Finalità e obiettivi del documento
Le linee programmatiche costituiscono un
documento programmatico di settore
all’interno del processo di pianificazione
dei trasporti della Regione Campania
previsto dalla Lr 3/2002. Esse si sviluppano
in coerenza con la nuova metodologia di
pianificazione dove il piano non è più
concepito come un atto dirigistico, che
elenca tutte le trasformazioni ritenute
accettabili e ammissibili, bensì come uno
strumento di regole e di procedure da
seguire per pervenire a decisioni
convenienti per la collettività e condivise
da tutti i soggetti istituzionalmente
competenti. Al tradizionale disegno di
riassetto, definito in tutti i suoi dettagli
ma immutabile nel tempo, il nuovo piano
sostituisce le regole da rispettare per
giungere, in un quadro strategico delineato
all’inizio, alla formulazione delle scelte
da assumere man mano che se ne presenta la
necessità e che si concretizzano le
condizioni politiche e finanziarie per
tradurle in realtà. Il tradizionale elenco
degli interventi viene sostituito da un
processo che con continuità nel tempo,
attraverso la redazione di una molteplicità
di documenti, costruisce il piano
dettagliando, precisando e anche arricchendo
il disegno strategico iniziale, superando la
tradizionale e consolidata struttura
gerarchica, verticale e subordinata, dei
rapporti tra le istituzioni, e in
particolare dei rapporti tra i diversi
livelli di pianificazione, a favore di un
sistema pluralista basato sui principi della
sussidiarietà e dell’autonomia e organizzato
su relazioni di cooperazione, dialogo
interattivo, concorso nei processi
decisionali, di tipo orizzontale e
degerarchizzato.
In questa ottica, le linee programmatiche
assumono valenza politica in quanto atto
d’indirizzo dell’amministrazione in tema di
criteri normativi, aspetti procedurali,
competenze e ruoli dei soggetti pubblici e
privati (Allegato 1 – Le nuove competenze
della regione in materia di porti e demanio
marittimo); allo stesso tempo assumono
valenza tecnica in quanto presentano criteri
progettuali, contenuti approfonditi e
documentati in relazione allo stato attuale
del sistema e alle potenzialità esistenti.
In particolare, il documento consente di
assumere decisioni organiche in tema di
riqualificazione e/o rifunzionalizzazione di
impianti portuali esistenti e di
localizzazione di nuovi impianti, in
relazione ai diversi settori e aree di
business coinvolti. Sono, quindi, l’avvio
del processo di pianificazione della
portualità turistica attraverso cui vengono
definite le linee strategiche generali, gli
obiettivi, le scelte già effettuate, le
opzioni da sviluppare, i criteri di
progettazione e di valutazione. Questo
approccio è tanto più necessario quando si
tratta di scelte complesse come quelle sulla
portualità turistica che coinvolgono diversi
aspetti: ambientali, economici,
infrastrutturali, difficilmente definibili
in assenza di progetti, o almeno studi di
fattibilità tecnico-economico-ambientale.
Attraverso le linee programmatiche
l’amministrazione regionale:
- ribadisce gli obiettivi operativi della
propria politica nel settore dei trasporti;
- stabilisce gli orientamenti per lo
sviluppo del sistema regionale della
portualità turistica;
- indirizza, ai fini del coordinamento, la
programmazione e la pianificazione degli
enti locali nel settore della portualità
turistica;
- definisce i requisiti tecnici per la
redazione delle proposte progettuali (studi
di fattibilità, progetti preliminari e
progetti definitivi);
- individua gli strumenti per la
realizzazione degli interventi deliberati
ricorrendo anche a strumenti finanziari che
prevedono la partecipazione del settore
privato.
Figura 1 - Quadro d’insieme degli
ambiti del sistema integrato della
portualità turistica |
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Le linee programmatiche sono sviluppate in
aderenza al principio generale di
sussidiarietà, ai principi ispiratori di
integrazione/coesione economica e sociale,
dello sviluppo sostenibile, di una
equilibrata competitività per il territorio
europeo espressi nello schema di sviluppo
dello spazio comunitario (Ssse)1
e in coerenza con gli obiettivi specifici
individuati dal medesimo documento:
- sviluppo territoriale sostenibile,
equilibrato e policentrico;
- parità di accesso alle infrastrutture e
alle conoscenze;
- attento uso dei beni naturali e culturali.
La programmazione di un sistema integrato
della portualità turistica interagisce in
maniera diretta con le problematiche di un
territorio particolare quale è quello delle
fasce costiere per le quali l’individuazione
dei termini di pianificazione e di gestione
integrata costituiscono, almeno sul piano
attuativo, una sfida tutta da scoprire2
e sulla quale è concentrata l’attenzione di
molti programmi dell’Unione europea3.
Pertanto, le linee programmatiche nel
recepire i risultati del programma
dimostrativo promosso dalla Commissione
europea sulla gestione integrata delle zone
costiere4, si sviluppano sulla
base dei sette principi considerati
necessari per raggiungere uno sviluppo
eco-sostenibile, economicamente efficiente e
socialmente equo delle zone costiere:
approccio di ampio respiro, comprensione
delle specificità dell’area d’interesse,
sintonia con i processi naturali, adozione
di decisioni che non ipotechino il futuro,
ricerca del consenso mediante una
pianificazione partecipativa, sostegno e
coinvolgimento di tutte le istanze
amministrative competenti, ricorso ad una
molteplicità di strumenti.
In questa accezione del tema, le linee
programmatiche assumono l’obiettivo di
realizzare in Campania un sistema integrato
della portualità turistica orientato a:
- offrire convenienza localizzativa, in
senso lato, ai settori produttivi legati
alla portualità, migliorando le condizioni
strutturali che influiscono sulla loro
competitività;
- indurre un’occupazione qualificata
attraverso la formazione professionale e la
creazione di posti di lavoro nei segmenti di
punta dell’economia portuale e del suo
indotto;
- contribuire alla tutela e alla
riqualificazione della fascia costiera
attraverso metodologie progettuali, criteri
normativi, aspetti procedurali tesi a
garantire la compatibilità e la sensibilità
ambientale degli interventi;
- generare lo sviluppo di un turismo
durevole.
Le linee programmatiche propongono:
1. le funzioni che vocazionalmente
connotano il territorio e l’economia
costiera regionale e le funzioni che
potenzialmente possono svilupparsi in
relazione agli scenari evolutivi nazionali e
mediterranei;
2. le funzioni che caratterizzano la futura
offerta portuale per il diporto e per il
turismo costiero e la cui distribuzione
all’interno degli ambiti dovrà garantire,
contemporaneamente, l’autosostenibilità di
ciascun ambito rispetto alle funzioni di
base e a quelle localmente tipicizzanti
e la contribuzione di ciascun ambito
alla competitività nazionale e
internazionale del sistema rispetto a
funzioni globalmente di eccellenza;
3. il metodo per la costruzione del sistema
e le condizioni per rafforzare gli effetti
di complementarietà e di integrazione, a
livello locale, tra gli ambiti del sistema;
4. i criteri di individuazione delle azioni
essenziali affinché sia possibile recuperare
l’efficienza di base del settore, garantire
la sicurezza delle strutture (in mare e a
terra), garantire comfort all’utente;
5. i criteri e gli standard di progettazione
e di fattibilità tecnico-economica degli
interventi su porti esistenti e su nuovi
porti al fine di garantire un alto livello
di qualità nella progettazione e nella
realizzazione degli interventi.
Il concetto di sistema integrato della
portualità turistica
Il concetto di sistema
nell’organizzazione spaziale e funzionale
della portualità turistica indica che
l’insieme dei diversi impianti si connota
per differenziazioni nelle caratteristiche e
nelle funzioni e per complementarità nelle
prestazioni, di modo che l’utente possa
trovare risposta alle molteplici esigenze,
da quelle strettamente legate alla sicurezza
e alla piacevolezza della navigazione, alla
disponibilità di servizi a terra e
all’integrazione dei porti nel sistema
territoriale retrostante, specialmente per
quanto attiene la fruibilità dell’offerta
turistico-culturale e l’offerta di sistemi
di trasporto e servizi per la mobilità.
Il sistema della portualità turistica
interpreta la fascia costiera come un
territorio doppio costituito da un
versante marino e un versante
terrestre in cui i porti e gli approdi
turistici svolgono il ruolo di
scambiatori per l’interazione tra i due
versanti sia attraverso l’offerta per il
diporto, sia attraverso un diffuso sistema
delle vie del mare, sia attraverso la
loro riqualificazione in termini di
attrattori per il tempo libero delle
popolazioni residenti.
L’indirizzo comunitario in tema di
compatibilità tra nautica e ambiente,
contenuto nella direttiva 94/25/Ce del
Parlamento europeo, è che per le
imbarcazioni (di lunghezza compresa tra 2,5
m e 24 m) conformi ai requisiti essenziali
di tutela dell’ambiente da essa previsti,
non può essere vietato, limitato o impedito
l’utilizzo sul territorio nazionale da parte
degli Stati membri.
Vincolo ineliminabile nelle scelte
funzionali deve essere il costante rispetto
dell’ambiente nella sua accezione più vasta:
qualità dell’acqua, del mare, della
vegetazione, degli ecosistemi costieri, del
paesaggio da mare e da terra. Gli interventi
infrastrutturali devono essere anche
occasione di riqualificazione di tratti
costieri oggi degradati che potrebbero
trovare in un accorto ridisegno della linea
di costa e della fascia retrostante la via
per recuperare qualità.
Il sistema si sviluppa secondo tre
dimensioni:
- una dimensione puntuale, dove i
singoli porti e approdi esistenti vengono
valorizzati attraverso la definizione di
funzioni coerenti con le vocazioni proprie
dei siti e attraverso la determinazione
della relativa capacità di offerta in
termini di strutture (posti barca e aree
dedicate) e servizi;
- una dimensione lineare-orizzontale,
dove ogni porto (esistente e di nuova
realizzazione) gioca il proprio ruolo
integrandosi con gli altri porti
dell’ambito, contribuendo alla definizione
di un’identità complessiva del sub sistema
(in termini vocazionali/funzionali) e alla
sua autosostenibilità (almeno per quanto
riguarda i requisiti minimi di
funzionalità di area) nell’intero
sistema regionale;
- una dimensione perpendicolare, dove
per i porti e gli approdi turistici
(esistenti e di nuova realizzazione) viene
esaltato il ruolo di intersezione tra la
fascia costiera e le linee di penetrazione
verso il territorio regionale interno.
Le azioni di riqualificazione e
potenziamento di strutture esistenti – così
come la scelta localizzativa di nuove
strutture portuali turistiche – dovranno,
per ogni ambito:
- assicurare la complementarità tra le
funzioni e la relativa offerta di servizi;
- adeguare la rete dei porti in termini di
ottimizzazione delle distanze, sia massime
che minime, tra i diversi scali
relativamente alle funzioni svolte;
- prevedere un adeguamento dell’offerta di
posti barca alla domanda esistente e
potenziale, con specifico riferimento alle
diverse tipologie di utenza (stanziale,
stagionale, di transito) ed entro i vincoli
posti dalla capacità di carico della fascia
costiera e dalla redditività economica e
finanziaria degli investimenti;
- definire strategie di potenziamento
dell’offerta che facciano ricorso a
interventi non invasivi quali:
revisioni dei piani di ormeggio all’interno
dei bacini portuali, recupero di impianti
esistenti ma sottoutilizzati per problemi di
natura tecnica (fondali e protezioni) o
amministrativa (sequestri, mancati collaudi,
ecc.), realizzazione di impianti stagionali
con strutture galleggianti mobili,
realizzazione di impianti a secco che
utilizzano particolari tecnologie di
varo/alaggio; la realizzazione di nuovi
impianti fissi sarà sottoposta ad accurate e
dettagliate analisi di fattibilità e
valutazioni di impatto ambientale;
- prevedere interventi infrastrutturali e/o
offerta di servizi di integrazione modale
tra porto e territorio.
A livello di sistema si dovrà pervenire alla
definizione di modelli organizzativi di
gestione integrata tra i soggetti preposti
ad assicurare l’assolvimento delle funzioni
e dei relativi servizi al fine di garantire
un’offerta portuale caratterizzata da forte
integrazione con il territorio retrostante,
idonea a soddisfare l’utenza locale urbana e
nautica, in grado di presentare il sistema
portuale come bacino nautico organizzato.
Il modello gestionale prevede tre livelli –
sistema, ambito territoriale, singolo porto
– e investe:
- i servizi di sorveglianza, sicurezza,
emergenza e protezione civile tesi a
garantire la sicurezza della navigazione e
delle manovre in ingresso e uscita dai
porti, la messa in rete delle stazioni di
soccorso ubicate all’interno dei porti,
i call center dell’emergenza (112,
113, 115, 118, guardia costiera ecc.), gli
aeroporti, gli eliporti, gli ospedali e i
pronto soccorso costieri;
- i servizi di ormeggio e assistenza
dove vengono messi in rete le società
concessionarie degli ormeggi (stanziali,
stagionali, in transito, temporanei,
maxiyacht) e le imprese del settore
cantieristico (assistenza, rimessaggio,
costruzione, riparazione, forniture navali e
accessori);
- i servizi culturali e per il tempo
libero dove viene messa in rete la
pluralità dei soggetti che concorrono a
realizzare l’offerta turistica: società di
gestione del singolo porto, società di
collegamenti marittimi, società di trasporto
addetta alla gestione del collegamento
terrestre porto-meta turistica (museo, parco
naturale, stazione termale, ecc.), società
di gestione della meta turistica. È
auspicabile che la rete si estenda
all’intero ambito territoriale ma è
fondamentale che si realizzi a livello
locale; reti di secondo livello,
quali ad esempio la rete dei parchi o
la rete dei musei, possono conferire
valore aggiunto al sistema ma non sono
fondamentali per la sua messa a regime.
L’intero modello gestionale potrà giovarsi
di un sistema computerizzato di
supervisione e di gestione automatica
dei porti in grado di semplificare e
snellire le procedure dei singoli
cittadini-utenti, di incrementare
l’efficienza di esercizio delle singole
gestioni attraverso la razionalizzazione dei
servizi forniti alle imbarcazioni anche in
banchina, di migliorare la sicurezza
pubblica anche attraverso un miglior
controllo dei flussi dei natanti in transito
(sia in ingresso che in uscita). Tale
sistema costituisce un modello organizzativo
che i gestori possono promuovere, ad esempio
sotto forma consortile, così da migliorare
la qualità complessiva dell’offerta e
garantire l’efficacia delle singole
gestioni.
Inoltre, andrebbero sfruttate le
potenzialità della smart card technology
sempre più diffusa in molti settori dei
servizi pubblici, anche nella Regione
Campania: dai trasporti (bigliettazione
elettronica) all’anagrafe comunale (carta
d’identità) ai circuiti museali (artecard).
Le indicazioni programmatiche per lo
sviluppo del sistema
Le indicazioni programmatiche relative al
sistema integrato della portualità turistica
regionale partono dall’analisi connotativa
degli ambiti del sistema: questi si
presentano con caratteri fisici e
vocazioni diverse che suggeriscono la
definizione delle specializzazioni
funzionali e dei ruoli che ciascun porto
potrà assolvere in termini di contribuzione
al sistema complessivo. Le indicazioni sono
state elaborate alla luce di fattori quali:
la storia dei luoghi, le risorse del
territorio e i suoi caratteri
fisico-ambientali, il livello di
infrastrutturazione presente, i vincoli
amministrativi, il tessuto produttivo
locale. Allo stesso tempo esse scaturiscono:
dal confronto con i documenti di indirizzo
delle province, dal recepimento delle
volontà espresse dagli enti locali nel
corso di numerosi incontri tematici con la
regione, dall’analisi di proposte
progettuali pervenute alla regione da parte
di comuni e soggetti privati; in questi
ultimi casi, al di là della valutazione
sulle soluzioni progettuali – che verrà
effettuata in una diversa sede – le proposte
sono state intese come espressione delle
criticità puntuali e delle volontà/vocazioni
del territorio.
Su questa base, vengono avanzate proposte di
larga massima relative a quel complesso di
funzioni che, per ciascun ambito, si
ritengono in grado di favorirne l’autosostenibilità
interna e la competitività rispetto al
mercato.
Le funzioni sono articolate in:
- funzioni di base (offerta di ormeggio
stanziale, stagionale e di transito per la
nautica da diporto) che devono essere
presenti in ciascun ambito;
- funzioni localmente tipicizzanti,
che possono connotare un ambito rispetto
agli altri grazie alla presenza di
particolari risorse presenti nel territorio
circostante e accessibili direttamente dai
porti attraverso idonei sistemi di
interconnessione (siti archeologici, riserve
naturali, parchi terrestri e marini, mete di
balneazione e sport acquatici) che possono
essere presenti nella maggior parte dei
porti dell’ambito;
- funzioni di eccellenza che si
ritrovano solo in alcuni porti del sistema e
che rappresentano particolari fattori di
competitività nazionale e internazionale del
sistema incrementando la capacità di
attrazione della domanda esterna (offerta di
ormeggio e cantieristica per maxiyacht,
cantieristica per barche d’epoca).
Le indicazioni specifiche relative a ciascun
intervento dovranno essere oggetto di
ulteriori approfondimenti da svolgersi
attraverso studi di fattibilità e progetti,
da redigere secondo i criteri e le
indicazioni definiti dal presente documento,
mirati a precisare aspetti puntuali compreso
il dimensionamento degli impianti e
l’impatto socio-economico e ambientale delle
opere e fermo restando l’esecuzione di saggi
e/o controlli preliminari in tutte le aree
di interesse archeologico.
La logica di sviluppo del sistema, in ogni
caso, coincide con una programmazione
dinamica nella quale le scelte operate
nella fase di formulazione degli indirizzi
possono essere riviste e aggiornate in
relazione ai processi evolutivi in atto nel
territorio.
Ambito casertano:
presenta un litorale particolarmente fragile
per la presenza di tratti costieri di dune
mobili e di pineta sopravvissuti ai
massicci interventi edilizi; inoltre,
l’erosione delle spiagge (ridotte di circa 6
milioni di mc negli ultimi 30 anni) ha
provocato una sostanziale modifica
morfologica della linea di costa. L’intensa
edificazione, che a partire dagli anni ’70
ha investito l’area, ha prodotto numerosi
dissesti ambientali al punto che gran parte
delle opzioni di sviluppo locale sono
subordinate ad una estesa strategia di
bonifica, recupero e rinaturalizzazione dei
canali e dei corsi d’acqua minori, di
recupero delle dune litoranee (nei Comuni di
Mondragone e Castel Volturno), di recupero e
valorizzazione delle cave di sabbia e della
Pineta (Castel Volturno), di ricostruzione
del paesaggio litoraneo (fino a Giugliano)
che relativamente all’area di Liternum
andrà sottoposto al parere della
Soprintendenza archeologica di Napoli e
Caserta. Accanto a tali interventi si
sviluppano, da un lato, iniziative di
valorizzazione dell’eredità culturale locale
(soprattutto attraverso la promozione di
itinerari turistici orientati
all’archeologia), dall’altro opzioni di
rilancio del turismo costiero attraverso la
riqualificazione e il potenziamento
dell’offerta portuale turistica sollecitate
dalla Provincia di Caserta e dai Comuni di
Mondragone, Cellole e Sessa Aurunca.
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Figura 2 - Ambito casertano |
Rispetto a tali opzioni, il casertano è
l’ambito che maggiormente necessita di un
potenziamento dell’offerta portuale, data
l’estensione del bacino di utenza potenziale
e l’articolato sistema dei collegamenti
terrestri. L’offerta è oggi rappresentata
dalla sola struttura fissa della Darsena
di S. Bartolomeo a Castel Volturno e dai
precari approdi lungo le aste fluviali del
Volturno e del Garigliano.
Si ritiene opportuno articolare l’offerta,
in primo luogo, attraverso l’adeguamento
della struttura esistente alle nuove
esigenze della domanda diportistica anche
stanziale e di collegamenti marittimi,
destinando spazi portuali e retroportuali
anche alla pesca e a funzioni per il tempo
libero delle popolazioni residenti.
L’intervento comunque va realizzato con
particolare attenzione paesaggistica dal
momento che l’area portuale confina con la
Riserva naturale di Foce Volturno-Costa
di Licola (Comune di Castel Volturno).
In secondo luogo potenziare l’offerta
medesima verificando la fattibilità
economica e ambientale del porto turistico
commerciale di Mondragone e del porto
turistico di Cellole-Sessa Aurunca secondo
le previsioni contenute nel piano d’area
domizia. In terzo luogo l’incremento
dell’offerta può avvenire mediante
riqualificazione degli approdi fluviali del
Volturno e del Garigliano attraverso la
dotazione di attrezzature mobili e di
servizi per la nautica minore di tipo
stagionale e per la piccola pesca,
opportunamente inseriti nel Parco
regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano
(Comune di Sessa Aurunca).
Ambito flegreo:
è quello che più si connota per presenza di
beni archeologici, storici, artistici e
architettonici accessibili dai porti,
unitamente ad un insieme di aree
naturalistiche (Parco regionale dei Campi
Flegrei che si compone anche delle
riserve marine di Cuma,
Miliscola-Acquamorta, Capo di Miseno,
tratto costiero da Porto di Miseno ad
Arco Felice) e di mete balneari.
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Figura 3 - Ambito flegreo |
In questo tratto di territorio, le
caratteristiche geomorfologiche unite ai
complessi processi di antropizzazione, hanno
determinato una condizione ambientale,
paesaggistica, archeologica, nonché
storico-architettonica, per la quale è
pensabile che si possano operare solo
trasformazioni o innovazioni di limitata
entità. In questo ambito, più ancora che in
altri, vige il criterio della soglia di
sostenibilità del sistema affidato alle
caratteristiche-vocazioni di natura
ambientale e territoriale, e alle normative
derivanti da strumenti di pianificazione
(piano territoriale paesistico dei Campi
Flegrei) o vincoli quali quelli archeologici
presenti nel tratto compreso fra le Stufe di
Nerone (Pozzuoli) e la Foce di Patria
(Giugliano) nonché quello relativo al Porto
di Baia.
È vero anche che, proprio in virtù delle
potenzialità dell’area, ogni
riqualificazione o rifunzionalizzazione
operata in questo contesto finisce con
l’avvalersi di una sorta di moltiplicatore
interno.
In tale area, dove si concentra circa il 50%
della domanda di ormeggio stagionale
dell’intera provincia napoletana, si propone
un’articolazione dell’offerta orientata al
potenziamento delle attrezzature portuali di
Pozzuoli, delle isole di Ischia e Procida,
alla riqualificazione degli ormeggi di
Bacoli, Baia, Miseno e Acquamorta,
prevedendo anche l’offerta di ormeggi
esclusivamente stagionali con attrezzature
di carattere temporaneo.
In particolare, nella zona costiera:
- nel Golfo di Pozzuoli, all’interno del
quale non si prevedono ulteriori approdi, un
ruolo preminente è riconosciuto al porto di
Pozzuoli, opportunamente
riorganizzato come porto di servizi
integrati in connessione con gli
itinerari turistici dell’area secondo il
progetto già approvato Compendio Rione
Terra-Porto in corso di realizzazione;
il porto conserva un ruolo polifunzionale
(trasporti, pesca e traffico commerciale in
particolare attraverso i collegamenti con le
isole flegree) e rafforza, attraverso
interventi di razionalizzazione degli usi
degli specchi d’acqua, l’offerta per la
nautica da diporto nonché le attività di
rimessaggio e riparazione. Le attività
cantieristiche dovranno connotare in
particolare l’area riservata al Marina
Maglietta, così come al porto vecchio del
Rione Terra è demandato il compito di
ospitare il naviglio minore della pesca;
- nell’ambito della riqualificazione
dell’abitato di Licola (Pozzuoli) e
previo attento studio morfologico e
meteo-marino, è possibile ipotizzare un
porto spiaggia stagionale con impianti a
basso impatto ambientale;
- il porto di Acquamorta è in grado
di svolgere un ruolo di porto stanziale per
la nautica locale e per la pesca e
attrazione di flussi nautici in transito
nella stagione estiva; integrandone le
funzioni con la riqualificazione dei servizi
ricreativi dell’isolotto di S. Martino;
- il porto di Miseno potrà costituire
un porto stagionale, con una parte dedicata
al transito diportistico. Esso va realizzato
con elevata attenzione alla progettazione
degli interventi, vista anche la presenza di
importanti testimonianze archeologiche,
creando le adeguate difese a mare, liberando
e riqualificando gran parte dell’attuale
spiaggia verso nord e attrezzando per i
servizi alla nautica la parte più a sud,
eventualmente utilizzando le strutture
militari già esistenti con particolare
attenzione alla scogliera di Punta Terone
(sita sui resti del molo romano) e alla
riqualificazione dell’insenatura da Case
Vecchie a San Sossio. Il progetto dovrà
tener conto della necessità della
reperibilità di parcheggi e spazi di
servizio, della risistemazione della
viabilità intorno al lago, nonché della
riqualificazione del lago di Miseno e delle
sue foci. In questo ambito va valutata, in
località S. Sossio, la possibilità di
attrezzare un ormeggio temporaneo per
l’utenza turistica attratta dalle mete
archeologiche e culturali dell’area;
- il porto di Baia potrà svolgere un
ruolo trainante per la nautica da diporto in
transito, tenuto conto della presenza di
attività cantieristiche e di rimessaggio e,
soprattutto, della sua posizione in rapporto
alla distribuzione territoriale delle
risorse archeologiche e ambientali (anche in
relazione alla balneazione). La
riconversione del porto commerciale in
approdo turistico – da localizzarsi nella
parte antistante alle aree attualmente
utilizzate dai cantieri navali – va
necessariamente subordinato alla
realizzazione del Parco archeologico
subacqueo, che consente di tutelare,
valorizzare e fruire degli straordinari
resti archeologici delle ville imperiali,
impegnando lo specchio acqueo non
interessato dai resti del lacus baianus;
nelle more del provvedimento di
declassificazione da porto commerciale di II
classe a porto turistico a salvaguardia
delle presenze archeologiche dovranno essere
adottati i limiti e divieti all’uso e alla
navigazione oggi vigenti (a seguito del
sequestro). La razionalizzazione
dell’offerta diportistica si affianca allo
sviluppo delle attività sportive, della
pesca, alle possibilità di fruizione del
sistema naturalistico e dei beni culturali,
alla dotazione di servizi e strutture per i
mezzi di emergenza e sicurezza e della
Protezione civile, non escludendo l’ipotesi
di un attracco per il cabotaggio passeggeri
costiero;
- il porto di Bacoli-Marina Grande, è
in grado di offrire ormeggio stagionale e in
transito, conservando spazi per la pesca e
per i servizi di linee balneari e del metrò
del mare; l’intervento va attuato
congiuntamente ad una riqualificazione del
waterfront in modo che, soprattutto
durante l’estate, costituisca un affaccio a
mare del borgo storico, stimolandone le
attività commerciali, ricettive e
turistiche, diventando un nuovo polo
attrattivo del territorio secondo la
tradizione mediterranea.
Ipotesi incrementali per l’offerta
dell’ambito costiero flegreo possono essere
sviluppate per il tratto di Licola
con interventi stagionali sotto forma di
impianto a basso impatto ambientale –
porto a secco – che non richiede
modificazioni in termini di riconfigurazione
della costa. Infatti, la forte
compromissione subita da quest’area costiera
a causa dell’azione antropica, suggerisce di
fare leva su un intervento che possa
ingenerare fenomeni di riqualificazione
ambientale e urbana per il territorio
circostante, anche con la previsione di
attrezzature turistico-ricettive.
Nelle isole di Ischia e Procida è
particolarmente grave l’entità del fenomeno
dell’erosione delle spiagge: l’attuale
consistenza delle spiagge, a fronte della
quantità di arenile presente negli anni ’50,
mostra una riduzione degli arenili di circa
il 65% a Ischia (in parte già oggetto di
intervento da parte della Regione Campania
con il ripascimento della spiaggia dei
Maronti) e di circa il 50% a Procida
comportando gravi inconvenienti in campo
ambientale.
Gli interventi ipotizzati per il sistema
portuale delle isole flegree prevedono
nell’isola di Ischia:
- un ruolo preminente è assegnato al porto
di Casamicciola per il quale, oltre a
riaffermare il ruolo nodale per il sistema
dei collegamenti marittimi, si consolida la
funzione per la nautica da diporto
nell’offerta sia stanziale che stagionale, e
si ipotizza anche l’offerta di ormeggio ai
maxiyacht in transito;
- per Ischia Porto, l’adeguamento è
subordinato ad un più complessivo piano di
recupero dell’intera area portuale che dovrà
prevedere la riorganizzazione degli spazi in
ragione della coesistenza di una
molteplicità di funzioni quali: diporto
nautico (stanziale, stagionale e in
transito), vie del mare, commercio e pesca,
sport nautici, emergenza e sicurezza.
Interventi, inoltre, sono da programmarsi a
terra in relazione alla riorganizzazione
delle attività cantieristiche, alla
dotazione di aree di parcheggio, di terminal
dei trasporti, di aree attrezzate per
l’imbarco dei veicoli;
- per il Porto di Forio è prevedibile
una razionalizzazione della capacità
ricettiva mediante una riconfigurazione
delle opere di difesa e la realizzazione di
pontili galleggianti permanenti per la
nautica sia stanziale che stagionale, il
potenziamento dei collegamenti marittimi,
anche con l’attivazione di linee di aliscafi
per destinazioni extraregionali (Formia-Fiumicino),
di aree destinate alla pesca, nonché un
miglioramento delle connessioni tra l’area
portuale e il centro storico di Forio
d’Ischia;
- nel caso di S. Angelo, la proposta
è orientata ad una ridefinizione del ruolo
di ormeggio esclusivamente stagionale,
organizzato per accogliere, oltre alle
imbarcazioni da diporto, il naviglio da
pesca e i mezzi legati alle escursioni
organizzate. Stesse funzioni, con
l’esclusione di quelle legate alla pesca,
sono attribuite a Lacco Ameno;
- l’unica ipotesi di realizzazione di un
nuovo sito nell’isola è ipotizzato a
Ischia Ponte-Castello mediante strutture
mobili per l’ormeggio stagionale previe le
necessarie verifiche di compatibilità in
materia archeologica.
Per l’isola di Procida, si propone il
potenziamento e la
diversificazione-integrazione delle
funzioni:
- al porto di Procida-Marina Grande
si riconoscono le funzioni già attualmente
svolte e potenziate con i lavori di
ampliamento del porto turistico con la
possibilità di offerta stanziale e
stagionale alla nautica da diporto, di
ospitare maxiyacht in transito e di
integrare tali funzioni con le attività
cantieristiche, della pesca, di emergenza e
sicurezza, oltre a riaffermare il ruolo
commerciale e di collegamento marittimo del
golfo di Napoli;
- per il porto della Chiaiolella
viene riconfermato il ruolo di porto
turistico per la nautica da diporto
stagionale, per la pesca e si propone
l’attivazione di servizi integrati con le
funzioni naturalistiche (l’insieme dei beni
ambientali dell’isola e in particolare
Vivara) e balneari fermo restando la
necessità di indagini preliminari presso il
Golfo di Geniti volte a determinare la
presenza di strutture connesse
all’insediamento miceneo;
- al porto della Corricella è
destinato prevalentemente un ruolo di porto
peschereccio riservando spazi anche
all’ormeggio temporaneo legato alla
fruizione commerciale (ristorazione) e dei
beni culturali (Terra Murata).
Ambito napoletano:
la linea di costa che segna la proiezione a
mare della città di Napoli rappresenta il
luogo di maggiore concentrazione e pressione
antropica, in un susseguirsi di tratti dai
differenti caratteri in quanto a morfologia,
tipologia di paesaggio, destinazione e
intensità d’uso. L’intero ambito si connota
per l’accessibilità al patrimonio
storico-monumentale del centro storico della
città ma anche per alcuni tratti di costa
che si offrono ad una funzione balneare cui
si aggiunge come funzione di eccellenza
l’offerta di strutture e servizi idonei
ad accogliere maxiyacht.
|
Figura 4 - Ambito napoletano |
In coerenza con gli indirizzi espressi
dall’amministrazione comunale e fermo
restante la competenza esclusiva
dell’autorità portuale negli ambiti
individuati dalla legge 84/1994, viene
proposto un sistema articolato nei ruoli e
nelle funzioni che prevede:
- un grande porto turistico anche per
maxiyacht tra S. Vincenzo e il
Molosiglio, un marina urbano di
livello internazionale, connesso con lo
straordinario retroterra dei beni culturali
e la via Partenope, studiando una soluzione
di grande qualità paesaggistica che lasci
integro il molo borbonico di S. Vincenzo. La
darsena Acton con gli edifici ottocenteschi
intorno – in corso di dismissione da parte
della Marina militare – potrà rappresentare
una piazza sul mare con attività
culturali, musei (della marina e
dell’emigrazione), ristoranti, spazi per
esposizioni. La vicinanza con la stazione
marittima, le linee per le isole e per le
altre località del golfo, i sistemi di
trasporto su ferro e il collegamento con la
stazione ferroviaria e quella della Mn
nonché con l’aeroporto di Capodichino
renderebbero questo polo diportistico
particolarmente idoneo anche per l’ormeggio
stanziale internazionale;
- per Mergellina si prospetta
l’ampliamento della sua capacità ricettiva
per la nautica stanziale e stagionale,
nonché per i maxiyacht ed una migliore
allocazione dell’attracco delle linee del
golfo, dei servizi di sicurezza e della
flottiglia peschereccia, tenendo conto della
scarsa disponibilità di spazi a terra (in
particolare parcheggi);
- per Bagnoli-Coroglio viene
condivisa la decisione già assunta in sede
di piano regolatore del Comune di Napoli per
un porto inserito nell’ambito del parco e
delle funzioni ad esso connesse, dedicato
alle attività sportive nautiche, fermo
restando che la realizzazione di strutture e
attrezzature anche stagionali sarà
subordinata alla esecuzione di indagini
archeologiche subacquee;
- per Castel dell’Ovo si suggerisce
una razionalizzazione ed un
ridimensionamento che consenta la
riqualificazione non solo degli spazi marini
integrata con le attività sportive,
culturali e per il tempo libero presenti
all’interno del borgo marinari;
- il porticciolo di Vigliena conferma
il ruolo di scalo per la nautica da diporto
specializzato nel settore cantieristico e
delle riparazioni attraverso la
riconfigurazione complessiva dell’impianto
fermo restante le decisioni contenute
nell’accordo di programma del 12/2000 fra
Stato, regione e Comune di Napoli;
- in fine, gli approdi stagionali di
Marechiaro, Riva Fiorita e
Posillipo-Circolo nonché i punti di
ormeggio stagionale minori che rappresentano
una limitata offerta stagionale, nell’ambito
delle funzioni per la pesca e per lo sport
esistenti; per l’approdo di Napoli-Posillipo
vanno eseguite indagini archeologiche
preliminari dei fondali.
Ambito vesuviano:
si presenta come il territorio più
discontinuo, con aree di straordinario
interesse naturalistico, archeologico o
architettonico, centri storici di grande
qualità ma anche in pessime condizioni di
conservazione, una moltitudine di
insediamenti produttivi in gran parte
dismessi o in corso di riconversione, a
testimonianza in particolare di una fase di
sviluppo ed espansione dell’apparato
produttivo napoletano che ora è
potenzialmente disponibile per nuovi usi
attraverso interventi di recupero e
riqualificazione ambientale.
|
Figura 5 - Ambito vesuviano |
La connotazione dell’ambito è certamente
orientata alla fruizione delle aree
archeologiche attraverso nuovi sistemi di
interconnessione tra i porti e gli
attrattori culturali, ma anche alla
presenza di alcune funzioni rare quali la
tradizione cantieristica per la riparazione
di barche d’epoca.
All’area vesuviana viene affidato un ruolo
di significativo potenziamento del sistema
dei porti turistici regionali attraverso una
programmazione mirata ed equilibrata di
nuovi porti (Marina di Stabia e approdo
culturale di Ercolano), di riqualificazione,
potenziamento e riconversione di quelli
attuali attraverso un sistema di fruizione
integrata con le risorse archeologiche
presenti sia sul tratto costiero che nelle
aree retrostanti e con il Parco nazionale
del Vesuvio.
- Per il porto di Granatello di Portici
è ipotizzata una riorganizzazione
dell’attuale struttura finalizzata alla
realizzazione dell’approdo per la fruizione
di beni culturali, in particolare degli
scavi archeologici di Ercolano, nonché
all’ormeggio stanziale, oltre a confermarne
il ruolo nodale nel servizio del metrò del
mare;
- per il Comune di Ercolano va
verificata la fattibilità complessiva per la
realizzazione di un approdo turistico;
- per il porto di Torre del Greco, va
valorizzata in primo luogo la funzione
legata alla tradizione cantieristica di
qualità anche attraverso l’ampliamento delle
aree a terra e dello specchio d’acqua
dedicato; si conferma inoltre il ruolo
turistico per il diporto nautico stanziale e
per i collegamenti integrati con il sistema
dei beni culturali e naturalistici. Inoltre,
si assegna un importante ruolo all’interno
dei collegamenti marittimi nel settore della
pesca e delle attività sportive;
- nella diversificazione dei ruoli e delle
funzioni, al porto di Torre Annunziata
è assegnato il ruolo di importante scalo
mercantile e, in parte, peschereccio.
L’ampiezza del porto consente, in ogni caso,
di accogliere quote consistenti di naviglio
da diporto, dedicandovi una parte dello
specchio marino, mentre parte delle grandi
aree a terra sono destinate alle nuove
attività cantieristiche;
- il nuovo porto turistico di Marina di
Stabia, in corso di realizzazione nel
tratto di costa compreso tra Torre
Annunziata e Castellammare di Stabia, è al
momento il più consistente intervento,
nell’ambito regionale, con la sua previsione
di ospitare fino a 1400 imbarcazioni
compresi i maxiyacht. Il complesso prevede
la realizzazione inoltre di un albergo, un
polo commerciale, un centro congressi e uno
di benessere, un palazzetto degli sport del
mare;
- più complesso è il discorso per quanto
riguarda il porto di Castellammare
che costituisce un’indiscutibile risorsa da
valorizzare a cominciare dalla riconversione
delle aree e delle strutture demaniali
dismesse verso un uso turistico-ricettivo e
verso la riqualificazione del waterfront
urbano. Le caratteristiche complessive
dell’area e i caratteri tecnici del porto
suggeriscono un attento studio di
fattibilità mirato a verificare la
possibilità che Castellammare assolva anche
la funzione di ulteriore scalo crocieristico
del golfo di Napoli.
La penisola sorrentino-amalfitana è
costituita da due sistemi territoriali
costieri a cavallo delle Province di Napoli
e Salerno, in parte simili ma anche con
alcuni elementi di differenziazione.
L’intero territorio è fortemente orientato
verso l’economia turistica – che determina
scelte e modalità d’uso di buona parte del
territorio costiero e delle aree limitrofe
più interne – il cui sviluppo è, tuttavia,
condizionato da frequenti problemi di
dissesto idrogeologico, di erosione della
costa alta e dall’inadeguatezza delle reti
infrastrutturali.
|
Figura 6 - Ambito costa sorrentina |
Entrambi gli ambiti della penisola si
connotano per una funzione prettamente
turistica legata alla diffusa presenza di
mete balneari, di parchi marini e aree
protette.
Gli interventi sui porti costieri possono
essere di limitata entità soprattutto per le
caratteristiche geomorfologiche della
penisola e pertanto potranno orientarsi
soprattutto verso l’adeguamento strutturale
e la riqualificazione dell’esistente.
In particolare, nell’ambito Sorrentino:
- Marina di Equa si presta ad un
ruolo stagionale per la nautica da diporto,
la piccola pesca e, eventualmente, di futuro
punto di attracco per il sistema dei
collegamenti marittimi stagionali
compatibilmente con il vincolo archeologico
presente nell’area;
- Marina di Vico, può puntare sulla
valorizzazione del sito come borgo a mare
nel quale confluiscono sia nuove
funzioni ricettive (turistico-alberghiere)
che quelle per la nautica minore, sia la
conservazione della tradizione balneare;
- per il porto di Meta sono previste
funzioni legate all’ormeggio stagionale per
il diporto, alla cantieristica e alle
attività sportive;
- Piano di Sorrento (Marina di
Cassano) può essere destinato al diporto
stagionale, alla cantieristica e alla pesca.
Tuttavia, ogni intervento sulle opere a mare
va attentamente valutato in relazione alla
forte erosione delle spiagge e dei costoni
che mette a rischio il tessuto urbano
prospiciente la spiaggia nonché con il
vincolo archeologico presente nell’area;
- il sistema dei porti dell’ambito trova in
Sorrento, in particolare a Marina
Piccola, lo scalo più importante e
articolato, l’unico, con quello di Capri
Marina Grande, adibito all’ormeggio
stanziale. Per lo scalo sorrentino è
ipotizzato un complesso di funzioni che
vanno da quella crocieristica e commerciale,
all’attracco delle vie del mare alla
fruizione dei beni naturalistici e alla
balneazione;
- per il porto di Sorrento-Marina Grande
si conferma il carattere peschereccio e
l’attività cantieristica;
- agli approdi di Marina di Puolo e
Marina della Lobra sono riservate
funzioni connesse con il diporto stagionale,
le attività sportive e la pesca, per
Marina di Puolo compatibilmente con il
vincolo archeologico presente nell’area,
nonché servizi e funzioni legate alla
riserva naturale marina protetta Punta
della Campanella. Per entrambi i siti
sarà operata la riqualificazione dei borghi;
in particolare per Marina della Lobra
“il porto della riserva naturale marina”,
sarà prevista la riqualificazione delle aree
a terra e la valutazione di interventi
strutturali per l’ampliamento della
ricettività nautica da attuare in sinergia
con la vicina Marina di Puolo e comunque
senza che detto eventuale ampliamento
pregiudichi la continuità dello svolgimento
delle attività e dei servizi nonché le
limitazioni del diporto nella riserva;
- all’approdo di Nerano si riserva
esclusivamente la possibilità di consentire
un ormeggio temporaneo, così come per
l’insenatura di Recomone e per
Marina Piccola di Capri secondo modalità
rispondenti alle norme previste dall’ente
parco marino di Punta Campanella;
- Capri Marina Grande è il porto
principale dell’ambito, con caratteri di
polifunzionalità legati al traffico
commerciale, turistico e diportistico,
inserito in un’isola di piccole dimensioni e
di alto valore naturalistico dove non sono
ammessi ulteriori impianti portuali.
Pertanto, il porto di Capri sarà oggetto di
interventi di alta qualità finalizzati a
ottimizzare l’offerta turistica nazionale e
internazionale anche rivisitando
l’intera struttura portuale destinata alla
nautica da diporto e razionalizzando gli
spazi riservati ai collegamenti marittimi.
Ambito amalfitano:
è un’area di storica e qualificata
tradizione turistica di livello
internazionale che esprime, in maniera
relativamente compiuta, l’integrazione
coerente delle forme di utilizzazione delle
risorse storico-culturali, paesaggistiche,
costiero-balneari. Obiettivo prioritario
dello sviluppo locale è l’integrazione delle
aree collinari nel sistema
economico-turistico della fascia costiera
anche mediante opportune politiche di
gestione del trasporto stradale, da
integrare con un’offerta di servizi di
collegamento marittimo che assumono
rilevante importanza nella stagione estiva.
I porti di Amalfi e Cetara
soffrono dei limiti fisici imposti dalla
conformazione della costa che ne condiziona
le possibilità di espansione sia a terra che
a mare. Tutti gli interventi sono diretti
principalmente allo sviluppo integrato con
il territorio attraverso la riqualificazione
delle aree a terra e, nel rispetto dei
vincoli paesistici, alla revisione
funzionale dei piani di ormeggio; né è
opportuno prevedere nuove strutture fisse o
ampliamenti di porti esistenti, fatta
eccezione per quegli interventi necessari
alla difesa degli specchi acquei e alla
predisposizione degli attracchi per il metrò
del mare. In particolare, gli interventi per
i collegamenti marittimi nel porto di
Amalfi e nel punto di attracco di
Positano sono motivati anche dalla
necessità di favorire l’accesso via mare ai
turisti pernottanti.
|
Figura 7 - Ambito amalfitano |
Gli approdi di Maiori e Minori
e Vietri sono sottoposti a interventi
inseriti nelle opzioni di riqualificazione
dei waterfront. In particolare,
l’approdo di Maiori, oggetto di un recente
intervento di riqualificazione e
sistemazione strutturale delle opere fisse,
costituirà elemento di integrazione della
città e del waterfront; per detta
infrastruttura si consiglia
l’approfondimento delle problematiche legate
ai fenomeni di insabbiamento nell’ambito del
completamento dell’approdo turistico; per il
porto di Vietri sul Mare, la
riqualificazione della darsena e delle aree
destinate alla cantieristica. Infine,
nell’approdo di Praiano è possibile
realizzare un impianto stagionale attraverso
pontili mobili per l’accoglienza di
imbarcazioni da diporto. Va tenuto presente
che i porti di Amalfi e Vietri sono aree di
interesse archeologico.
Ambito salernitano:
il tratto di costa corrispondente al centro
urbano di Salerno, ancora più che in
passato, si articola in una sequenza di
porti commerciale, turistico, di lungomare,
di spiagge per la balneazione, senza
fratture o ostacoli tra terraferma e acqua.
A rischio il litorale sabbioso che va da
Salerno a sud, con maggiori problemi verso
Eboli, dove in alcuni punti il mare lambisce
la strada provinciale costiera.
|
Figura 8 - Ambito salernitano |
La concentrazione nel capoluogo della
maggior parte delle funzioni superiori
determina accentuati fenomeni di
polarizzazione a livello provinciale. Sono
auspicabili interventi tesi a innalzare la
qualità ambientale e l’efficienza funzionale
prevedendo in particolare:
- il potenziamento delle funzioni
specialistiche di livello superiore;
- la valorizzazione delle risorse
storico-culturali e museali;
- la realizzazione di un circuito della
fruizione collettiva nell’ambito degli
itinerari turistici;
- il riordino urbanistico e l’arricchimento
funzionale delle fasce periferiche di
recente formazione.
La città di Salerno sta consolidando, con
una molteplicità di interventi in atto e una
più generale manovra di pianificazione
urbanistica in via di approvazione, un nuovo
rapporto di contiguità spaziale e funzionale
con il suo mare: particolare attenzione è
riservato al tema della mobilità, attraverso
il superamento dei punti di congestione
della viabilità di attraversamento e il
miglioramento dell’interconnessione fra
porto commerciale turistico, aeroporto,
sistema viario e ferroviario.
In coerenza con gli indirizzi espressi
dall’amministrazione comunale e fermo
restante la competenza dell’autorità
portuale, per la città di Salerno si
ritiene opportuno potenziare l’offerta
diportistica anche attraverso la
realizzazione di nuovi interventi tipo
marina urbano che coniugano l’offerta
nautica con la riqualificazione e
rifunzionalizzazione dell’area cittadina su
cui insistono. Inoltre il sistema stradale
di accessibilità dell’area urbana di Salerno
rende ipotizzabile che il bacino di utenza
di una simile struttura possa facilmente
estendersi alle aree della Campania interna
e del potentino.
Gli interventi portuali vanno attuati
congiuntamente al ripascimento degli arenili
tesi a contrastare il fenomeno dell’erosione
costiera che, ad esempio, nel tratto
salernitano compreso tra piazza della
Concordia e la foce del fiume Fuorni, negli
ultimi 25 anni, ha provocato un arretramento
generalizzato con punte massime di 15 metri.
Ambito della Piana del Sele:
il tratto di costa si presenta come un luogo
di forte contraddittorietà, tra la natura e
la qualità dell’ambiente, da un lato, e le
profonde alterazioni prodotte ancora in anni
recenti dall’insediamento dell’uomo,
dall’altro. Così che per lunghi tratti la
costa sabbiosa e la retrostante pineta
dunale, originariamente estesa anche oltre
trenta chilometri, ha lasciato spazio a
insediamenti per lo più illegali,
disordinati, di bassissima qualità edilizia,
legati ad una precaria economia turistica.
In queste aree la riduzione delle superfici
a spiaggia è avvenuta a partire dalla fine
degli anni ’70 con un’accelerazione
repentina del fenomeno negli anni ’90 quando
sono state registrate riduzioni dell’ordine
dei 6 metri per anno.
|
Figura 9 - Ambito della Piana del
Sele |
L’assunzione della caratterizzazione
turistica della fascia litoranea tra
Pontecagnano e Capaccio si è realizzata in
maniera spontanea, producendo con la
disordinata edificazione di residenze
stagionali e di manufatti di servizio una
profonda alterazione dei caratteri
ambientali e introducendo elementi di
disturbo nell’organizzazione agricola della
piana.
La fascia costiera della Piana del Sele,
attualmente priva di porti turistici, viene
identificata come un’area di
riqualificazione urbanistica e ambientale,
per la quale occorre prevedere una migliore
gestione delle risorse turistiche, anche
attraverso l’integrazione con il turismo
culturale indotto dal patrimonio storico e
archeologico (zona archeologica di Paestum),
dalle risorse naturali (Dune di Gromola) e
dalle risorse agricole produttive
(fattorie-modello). Gli interventi da
proporre devono essere accompagnati dal
contestuale risanamento ambientale (difesa
dell’erosione della costa, riduzione
dell’inquinamento delle acque) e dalla
riduzione dei fattori di pressione
antropica, con il recupero delle zone
edificate, e anche eliminando le quote di
edilizia che siano state illegalmente
realizzate. La strategia di intervento
complessiva, mirata a elevare il livello di
competitività territoriale, prevede la
valorizzazione dei beni ambientali
(sistemazione dell’area pinetata,
rinaturalizzazione del fiume Sele) e degli
itinerari naturalistici; il recupero e la
valorizzazione dei centri storici e del
patrimonio archeologico anche attraverso il
miglioramento dei collegamenti e lo sviluppo
delle relazioni tra costa ed entroterra.
Allo stato attuale, pare opportuno suggerire
interventi integrati di riqualificazione del
tessuto costiero urbanizzato attraverso
l’introduzione di porti a secco (vedi
ad esempio Puglia e Sicilia) laddove si è in
presenza di aree libere e/o di manufatti
dismessi. Ipotesi di interventi per la
realizzazione di impianti portuali
convenzionali dovranno essere verificate
attraverso accurati studi sulle correnti e
sul trasporto marino e sulle tendenze di
modificazione della linea di costa oltre che
sulla sussistenza di una sufficiente domanda
di ormeggio. In particolare dovrà essere
sottoposta a verifica di fattibilità il
progetto di una darsena (con servizi di
trasporto e cantieristica) con accesso dalla
foce del fiume Tusciano ovvero da un canale
di bonifica esistente o a farsi con
conseguente spostamento a monte della strada
litoranea.
Parimenti dovrà essere verificata la
fattibilità del recupero del molo costruito
dagli americani durante la guerra (da
utilizzare per le visite all’area
archeologica di Paestum) compreso nella
Riserva naturale Foce Sele-Tanagro
all’interno della quale, da Lido Lago (Eboli)
a Torre di Paestum (Capaccio), sono
evidentemente esclusi ulteriori interventi.
In ogni caso si consideri che il litorale
salernitano è area di interesse
archeologico.
Ambito cilentano:
propaggine a mare del territorio ricadente
nel Parco nazionale del Cilento e Vallo
di Diano che interessa il tratto
costiero compreso tra Agropoli e Scario, si
connota per una funzione prettamente
turistica legata alla diffusa presenza di
mete balneari e riserve naturalistiche.
|
Figura 10 - Ambito cilentano |
In parte simile al precedente tratto della
Piana del Sele ma anche differente in molti
aspetti e manifestazioni, il Cilento si
presenta come un territorio integro e
conservato nei suoi caratteri ambientali e
paesaggistici, anche se non privo di
fenomeni degenerativi sulle mobilità d’uso e
nelle trasformazioni indotte, ma anche
sottoposto a fortissime pressioni
antropiche, che in alcune parti consistenti
di litorale ne hanno stravolto forme e
insediamenti.
Nel Cilento, i ritmi di erosione superano
sicuramente di gran lunga i valori di un
metro all’anno; significativi arretramenti
si registrano nel tratto Casalvelino-Ascea,
alla foce del fiume Mingardo, a Palinuro, e
da capo San Marco al promontorio del
castello di Agropoli, dove vi è pericolo di
crolli di prismi rocciosi.
Il sistema insediativo alterna vecchi centri
collinari a centri costieri di recente
formazione caratterizzati da una diffusa e
massiccia edificazione di tipo turistico,
disposta a nastro lungo la costa e prive di
una morfologia e di una struttura funzionale
riconoscibile. I nuovi insediamenti,
realizzati generalmente con la progressiva
lottizzazione dei suoli della fascia
costiera, non rivelano quasi mai relazioni
con i centri preesistenti, spesso situati
nelle zone più interne.
È l’area della provincia che presenta,
complessivamente, i tassi di crescita del
patrimonio abitativo più alti, paragonabili
a quelli delle aree di urbanizzazione
consolidata cui si affianca un rapporto
estremamente elevato e in continua crescita
fra abitazioni non occupate e abitazioni
occupate.
Sono presenti ulteriori fattori di pressione
di origine antropica quali cave, aree di
estrazione di materiali sciolti (lungo corsi
d’acqua e zone costiere) discariche
incontrollate, captazioni e adduzioni, opere
di protezione delle coste.
La qualificazione delle attività turistiche
e la loro valorizzazione richiede di
intervenire in più direzioni: alla
promozione di servizi, alla valorizzazione
delle risorse culturali presenti sia
nell’area che nei contesti; dalla
conservazione o recupero della qualità
ambientale attraverso il controllo delle
trasformazioni insediative alla
riqualificazione urbanistica e ambientale,
all’integrazione del turismo balneare con
quello culturale e naturalistico. Anche in
questa fascia sono inoltre indispensabili
interventi di risanamento ambientale per
fronteggiare l’erosione della costa e
salvaguardare gli ambienti fluviali.
Entro i vincoli posti dall’ente parco
l’offerta di strutture per la nautica deve
essere potenziata e riqualificata in tutti i
porti dell’ambito. Possono essere ampliate e
rese stabili le strutture dedicate ad
accogliere il metrò del mare – Agropoli,
Acciaroli, Marina di Pisciotta, Marina di
Camerota e S. Marco (con particolare
attenzione in quanto area di interesse
archeologico) – intese anche nell’accezione
di Porte del Parco; in questi porti
devono essere realizzate strutture per
servizi di accoglienza e devono
riorganizzarsi gli spazi portuali da
destinarsi a parcheggi per auto e per le
linee di trasporto pubblico su gomma. I
porti devono essere assunti a luoghi per la
vita quotidiana delle popolazioni residenti
e la forte domanda turistica prevalentemente
di reddito medio-basso deve essere
soddisfatta senza compromettere la qualità
dei luoghi. Il potenziamento dell’offerta
diportistica, soprattutto nei porti e negli
approdi minori quali Agnone, Marina di
Casalvelino, Marina di Pisciotta, Marina di
Camerota deve avvenire prevalentemente con
strutture mobili attrezzate destinate alla
nautica minore mentre la nautica maggiore e
quella in transito possono trovare
accoglienza all’interno delle strutture
fisse esistenti e riqualificate. Va
verificata l’ipotesi di ampliamento del
Porto di Marina di Casalvelino, in linea con
le previsioni del Parco nazionale, in
considerazione della fragilità e
rappresentatività relativamente minore del
contesto ambientale e paesistico, della
posizione nell’ambito della rete stradale e
della struttura territoriale nei quali è
posto. Eventuali nuove strutture fisse
potranno essere previste solo laddove si
giustifica la necessità di un porto-rifugio
estivo, quindi nei tratti di costa dove la
distanza tra due porti consecutivi è
superiore alle 30 miglia nautiche.
Ambito del Golfo di Policastro:
si connota per una particolare qualità del
paesaggio e della natura che lo rende
suscettibile di grande valorizzazione
turistica da legare tanto alla tradizione
architettonica che all’ambiente naturale:
paesi con una storia, a volte, antecedente
la civiltà greco–romana e con elementi
architettonici medioevali, quali cattedrali,
castelli e palazzi nobiliari. Questi centri
minori, che coniugano la civiltà contadina e
quella marinara-mediterranea, sono inseriti
in un contesto territoriale il cui versante
costiero è rinomato per l’eccezionale
pulizia del mare, per il susseguirsi di
grotte scavate da fenomeni carsici tra cui
la Grotta Grande e il Riparo del Molare, in
cui sono stati rinvenuti importanti
giacimenti preistorici, per la vitalità dei
fondali ritenuti quasi un paradiso
subacqueo, ricco di specie marine altrove
scomparse da tempo.
|
Figura 11 - Ambito del Golfo di
Policastro |
I porti dell’ambito, Marina di Scario,
Sapri e Policastro svolgono
una funzione principalmente turistica
orientata ad un’utenza orientata alla
balneazione e al turismo naturalistico e
sono destinati a servire la nautica da
diporto stagionale e a potenziare quella in
transito. Sebbene la ricettività attuale sia
relativamente contenuta, i porti non si
prestano a interventi significativi di
potenziamento attraverso l’ampliamento
infrastrutturale, quanto piuttosto ad una
razionalizzazione degli ormeggi e al
miglioramento qualitativo dei servizi
destinando la maggior parte degli attracchi
alle imbarcazioni di media dimensione e
potenziando l’offerta per la nautica minore
attraverso l’installazione di strutture il
più possibile a pontile e con i necessari
servizi alle imbarcazioni. Anche per il
porto di Policastro va verificata la
fattibilità economico-ambientale di un
eventuale ampliamento mentre per i porti di
Scario e Sapri va verificata anche la
compatibilità con le preesistenze
archeologiche.
Il documento è stato elaborato dal gruppo
tecnico dell’Assessorato ai Trasporti:
Dr.ssa Brunella Rallo - Coordinamento
Ing. Renato Mennitti
Geom. Vincenzo Consalvo
Arch. Maurizio Schiazzano
con la consulenza di:
Prof. Ing. Mario Calabrese
Prof. Ing. Marino de Luca
Prof. Amedeo Di Maio
Arch. Bruno Discepolo
Prof. Manlio Ingrosso
Ing. Antonietta Sannino
Dr.ssa Maria Elisabetta Varrone
Avv. Ludovico Visone
Note
1
Unione europea, Conferenza di Lipsia, 1994 e
Conferenza di Postdam, 1999.
2
Viceversa sul piano teorico sembra esservi
maggiore chiarezza sui requisiti della
gestione integrata delle zone costiere. Vedi
Commissione europea, Verso una strategia
europea per la gestione integrata delle zone
costiere: principi generali e opzioni
politiche, 1999.
3
Vedi ad esempio i programmi Interreg III.
4
Commissione europea, Verso una strategia
europea per la gestione integrata delle zone
costiere: principi generali e opzioni
politiche, 1999. |