Negli ultimi anni è stata lanciata una sfida
a chi gestisce le trasformazioni
urbanistiche: pianificare rovesciando il
modello di sviluppo speculativo
tradizionale, ponendo al centro delle
trasformazioni il territorio nel suo
complesso e specificatamente il sistema
ambientale e delle risorse
storico-naturalistiche. D’altra parte esiste
da sempre un rapporto controverso tra
trasformazione e conservazione, tra sviluppo
economico e valorizzazione del territorio:
tale sfida risponde proprio alla possibilità
di coniugare, nella fase delle scelte
strategiche, la componente ambientale con
quella dell’economia, dello sviluppo
insediativo e sociale, ecc.
La principale sollecitazione posta da questa
sfida è la capacità di conferire un
respiro strategico alle politiche urbane
e territoriali e una legittimazione delle
scelte rispetto ad un quadro condiviso di
valori ambientali riconosciuti e di
invarianti strutturali1.
L’introduzione di criteri della
sostenibilità fa sì che nel processo
pianificatorio, dalla individuazione degli
obiettivi alla valutazione delle risorse
fino alla definizione degli interventi,
occorra ricercare nuove coerenze interne e
compatibilità con il sistema ambientale e
delle risorse, tese a determinare più
adeguati giudizi di valore sul territorio.
La redazione del piano strutturale (Ps)
di Capannoli e Palaia è divenuta di fatto un
momento di sperimentazione urbanistica il
cui contributo potrà essere offerto nel
seguito agli altri comuni della Valdera; vi
sono segni tangibili del suo valore e
significato nelle elaborazioni fin qui
svolte e nel contributo che amministratori,
cittadini e tecnici hanno voluto e saputo
fornire. La valle dell’Era, le colline che
l’affiancano con le loro incisioni, gli
insediamenti e le trame agricole via via
stratificati nel tempo costituiscono il
patrimonio comune da cui si è partiti, anche
per l’inserimento di segni del nuovo
che per funzioni, caratteri e forme
richiedono una valutazione integrata in
grado di tutelare gli equilibri consolidati.
Figura 1 - Inquadramento
territoriale di Palaia e Capannoli |
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I risultati di questa sfida sono ancora
incerti nella lunga distanza ma
costituiscono comunque una occasione di
sensibilizzazione e di confronto, da una
parte sulle problematiche connesse alla
valorizzazione ambientale e dall’altra sulle
potenzialità offerte nel creare azioni
strategiche in accordo con le
amministrazioni e con le forze
imprenditoriali coinvolte ai diversi
livelli.
Il territorio è oggi il luogo su cui
convergono le maggiori aspettative di
sviluppo (turistico, economico, ecc.) e le
pressioni esercitate delle aree urbane e
deve ritrovare invece la sua dimensione di
produttività sostenibile, non solo
sotto il profilo quantitativo quanto
piuttosto in termini di valori culturali,
sociali, di qualità ambientale, generando
circuiti di sinergie tra attività antropiche
ed elementi naturali. Per determinare ciò
occorre però portare avanti strumenti di
pianificazione in grado di favorire la
valorizzazione complessa e
integrata delle proprietà peculiari del
territorio stesso – storiche,
naturalistiche, sociali, produttive.
Questo diverso approccio alle problematiche
ambientali è oggi alla base anche di una
nuova cultura imprenditoriale che comincia a
considerare l’ambiente e la sua salvaguardia
una materia da gestire e non da subire. Se
l’ambiente diviene variabile strategica
delle future trasformazioni, occorre
costruire una filosofia di intervento
unitaria per quanto riguarda il
riconoscimento dei valori specifici e
formativi del territorio individuando un
sistema di destinazioni compatibili,
realmente sostenibili in grado di
rapportare le risorse in gioco alle
richieste di intervento espresse dal
territorio e, soprattutto, di determinare
più accurate verifiche degli effetti
urbanistici ed economici indotti dalle
trasformazioni ipotizzate.
La Toscana e la sua via verso la
sostenibilità
A partire dagli anni ’90 la Regione Toscana
ha avviato un processo di riforma del modo
di fare urbanistica sperimentato con la
precedente Lr 74/1984. La nuova Lr 5/1995
pone lo sviluppo sostenibile del
territorio quale principio fondamentale
della pianificazione garantendo la
trasparenza dei processi decisionali e la
partecipazione dei cittadini alle scelte di
governo del territorio in ossequio al
principio di sussidiarietà verticale e
orizzontale, tradizionale patrimonio
dell’amministrazione Toscana abituata alla
valorizzazione delle realtà locali.
Le forme e gli strumenti per raggiungere
tale obiettivo seguono una procedura
innovativa e sperimentale capace di
sollecitare, in modo ordinato, le azioni dei
soggetti pubblici e privati, tramite una
continua azione inter-istituzionale di
collaborazione e concertazione: il piano
regolatore generale tradizionale assume una
nuova forma e si articola in piano
strutturale e regolamento urbanistico.
Presupposto fondamentale di ogni azione di
pianificazione è la elaborazione di un
quadro conoscitivo al fine di organizzare la
conoscenza delle risorse – storiche,
ambientali, sociali, ecc. – e definire il
sistema delle invarianti (lo Statuto dei
luoghi)2 che daranno forma e
struttura alle successive azioni di piano.
Dunque una sostenibilità che cammina
attraverso:
- nuovo processo di costruzione degli
strumenti urbanistici (pianificare per
accordi, procedere per conferenze, seguire
procedure partecipate e trasparenti);
- nuove modalità di valutazione e di
misura della sostenibilità (tutela
ambientale, verifica degli effetti
ambientali, riduzione della pericolosità e
del rischio idrogeologico, ecc.);
- nuovi obiettivi generali del
processo di governo (riconoscere e
condividere le identità territoriali,
riscoprirne le regole di progettazione,
promuovere la valorizzazione delle risorse,
in una parola garantire e orientare la
sostenibilità dello sviluppo territoriale).
Un processo così complesso non può che
essere avviato per gradi e muoversi per
successivi passi. Da alcuni anni, e
soprattutto a partire dal 2001, è infatti in
corso un processo di riforma della Lr 5/1995
(progetto di legge regionale 346/2004)3.
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Figura 2 - Via Sarzanese Valdera nel
territorio di Capannoli |
L’ambiente e il paesaggio dell’Alta Valdera
Il territorio dei due comuni è
caratterizzato da una struttura che, sebbene
sia solo una parte dell’Alta Valdera, ne
rappresenta un esempio significativo del
sistema ambientale e storico-culturale:
l’area è costituita dal corridoio vallivo
dell’Era e del Roglio e dalle colline che lo
contornano a est e a ovest.
Questa conformazione sin dai tempi più
antichi ha reso il territorio della Val
d’Era un’area di connessione e di passaggio
fra il Val d’Arno Pisano e l’area
Volterranea permettendo la creazione di un
sistema di percorsi e insediamenti che si
sono mantenuti nel tempo e che offrono
tuttora un loro valore strategico e
posizionale. I due centri capoluoghi di
Capannoli e Palaia situati sulle colline
retrostanti la valle rivestono però due
ruoli diversi: il primo, situato lungo la
via Sarzanese Valdera, diviene centro di
passaggio e di sosta per i viaggiatori
diretti a Volterra; il secondo rimane
marginale rispetto ai percorsi della valle
mantenendo invece una posizione di
centralità sul fitto sistema insediativo di
origine medioevale (Montefoscoli, Gello,
Partino, San Gervasio) che caratterizza il
crinale centrale del territorio comunale.
Il territorio esprime tutt’oggi una forte
unità ambientale e una forte identità di
ambito rurale, identità che è però oggi
messa in pericolo dal processo di
sostituzione delle culture originarie
(tabacco, girasoli, viti) con culture
intensive e boschi di pioppi.
Il sistema ambientale e storico-culturale ha
costituito il patrimonio comune della
struttura territoriale da cui si è partiti
per la definizione del quadro conoscitivo.
Gli scenari delineati hanno dovuto tener
conto delle istanze di conservazione e
valorizzazione e, nel contempo, delle
necessità di rispondere a nuove domande
e a nuove funzionalità richieste
dalle popolazioni e dalle amministrazioni.
Una di queste domande è rappresentata dal
settore del turismo rurale e ambientale che,
in special modo nell’area della Val d’Era,
rappresenta una forte possibilità di
sviluppo connesso con la valorizzazione del
sistema delle risorse territoriali.
Il turismo rurale e ambientale tende infatti
a promuovere quelle attività che comportano
un’utilizzazione ampia e diffusa delle
risorse territoriali generando benefici
economici e sociali per le comunità locali e
concorrendo alla conservazione attiva delle
risorse. In particolare è possibile
promuovere e incentivare l’organizzazione di
esperienze fruitive differenziate, integrate
con le peculiarità proprie dell’area
(tradizioni e usi locali, produzioni
tipiche, ecc.), mitigando nel contempo
alcuni fattori di detrazione del patrimonio
ambientale e storico.
Un aspetto fondamentale riveste la
riorganizzazione e la diversificazione del
sistema delle attrezzature, per consentire
di distribuire le diverse domande che si
articolano nell’area e di rafforzare le
connessioni con il sistema territoriale
provinciale e regionale.
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Figura 3 - Insediamenti di origine
medievale nel territorio di Palaia |
Un territorio in comune: variabili e
invarianti del processo di copianificazione
L’applicazione delle procedure di
pianificazione proposte dalla Lr Toscana
permette di passare da un sistema rigido
legato alla mera applicazione di strumenti
prevalentemente zonizzativi ad un altro,
basato sulla individuazione, da una parte di
invarianti territoriali (permanenze
storiche e archeologiche, boschi, giardini,
tracciati, ecc.) e dall’altra di
variabili strategiche (risorse e
potenzialità espresse o in fieri).
Da queste discendono le opportune scelte per
la tutela del territorio sotto l’aspetto
paesistico-ambientale; prendono corpo, di
conseguenza, in maniera dialettica, inedite
relazioni conoscitive e valutative fra i
territori dei due comuni, essenziali per la
costruzione del piano da cui discendono
criteri da introdurre all’interno delle
unità territoriali organiche elementari.
La scelta delle invarianti e delle variabili
strategiche, d’altra parte, ha un riflesso
diretto sul modo con cui le amministrazioni
si andranno a misurare per quanto riguarda
le decisioni, localmente e nel confronto fra
livelli amministrativi diversi (regionale,
provinciale e comprensoriale) e,
soprattutto, nelle relazioni tra i soggetti
pubblici e privati interessati alla
realizzazione del piano. Entrambe queste
condizioni sono da assumere in modo
congiunto e sperimentalmente sia per quanto
riguarda gli aspetti metodologici che di
contenuto: l’originalità dei caratteri
ambientali, storici e insediativi e nel
contempo delle domande di
conservazione/valorizzazione fin qui
espresse sembrano confortare un tale
approccio e sono un primo risultato
implicito all’assunzione di responsabilità
che consegue dall’aver accettato questa
forma di coordinamento fra i due comuni.
La dimensione strutturale del piano:
definire le permanenze per pianificare il
cambiamento
La struttura comune dei due piani e le
relative strategie di intervento sono
scaturite dalla lettura del quadro delle
risorse e delle relazioni strutturanti il
territorio – esterne e interne ai singoli
comuni – e contemporaneamente dalla lettura
del ruolo e delle connessioni che il
territorio dell’Alta Valdera mantiene, o
potrebbe innescare, con il contesto
insediativo dell’area Pisana (Ponsacco,
Pontedera, ecc.).
Due condizioni, diverse ma complementari,
sono emerse infatti dalla stesura del quadro
conoscitivo e sono state assunte come
riferimento per le successive elaborazioni.
La prima riguarda la strutturazione e la
valorizzazione del sistema ambientale
integrato che, sebbene attualmente soggetto
a problemi e pressioni differenti,
rappresenta oggi la base potenziale per uno
sviluppo efficace e duraturo dell’intera
area.
La seconda riguarda i molti legami, non solo
di contiguità, ma anche sociali ed economici
che sussistono fra il territorio dei due
comuni, l’area dell’Alta Valdera (di cui
peraltro fanno parte anche i Comuni di
Chianni, Laiatico, Peccioli e Terricciola) e
l’area Pisana nel suo complesso, legami che
consentono di delineare una più stretta
relazione di scala vasta su cui impostare il
lavoro.
Infatti sembrano sussistere molteplici
occasioni di sviluppo che porteranno alla
definizione di inedite domande di
fruizione del territorio (turistiche e non)
sulle quali configurare gli scenari futuri.
In tale contesto territoriale e
socio-economico, il sistema ambientale
(inteso come l’integrazione tra diversi
sistemi di risorse, fisiche e non) consente
l’avvio di un nuovo processo di crescita non
solo economico ma in grado di affermarsi
quale fenomeno culturale e sociale capace di
orientare le politiche e le strategie di chi
vive e opera sul territorio
(amministrazioni, enti, privati, ecc.).
Il progetto di Ps dei due territori è
partito dalla definizione di un quadro
strategico comune basato dalla condivisione
di alcuni obiettivi:
- la salvaguardia dell’ambiente e del
paesaggio e dei regimi di uso originari dei
suoli (attività agricola, boschi, aree
tartufigene, ecc.);
- la salvaguardia del patrimonio storico,
culturale e artistico (tracciati, permanenze
rurali, sistemi dei centri storici);
- l’uso razionale delle risorse per una
valorizzazione e uno sviluppo equilibrato
del sistema insediativo;
- il miglioramento della qualità della vita
con un equilibrato potenziamento delle
infrastrutture e dei servizi.
Rispetto a questo quadro sono poi stati
specificati gli indirizzi di pianificazione
per i singoli comuni che sono stati
articolati secondo una suddivisione del
territorio in unità territoriali
ambientali (Uta) e unità territoriali
organiche elementari (Utoe).
Figura 4 - Unità territoriali
ambientali e organiche elementari di
Palaia e Capannoli |
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Nell’autonomia delle due municipalità la
redazione dei due Ps ha spinto verso
valutazioni più approfondite delle
rispettive specificità territoriali, attuali
e passate, consente di evidenziare le
complementarietà ambientali, sociali ed
economico-produttive, dà modo di prefigurare
politiche comuni per il governo locale.
Le Utoe sono individuate all’interno del Ps
come porzioni di territorio caratterizzate
da un processo insediativo e dove sono da
prevedere gli interventi di trasformazione e
riqualificazione, anche funzionale. Il
concetto di Utoe è strettamente correlato
alla dimensione normativa dello strumento
pianificatorio costituendo di fatto il
principale ambito di intervento della
disciplina del Ps. Le Utoe sono state
definite in base a criteri di individuazione
che riguardano la formazione storica, il
sistema funzionale, l’impatto sul paesaggio
e la pericolosità geologica e sono
caratterizzate da elementi ambientali,
insediativi e morfologici specifici
all’interno di funzioni molteplici e
differenti che richiamano problematiche
unitarie che investono tutto l’ambito
territoriale di riferimento.
Parallelamente alle Utoe sono state
introdotte nel processo di definizione
territoriale delle Uta che costituiscono la
maglia territoriale di riferimento delle
Utoe e nel contempo rappresentano l’elemento
di raccordo strutturante con il contesto
territoriale e ambientale.
Le Uta sotto il profilo ambientale e
paesaggistico sono definite in modo unitario
e presentano finalità di riqualificazione
degli ambiti paesaggistici contestualmente
alle funzioni dell’abitare il territorio e
dell’incrementare funzioni strategiche
proprie delle Utoe. Le Uta garantiscono la
compatibilità delle trasformazioni che
investono risorse ambientali e
storico-culturali e offrono il luogo per
l’integrazione dei singoli ambiti di
intervento in modo armonico nel territorio.
La partecipazione quale strumento per
elaborare o verificare strategie sostenibili
La copianificazione dei due comuni ha
rappresentato infine un campo di
sperimentazione anche per gli aspetti legati
alle relazioni spaziali e temporali che si
instaurano nella vita quotidiana e nel
complesso rapporto tra cittadini e
territorio.
Gli abitanti con le loro esigenze e una
sempre maggiore aspettativa di qualità di
vita sono stati posti al centro dell’intero
processo e con loro si è da subito aperto un
confronto diretto e continuo sia tramite le
amministrazioni pubbliche sia tramite la
discussione e la verifica delle scelte che
dura ancora oggi.
L’approccio partecipativo nella
pianificazione – e in questo caso nella
copianificazione delle due realtà comunali
di Palaia e Capannoli – offre una
fondamentale opportunità di ridefinizione
dei processi decisionali secondo alcuni
aspetti principali:
- permette di affrontare problemi di diversa
scala e natura e di confrontarsi con i
diversi attori in gioco contestualmente alle
differenti risorse e problematiche espresse
dai due comuni;
- mette in discussione i ruoli consolidati
nella disciplina urbanistica tradizionale,
per determinare, collettivamente, le scelte
di base su cui costruire il futuro piano
(approccio bottom up);
- mette in atto una fertile strategia di
analisi, basata sull’ascolto strutturato,
che consente di trattare in modo integrato
diverse dimensioni del territorio (fisiche,
sociale, funzionali, politica, ecc.), al di
là dei rigidi confini amministrativi, e di
indagare sulla effettiva fattibilità
economica e temporale dell’intervento;
- indaga sul rapporto fra domanda e offerta
di determinati beni e servizi al di fuori
dei rigidi schemi tradizionali (standard,
ecc.).
Il carattere interattivo, negoziale e
comunicativo di tale approccio porta inoltre
alla scelta di azioni e di strumenti di
pianificazione adeguati ad un processo
chiaro e trasparente: gli obiettivi
programmatici e la fattibilità economica
divengono elementi di confronto e verifica
all’interno dell’amministrazione stessa ma
anche con la popolazione o con gli
investitori; permette inoltre la creazione
di contesti progettuali, nei quali
diversi attori interagiscono nella
definizione di nuove soluzioni.
Una delle maggiori potenzialità espresse
dall’approccio partecipativo rimane la
possibilità di sviluppare un senso di
appartenenza, da parte delle popolazioni
e degli investitori e di creare quindi le
condizioni ottimali per la sua
riconoscibilità nel contesto
territoriale pisano.
L’approccio partecipativo rappresenta oggi
un’opportunità concreta di attuare una
pianificazione sostenibile in cui gli
indirizzi strategici e le decisioni di piano
divengono un patrimonio comune e
condivisibile su cui fondare le azioni
future delle amministrazioni comunali.
Programmazione e fattibilità divengono
allora i termini dialettici dei vari momenti
del processo pianificatorio che diviene
strumento effettivo di ristrutturazione del
territorio e di elaborazione dei differenti
scenari di sviluppo.
Note
1
Le invarianti strutturali, come definite
dalla Lr 5/1995 e dal progetto integrato
territoriale, sono elementi fisici,
funzionali, culturali, ecc., la cui
conservazione è condizione necessaria per la
riconoscibilità e la sopravvivenza di un
dato territorio inteso come sistema di
luoghi.
2
Lo Statuto dei luoghi è definito
quale indagine sulle identità locali
mediante la definizione delle regole di
organizzazione dei singoli luoghi e delle
regole di costruzione dei paesaggi naturali
e antropizzati.
Lo Statuto dei luoghi deve essere
inteso come strumento di interpretazione sia
dei processi storici sedimentati, sia delle
esigenze e dei bisogni della collettività, e
viene ad operare all’interno del rapporto
interessi collettivi/interessi dei singoli
operatori.
3
Nel convegno “Governo del territorio: il
modello Toscana” del dicembre 2001 la
Regione Toscana assume alcuni impegni per
verificare ed implementare la riforma già
avviata con la Lr 5/1995:
- attivare una modalità articolata di
ascolto del territorio sui punti di
forza e di debolezza del sistema normativo
vigente;
- produrre con il concorso delle autonomie
toscane un articolato che porti a maturità
compiuta la riforma;
- rendere coerenti e sinergici i singoli
settori del governo del territorio
(urbanistica, difesa del suolo, tutela dei
beni culturali, difesa dall’inquinamento e
simili);
- rafforzare la consapevolezza dei valori
che compongono il patrimonio toscano quali
risorse da tramandare e da mettere in
valore;
- allargare il campo della partecipazione
nella stesura della nuova legge.
La nuova legge prevede norme generali (che
riguardano i soggetti e le funzioni di
governo del territorio oltre alle procedure,
agli strumenti e alle risorse con
particolare attenzione alla partecipazione e
alla trasparenza nella costruzione dei
singoli strumenti e al rafforzamento della
dimensione strategica e della autonomia dei
singoli comuni) oltre regole comuni (quali
insieme di norme risorse e strategie da
porre alla base di qualunque azione di
pianificazione quali la strategia europea e
lo Schema di sviluppo dello spazio
europeo, l’ambiente e il paesaggio, la
qualità, i servizi, la mobilità e la
logistica).
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