La Sardegna si trova ancora oggi in
condizioni di ritardo nell’applicazione
delle direttive europee e della legislazione
nazionale in materia di valutazione di
impatto ambientale (Via) e
valutazione ambientale strategica (Vas).
Diversamente da altre regioni italiane che
hanno già adottato i propri strumenti
legislativi, in Sardegna ancora si attende
una specifica normativa regionale di
riferimento. In queste condizioni, le
procedure di Via si riferiscono a leggi e
circolari che, fornendo un quadro di
riferimento parziale, non consentono in
generale di implementare procedure condivise
agili ed efficaci.
La Vas in Sardegna: primi passi
Le esperienze di Vas si riferiscono in
Sardegna alle iniziative portate avanti
presso l’Assessorato regionale per la difesa
dell’ambiente, per ottemperare alle
disposizioni del quadro comunitario di
sostegno (Qcs) per le regioni italiane
Obiettivo 1 (2000-2006). A tal fine, la
neo-istituita Autorità ambientale,
coadiuvata dalla task force ambientale
del Ministero dell’ambiente e della tutela
del territorio, sta procedendo alla
valutazione ex ante ambientale (Vea) dei
progetti inseriti nel programma operativo
regionale (Por) della Sardegna. Le
attività si sono articolate in una fase di
costruzione delle basi conoscitive e degli
indicatori di contesto, ed in una fase di
analisi delle misure del Qcs del Por, in
accordo con le direttive del piano operativo
concordato con il Ministero dell’ambiente e
della tutela del territorio e dall’agenzia
nazionale per la protezione dell’ambiente
(Anpa).
Sono stati individuati, inizialmente, i
settori di interesse specifico per la messa
a punto della procedura Vea coerenti con le
peculiarità, le vulnerabilità e le vocazioni
del territorio sardo, provvedendo
all’integrazione delle tematiche proposte
dalla Commissione europea con quelle dell’Ambiente
marino e costiero e dell’Ambiente
rurale e montano. Inoltre, a causa della
rilevanza dell’attività estrattiva nella
storia del territorio isolano la tematica
suolo è stata modificata in suolo e
sotto-suolo. Infine, in ottemperanza
della delibera Cipe 4 agosto 2000, riferita
alle modalità attuative del Qcs, è stata
considerata un’ulteriore tematica relativa a
patrimonio culturale e paesaggio, che
comprende anche gli assetti della tutela del
patrimonio storico-architettonico,
archeologico e paesaggistico.
Alla definizione degli indicatori, costruiti
per garantire la base conoscitiva necessaria
per le successive fasi di analisi, è seguita
la verifica di attendibilità dei dati
prodotti e posseduti presso gli enti locali
e differenti soggetti istituzionali presenti
nel territorio regionale. Queste attività
hanno consentito la redazione di una mappa
della meta-informazione. Il set definitivo
di indicatori è stato, quindi, definito con
il coordinamento tecnico-scientifico dell’Anpa
secondo il modello determinanti,
pressioni, stato, impatti, risorse (Dpsir,
in forma semplificata Psr). Infine, si è
proceduto all’acquisizione e
all’aggiornamento dei dati e
all’elaborazione degli indicatori.
Alla costruzione della base di conoscenza è
seguita la fase analitica della messa a
punto delle procedure per la Vea, in cui
sono stati stimati gli impatti ambientali
attesi relativamente a 31 misure del
complemento di programmazione (CdP) del
Por. Le tabelle riassuntive delle stime per
ciascuna misura sono state pubblicate con
gli indicatori utilizzati e una raccolta
normativa aggiornata nel sito web
http://www.regione.sardegna.it/ambiente/autorita_ambientale/index.htm
Il documento è strutturato in due parti: la
prima contiene la descrizione della
“situazione di riferimento” per ciascuna
tematica ambientale; la seconda riguarda gli
effetti attesi e le disposizioni ambientali
con riferimento alle misure del CdP. Il
documento, infine, si completa di tre
allegati: analisi ambientali; mappa della
meta-informazione; quadro di sintesi della
normativa.
Si prevede il completamento e la conclusione
del progetto della Vea entro dicembre 2003 e
che, successivamente, la procedura di
valutazione strategica sarà portata avanti
da una commissione indipendente del
ministero che la utilizzerà come strumento
per la rimodulazione dei finanziamenti delle
misure pregresse del piano di sviluppo
del Mezzogiorno.
La Via in Sardegna: un processo in itinere
In Sardegna, l’attuazione del Dpr 12.4.1996
trova il primo riferimento nella legge
finanziaria regionale 1/1999, art. 31,
secondo la quale la regione è responsabile,
attraverso l’Assessorato per la difesa
dell’ambiente, come organo tecnico,
dell’istruttoria delle procedure di Via per
i progetti dell’allegato A del decreto
presidenziale, e di quelli dell’allegato B
se ricadenti in aree sottoposte a vincoli di
tutela culturale o paesaggistica. Secondo
questo primo atto legislativo l’istruttoria
deve essere contenuta nei termini di 150
giorni ed è soggetta a pubblicità
obbligatoria. L’art. 31 dà le prime
indicazioni sommarie relativamente alle
procedure di Via e rimanda al decreto
presidenziale per ulteriori approfondimenti;
esso è reso operativo dalla deliberazione
della Giunta regionale 36/39 del 2 agosto
1991, fornendo le procedure attuative. La Lr
15/2002, art. 8, definisce la normativa
concernente le procedure di Via relative
alle Concessioni minerarie e
autorizzazioni di cava. Infine, la legge
finanziaria regionale 3/2003 assoggetta a
procedura di Via anche i progetti ricadenti
nelle aree inserite dall’amministrazione
regionale nella Rete Natura 2000, in
attuazione della Direttiva 92/43/Cee. La
stessa legge stabilisce, inoltre, che
saranno sottoposti a procedure di Via gli
“impianti industriali per la produzione di
energia mediante lo sfruttamento del vento
ovunque localizzati”.
Ne deriva che in mancanza di una definizione
completa dei quadri di riferimento normativi
specificatamente riferiti a differenti
categorie di opere, si genera incertezza nei
proponenti e nell’amministrazione pubblica
responsabile di portare avanti procedure di
valutazione efficaci caratterizzate da
oggettività tecnica e trasparenza.
Per risolvere questa situazione di
incertezza l’Assessorato per la difesa
dell’ambiente della Regione Sardegna, ha
bandito una gara d’appalto per la
“Razionalizzazione e semplificazione delle
procedure di impatto ambientale e
integrazione delle risorse e funzionalità
del servizio Sistema Informativo Ambientale
ed Educazione Ambientale. (Sivea)”. È
risultata vincitrice un’associazione
temporanea d’impresa composta
dall’Università degli Studi di Cagliari
(Dipartimento di Ingegneria del Territorio e
Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie
Ambientali), dalla Progemisa spa e dal
Consorzio Interuniversitario Nazionale per
l’Ingegneria delle Georisorse (Cinigeo).
Allo stato attuale, lo studio alla base
della definizione delle linee guida per la
razionalizzazione e condivisione delle
conoscenze del contesto e delle varie
categorie di opere individuate è in fase di
sviluppo. Le metodologie di ricerca e le
procedure operative sono state concordate
alla fine del mese di luglio 2003 con
l’assessorato. Di seguito, sinteticamente,
si riportano gli aspetti metodologici su cui
si fondano le basi per la costruzione di una
piattaforma conoscitiva di supporto cui
riferire tecnologie operative informatizzate
coerenti con gli strumenti legislativi
forniti dal quadro normativo europeo,
nazionale e regionale.
Via: processo conoscitivo condiviso
Le procedure di valutazione della
compatibilità ambientale di piani e progetti
possono essere per loro natura considerati
processi decisionali basati sulla
conoscenza. Nell’attuarsi del processo
valutativo, gli enti preposti alla verifica
della compatibilità ambientale, i soggetti
proponenti e tutta la comunità sono, in
diverso grado, coinvolti in un processo
conoscitivo atto a valutare le possibili
implicazioni per l’ambiente naturale e
culturale che piani e progetti possono
comportare. L’istituzionalizzazione dei
processi di Via si fonda su forme di dialogo
e analisi basate sulle conoscenze messe in
essere dagli attori coinvolti. Al di là del
suo valore tecnico-normativo, la procedura
di valutazione si prefigura, dunque, come
stimolo e occasione di un incremento della
qualità progettuale proprio grazie alla
necessità dello sviluppo di un approfondito
livello di conoscenza del territorio e delle
eventuali influenze che questo può
comportare sul progetto.
Nell’ambito del singolo progetto, occorre
tenere conto però della complessità della
pratica amministrativa delle procedure di
valutazione, che dal punto di vista
organizzativo devono poter garantire
processi equi, efficienti ed efficaci. A
questo fine, la disponibilità di basi
conoscitive condivise si rivela un utile
strumento di supporto sia nelle fasi di
costruzione di piani e progetti che in
quelle della loro valutazione.
L’esito cogente delle procedure di
valutazione, d’altra parte, rende
appropriato che il progetto sia portato
avanti per gradi durante lo svolgersi della
procedura in modo da ridurre il rischio di
eccessivi sforzi progettuali che potrebbero
risultare privi di esito. L’interconnessione
tra procedura di valutazione e sviluppo
progettuale offre così un obbligo, ma anche
un’opportunità per una maggiore
consapevolezza sulla compatibilità
ambientale degli interventi
nell’articolazione progettuale che non può
che incrementare la qualità del progetto.
Dati, informazioni, conoscenza risultano
essere, dunque, materia prima necessaria sia
per lo sviluppo del progetto che della sua
valutazione.
Per poter garantire un elevato grado di
conoscenza, sia in fase di progetto che di
valutazione da parte dei rispettivi soggetti
responsabili, occorre, dunque, non solo
disporre di ricche fonti informative, ma
anche degli strumenti appropriati per una
loro gestione efficace. La dimensione
spaziale del progetto inserito nel
territorio, implica che il processo
conoscitivo non possa prescindere dalla
dimensione geografica dell’informazione. Il
sistema informativo territoriale (Sit)
assume, così, il ruolo di strumento
attraverso cui costruire la piattaforma
tecnologica per una gestione efficiente,
efficace e snella delle basi conoscitive
necessarie per lo sviluppo progettuale e del
processo di valutazione.
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1. caos, elaborazione
computerizzata di Nicola Vitolo |
A livello europeo la consapevolezza
dell’importanza dell’informazione, ed in
particolare di quella prodotta dal settore
pubblico, nello sviluppo di rapporti
sussidiari tra enti pubblici, aperti a forme
di trasparenza e partecipazione dei soggetti
privati e del pubblico, nella pratica
amministrativa ha favorito come esito lo
sviluppo di politiche comunitarie che a
vario titolo afferiscono al tema
dell’informazione e, in particolare, anche
dell’informazione spaziale. Tali politiche
si esplicitano in varie forme che variano
dalle direttive europee ai progetti di
ricerca e sviluppo, ai libri bianchi e libri
verdi ecc. e si riferiscono a vario titolo
all’informazione, territoriale e non,
all’infrastruttura tecnologica ed
organizzativa necessaria per un suo efficace
sfruttamento come mezzo di buon governo ma
anche di sviluppo economico e fondano le
basi per lo sviluppo di politiche nazionali
e regionali nei territori della Comunità
europea.
Per quanto riguarda l’informazione
geografica, in particolare, il recente
progetto Inspire (http://www.ec-gis.org/inspire)
è promosso dal Joint Research Center,
Institute for Environment and Sustainability
di Ispra, al fine di promuovere lo sviluppo
dell’infrastruttura dei dati spaziali in
Europa (European Spatial Data Infrastructure,
Esdi). L’obiettivo fondamentale del progetto
è l’armonizzazione della produzione dei dati
spaziali in Europa sia per quanto riguarda i
formati che per i contenuti. L’esito atteso
è la disponibilità di database
geografici coerenti in Europa, come supporto
per tutte le attività di governo e dello
sviluppo del territorio.
Le implicazioni di tale processo
relativamente allo sviluppo di procedure di
Via a livello locale risultano nella
disponibilità di una piattaforma condivisa
su cui costruire processi progettuali e di
valutazione in maniera efficiente ed
efficace, che consenta di promuovere le
iniziative di sviluppo del territorio nel
rispetto dell’ambiente e dei principi della
sostenibilità.
Nello specifico, la Regione autonoma
della Sardegna (Ras), Assessorato enti
locali finanze e urbanistica, è responsabile
della produzione cartografica tecnica
regionale a media-grande scala (1:10.000),
ed ha avviato l’adeguamento delle proprie
risorse informative ai principi di
Inspire. In tal modo, è stato avviato un
processo per lo sviluppo del sistema
informativo territoriale regionale,
attraverso cui, a partire dalla carta
tecnica regionale (Ctr) di riferimento,
gli enti pubblici o privati, produttori,
detentori o utilizzatori di informazioni
territoriali, potranno partecipare al
processo di armonizzazione delle basi di
dati territoriali, eliminando duplicazioni
degli sforzi di produzione dei dati
(l’informazione è prodotta e aggiornata da
chi la produce), di omologazione e di
condivisione dell’informazione territoriale.
Ci si trova così ad operare in condizioni di
coerenza secondo basi geografiche condivise
di riferimento, che operano da catalizzatore
per l’armonizzazione dei dati territoriali,
consentendo la loro integrazione e una
maggiore efficienza, efficacia ed economia
nel loro utilizzo. Le basi di dati
territoriali coerenti con la Ctr possono
essere considerate il riferimento per
l’integrazione anche dei dati disponibili
presso il sistema informativo nazionale
ambientale che per la Regione Sardegna è
gestito a cura dell’Ufficio Sivea,
Assessorato della difesa dell’ambiente,
Regione autonoma della Sardegna, presso
altre fonti dello stesso assessorato e
presso altri enti con cui attivare eventuali
protocolli di condivisione delle basi di
conoscenza.
In tal modo, si creano i presupposti per la
costruzione di un sistema informativo
territoriale per la valutazione di
impatto ambientale (Sit-Via) che
consenta di integrare i dati territoriali
certificati disponibili con tutti i dati
ulteriori che si renderanno disponibili
durante la sua implementazione ed uso che,
in generale, possono derivare da:
- basi di dati territoriali sviluppati
presso l’Assessorato per la difesa
dell’ambiente;
- basi di dati territoriali condivise
sviluppate da altri soggetti pubblici e
privati;
- basi di dati sviluppate dai soggetti
proponenti i progetti da sottoporre a
procedure di valutazione di impatto
ambientale.
Il Sit-Via, attraverso l’applicazione di
sofisticate procedure di analisi Gis, assume
un duplice uso di strumento esplorativo di
analisi e di strumento normativo (quando le
basi di dati di supporto siano certificate).
Il ruolo normativo del Sit-Via cresce in
importanza all’aumentare della quantità di
dati certificati disponibili nei database
geografici di riferimento.
La costruzione di un Sit condiviso, dunque,
offre una piattaforma conoscitiva utile non
solo allo svolgimento di procedure
valutative dell’impatto ambientale di piani
e progetti efficaci, efficienti e snelle, e
del monitoraggio dei relativi processi di
attuazione, ma si pone anche come condizione
favorevole alla promozione di processi
progettuali di qualità e come strumento per
lo sviluppo di processi amministrativi
trasparenti e aperti a forme di pubblica
partecipazione, in accordo con gli obiettivi
di sostenibilità dello sviluppo locale e
regionale.
La disponibilità di un Sit sviluppato con i
moderni strumenti dell’information
communication technology (Ict) e delle
tecnologie dell’informazione geografica
consente da un lato di migliorare la
produttività dei processi amministrativi e,
dall’altro, consente una condivisione della
conoscenza resa agile dalla riduzione dei
costi di comunicazione dell’informazione.
Le condizioni tecnologiche, istituzionali e
socio-culturali, risultano essere, dunque,
in Sardegna favorevoli allo sviluppo di tale
tipo di applicazioni di supporto ai processi
di Via di piani e progetti. Nel caso
particolare, attraverso l’implementazione
del Sit-Via su Internet è possibile
assolvere le seguenti funzionalità:
- collaborazione: attraverso la
costruzione di un’applicazione Web-Gis è
possibile sviluppare una piattaforma di
lavoro attraverso cui i soggetti
istituzionali coinvolti nel processo di
valutazione accedono secondo protocolli
protetti ai materiali di progetto presentati
dai soggetti proponenti senza vincoli
spazio-temporali (accesso remoto alla
pratica durante intervalli di tempo
predeterminati dall’ufficio responsabile
della procedura). In questo modo è possibile
ridurre i rallentamenti derivati
dall’attuale necessità di riunione in
conferenza di servizi per le procedure di
valutazione;
- supporto progettuale: attraverso
un’interfaccia web i soggetti responsabili
della procedura di Via distribuiscono
(gratuitamente o a pagamento), secondo
protocolli informatici efficienti, i dati
territoriali condivisi necessari per lo
sviluppo di progetti informati ex ante
ai principi della salvaguardia delle
componenti ambientali;
- pratiche online: attraverso
un’interfaccia web i soggetti proponenti
trasmettono i documenti digitali di progetto
(ossia progetto e approfondimenti
conoscitivi) secondo modelli predeterminati
per classi progettuali e coerenti con le
basi di dati territoriali del Sit-Via
necessari all’istruzione della pratica, alla
verifica dello stato di avanzamento ed agli
esiti del processo;
- partecipazione del pubblico:
attraverso un’interfaccia web il pubblico
accede secondo modalità di trasparenza
riferite al contesto ed al progetto e, se
del caso, può presentare eventuali
osservazioni. In particolare si prevede di
associare a osservazioni in forma testuale
allegati in formato digitale (immagini
raster e dati Gis) utili all’integrazione
delle basi conoscitive utilizzate in fase di
valutazione.
L’implementazione di procedure protette da
firma digitale consentirebbe in un futuro
prossimo di eliminare la presentazione di
supporti fisici altrimenti complemento
necessario delle procedure online
attraverso procedure di front-office.
Per garantire l’assenza di effetti di
digital divide e garantire un accesso
equo a tutti gli attori coinvolti, il
sistema può offrire accesso tramite il
world wide web e presso postazioni fisse
decentrate presso gli uffici centrali e/o
periferici.
In tal modo è possibile implementare il
sistema secondo il modello generale proposto
nello schema di Figura 1, in base al
quale, i progetti sono inoltrati mediante
modelli standardizzati per classi di lavori
in formato Gis, al fine di garantire la
coerenza geografica con le basi di dati
territoriali del Sit-Via e la coerenza dei
modelli di dati per l’implementazione delle
procedure analitiche in fase di valutazione.
Attraverso strumenti di analisi Gis
avanzate, è possibile implementare procedure
di valutazione dei vincoli normati e
utilizzare strumenti di analisi esplorativa
per delibera negli altri casi.
Figura 1 - Schema del modello
generale |
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La sperimentazione della procedura di Via
per la Sardegna
L’analisi di un progetto sottoposto a Via
richiede oggettività tecnica e indipendenza
da eventuali influenze degli attori forti
(politici o economici) esterni al processo
valutativo che potrebbero influenzarne
l’iter procedurale.
Per poter garantire l’obiettività del
processo valutativo è opportuno che anche la
presentazione dei progetti sia regolata ed
uniforme, che siano cioè fissati protocolli
nei quali, per ciascuna tipologia di opera,
siano designati gli elaborati progettuali e
i formati nei quali questi dovranno essere
presentati, affinché il progetto venga
sottoposto alla procedura di Via.
Per uno snellimento della procedura,
soprattutto in fase di screening, i
progetti dovranno essere presentati in
formato digitale, in particolare in formato
Gis secondo modelli condivisi, in modo da
verificarne in tempo reale la compatibilità
con le componenti ambientali del territorio
e le misure di pianificazione vigenti.
Si potrà conoscere, così, il grado di
sensibilità del sito, che costituirà
indicazione sulla necessità di determinate
analisi approfondite.
Naturalmente a questo fine occorre stabilire
protocolli di regole esplicite alle quali si
attengano tutti gli attori, progettisti e
organismo tecnico di valutazione.
I punti fondamentali da esplicitare nei
protocolli sono, fondamentalmente, quattro:
1. database geografici: la
disponibilità di banche dati certificate ed
accessibili a tutti gli attori facilita lo
sviluppo di basi di conoscenza e analisi
compatibili sui quali sia i progettisti che
l’organismo tecnico possono lavorare
coerentemente;
2. informatizzazione del progetto: il
progetto dovrà essere presentato secondo
formati digitali e sistemi di riferimento
geografici condivisi in modo da poter essere
inserito nel contesto territoriale in tempo
reale;
3. definizione degli indicatori per ogni
singola categoria progettuale: ciascuna
categoria progettuale dovrà essere studiata
sulla base di una serie di indicatori, o
fattori nel caso siano caratterizzati da
matrice spaziale, che esplicitino in maniera
chiara le relazioni fra le opere di ogni
singola categoria ed il contesto ambientale
in cui si inseriscono;
4. descrizione sintetica del progetto:
si tratta di un allegato progettuale che
dovrà contenere i codici descrittivi ed i
parametri quantitativi del progetto non
rappresentabili attraverso i modelli di dati
Gis in relazione allo specifico contesto.
Esso riporta in maniera ordinata, chiara,
esplicita e regolata, gli aspetti
progettuali di tipo quantitativo,
qualitativo e di ricaduta socio-economica.
I progetti sottoposti a valutazione dovranno
rispettare le regole fissate da tali
protocolli che permetteranno di delineare i
percorsi procedurali specifici per tipologie
e contesto, e che permetteranno ai
progettisti che si attengono a tali regole
di auto-certificare i progetti, che
in questo modo saranno anche progetti capaci
di promuovere gli interventi in termini di
immagine e di comunicazione.
Fissate tali regole, inoltre, è possibile
riferire tutti i dati del progetto ad un
sistema informativo territoriale fin
dall’origine che può essere utilizzato con
tre diverse finalità:
1. effettuare un primo screening per
la verifica di compatibilità del progetto
con il territorio e le misure di
pianificazione in atto;
2. studiare il rapporto del progetto con il
contesto;
3. effettuare le operazioni di monitoraggio.
Conclusioni
L’amministrazione regionale della Sardegna
in questi ultimi tempi ha creato le
condizioni operative per recepire ed
adottare i quadri normativi comunitari e
nazionali in materia di valutazione di
compatibilità di piani e progetti che
troveranno applicazione in una proposta di
legge unitaria.
Le esperienze recenti in materia di Via e
Vas disegnano, infatti, scenari favorevoli
per la definizione di scelte di sviluppo del
territorio coerenti con un quadro normativo
regionale riferito all’ambiente complessivo.
Se da un lato, a livello regionale la Vas ha
trovato applicazione solo nel caso della Vea
del Por Sardegna, la sperimentazione di
procedure di valutazione e la costruzione di
quadri di conoscenza condivisi, con modalità
che vanno affermandosi nel processo di
pianificazione, consentirà di estendere
l’applicazione della Vas anche ai piani
urbanistici ed ai progetti che incidono
fortemente sui modelli di sviluppo locale.
Si dovrebbe piuttosto procedere ad una
revisione degli indicatori utilizzati nella
costruzione della conoscenza di sfondo per
sperimentare forme di collaborazione
orientate a processi partecipativi cui è
stata data minore attenzione nelle
esperienze in atto, e per sottolineare
l’importanza della loro valenza spaziale.
Le procedure di Via, seppur ancora riferite
ad un quadro normativo parziale e
transitorio, hanno consentito di sottoporre
a verifica di compatibilità ambientale
differenti categorie di progetti e di
mettere in evidenza criticità e opportunità
insite nel processo di valutazione, fornendo
così linee di indirizzo per lo sviluppo
della nuova legislazione di riferimento.
Le attività condotte finora a livello
regionale possono, dunque, essere
considerate alla stregua di un laboratorio
in cui si sperimentano procedure normative e
tecniche di costruzione della conoscenza
finalizzate alla messa a punto di un
esaustivo strumento di legge.
Le esperienze condotte e quelle ancora in
corso evidenziano, infine, la necessità di
strumenti di aiuto alle decisioni e
partecipativi che utilizzano basi
conoscitive finalizzate ad ottenere, con
procedure efficienti ed efficaci, il
consenso degli attori e delle comunità
d’ambito in un bilanciato rapporto tra lo
sviluppo socio-economico del territorio e
compatibilità ambientale delle
trasformazioni indotte da piani e progetti.
Bibliografia
AAVV (2003), Valutazione Ex Ante
Ambientale del Por Sardegna, a cura
dell’Autorità ambientale, del Servizio
Sviluppo Sostenibile, Autorità Ambientale e
Politiche Comunitarie e della Task Force
Ambiente Sardegna
(http://www.regione.sardegna.it/ambiente/autorita_ambientale/Index.htm).
Wiberg H. E. (2002), Infrastructure for
Spatial Information in Europe Implementing
Structures and Funding Position Paper (http://www.ec-gis.org/inspire).
Zoppi C. (2003), Servizi pubblici e
qualità della vita urbana, Gangemi,
Roma.
1. caos, elaborazione computerizzata
di Nicola Vitolo
|