevanti innovazioni nelle modalità di
funzionamento e organizzazione della Pa, e
in particolare delle strutture
amministrative degli enti locali, con
l’obiettivo di aumentare il livello di
efficacia e di operatività delle stesse e di
accelerare la modernizzazione del sistema
paese in settori strategici per lo sviluppo6.
A fronte di un ruolo importante e
irrinunciabile del soggetto pubblico nella
promozione e nella gestione attuativa dei
nuovi strumenti introdotti, l’efficienza e
l’efficacia dell’azione amministrativa
rappresentano condizioni necessarie per
garantire il successo e il concreto
realizzarsi dei programmi stessi.
Nel modulo didattico si sono approfondite
questioni relative a come garantire
condizioni di successo ai nuovi strumenti di
gestione del territorio, anche nell’ottica
di comprendere come gli stessi possono
essere utilizzati a regime e non solo come
strumenti di tipo straordinario.
Tra i principali argomenti si citano i
seguenti:
- le nuove forme del processo
politico-decisionale nella promozione e
attuazione degli strumenti della
programmazione complessa e negoziale, con
riferimento particolare al ruolo degli
amministratori e degli apparati di gestione
e alla efficienza delle strutture
amministrativa degli enti locali;
- la nuova operatività della pianificazione
e programmazione economico-territoriale, con
un riferimento specifico alla progettazione,
implementazione e controllo delle fasi di
processo, nonché alla progettazione degli
interventi e al quadro complessivo
dell’attività di pianificazione;
- le nuove forme, istituzionalizzate e/o
informali, della partecipazione diffusa
nella costruzione e attuazione dei
programmi, della concertazione
interistituzionale, della negoziazione
pubblico-pubblico e pubblico-privato;
- la valutazione delle coerenze interne
ed esterne dei programmi complessi,
con riferimento alle capacità delle singole
azioni di creare sinergie all’interno di
ogni programma, alla coerenza dei singoli
interventi rispetto alle finalità e agli
obiettivi del programma in cui sono
inseriti, alla coerenza infine dei singoli
programmi con il quadro delle normative e
degli strumenti di pianificazione e
programmazione ordinari;
- le potenzialità di integrazione
multisettoriale dei programmi complessi
nella definizione di politiche di intervento
sul territorio, con riferimento anche alle
specificità territoriali e alle differenti
condizioni dei contesti sociali ed
economici.
Nel modulo si è trattato dei principali tipi
di programmi per la riqualificazione urbana
e territoriale e dei più importanti
strumenti della programmazione negoziata.
Tali strumenti sono stati esaminati con
riferimento alle finalità, ai contenuti,
alle procedure amministrative per la
promozione e la gestione, alle attività di
montaggio delle proposte progettuali, agli
aspetti progettuali e gestionali, ai quadri
normativi comunitari, statali e regionali di
riferimento, ai criteri e alle modalità di
valutazione delle proposte adottati in sede
comunitaria e nazionale, alle attività di
monitoraggio on-going dei programmi,
agli esiti ad oggi registrati
nell’attuazione dei programmi stessi.
Oltre agli aspetti teorici generali, si è
fatto riferimento anche ad alcune esperienze
di programmi complessi e integrati ritenute
particolarmente significative sia per gli
aspetti contenutistico-procedurali che per
aspetti più legati alla fase della gestione
attuativa.
Attenzione particolare è stata rivolta
all’esame delle modalità di costruzione e
montaggio dei programmi integrati,
soprattutto per quanto riguarda il
riferimento a principi di coerenza logica
interna nella definizione delle proposte e
il riferimento alle condizioni specifiche di
contesto.
Il modulo su “Tecniche di aiuto alla
formazione delle decisioni”
Alla coerenza delle scelte di intervento
rispetto agli obiettivi da perseguire e alla
pertinenza delle scelte stesse con le
principali istanze del territorio, hanno
fatto riferimento gli argomenti di maggiore
interesse trattati nel terzo modulo di
“Tecniche di aiuto alla formazione delle
decisioni”.
Nel quadro dell’attenzione rivolta
all’approfondimento teorico e alle modalità
di implementazione della decisione pubblica,
sono stati trattati tecniche, metodi,
modelli e procedure per la formazione e la
gestione della decisione pubblica nel campo
dei programmi di intervento aventi valenza
territoriale e ambientale.
La Commissione europea predilige e adotta
due tipologie di approcci: il sistema
integrato del Project cycle management
(Pcm, gestione ciclica di progetto) e il
Logical framework approach (Lfa, sistema
del quadro logico). Queste tecniche e
metodologie si configurano attualmente come
prassi consolidata (best practice)
nelle attività di gestione degli interventi
di cooperazione internazionale fatti propri
dalla Commissione europea. A tali tecniche
si è fatto riferimento specifico
nell’attività didattica del Master e, in
particolare, nello svolgimento dell’attività
di project work da parte degli
allievi.
Per quanto attiene agli aspetti della
strumentazione tecnica e dei metodi per la
promozione, la redazione e la gestione di
programmi complessi di intervento sul
territorio si è fatto riferimento alle
funzioni del Gis come Spatial decision
support system (Sdss), alla tecnica
dell’Analisi swot e a procedure valutative
basate sull’applicazione di tecniche di
analisi multicriteri. Si è fatto inoltre
riferimento alle tecniche di costruzione di
matrici del quadro logico degli obiettivi e
all’applicazione di tecniche finalizzate
alla implementazione, al controllo e al
monitoraggio di programmi di intervento e di
progetti complessi.
Il Lfa o quadro logico degli obiettivi è un
particolare approccio il cui scopo è quello
di descrivere i problemi riscontrati,
identificando il rapporto di causa ed
effetto che lega un problema ad un altro e,
di conseguenza, determinare una gerarchia di
obiettivi, dal più generale a quelli di
maggior dettaglio, in modo da rendere
esplicito come ciascuna strategia che
compone il piano (o il programma di
interventi) abbia per finalità quella di
contribuire al conseguimento degli obiettivi
generali. Il procedimento, così disegnato,
consente di evidenziare in forma sistematica
l’informazione più essenziale e di
appoggiare su di essa, attraverso le
opportune forme di partecipazione, le
verifiche di completezza e di condivisione
degli obiettivi. Esso si propone, infine, di
superare i problemi derivanti dalla
esistenza di studi parziali o di
informazioni necessariamente incomplete,
finalizzando la conoscenza ottenuta e il
processo di interazione alla misurazione
della diffusione e della rilevanza degli
obiettivi7.
Si è ritenuto importante proporre agli
allievi del Master l’utilizzo di tali metodi
e tecniche in quanto consentono un approccio
integrato tra le differenti fasi
progettuali, sistematico nella definizione
dei rapporti di causa ed effetto e
partecipativo nei confronti dei beneficiari
dell’azione progettuale.
In particolare, l’analisi e interpretazione
dei contesti territoriali oggetto di studio
da parte degli allievi, è stata supportata
dalla applicazione della tecnica della
Swot analysis e dall’utilizzo di
tecniche di analisi dei dati, a
partire dalla costruzione di appropriati e
finalizzati quadri conoscitivi prodotti in
ambiente Gis.
La conoscenza e l’utilizzo di tecniche di
analisi multicriteriale, trattate in
alcune comunicazioni nell’ambito del modulo
didattico, ha consentito agli allievi, nella
definizione delle proposte progettuali, di
sviluppare procedure valutative per la
selezione delle strategie di intervento,
anche in riferimento alla definizione di
priorità temporali nell’attuazione degli
interventi stessi e alla potenziale
disponibilità di risorse economiche e
finanziarie.
La tesi di fondo sostenuta e proposta nella
trattazione degli argomenti ha fatto sempre
riferimento alla necessità di ritrovare,
attraverso un approccio empirico di tipo
incrementale, il contributo di una
razionalità critica largamente basata sulla
applicazione del ciclo della valutazione
alle fasi del progetto.
Il modulo su “I sistemi informativi
geografici a supporto della pianificazione
territoriale e della comunicazione”
Di interesse trasversale rispetto ai temi
trattati nei precedenti moduli, sono stati
gli argomenti trattati nel modulo didattico
su “I sistemi informativi geografici a
supporto della pianificazione territoriale e
della comunicazione”.
Il sistema informativo territoriale, inteso
come ambiente in cui
acquisire-elaborare-condividere
informazioni, costituisce oggi strumento
fondamentale nella costruzione e gestione
degli strumenti di pianificazione
territoriale e urbanistica e di
programmazione economico-territoriale, sia
in riferimento alla definizione di quadri
conoscitivi adeguati che come strumento
efficace a supporto del processo
decisionale.
A fronte di una generale presa di coscienza
dell’importanza di tali strumenti, non
sempre corrisponde un’adeguata diffusione
degli stessi, anche per una scarsa
produzione pubblicistica in lingua italiana
dei principali fondamenti teorici che ne
consentono un utilizzo ottimale. L’uso dei
sistemi di gestione dell’informazione
geografica è spesso ancora visto come una
sorta di applicativo da utilizzare quando il
piano è già fatto, spesso solo per
visualizzarlo e rappresentarlo graficamente.
Negli ultimi anni si registra, da parte
della Pa in particolare, una domanda di
esperti nel campo dei sistemi informativi
geografici. Al fine di contribuire a dare
risposte ad una tale domanda, particolare
importanza si è attribuita alla
progettazione dei contenuti formativi del
modulo didattico con riferimento anche alla
acquisizione da parte degli allievi di
adeguate abilità nell’utilizzo di programmi
software dedicati.
Oltre alla trattazione di argomenti teorici
generali che hanno spaziato dai concetti di
geodesia e cartografia, alle basi di dati,
alla struttura dei sistemi informativi
geografici8 e alle modalità di un
utilizzo interattivo di tali strumenti,
particolare attenzione è stata rivolta a
evidenziare le potenzialità operative di
tali strumenti nell’attività di costruzione
e gestione dei piani.
In particolare, considerando correttamente i
Gis come un’estensione spaziale di una base
di dati numerica, sono stati affrontati i
principali aspetti teorici delle basi di
dati e dell’utilizzo delle basi
cartografiche, i modelli di rappresentazione
dell’informazione geografica vettoriale e
raster, approfondendo in particolare la
topologia e le analisi di rete. Per
consentire la realizzazione di analisi più
approfondite si sono affrontati argomenti
come i modelli digitali del terreno, i
modelli grid, map algebra e i
principi basilari di interpolazione spaziale
e geostatistica.
Infine, si sono trattati argomenti relativi
alle potenzialità che le applicazioni di
web Gis offrono per favorire i processi
partecipativi nelle attività di
pianificazione del territorio.
Il tirocinio formativo e il project work
L’attività di project work ha
rappresentato l’occasione per portare a
sintesi concettuale e operativa quanto
appreso nei moduli del corso.
La proposta formativa ha previsto che gli
allievi avrebbero dovuto sviluppare una
proposta progettuale con riferimento agli
aspetti della promozione e formazione di
programmi integrati e complessi di
intervento sul territorio. L’attività di
project work è consistita nella
redazione di un programma di sviluppo e
riqualificazione territoriale e ambientale,
con riferimento alle migliori esperienze in
campo nazionale e internazionale, relativo
ad ambiti territoriali di particolare
interesse nella Regione Basilicata.
Gli allievi hanno sviluppato la proposta
progettuale con riferimento agli ambiti
territoriali dei comuni in cui hanno svolto
l’attività di tirocinio; in tal senso il
periodo di svolgimento del tirocinio è stato
utilizzato per promuovere una interlocuzione
con i principali attori locali (dagli
amministratori ai tecnici, a soggetti
rappresentativi e interlocutori
privilegiati), oltre che per acquisire
documentazioni e per svolgere ricerche e
indagini sul campo.
Gli allievi, sulla base di una convenzione
tra i comuni9 interessati e
l’Area alta formazione dell’Università della
Basilicata, hanno svolto il tirocinio sotto
la guida di un tutor dell’Università e di un
tutor aziendale, in genere il responsabile
dell’Ufficio tecnico comunale.
A partire da un inquadramento territoriale
del comune oggetto di studio, e argomentando
circa i criteri di individuazione dell’area
sovracomunale assunta a riferimento, gli
allievi hanno sviluppato le indagini
conoscitive e le valutazioni progettuali con
riferimento all’intero territorio comunale e
al centro abitato principale.
In particolare, la costruzione di quadri
conoscitivi tematici e di sintesi, la
interpretazione e la valutazione dello stato
di fatto del territorio e delle tendenze
evolutive dei fenomeni e delle situazioni
osservate, sono stati sviluppati con
riferimento al sistema insediativo e
relazionale, al sistema naturalistico
ambientale, agli aspetti socio-economici, al
quadro pianificatorio e programmatorio
vigente, al quadro della progettualità
locale, regionale e provinciale.
Gli allievi sono stati indirizzati a
produrre letture e interpretazioni
intersistemiche e integrate secondo un
approccio multidisciplinare e interscalare.
I dati e le informazioni acquisiti sono
stati inputati in un sistema informativo
geografico costruito dagli allievi per
ciascuna area di studio. La conoscenza delle
diverse realtà territoriali è stata inoltre
integrata e supportata da interviste a
soggetti privilegiati.
L’applicazione dell’analisi swot ha
portato alla individuazione dei principali
problemi e di particolari temi di attenzione
riferibili allo specifico contesto
territoriale.
L’analisi dei problemi, in particolare, è
stata condotta mediante la costruzione dei
cosiddetti alberi dei problemi (per ciascun
problema si è indagato sulle relazioni tra
cause ed effetti – Figura 1) a cui
hanno corrisposto i relativi alberi degli
obiettivi (in cui per ciascun obiettivo si è
indagato sulle relazioni tra mezzi e fini –
Figura 2).
Figura 1 - Esempio di albero dei
problemi relativo al programma di
interventi proposto per il Comune di
Marsico Nuovo (allievo A. Azzato) |
|
|
Figura 2 - Esempio di albero degli
obiettivi relativo al programma di
interventi proposto per il Comune di
Marsico Nuovo (allievo A. Azzato) |
|
|
Gli elementi del progetto (obiettivi e
azioni) sono stati presentati all’interno
della matrice del quadro logico del
progetto; tale operazione ha consentito di
associare a obiettivi e azioni opportuni
indicatori di efficacia e di efficienza e ha
costituito l’occasione per riflettere
sistematicamente sulle condizioni al
contorno.
In relazione ad una prima e sommaria
valutazione delle risorse finanziarie
disponibili e/o attivabili, a considerazioni
generali circa la fattibilità economica,
tecnica, procedurale e sociale degli
interventi proposti, al grado di coerenza e
integrazione degli stessi interventi con il
quadro pianificatorio e programmatorio
vigente e con il quadro della progettualità
in atto, gli allievi hanno argomentato circa
le migliori strategie di intervento da porre
in essere.
Gli interventi compresi nel programma di
intervento proposto sono stati infine
rappresentati su cartografie alla scala più
appropriata, con differente livello di
dettaglio e approfondimento.
Le proposte di intervento, hanno riguardato
in particolare:
- interventi di protezione civile
finalizzati alla mitigazione degli effetti
dei rischi naturali;
- adeguamento e potenziamento degli elementi
del sistema relazionale;
- adeguamento del sistema della mobilità e
del trasporto pubblico;
- tutela e valorizzazione dei beni
culturali, architettonici, archeologici e
del paesaggio;
- recupero del patrimonio edilizio esistente
e riuso e valorizzazione dei centri storici10;
- riqualificazione delle parti pubbliche del
sistema insediativo e adeguamento e
completamento delle infrastrutture a rete e
per la mobilità;
- valorizzazione delle risorse naturali e
ambientali secondo principi di
sostenibilità;
- sviluppo di attività economiche
finalizzate al miglior uso delle risorse
umane disponibili, all’utilizzo di
finanziamenti straordinari, alla
valorizzazione delle risorse territoriali in
un quadro di sostenibilità dello sviluppo e
di valorizzazione delle vocazioni
territoriali (in particolare aspetti legati
allo sviluppo del turismo);
- valorizzazione degli elementi della
identità locale.
La messa a punto della proposta progettuale
ha altresì comportato una riflessione
operativa sulle procedure di attuazione dei
programmi di intervento e sui principali
aspetti gestionali legati alla
implementazione degli stessi.
Considerazioni a conclusione della prima
edizione del Master
Nel mese di marzo, con la seduta di tesi in
cui sono stati presentati i risultati
dell’attività di project work, si è
conclusa la prima edizione del Master.
Si ritiene che gli obiettivi formativi di
fondo siano stati sostanzialmente raggiunti,
anche sulla base della valutazione dei
prodotti finali presentati.
Nel mese di dicembre dello scorso anno ha
avuto inizio la seconda edizione del Master
che ripropone sostanzialmente la stessa
impostazione e i contenuti formativi della
precedente edizione.
In aggiunta a quanto svolto nello scorso
anno, verranno sviluppati più ampiamente
argomenti relativi agli strumenti ordinari
della pianificazione urbanistica e
territoriale (con riferimento alle più
recenti innovazioni disciplinari e a quelle
introdotte dalla legislazione regionale in
materia di governo del territorio e di
programmazione economico-territoriale
complessa e integrata) e alle politiche e
agli strumenti finalizzati a promuovere la
riqualificazione e la rivitalizzazione delle
parti storiche delle città.
La complessiva valutazione positiva degli
esiti dell’esperienza formativa promossa,
riscontrabile anche dal giudizio espresso
dagli allievi partecipanti al Master, e la
proficua collaborazione con docenti e
ricercatori di altre sedi universitarie che
ha qualificato il corso e ci ha consentito
di sostenere il rilevante impegno didattico
programmato, ci spinge a porci per il futuro
un obiettivo ancora più ambizioso: la
possibilità di promuovere (probabilmente già
dalla prossima edizione 2005-2006) un Master
in consorzio con il Politecnico di Bari,
l’Università di Salerno e la Seconda
Università di Roma.
Note
1
Dipartimento di Architettura, pianificazione
e infrastrutture di trasporto
dell’Università della Basilicata.
2
Dipartimento di Ingegneria e Fisica
dell’ambiente (Difa) e Dipartimento di
Strutture, geotecnica e geologia applicata
all’ingegneria (DiSgg).
3
Las Casas G. (1992), La valutazione dei
piani, in “Mezzogiorno e Scienze
Regionali: l’analisi e la programmazione”,
Camagni R. P., A. Hoffmann e F. Latella (a
cura di), FrancoAngeli, Milano.
4
Tra gli altri, i contributi del prof. R.
Laurini, Direttore del laboratorio di
ingegneria dei sistemi informativi
dell’Istituto nazionale di scienze applicate
(Insa) di Lione, e del prof. M. Rumor,
Presidente della Urban and data management
society e docente di Sistemi informativi
territoriali presso lo Iuav di Venezia.
5
In particolare si vedano le esperienze
condotte in Inghilterra, Francia, Olanda e
Stati Uniti nella promozione di programmi di
rinnovo urbano e nella costruzione di
progetti di sviluppo e trasformazione
territoriale, caratterizzati da una forte
partecipazione dal basso delle differenti
componenti sociali e spesso da complessi
processi di negoziazione degli interessi in
gioco.
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Tutto questo, anche se spesso attuato in
forma scoordinata e parziale e in modo non
omogeneo nelle diverse realtà territoriali
del paese, ha provocato profondi cambiamenti
nell’approccio alle politiche di intervento
sul territorio e alla promozione di
programmi di sviluppo economico in sistemi
locali alla scala regionale e sub-regionale.
Ad oggi, però, non appare ancora
adeguatamente sviluppata un’analisi critica
approfondita e sistematica delle innovazioni
introdotte che, a partire dalle molteplici
situazioni territoriali entro cui tali
esperienze sono state implementate,
definisca contenuti e termini di riferimento
per una valutazione che consenta di
sviluppare un utile learning.
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Nota metodologica al Documento preliminare
del piano strutturale della Provincia di
Potenza redatto con la consulenza del gruppo
di docenti e ricercatori del Dapit
dell’Università degli Studi della Basilicata
(Responsabile scientifico prof. G. Las Casas).
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Alcune lezioni hanno riguardato in
particolare le origini del Gis facendo
riferimento alle esperienze statunitensi di
pianificazione ambientale della fine degli
anni sessanta. In particolare si sono
affrontati i temi della Land suitabilty
evaluation sviluppati nelle esperienze
di Ian McHargh per la Richmond parkway e per
il piano dell’area metropolitana di
Washington. Queste esperienze di Land
Classification rappresentano un valido
riferimento per comprendere a pieno
l’importanza dell’uso del Gis nella
pianificazione territoriale.
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Le amministrazioni comunali che hanno dato
la disponibilità a ospitare gli allievi del
Master pel lo svolgimento dell’attività di
tirocinio e di project work sono
stati i seguenti: Acerenza, Brindisi di
Montagna, Castellluccio Superiore,
Chiaromonte, Marsico Nuovo, Marsico Vetere,
Melfi, Pisticci, Avigliano, Brienza, Rionero
in Vulture, Francavilla sul Sinni, Satriano
di Lucania, Tolve, Venosa. Durante lo
svolgimento del Corso di Master è stato
organizzato un incontro seminariale con gli
amministratori locali e i tutors aziendali
per discutere, in una fase non ancora
conclusiva dell’attività di project work,
delle proposte sviluppate dagli allievi.
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In particolare, con riferimento agli
obiettivi di
riqualificazione-rivitalizzazione-riuso
delle parti storiche degli insediamenti
urbani, sono stati sperimentati, in ambiente
Gis, modelli di stima dei costi del recupero
del patrimonio edilizio finalizzati a
valutare il grado di fattibilità economica
degli interventi di recupero, in riferimento
soprattutto alle reali convenienze dei
privati proprietari a compartecipare ai
costi delle operazioni (Figure 3 e
4).
Figura 3 - Stato di conservazione
del patrimonio edilizio del Rione
Civita del Comune di Marsico Nuovo
(allievo A. Azzato) |
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Figura 4 - Valutazione dei costi di
recupero del patrimonio edilizio del
Rione Civita del Comune di Marsico
Nuovo (allievo A. Azzato) |
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