In una situazione di sostanziale ritardo
della Regione Campania rispetto alle
tendenze nazionali di sviluppo delle
attività legate all’agriturismo, la
Provincia di Salerno si colloca in una
posizione di preminenza in ambito regionale
con 212 imprese agrituristiche
autorizzate a tutto settembre 2004
rispetto alle 85 attive censite nel 1998
dalla Camera di commercio, industria,
agricoltura e artigianato di Salerno.
L’incremento rispetto al dato del 1998 è
stato di poco meno del 150%.
Le associazioni di categoria di maggior
rilevanza, operanti sul territorio
provinciale, sono tre: Agriturist (Confagricoltura),
Terranostra (Coldiretti) e Turismo
Verde (Confederazione italiana
agricoltori).
Durante il 2003 la Regione Campania
(Servizio statistica) ha effettuato un
censimento delle aziende agrituristiche
campane, prendendo come base di riferimento
l’elenco regionale degli operatori
agrituristici; tale rilevazione aveva lo
scopo di distinguere in tale elenco quanti e
quali operatori avessero effettivamente
realizzato un’attività di agriturismo, con
quali caratteristiche e con quale tipologia
di offerta (alloggio, ristorazione, vendita,
agricampeggio, numero posti letto, numero di
posti tenda, ecc.); i risultati, le analisi
tecniche e socio-economiche della
rilevazione statistica saranno in seguito
divulgati, in dettaglio e in maniera
esaustiva, tramite la pubblicazione di una
vera e propria Guida ufficiale delle
aziende agrituristiche della Regione
Campania.
In attesa di tale pubblicazione è stata
fatta una prima disaggregazione partendo da
dati di partenza desunti dall’elenco degli
operatori agrituristici della Provincia di
Salerno, dai dati forniti dalla Regione
Campania, da pubblicazioni in materia,
nonché da notizie esperite da indagini di
zona. Per tale motivo nella seguente analisi
si farà riferimento semplicemente ad
aziende agrituristiche autorizzate.
La distribuzione e l’evoluzione del fenomeno
sul territorio provinciale non sono
omogenei, pertanto risulta opportuna una
articolazione per zone omogenee dei dati,
che tenga conto della situazione attuale e
delle potenzialità agrituristiche
degli ambiti territoriali presi in
considerazione.
A tale scopo la Provincia di Salerno è stata
suddivisa in 11 aree omogenee per
quel che riguarda le caratteristiche e la
consistenza del patrimonio paesaggistico,
storico-culturale, nonché delle produzioni
agro-pastorali e artigianali tipiche e della
situazione socio-economica nel suo
complesso.
Area urbana di Salerno
Data la forte connotazione urbana di tale
area, non si prevede un futuro sviluppo
delle attività agrituristiche in senso
stretto; tuttavia il capoluogo di provincia
sarà senz’altro chiamato in futuro a
svolgere un importante ruolo amministrativo
di coordinamento, di informazione,
promozione e formazione per gli operatori
del settore della provincia.
Agro nocerino sarnese e Cava de’ Tirreni
L’area in questione risulta caratterizzata
da una serie di fattori che ostacolano in
parte o rallentano lo sviluppo delle
attività agrituristiche: un forte degrado
ambientale e urbano, una grave perdita di
identità del patrimonio rurale, una estrema
frammentazione e polverizzazione delle
maglie aziendali, e infine un’elevata e
disordinata crescita demografica dei centri
abitati della zona.
Pur tuttavia sono presenti anche elementi
che potrebbero dare un impulso, seppur
limitato, alla nascita di aziende
agrituristiche: la collocazione strategica
ottimale dell’area, una discreta rete di
collegamenti stradali e ferroviari, la
presenza di un patrimonio rurale (ad
esempio, le aziende agrumicole e frutticole
storiche dell’area nocerino-paganese),
storico-culturale e archeologico che,
nonostante il forte degrado subito nel corso
degli ultimi decenni, rimane di estremo
interesse.
In dettaglio, solo l’area compresa e
limitrofa al territorio comunale di Cava de’
Tirreni risulta possedere le maggiori
potenzialità per lo sviluppo
dell’agriturismo; non è un caso, infatti,
che la maggioranza delle aziende
agrituristiche autorizzate (9) della zona
risulti ubicata nell’area collinare e
pedemontana (Monti Lattari) del Comune di
Cava de’ Tirreni (4) e nell’area collinare
di Nocera Inferiore (2) e a Corsara (2).
Costiera amalfitana
Tale ambito risulta contraddistinto dalla
presenza di un patrimonio paesaggistico e
storico-culturale di eccezionale valore e
interesse, tale da caratterizzare l’intera
zona con una forte vocazionalità turistica
nazionale e internazionale e come uno dei
pochi luoghi al mondo dove paesaggio,
natura, tradizioni, storia e cultura
riescono a fondersi in maniera completa ed
equilibrata, tanto da essere stata eletta
dall’Unesco a patrimonio dell’umanità.
Accanto a queste condizioni favorevoli per
l’ulteriore sviluppo dell’agriturismo sono
presenti fattori sfavorevoli quali le
difficili condizioni di accesso e
percorribilità del territorio, di natura
piuttosto acclive e accidentata, la carenza
di alcuni servizi collettivi primari
(ospedali, ferrovie).
Le attività agrituristiche sono concentrate
per lo più nelle zone interne della
costiera, dove l’attività agricola, con le
sue produzioni tipiche (agrumi, olivo, vite
e prodotti caseari), risulta predominante
rispetto a quelle turistiche vere e proprie.
Anche le famose produzioni artigianali della
zona (ceramiche, carta) concorrono a
diversificare in maniera qualificante
l’offerta turistica e agrituristica.
|
1 |
Le aziende agrituristiche autorizzate
all’esercizio presenti nell’area, al 2004,
sono 8, con una prevalenza dei comuni
collinari e pedemontani della costiera quali
Tramonti (1), Ravello (1), Vietri sul Mare
(3), Furore (2) e Scala (1); altre aziende
agrituristiche sono in corso di
realizzazione nei Comuni di Positano,
Furore, Minori e Amalfi. Malgrado le
considerevoli potenzialità evidenziate
risulta sorprendente il dato che gli
agriturismi autorizzati a tutt’oggi siano
solo circa una decina.
Valle dell’Irno
Si presenta come una zona di collegamento e
cerniera tra i centri abitati dell’avellinese,
quelli dell’agro nocerino sarnese e Salerno;
per tale motivo essa è caratterizzata da una
buona rete viaria e ferroviaria recentemente
ammodernata e potenziata anche per
permettere un più agevole raggiungimento
delle varie sedi universitarie presenti in
zona.
La facilità di accesso e percorribilità
dell’area rappresenta pertanto un importante
fattore di sviluppo delle imprese
agrituristiche.
Tuttavia il forte e, per certi versi,
disordinato processo di urbanizzazione in
corso lungo le direttrici stradali e
autostradali, l’assenza di armoniche
politiche di sviluppo delle attività
turistiche e l’abbandono progressivo delle
attività agricole a favore di attività
economiche legate alla presenza del polo
universitario, rappresentano vincoli
piuttosto rigidi allo sviluppo delle
attività del turismo rurale e agrituristico.
Tutto ciò fa sì che l’agriturismo sia
scarsamente presente nell’area e concentrato
in massima parte nelle zone dei comuni
distanti dalle direttrici di sviluppo
menzionate (Pellezzano, Calvanico, Fisciano);
le aziende agrituristiche autorizzate sono
pertanto in numero ridotto (5) e ubicate nei
comuni in cui la vocazione agricola risulta
ancora importante (Calvanico e Pellezzano),
con la presenza di coltivazioni arboree
tipiche della zona quali ciliegio, vite,
pero, nocciolo e noce.
Monti Picentini
La zona dei Monti Picentini è caratterizzata
da struttura insediativa debole con pochi
centri abitati sparsi sul territorio e una
rete viaria tortuosa e insufficientemente
strutturata nel garantire un efficace
collegamento tra i centri abitati della zona
e la rete viaria e ferroviaria principale.
Più in generale è possibile evidenziare
un’insufficiente dotazione di strutture e
servizi pubblici di base; nello specifico la
ricettività alberghiera ed extralberghiera
(campeggi e agriturismi) risulta piuttosto
scarsa e concentrata per lo più nell’area
dei Comuni di Acerno, Giffoni Sei Casali (Loc.
Sieti) e Giffoni Vallepiana; le aziende
agrituristiche autorizzate presenti in zona
sono 17 (in fase di completamento e non)
risultando ben distribuite nell’intero
comprensorio e legate alle produzioni
tipiche della zona (olio di oliva, castagne
e soprattutto nocciola di Giffoni con il
marchio Dop). Accanto ai citati fattori
negativi esistono delle condizioni oggettive
del territorio che possono risultare
determinanti per lo sviluppo delle attività
agrituristiche e del turismo rurale in
genere; esse sono rappresentate dalla
presenza di paesaggi montani e collinari,
caratterizzati dall’assenza o scarsità di
tracce di attività antropiche e di rara
bellezza. In tal senso il Parco regionale
dei Monti Picentini, ricadente nell’area in
oggetto, con il suo notevole interesse
naturalistico e faunistico (si ricorda la
presenza del lupo appenninico), lo
svolgimento di manifestazioni e sagre legate
alla rassegna internazionale del cinema per
i ragazzi di Giffoni Valle Piana
rappresentano senza dubbio attrattori di
prima forza, con un richiamo di consistenti
flussi turistici cui le attività
agrituristiche potrebbero trarre un indubbio
beneficio.
Piana del Sele
L’intera area della Piana del Sele risulta
caratterizzata da una ricca economia
agricola e zootecnica, da un’articolata
trama di insediamenti urbani addensati lungo
la direttrice stradale e ferroviaria
Salerno-Eboli e da una buona struttura di
servizi e infrastrutture di pubblica
utilità.
Queste caratteristiche strutturali del
territorio, unite alla presenza delle rovine
e dell’area archeologica di Paestum nonché
alla limitrofa presenza di località
balneari, forniscono un impulso notevole al
fenomeno del turismo rurale e
dell’agriturismo che si sta sviluppando sia
lungo le pendici collinari che presso la
fascia costiera.
Risultano, all’attualità, autorizzate 19
aziende agrituristiche concentrate nella
zone di Capaccio, Eboli e Pontecagnano
Faiano; decine di attività agrituristiche
ubicate nelle aree di Capaccio e
Pontecagnano Faiano sono in fase di
realizzazione.
Queste aziende risultano avvantaggiate
rispetto ad altre dalla possibilità di
offrire una ampia serie di attività
collegate a quelle agrituristiche quali
escursioni a cavallo, itinerari
storico-archeologici, pesca sportiva e la
scoperta gastronomica di produzioni tipiche
esclusive della zona quali la mozzarella di
bufala campana Dop.
|
2 |
Malgrado i notevoli miglioramenti operati,
nell’ultimo decennio, dalle amministrazioni
locali (comuni e provincia) verso un deciso
recupero ambientale della zona ed una
adeguata dotazione di infrastrutture a
servizio del turismo, permangono aspetti di
degrado ambientale e sociale nella fascia
litoranea e di alcune aree dell’entroterra,
fattori che rappresentano tuttora un serio
ostacolo all’ulteriore sviluppo delle
attività turistiche e agrituristiche.
Zona del cratere e Zona Sele-Tanagro
L’area presenta un ricco patrimonio
naturalistico contraddistinto da una varietà
di habitat ecologici, vegetazionali e
faunistici, che la rendono suscettibile di
sviluppo turistico, rurale e agrituristico.
Altri fattori di potenziale sviluppo sono
rappresentati dalle produzioni tipiche della
zona (olio, vino, castagne, tartufi e
prodotti del sottobosco), dalla presenza di
un patrimonio storico, culturale e
archeologico di estremo interesse e dalla
presenza, nella zona di Contursi Terme, di
un discreto turismo termale a domanda
prevalentemente provinciale.
Le condizioni di accesso e di collegamento
dell’area risultano sufficienti anche grazie
alle infrastrutture viarie realizzate nel
post terremoto; tali opere rendono l’area
facilmente collegabile a quelle limitrofe
(Piana del Sele, Calore salernitano e Vallo
di Diano), rendendo così più agevoli i
flussi turistici.
Esiste tuttavia un grave ritardo nella
realizzazione (o una totale assenza) di
infrastrutture di servizi di utilità
pubblica (alberghi, centri sportivi e
ricreazionali), necessari per lo sviluppo
delle attività agrituristiche.
Le aziende agrituristiche autorizzate
presenti nell’area erano, alla data del
1998, tre, mentre attualmente il loro numero
è cresciuto a 11 e concentrate maggiormente
nei comuni di Sicignano degli Alburni (4),
S. Gregorio Magno (4), Colliano e Buccino
(3). Altre attività agrituristiche, circa
una decina, sono in fase di apertura o di
ultimazione lavori nelle aree comunali di
Oliveto Citra, Ricigliano, Palomonte e
Colliano.
Valle del Sele e Calore salernitano
Tutta l’area presenza un’elevata
potenzialità agrituristica determinata da
una serie di fattori favorevoli: un’alta
vocazionalità agro-pastorale dell’intera
zona con produzioni tipiche pregiate (olio
d’oliva, vino Doc, marroni, prodotti caseari
e del sottobosco) e con manifestazioni
tradizionali legate al mondo rurale, la
presenza di un patrimonio ambientale di
eccezionale valore, in quanto buona parte
dell’area ricade entro i confini del Parco
nazionale del Cilento e Vallo di Diano e la
vicinanza con luoghi di alto richiamo
turistico (Costiera cilentana e Paestum).
Malgrado l’assenza di politiche di
valorizzazione delle risorse ambientali e
culturali del territorio e la scarsa
presenza di strutture di servizi di
interesse turistico, la zona sta
attraversando una fase di attiva crescita
per quanto riguarda le attività
agrituristiche autorizzate che sono salite
in pochi anni a 25, concentrate per la
maggior parte nelle aree di Roccadaspide
(9), Altavilla Silentina (3), Auletta (1),
Caggiano (2), Campagna (2), Contursi Terme
(2), Castel S. Lorenzo (2), Bellosguardo
(1), Castelcivita (1), Corleto Monforte (1)
e Postiglione (1); altre aziende agricole
stanno intraprendendo o hanno intrapreso da
poco l’attività agrituristica nei
comprensori dei Comuni di Castelcivita,
Castel S. Lorenzo, Felitto, Pertosa, Petina
e Polla.
Vallo di Diano
In questa area un fattore di sicuro richiamo
turistico e di conseguente sviluppo delle
attività del turismo rurale e
dell’agriturismo è rappresentato dalla
presenza imponente della Certosa di Padula.
Il territorio del Vallo di Diano risulta
comunque nel suo complesso caratterizzato da
un patrimonio storico e culturale di
eccezionale interesse e valore, con
importanti testimonianze storiche dei
periodi paleocristiano, medievale e barocco.
L’ambito risulta attraversato da importanti
direttrici stradali e autostradali e
presenta un patrimonio
naturalistico-ambientale di elevato valore,
facendo parte del Parco nazionale del
Cilento e Vallo di Diano; le produzioni
agricole e casearie sono inoltre
contraddistinte da una ricca varietà e da
elevata qualità.
Questi fattori giocano un ruolo decisivo per
lo sviluppo di attività di turismo rurale e
dell’agriturismo, che da qualche anno si
stanno espandendo in maniera abbastanza
sostenuta malgrado l’area sia piuttosto
carente di ricettività alberghiera e di
servizi collegati con il turismo.
Le aziende agrituristiche autorizzate
presenti sono 21 e concentrate nella zona di
Padula (7), ma in breve il loro numero è
destinato a crescere con l’avvio di nuove
attività agrituristiche, in corso di
realizzazione o da poco tempo realizzate e
ubicate anche in altri comuni dell’area
quali Montesano sulla Marcellana (4), Sala
Consilina (4) e Sanza (3), Sant’Arsenio (1),
S. Rufo (1), Auletta (1).
Risulta comunque quanto mai necessaria una
concreta valorizzazione delle risorse
ambientali e culturali dell’area, per poter
avviare lo sviluppo di attività di ricezione
dei flussi turistici; nella zona del Vallo
di Diano questa attività risulta essere
quasi obbligatoriamente orientata verso
attività di turismo rurale e di tipo
agrituristico.
Cilento interno
La vasta area del Cilento interno si trova
quasi per la maggior parte collocata
all’interno dei confini del Parco nazionale
del Cilento e Vallo di Diano e risulta
caratterizzata da un paesaggio naturale di
elevatissimo valore e interesse scientifico
eletto dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
A ciò si aggiunge un vasto e ricchissimo
patrimonio storico-culturale fatto di
antichissime tradizioni contadine e di
complessi monumentali e archeologici di
elevato interesse storico.
Tuttavia l’intera area risulta
caratterizzata da un’estrema arretratezza
economica e sociale con gravi fenomeni di
abbandono delle campagne e di calo
demografico; la zona si presenta inoltre
carente di infrastrutture e servizi sociali
(scuole, ospedali, strade, alberghi); tale
contesto l’ha relegata ad un ruolo di
marginalità rispetto alle aree limitrofe
come ad esempio il Cilento costiero.
Questi pesanti vincoli hanno finora limitato
la crescita economica dell’intera area e di
conseguenza lo sviluppo di attività
agrituristiche, che pure presentano
un’enorme potenzialità di espansione.
Le aziende agrituristiche attive in zona
sono, a tutto il 2004, 36 a cui si
affiancheranno in breve tempo circa altre 20
aziende, a testimonianza del tentativo di
emancipazione economica e sociale intrapresa
dagli imprenditori agricoli e dagli
amministratori dell’area.
La maggior parte di tali aziende autorizzate
è ubicata nei territori comunali di Lustra
(9), Salento (6), Rutino (5), Ceraso (3),
Stella Cilento (3), Caselle in Pittari (3),
Cicerale (2), Gioi (2), Laurito (1), Sessa
Cilento (1) e Torre Orsaia (1).
Un’importante funzione che tali attività
potranno svolgere sarà quella di
decongestionare l’area del Cilento costiero
dal turismo di massa, offrendo occasioni di
soggiorno turistico alternativo a quelle
consuete di turismo balneare.
Risulta importante pertanto da parte delle
amministrazioni pubbliche (comunità montane,
provincia e regione) realizzare una concreta
opera di valorizzazione e promozione delle
ingenti risorse ambientali e culturali
dell’area.
Cilento costiero
Anche l’area del Cilento costiero risulta
per larga parte inserita nel contesto del
Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano
con la presenza di eccezionali emergenze
storico-culturali e paesaggistiche.
Il territorio si presenta articolato in
piccoli nuclei abitati collinari
dell’entroterra e da centri urbani costieri
(Ascea, Pisciotta, Marina di Camerota, Sapri),
sviluppatisi, non di rado, in maniera
disordinata a seguito dell’arrivo di
cospicui flussi turistici legati ai
soggiorni estivi balneari.
Malgrado l’imponente sviluppo del turismo,
l’area si presenta anche essa carente sotto
il profilo della viabilità, delle
attrezzature di servizio turistico e per il
tempo libero.
Lo sviluppo ulteriore delle attività del
turismo rurale e dell’agriturismo può
rappresentare pertanto un modello vincente
di diversificazione dell’offerta turistica
dell’area, con la creazione di aziende
agrituristiche nell’immediato entroterra
dell’area, permettendo nel contempo un
efficace contenimento del depauperamento
delle risorse naturali e monumentali della
fascia costiera.
In tal senso si sta assistendo nel Cilento
costiero ad una forte fase di espansione
turistica con la segmentazione dell’offerta
turistica verso i settori ambientali e
storico-culturali.
Non a caso in questa area si sta realizzando
un rilevante sviluppo delle attività
agrituristiche, con aziende agricole che
offrono produzioni agricole di pregio (olio,
vino, fichi e prodotti caseari tipici),
escursioni naturalistiche a piedi o a
cavallo, tempo libero e itinerari
storico-artistici di estremo interesse.
Le aziende agrituristiche attive censite per
il 1998 (fonte: Camera di commercio di
Salerno) erano 31. Ad oggi le imprese
agrituristiche autorizzate, in fase di
realizzazione o appena avviate, presenti
anche verso l’entroterra, sono in totale 61,
a testimonianza dell’importanza del fenomeno
di espansione agrituristica, unico come
dimensione e del trend di crescita nella
Provincia di Salerno e in Campania. Tali
aziende sono localizzate per lo più nei
territori comunali di Casal Velino (8),
Ascea (6), Pisciotta (6), Perdifumo (5),
Ogliastro Cilento (4), Castelnuovo Cilento
(3), Pollica (3), Torchiara (3), Camerota
(3), Castellabate (3), S. Giovanni a Piro
(3), S. Mauro Cilento (2), S. Mauro La Bruca
(2), Centola (2) Morigerati (1) e Agropoli
(1).
Misure di incentivazione e finanziamento
Diverse sono le opportunità offerte agli
operatori agrituristici della Regione
Campania e della Provincia di Salerno in
sede comunitaria, regionale e statale per
incentivare e finanziare l’attività di
agriturismo.
Incentivi comunitari
Nell’ambito del programma operativo
regionale (Por) della Regione Campania
2000-2006, approvato con Decisione della
Commissione europea (2000) dell’8.8.2000, n.
2347, pubblicato sul Burc speciale del
7.9.2000 nonché del seguente complemento di
programmazione del Por, di cui alle
deliberazioni Giunta regionale 647/2001 e
1151/2001 approvato dal Comitato di
sorveglianza del Por Campania, sono state
assegnate risorse finanziarie per
“Interventi per favorire la diversificazione
delle attività agricole e lo sviluppo di
quelle affini allo scopo di implementare
fonti alternative di reddito” attraverso la
Misura 4.13, cofinanziata dalla Unione
europea attraverso il fondo europeo
agricolo di orientamento e garanzia (Feaog).
In particolare tale misura è articolata
nelle seguenti tipologie d’intervento:
a) investimenti materiali per la
ristrutturazione e la rifunzionalizzazione
di volumetrie aziendali esistenti da
destinare:
1. all’agriturismo;
2. ad attività artigianali e commerciali che
non interessano i prodotti agricoli
individuati nell’allegato 1 del Trattato;
b) investimenti materiali per la
sistemazione e l’attrezzatura di superfici
aziendali da destinare ad attività
ricreative.
La misura trova applicazione nelle aree
individuate nei piani integrati per le
aree rurali (Lr 6/1998) e in quelle
classificate svantaggiate ai sensi della
direttiva 268/75/Ce.
Per l’intero periodo di programmazione del
Por Campania (2000-2006), la spesa totale
prevista per gli interventi collegati alla
Misura 4.13, assomma a 36,501 Meuro, di cui
quella disponibile con il bando di
attuazione è pari a 31.790 Meuro, con la
seguente ripartizione:
- il 35% a carico del Feoag;
- i Il 10,50% a carico del bilancio statale;
- il 4,50% a carico del bilancio regionale;
- il 50% a carico dei privati.
La spesa massima ammissibile complessiva per
ogni singola azienda è di 196.253,62 euro.
L’entità del contributo può arrivare fino al
50% della spesa massima ammissibile, fermo
restando che l’importo massimo totale
dell’aiuto non deve eccedere i 100.000 euro
per azienda e per un periodo di tre anni a
decorrere dal momento della concessione del
primo aiuto (regola del de minimis),
mentre le caratteristiche dei soggetti
beneficiari (imprenditori agricoli iscritti
nell’elenco regionale degli operatori
agrituristici) sono stabiliti dalla Lr
730/1985 (art. 5).
Anche la Misura 4.14 del Por Campania
2000-2006 prevede la possibilità di accedere
a finanziamenti allo sviluppo:
- del turismo rurale (ad esempio, bed and
breakfast), con una quota massima del
50% di contributo nelle aree svantaggiate,
per operatori alberghieri o extralberghieri;
- e realizzazione di iniziative di
animazione culturale volte al recupero delle
tradizioni e del folklore locale, con una
quota massima del 70% di contributo nelle
aree svantaggiate, per associazioni
agrituristiche regionali, emanazione di
corrispondenti associazioni operanti a
livello nazionale.
Altre fonti di finanziamento per lo sviluppo
delle attività di agriturismo o comunque del
turismo rurale sono rappresentate, sempre in
ambito delle misure Feoga, dai piani
integrati rurali, attraverso la prossima
attuazione della misura 4.24 del Por
Campania 2000-2006 – “Gestione di strategie
integrate di sviluppo rurale da parte dei
Partenariati locali”, laddove, tra i temi
strategici previsti attraverso la
concertazione con il Partenariato locale, è
presente la “Valorizzazione turistica delle
aree rurali ” in cui, attraverso
l’articolazione di sistemi integrati tra gli
operatori delle filiere agricole e
agroalimentari di qualità e gli operatori
del sistema turistico, ci si propone di
ampliare l’offerta territoriale di beni e
servizi e di valorizzare le risorse
produttive, ambientali e storico-culturali
delle zone rurali; tra le Misure Por
portanti sono presenti, tra le altre, la
4.13 e la 4.14, specifiche per
lo sviluppo e incentivazione delle attività
agrituristiche e del turismo rurale.
Incentivi derivanti da leggi nazionali e
regionali
Un’importante opportunità di finanziamento
delle attività del turismo rurale e
dell’agriturismo è rappresentata dalla
legge nazionale sull’imprenditorialità
giovanile del 19 luglio 1993, n. 236 e
s.m.i., che riguarda tra l’altro: il
turismo, l’agricoltura, la tutela
dell’ambiente e la commercializzazione dei
prodotti agricoli.
La legge prevede finanziamenti, per progetti
presentati da giovani fra i 18 e i 35 anni,
fino ad un tetto massimo di spesa di 516.000
euro, incentivi a mutuo agevolato e
contributi a fondo perduto; i soggetti
beneficiari devono risiedere nelle aree
svantaggiate del Mezzogiorno; per le spese
di gestione documentabili sono concessi
contributi decrescenti per un periodo di
quattro anni.
I progetti di agriturismo o di turismo
rurale si prestano in maniera appropriata
all’applicazione della legge 236/1996 in
quanto innovativi e determinanti per lo
sviluppo, la diversificazione e il
potenziamento dell’attività turistica nella
Provincia di Salerno.
Con l’estensione alle imprese turistiche
delle agevolazioni previste alla norma,
anche la legge nazionale del 19 dicembre
1992, n. 488, con i periodici
aggiornamenti dei regolamenti di attuazione,
può rappresentare un’importante fonte di
finanziamento per le imprese del turismo
rurale e agrituristiche.
Risulta possibile infatti richiedere
finanziamenti per la creazione di nuovi
impianti oppure per lavori di riconversione
e ristrutturazione di strutture e impianti
di aziende già esistenti; le caratteristiche
dei soggetti beneficiari alle agevolazioni
ricalcano quasi integralmente quelle
necessarie per accedere ai finanziamenti per
i Por Campania 2000-2006 per la
diversificazione delle attività agricole e
le attività integrative del reddito
agricolo; tra le spese ammissibili figurano
anche quelle per la realizzazione di servizi
(campi sportivi, piscine, strutture
ricreative) annessi alle strutture
principali esistenti, per il miglioramento
della qualità di ricezione offerta. La quota
massima di finanziamento a fondo perduto (formula
del 35+15) risulta, per la Regione
Campania, di poco inferiore al 50%.
Non ultima va segnalata la possibilità
offerta dalla Lr Campania 41/1984 (artt. 3,
4, 10, 13 e 14) di ottenere finanziamenti in
conto capitale per la realizzazione o lo
sviluppo di attività agrituristiche. Come
già precisato, a beneficiare dei
finanziamenti sono gli operatori
agrituristici iscritti nell’elenco regionale
che conferisce obblighi e diritti agi
iscritti (artt. 4, 5, 6 e 7), nonché le
associazioni agrituristiche regionali,
emanazione di corrispondenti associazioni
operanti a livello nazionale. La legge
prevede, per gli operatori agrituristici,
contributi in conto capitale sulle spese
riconosciute ammissibili fino al 50%,
elevabile al 60% nelle zone montane; la
Giunta regionale delibera altresì la
concessione di contributi in conto capitale,
nella misura del 30% della spesa ritenuta
ammissibile, per le attività di divulgazione
e sviluppo operate dalle associazioni
agrituristiche regionali.
Fotografie 1 e 2: esempi di impianti
agrituristici nella Provincia di Salerno |