Numero 6/7 - 2003

 

tesi di laurea  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elementi per un piano paesistico della piana del Sele


Paola Lordi


 

La costa salernitana deve essere avviata verso forme di valorizzazione rispettose dell’enorme patrimonio ambientale presente. Paola Lordi* presenta una proposta per un piano paesistico della Piana del Sele, la cui riqualificazione è intesa soprattutto come integrazione fra spazio della natura e attività umana. Attraverso l’analisi del territorio, delle risorse e dei paesaggi, lo studio si pone come principale obiettivo lo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile dell’area

 

* laureata in Architettura il 28.11.2002 presso l'Università di Napoli Federico II con tesi in Urbanistica dal titolo “La piana del Sele - Proposta per un piano paesistico" curata dal relatore Prof. Arch. Alessandro Dal Piaz

 

 

Questo studio si fonda su una riflessione relativa all’idea di paesaggio e al suo significato, evitando di relegarlo in specifici ambiti disciplinari. Si è preferito piuttosto aderire all’impostazione che lo vede come il frutto di un’interazione fra natura e cultura: l’intreccio fra uno spazio di natura - che senza l’uomo è puro spazio biotico - e l’uomo che con la sua azione sul territorio lo trasforma e gli imprime un segno riconoscibile, testimonianza del grado di civiltà raggiunto.

Pertanto, il tipo di pianificazione in cui si colloca questo lavoro è una pianificazione territoriale con una specifica attenzione agli aspetti paesistici ed ambientali. I presupposti ritenuti sostanziali ai fini di una riqualificazione sono in primo luogo la posizione baricentrica dell’area rispetto ad un intorno ricco di presenze paesistiche, ambientali ed archeologiche, il potenziale grado di accessibilità, la presenza di un insieme diffuso di risorse e l’evidente vocazione turistica e agricola dell’area. Tutto ciò consente di orientare la riqualificazione proposta verso un potenziamento integrato delle risorse provenienti dal territorio agrario con le potenzialità turistiche. Il lavoro si articola in una fase analitica in cui il territorio viene indagato nella sua struttura, nelle sue potenzialità in termini di risorse, nella sua identità attraverso un’indagine sui paesaggi riconoscibili e in una fase progettuale che scaturisce quasi direttamente dall’impostazione precedente sia per quanto concerne le indicazioni progettuali che per quanto riguarda le indicazioni di tipo normativo.

 

Analisi della struttura del territorio e dei sistemi di risorse

 

L’area risulta macroscopicamente suddivisa in tre grossi sistemi territoriali: il sistema dei centri urbani, il sistema del territorio agrario e il sistema della fascia costiera, ognuno con una propria logica di strutturazione al punto da apparire perfino un po’ troppo nettamente separati.

Il sistema dei centri urbani è costituito da una fascia racchiusa fra due infrastrutture - autostrada e ferrovia - che limitano fortemente le relazioni di quest’area sia con la piana agricola sia con il sistema collinare. Tale fascia è centralmente attraversata dall’antica Strada per le Calabrie (attuale Ss 18) lungo la quale si aggregano e si susseguono, in un continuum più o meno compatto, i principali nuclei urbani dei comuni inclusi nell’area di studio: Pontecagnano Faiano, Bellizzi, Battipaglia ed Eboli.

Il territorio agrario della piana è compreso fra il sistema urbano e il sistema costiero. È solcato da una fitta rete idrica (naturale ed artificiale) che costituisce la prima tessitura di questo ampio territorio e da una rete stradale, a volte un po’ labirintica, che costituisce la seconda tessitura. Tra le maglie di questo reticolo si riscontra l’alternarsi di campi arborati e di campi a seminativi, che costituiscono una scansione areale dello spazio. Infine, si può individuare un insieme puntuale di elementi del sistema insediativo (masserie storiche, borghi rurali, aziende agricole, silos, ex tabacchifici, torri costiere) diffusi nell’intero territorio agrario.

Il sistema costiero può essere individuato in una fascia, compresa fra il mare ed un confine più o meno netto verso il territorio agrario, centralmente attraversata dalla strada provinciale litoranea. Le relazioni del sistema costiero con il restante territorio sono, quindi, rappresentate dal rapporto che questo asse stabilisce con il mare da un lato e con il territorio agrario dall’altro. Relativamente al primo, vi è un susseguirsi di attività legate allo svago e alla balneazione che spesso costituiscono una barriera per una libera fruizione del mare, e fasce di verde in stato di degrado o invece di pregio ambientale, come le folte pinete di Campolongo, anche se un po’ rovinate e nell’ultimo tratto occupate dai militari. Relativamente al secondo punto, i nuclei edificati, in alcuni tratti compatti, rappresentano una cortina continua che nasconde il territorio agrario retrostante. In altri tratti, questa cortina è più frammentata, in altri ancora scompare permettendo al territorio agrario di avanzare fino alla strada. Le foci dei fiumi suddividono questo sistema in ambiti con caratteristiche differenziate.

L’analisi volta all’individuazione dei sistemi di risorse presenti nel territorio è stata condotta attraverso carte tematiche ciascuna corrispondente ad un sistema; per ogni sistema sono state individuate le risorse presenti e le eventuali problematiche.

Relativamente al sistema ambientale, è emerso che l’area è ricca di risorse con tutte le problematiche che esse presentano e la cui soluzione deve essere affrontata con urgenza: si va dall’inquinamento dei fiumi e del mare all’erosione costiera, dall’eccessiva cementificazione di alcune canalizzazioni al degrado di alberature di pregio, dallo sviluppo sempre più ampio delle coltivazioni in serra ai conseguenti problemi di inquinamento dei corsi d’acqua e delle falde idriche sotterranee. Relativamente al sistema funzionale, nell’area si riscontra una concentrazione di attività legate a turismo-balneazione-svago nella fascia costiera, una prevalenza di caseifici, vivai e servizi per l’agricoltura nella fascia dei centri urbani, insieme con le emergenze culturali del Parco e del Museo archeologico di Pontecagnano. Nel territorio agrario abbiamo la presenza diffusa di un patrimonio insediativo storico (masserie, borghi, contenitori industriali dismessi) che va assolutamente recuperato e la presenza di attività industriali nei tratti prossimi ai centri urbani.

Relativamente al sistema infrastrutturale si può dire che, escludendo la Ss 18 e la strada provinciale litoranea, il reticolo stradale che attraversa la piana presenta una estesa uniformità morfologica e funzionale, differenziandosi esclusivamente per quanto riguarda i margini stradali costituiti da cigli d’erba o da alberature disposte in filari di specie uguali o differenziate o da serre.

Alla conclusione di questo percorso di analisi, attraverso uno schema esemplificativo si sono evidenziate le priorità di intervento sulle problematiche riconducibili al sistema ambientale rispetto agli altri sistemi di risorse, nonostante sia scontata una loro interazione sul territorio. Diversamente, qualsiasi intervento che non tenga conto di queste priorità risulterebbe vanificato nella sua efficacia e mutilato di una componente essenziale dello sviluppo sostenibile.

Figura 1 - Veduta da Salerno verso il Cilento

 

 

 

Analisi dei paesaggi

 

Una seconda analisi complementare alla prima è volta all’individuazione dei paesaggi riconoscibili in questo territorio, con le relative caratteristiche e problematiche. Obiettivo di questo secondo approccio analitico è quello di evidenziare le identità di questi paesaggi, al fine di orientare la proposta progettuale verso un loro consolidamento che li renda sempre più riconoscibili. Lo sforzo è stato quello di dare una strutturazione a questa lettura che facesse entrare in gioco quanti più elementi possibili e che li organizzasse in modo da renderne possibile lo studio.

Si è partiti da un’immagine unitaria e simbolica dell’intero territorio visto come una grande terrazza affacciata sul mare, per poi procedere attraverso progressivi approfondimenti ad un livello di dettaglio sempre maggiore. Una prima scansione suddivide l’intero sistema negli elementi fisici costitutivi: sistema montuoso, pianura, mare. Successivamente di questi elementi fisici, e in particolare della piana, si è operata una ulteriore scansione: fascia costiera, territorio agrario e reti idriche. Di ciascuno di questi elementi si è individuata la regola organizzativa che ha consentito di analizzarli nella loro struttura e che ha permesso di cogliere, sempre più in dettaglio, anche gli elementi puntuali appartenenti al territorio. Si è poi ritornati ad un’immagine sintetica, frutto dell’aggregazione qualitativa e quantitativa di questi elementi, che nel loro relazionarsi generano dei paesaggi dotati di una precisa e riconoscibile identità: paesaggi costieri, paesaggi agrari, paesaggi d’acqua. Ciascuno di essi è poi stato analizzato evidenziandone le caratteristiche principali legate o ad una zona o a delle categorie concettuali che ne consentono lo studio. Questa analisi si avvale di uno schema generale che evidenzia la struttura e i nessi logici dell’approccio e di allegati analitico-documentari relativi ai vari paesaggi, costituiti da una denominazione che si pone come direttamente esplicativa del carattere di quel luogo e di quel paesaggio, uno stralcio cartografico, un collage di foto da cui emergono i caratteri salienti, e alcune riflessioni o disegni che ne fissano ulteriormente contenuti e carenze.

Figura 2 - Inquadramento territoriale della Piana del Sele (Sa)

 

In particolare, i paesaggi costieri si susseguono partendo da caratteristiche di tipo urbano ed arrivando ad un paesaggio sempre più naturale. Il primo tipo di paesaggio individuato è l’anarchia di Magazzeno (I-II tratto) suddiviso in due tratti con caratteristiche simili ma diverse nell’intensità: questa zona sembra essere più urbana, forse per la vicinanza con Salerno, e si contraddistingue per un carattere quasi surreale dovuto al modo anarchico con cui si accostano attività, tipologie, colori, insegne, rumore, affollamento, dando luogo ad un caotico insieme che nonostante tutto ha un’identità precisamente riconoscibile.

Il secondo tipo di paesaggio è lo scenario naturale ma degradato di Spineta: il tratto distintivo di questa zona è la visibilità di entrambi i paesaggi, agrario e costiero. Il primo è piuttosto integro con i silos e i filari di alberature che segnano questo territorio piuttosto piatto; il secondo versa, invece, in uno stato di degrado con le pinete distrutte e un cospicuo numero di campeggi ed hotel da riqualificare. 

Il terzo tipo di paesaggio è la macchia di Campolongo (I-II tratto): il tratto distintivo di questa zona è dato dalle pinete costiere e dalla foce del Sele che, nonostante le presenze abusive, offre sempre uno scenario suggestivo.

Figura 3 - Paesaggi agrari: il sistema insediativo storico. Stralcio cartografico

 

I paesaggi agrari segnano in maniera molto forte questo territorio, occupando un’area molto ampia. Si sono individuati due paesaggi preminenti: la campagna tradizionale ingloba tutti gli elementi che da sempre hanno segnato e contraddistinto il paesaggio agrario: le tessiture dei campi, i colori legati al susseguirsi delle stagioni, le alberature - singole o aggregate in filari o in macchie boschive - il sistema insediativo storico delle masserie, dei borghi rurali della Riforma, dei contenitori industriali dismessi. La campagna moderna ingloba tutti gli elementi legati al moderno sviluppo del territorio agrario: l’estensione sempre più ampia delle coltivazioni in serra, il proliferare di tipologie edilizie moderne estranee al contesto rurale, l’incuria che spinge a depositare cumuli di rifiuti ai margini di alcune strade, l’accostamento disordinato di elementi disparati: reti tecnologiche, capannoni, serre. Il sistema del verde alberato, pur appartenendo al contesto della campagna tradizionale, ha una trattazione a sé stante per il rilievo che questi filari di alberature, lungo strade o canali o in mezzo alla campagna, hanno nella configurazione del paesaggio. Il sistema insediativo storico ha anch’esso un peso rilevante sia per la sua consistenza e qualità che per le sue potenzialità di valorizzazione dell’intero territorio. Numerose sono le masserie storiche disseminate nei vari comuni dell’area in esame, i borghi rurali dell’ente Riforma, caratteristica testimonianza di un preciso momento storico nell’evoluzione del paesaggio agrario, i contenitori dismessi di ex tabacchifici o di ex aziende agricole o di allevamento, testimonianza anch’essi di passate attività produttive.

Figura 4 - Analisi della struttura del territorio: individuazione dei sistemi territoriali

 

 

Infine i paesaggi d’acqua, dominanti nel paesaggio della piana, sia per la cospicua presenza dell’acqua, dal mare ai fiumi alle canalizzazioni, sia per il rilievo ambientale di alcune emergenze come il Sele. La suddivisione operata riflette l’importanza attribuita alle potenzialità offerte da ciascun corso d’acqua: si va dalle suggestioni del Sele, che ha un elevato carattere di naturalità con fasce di vegetazione arborea ed arbustiva tipiche della macchia mediterranea e con presenze rilevanti quali l’oasi di Persano ed il sito archeologico del tempio di Hera Argiva, al Tusciano: una risorsa paesistica da valorizzare, che ha un carattere di naturalità sicuramente inferiore al Sele, con evidenti segni di degrado, ma nonostante tutto da recuperare, al Picentino: dalle sorgenti alla foce un progressivo degrado che, oltre a presentare forti segni di degrado, è oppresso ai margini da troppe presenze industriali e infrastrutturali per poter ipotizzare una sua valorizzazione in termini di interventi di più ampio respiro. Le canalizzazioni sono un forte segno impresso nel paesaggio agrario dalle opere di bonifica che, irrorando capillarmente tutto il territorio, hanno restituito ad esso grande fertilità. Anche se alcune presentano una eccessiva cementificazione, di forte impatto sul paesaggio, esse rappresentano un potenziale da non sottovalutare per una valorizzazione dell’intero paesaggio agrario in seguito ad interventi di rinaturalizzazione.

Figura 5 - Il sistema dei centri urbani

 

 

Figura 6 - Il sistema costiero

 

 

 

Proposta progettuale

 

La proposta progettuale scaturisce in modo diretto dalle analisi svolte: raccoglie le potenzialità desumibili dall’analisi sui sistemi di risorse e combinandole con le riflessioni svolte sui paesaggi riconoscibili tenta di dare senso e organicità al tutto nella convinzione che le risorse di un territorio servano a creare luoghi, a creare identità.

L’obiettivo è quello di una valorizzazione dell’area che comporti un suo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile, puntando sulle potenzialità turistiche provenienti dall’intreccio fra le risorse del territorio agrario e quelle della fascia costiera.

A tal fine la strategia adottata - posta come prioritaria la soluzione delle gravi problematiche ambientali, rispettando e tentando di valorizzare i paesaggi riscontrati - consiste in un miglioramento dell’accessibilità integrata all’area, in una riqualificazione della fascia costiera, nella tutela e valorizzazione del territorio agrario e delle attrezzature culturali presenti (Parco e Museo archeologico di Pontecagnano, sito archeologico del Tempio di Hera Argiva) e in una maggiore integrazione fra i vari ambiti del territorio (centri urbani, territorio agrario e fascia costiera).

 

Figura 7 - Strutturazione della fascia costiera e catalogazione degli elementi puntuali riscontrabili

 

 

 

L’accessibilità

 

Il miglioramento dell’accessibilità integrata all’area si persegue attraverso i seguenti interventi:

- la creazione di un nuovo svincolo autostradale in connessione con l’aeroporto;

- la sistemazione di aree adiacenti alle stazioni ferroviarie di Pontecagnano e di Battipaglia per l’interscambio fra trasporto pubblico e privato, attrezzate con parcheggi per la sosta delle auto, aree per la sosta e la partenza dei pullman e collegate alle rispettive stazioni mediante due sovrapassi;

- la sistemazione di aree per la sosta e il noleggio delle biciclette.

Si prevede, inoltre, il miglioramento di alcune connessioni fra i centri urbani e l’area in esame.

 

La fascia costiera

 

Una riqualificazione della fascia costiera è possibile attraverso interventi sulla viabilità che consistano in un riordino dei flussi di traffico di tipo veicolare e pedonale relativamente al tratto più congestionato di Magazzeno. Per esso si prevede la creazione di un nuovo asse di progetto, parallelo e prossimo alla costa, esclusivamente per il traffico veicolare, attrezzato con parcheggi in prossimità degli assi di penetrazione verso il litorale, e la pedonalizzazione della litoranea ripensata come un lungomare alberato, dotato di una pista ciclabile e di strutture smontabili sistemate a gruppi per la vendita di prodotti provenienti dal territorio agrario e di prodotti tipici. Relativamente ai tratti successivi si prevede il potenziamento dell’Aversana come strada di attraversamento più veloce per il traffico veicolare. A tal fine si propongono due nuovi tratti di cui il primo di allacciamento con la tangenziale e il secondo di ripristino del collegamento ora interrotto sul Tusciano. Il ridisegno della strada litoranea ha come finalità la decompressione del traffico veicolare di tipo privato e la fruizione di questa strada anche per scopi ricreativi come passeggiate in bicicletta o lungo le pinete. Inoltre, per ottimizzare i collegamenti che dai centri urbani afferiscono alla fascia costiera si è prevista la creazione di numerose aree di parcheggio in prossimità degli incroci con la litoranea.

Gli interventi relativi alle strutture balneari hanno la finalità di liberare la visuale del mare e di consentirne una più libera fruizione. Essi consistono in una riduzione e in una differente distribuzione delle cabine poste perpendicolarmente al mare, in un incremento degli spogliatoi collettivi e in una riduzione del numero degli stabilimenti attualmente presenti.

Gli interventi di riqualificazione sulle strutture ricettive esistenti sono fondamentali in un’ottica di sviluppo turistico dell’area e così la creazione di qualche struttura di nuovo impianto anche se di piccola entità e costruita nel rispetto del paesaggio. Analogamente il recupero dell’ex azienda di allevamento a Spineta per creare una beauty-farm serve ad arricchire e differenziare l’offerta ricettiva in un’area già predisposta in tal senso.

L’incremento di attività di tipo ricreativo-sportivo sul litorale di Battipaglia è finalizzato ad arricchire il panorama di svaghi e intrattenimenti presenti nella zona sia per la popolazione turistica che per quella residente, ma nello stesso tempo consente di valorizzare la fascia interposta fra l’asse litoraneo e il mare. In essa si prevede di riqualificare le strutture ricettive già esistenti, di ripristinare il sistema del verde e di attrezzare aree per sport acquatici o da praticare all’aria aperta. Questi interventi si collegano al sistema del parco fluviale previsto lungo il Tusciano che, nel tratto superiore verso il centro urbano di Battipaglia, è caratterizzato come un parco urbano dotato di attrezzature sportive.

Gli interventi di recupero e di rimboschimento sulle pinete di Campolongo consentono il recupero di una risorsa ambientale di elevato pregio.

Figura 8 - Strutturazione del territorio agrario e catalogazione degli elementi puntuali riscontrabili

 

 

 

 

Il territorio agrario

 

La riqualificazione del territorio agrario si persegue innanzitutto attraverso la tutela e la valorizzazione delle colture e del paesaggio e, in secondo luogo, attraverso il miglioramento delle sue relazioni con le restanti parti del territorio. A tal fine si propone un recupero delle masserie storiche a fini agrituristici e culturali e una rivitalizzazione dei borghi rurali attraverso la collocazione in essi di attività culturali e ricreative di richiamo: al borgo Picciola si prevede la riconversione dell’ex tabacchificio in un Centro artistico-culturale, al borgo Aversana si prevede la creazione di un Museo delle tradizioni contadine di nuovo impianto e al borgo Cioffi un Centro delle tradizioni gastronomiche locali. Si prevede, inoltre, di collegarle con una rete di percorsi pedonali/ciclabili/equestri che, svolgendosi lungo strade o canali rinaturalizzati in seguito ad interventi di ingegneria naturalistica, diventano in tal modo anche un’occasione ricreativa e culturale di fruizione del paesaggio agrario.

La creazione dei parchi fluviali del Sele e del Tusciano si pone come occasione di valorizzazione di risorse paesistiche-ambientali e di fruizione delle stesse a scopi turistici e ricreativi, ma è nello stesso tempo un’occasione di connessione fra i vari ambiti che i fiumi attraversano.

La valorizzazione delle attrezzature culturali si ottiene attraverso l’inserimento del Parco e Museo archeologico di Pontecagnano e del sito archeologico di Hera Argiva nella strategia complessiva di riqualificazione dell’intero territorio. Migliorando l’accessibilità di queste strutture dalla piana, si ottiene una più agevole e più ampia fruizione delle stesse.

 

Figura 9 - Individuazione del reticolo idrografico e catalogazione degli elementi puntuali riscontrabili

 

 

 

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* laureata in Architettura il 28.11.2002 presso l'Università di Napoli Federico II con tesi in Urbanistica dal titolo “La piana del Sele - Proposta per un piano paesistico" curata dal relatore Prof. Arch. Alessandro Dal Piaz

 

 

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