In seguito all’approvazione del regolamento
Ce 1260/1999 recante
Disposizioni generali sui fondi strutturali2
si è sottolineata l’importanza di affiancare
ai programmi comunitari finanziati
dall’Unione europea (Figura
1) una valutazione ambientale; è
stata istituita, quindi, in ogni regione
italiana, l’Autorità ambientale che ha il
compito di richiamare i principi dello
sviluppo sostenibile in ogni fase della
messa in atto degli stessi programmi.
Nel piano di cooperazione sistematica tra
Autorità ambientale e Autorità di gestione
della Regione Piemonte, in cui si
definiscono le collaborazioni da mettere in
atto tra questi due soggetti istituzionali,
l’Autorità ambientale ha indicato, tra le
attività da svolgere, la
valutazione ex ante ambientale (Vea)
del
complemento di programmazione (CdiP)
del Docup Piemonte.
Il Docup Piemonte è il documento unico di
programmazione attraverso il quale la
Regione Piemonte utilizza i fondi europei
per lo sviluppo del tessuto economico e
produttivo. Con il piano 2000-2006 l’Unione
europea ha assegnato al Piemonte più di un
miliardo di euro per la realizzazione di
progetti destinati al rilancio e allo
sviluppo delle aree obiettivo due e
phasing out del territorio regionale,
vale a dire: zone industriali in fase di
riconversione, zone rurali in declino e aree
urbane in difficoltà (Figura
2).
La Vea del CdiP del Docup Piemonte,
realizzata dall’Autorità ambientale della
regione, è stata eseguita tenendo in
considerazione principalmente la Vea del
Docup Piemonte, elaborata nel 2000, ma anche
le linee guida predisposte dal Ministero
dell’ambiente per la valutazione ambientale
strategica ed alcuni tra i più recenti
strumenti metodologici di valutazione di
sostenibilità messi a punto in Italia e in
Europa (in particolare
The european environmental pressure indices
project di Jesingaus e il metodo
Valsat della Provincia di Bologna).
Partendo da una partizione territoriale del
territorio piemontese in aree omogenee dal
punto di vista socio-economico,
geomorfologico e dell’uso del suolo3,
si è realizzata una valutazione delle
criticità ambientali caratterizzanti ogni
area individuata. Contemporaneamente, si è
proceduto a valutare la sostenibilità
ambientale del CdiP.
Il passo finale è stato quello di
confrontare le due valutazioni per
ipotizzare scenari di miglioramento o
peggioramento dovuti agli effetti del
programma sui livelli di criticità valutati
(Figura
3).
La partizione territoriale ha individuato
trenta aree omogenee per ognuna delle quali
è stata effettuata un’analisi ambientale,
mirata all’individuazione del livello di
criticità di ognuna delle nove tematiche
selezionate nella valutazione ambientale del
Docup.
Le tematiche ambientali considerate sono:
aria, acqua, suolo, rifiuti, rischio
tecnologico, energia, ambiente urbano,
ecosistemi e spazi naturali, patrimonio
storico culturale.
Per ognuna di queste tematiche, nella
precedente valutazione del Docup, erano
stati scelti degli indicatori specifici e
dei criteri di sostenibilità rispettivamente
da analizzare e perseguire per un
miglioramento continuo della situazione
ambientale.
Figura 1 - Principali programmi
comunitari finanziati dai fondi
strutturali |
|
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I criteri di sostenibilità4
scelti sono:
- proteggere l’atmosfera e migliorare la
qualità dell’aria;
- tutelare e migliorare la qualità dei suoli
e la qualità e quantità delle risorse
idriche;
- proteggere, migliorare e valorizzare il
patrimonio naturale (fauna-flora-habitat-paesaggio);
- contenere le pressioni, controllare il
rischio tecnologico, prevenire e ridurre in
modo integrato gli inquinamenti;
- favorire il corretto impiego delle risorse
energetiche;
- migliorare la sicurezza e la qualità
complessiva dell’ambiente locale, con
particolare riferimento a quello urbano;
- conservare, migliorare e valorizzare il
patrimonio storico-culturale.
La definizione di criticità utilizzata si
basa sul seguente concetto:
per criticità si intende il complesso delle
caratteristiche di fragilità, vulnerabilità,
sensibilità di un sistema che ne rendano lo
stato precario, cioè lontano dall’equilibrio.
Gli indicatori relativi ad ognuna delle
tematiche, sono stati suddivisi in cinque
classi di criticità ordinate secondo una
scala qualitativa ascendente, definita in
base alla normativa vigente in campo
ambientale.
Per ognuno degli otto criteri di
sostenibilità, invece, è stata costruita una
check list specifica, costituita da
domande mirate attraverso le quali, si è
cercato, di
misurare quanto le linee di azione
del CdiP potessero contribuire
all’applicazione di ciascun criterio di
sostenibilità ed al raggiungimento dei
relativi obiettivi.
L’elenco degli indicatori utilizzati e la
check list realizzata sono
consultabili sul sito della Regione Piemonte
(www.regione.piemonte.it/industria/Docup/compleme.htm).
|
Figura 2 - Partizione
territoriale delle aree obiettivo
due e phasing out
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
Valutazione delle criticità ambientali
Il concetto di criticità precedentemente
definito, è stato caratterizzato in maniera
specifica per ognuna delle nove tematiche,
ridefinendo anche il concetto di
equilibrio e, quindi, il termine di
paragone che permette di stabilire i livelli
(definiti in termini di classi) di criticità
(Figura
4).
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Figura 3 - Sintesi della metodologia |
|
Figura 4 - Rappresentazione delle
classi di criticità
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
Le difficoltà maggiori si sono riscontrate
per la tematica
patrimonio storico-culturale per la
quale la questione è ancora aperta.
Definire critica un’area relativamente a
questa tematica è veramente complesso.
È più critica un’area dove, ad esempio, sono
poche le chiese barocche, i castelli
medioevali, piuttosto che le fiere dei
prodotti tipici, o una in cui questi
elementi sono presenti ma sono mal gestiti
e/o difficilmente accessibili?
E ancora, come si fa a confrontare un
problema come questo con la criticità,
scientificamente provabile, delle tematiche
aria, acqua, suolo, ecc. dovuta, ad esempio,
alla concentrazione più o meno forte di
sostanze inquinanti?
Per questa tematica, quindi, ci si è
limitati a riportare un’analisi descrittiva
della localizzazione dei beni emergenti sul
territorio (Figura
5).
|
Figura 5 - Emergenze ambientali e
architettoniche urbanistiche e
archeologiche
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
Per le altre tematiche la caratterizzazione
delle aree, si basa sulla realizzazione di
un
indice di criticità aggregato (Ica)
che è stato calcolato in due modi diversi a
seconda dell’organizzazione del dato
disponibile. Nel caso di dati, aventi scala
territoriale comunale, si è utilizzato il
metodo del confronto a coppie, mentre nel
caso di informazioni riferite a zone più
ampie (come ad esempio nel caso della
tematica
ecosistemi e spazi naturali) si è
proceduto con il metodo della
sovrapposizione spaziale utilizzando Esri
Arcview Gis 3.3.
L’esempio seguente, ripreso integralmente
dall’allegato metodologico della Vea del
CdiP della Regione Piemonte, serve per
chiarire come è stata effettuata
l’aggregazione spaziale delle criticità.
Esempio 1
Rappresentando un’ipotetica partizione che
si compone di quattro aree colorate a
seconda della classe di criticità di
appartenenza (Figura
6), si considera come valore medio
dell’intera partizione il valore risultante
dalla media
pesata delle singole porzioni di
territorio che la compongono, secondo la
relazione:
Ica =
Sn(An*Cn)/Ap
dove
An è l’area del singolo elemento
territoriale (di solito il comune),
Cn è la classe di criticità
corrispondente per l’elemento
An,
Ap è l’area dell’intera partizione
ovvero la somma delle singole porzioni
A1+A2+…+An.
|
Figura 6 - Aggregazione spaziale
delle criticità
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
Il valore risultante viene, infine,
approssimato per eccesso per ottenere un
valore intero positivo da associare alla
scala ordinale precedentemente scelta; si è
usata l’approssimazione per eccesso al fine
di conservare, nel valore finale, gli
aspetti di criticità contenuti nei singoli
indicatori. Anche per l’indice globale Ica,
si è ritenuto opportuno rappresentare in
maniera semplice ed intuitiva le classi di
criticità, attraverso una scala cromatica
semaforica con cinque livelli di criticità,
che variano dal verde più scuro al rosso
scuro passando per un valore intermedio
giallo.
Tutti i risultati così ottenuti per le
singole partizioni sono stati poi
rappresentati nella matrice delle criticità
(Figura
7).
|
Figura 7 - Matrice delle criticità
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
La matrice rappresenta sinteticamente le
criticità di ciascuna tematica ambientale
per le trenta aree precedentemente
individuate e può essere letta sia per
colonna, evidenziando la criticità di
ciascuna tematica, sia per righe,
rappresentando invece la criticità di ogni
singola area.
Effettuando, infine, una media sia per
colonna che per riga si ottiene
rispettivamente l’Ica per singola tematica e
per singola partizione territoriale che
consente di avere un’immediata
rappresentazione delle criticità per tutto
il Piemonte.
Viene rappresentata, a titolo di esempio,
una matrice dalla quale si evincono le due
diverse chiavi di lettura (Figura
7).
La matrice permette di effettuare confronti
tra tematiche e tra partizioni territoriali;
è possibile, inoltre, mediante
un’aggregazione dei risultati finali,
definire un valore di criticità per tutto il
Piemonte utile per documenti di taglio più
divulgativo.
Il risultato della valutazione ambientale
effettuata viene rappresentato attraverso la
realizzazione di cartografie specifiche per
ogni tematica, in cui l’Ica calcolato viene
riportato con una scala semaforica sulle
aree obiettivo due e
phasing out della Regione Piemonte.
Si riporta come esempio il risultato
ottenuto per la tematica aria (Figura
8).
|
Figura 8 - Carta della criticità
dell’aria
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
Valutazione della sostenibilità ambientale
delle linee d’azione del CdiP
Parallelamente alla valutazione ambientale
si è proceduto a mettere a punto un metodo
di valutazione finalizzato a stimare
la sostenibilità ambientale delle linee
d’azione del Docup Piemonte (Figura 9).
Figura 9 - Metodologia di
valutazione del CdiP del Docup
Piemonte |
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Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
La metodologia si incentra sulla valutazione
della coerenza delle linee d’azione
programmate con i criteri di sostenibilità
precedentemente elencati, quelli cioè che
erano stati indicati nella valutazione ex
ante del Docup.
La valutazione di coerenza è una valutazione
esplicitamente soggettiva e va, quindi,
effettuata con la massima chiarezza e
ripercorribilità; sono stati, pertanto,
definiti in maniera quanto più possibile
univoca e trasparente i processi logici da
seguire, prevedendo l’interazione di diversi
soggetti con differenti competenze, in
maniera tale da garantire un approccio
multidisciplinare significativo.
Per rispondere alle domande si è cercato di
costruire uno schema logico che prevedesse
degli step precostituiti (Figura
10).
Figura 10 - Processo logico di
risposta alle domande delle check
list tematiche |
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Fonte: Vea
CdiP Piemonte (2003) |
Le interazioni delle linee d’azione
analizzate con i criteri/obiettivi di
sostenibilità vengono definite dalle
risposte alle domande della check list
e classificate nel modo di seguito
esplicitato:
2 = Si (azione concordante con l'obiettivo);
1 = Presumibilmente Si (Azione con effetti
incerti presumibilmente concordanti con
l'obiettivo);
0 = Ni (nessuna interazione con
l'obiettivo);
-1 = Presumibilmente No (azione con effetti
incerti presumibilmente discordanti con
l'obiettivo);
-2 = No (azione discordante con
l'obiettivo).
Terminata la fase di risposta alle domande,
si è proceduto ad una aggregazione delle
risposte in un unico valore relativo al
criterio di riferimento, ottenuto mediando i
valori corrispondenti alle risposte date (ad
esempio per l’elenco di domande relative al
primo criterio considerato si veda la
Figura 11).
Figura 11 - Esempio per il criterio
n. 1 |
|
|
Lo stesso procedimento è stato seguito per
ognuno degli otto criteri, in modo da
ottenere una valutazione complessiva
relativa a ciascuna linea o azione
analizzata.
In definitiva, la valutazione effettuata
mira a verificare le potenzialità ambientali
delle linee d’azione considerate e a stimare
i prevedibili effetti sul territorio. Si è
ipotizzato che una forte coerenza con un
criterio di sostenibilità possa produrre
effetti presumibilmente positivi sulla
componente ambientale collegata a tale
criterio, con conseguente miglioramento o
comunque non peggioramento dello stato in
cui la componente si trova prima della
realizzazione dell'intervento. Al contrario
in caso di forte incoerenza con un criterio
di sostenibilità, si suppongono
peggioramenti o non miglioramenti della
componente a cui il criterio è correlato (Figura
12).
Figura 12 - Collegamento tra
coerenza con i criteri e presunti
effetti sul territorio |
|
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
Il passaggio successivo alla valutazione
della coerenza della linea d’azione con ogni
criterio di sostenibilità e dei presunti
effetti di questa sulle componenti
ambientali, è quello di aggregare questi
risultati in un unico valore globale, che
permetta di ottenere un confronto numerico
diretto tra tutte le linee di azione, con
conseguente possibilità di classificazione e
selezione di queste.
Questo può essere ottenuto pesando la
valutazione di coerenza non solo con la
criticità territoriali individuate, ma anche
con gli aspetti economici collegati, cioè
con l’entità del finanziamento previsto per
la linea d’azione in esame (Figura 13).
Figura 13 – Confronto tra
valutazione della coerenza e
valutazione delle criticità |
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Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
L’algoritmo di associazione si fonda sulla
conservazione del giudizio attribuito alla
coerenza con i criteri di sostenibilità in
caso di alta (Ica=V) o bassa criticità
(Ica=I); sul dimezzamento del giudizio
attribuito alla coerenza in caso di
criticità medio alta (Ica=IV) e medio bassa
(Ica=II); sulla divisione per quattro del
giudizio attribuito alla coerenza in caso di
criticità media (Ica=III).
Come si evince, il recupero e la
conservazione ottengono la stessa
valutazione. Infatti, la possibilità che una
linea di azione altamente coerente con i
criteri di sostenibilità agisca su un’area
altamente critica (rossa) o con un basso
livello di criticità (verde scuro) ottiene
nella valutazione lo stesso punteggio, cioè
il massimo valore positivo compreso tra 1,5
e 2. Lo stesso accade per una linea di
azione altamente incoerente che, invece,
agendo su un’area altamente critica o con un
basso livello di criticità, ottiene lo
stesso punteggio minimo, di valore negativo
compreso tra -1,5 e -2.
Per le linee di azione ritenute non
interagenti con i criteri di sostenibilità,
perché l’azione o la linea d’azione non ha
nessuna possibilità di essere messa in
relazione con il criterio, il punteggio
attribuito è 0.
La Figura 13 può essere sintetizzata
con l’attribuzione, ai vari livelli di
criticità, di un coefficiente da
moltiplicare per la valutazione di coerenza
(Figura 14).
|
Figura 14 – Coefficienti di
criticità (a)
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
La valutazione finale aggrega, in un unico
valore, sia la valutazione di coerenza con i
criteri e gli obiettivi di sostenibilità,
sia le criticità ambientali individuate sul
territorio, sia l’entità del finanziamento
previsto per la linea d’azione considerata.
Tale aggregazione di valori deriva dalla
moltiplicazione del valore sintetico, che
indica la coerenza al criterio di
sostenibilità in esame, per due coefficienti
diversi, uno relativo alla criticità
ambientale riscontrata (a5) ed
uno relativo alla percentuale del
finanziamento erogabile per la linea
d’azione in esame, sul totale delle misure
valutate (b).
In definitiva, il punteggio totale
attribuito alla linea d’azione, scaturisce
dalla seguente formula, in cui tutto il
processo valutativo può essere sintetizzato:
Valj =
Si
aibjMij
Val
= valutazione finale
a
= coefficiente di criticità
b
= percentuale del finanziamento
M = valutazione della coerenza rispetto ai
criteri di sostenibilità ambientale
dove i varia da 1 a 9 (numero dei
criteri e delle componenti ambientali) e
j varia tra 1 e 25 (numero delle linee
di azione valutate).
Esempio 2
Si riporta un esempio (Figura 15, 16 e 17)
relativo alla linea 2.1a Sostegno agli
investimenti delle imprese -
Finanziamento legge 488/1992 - applicato
in un’area ipotetica in cui si suppone di
aver individuato i livelli di criticità
relativi ad ognuna delle nove tematiche
ambientali.
Questa linea persegue, tra le altre, la
seguente finalità:
- modificazione dei cicli produttivi al fine
di aumentarne la sostenibilità ambientale e
conseguente riduzione della quantità e
pericolosità dei rifiuti prodotti;
- le spese ammissibili per questa linea sono
quelle definite dalla legge 488/1992, che
prevede per l’assegnazione dei finanziamenti
l’uso di un indicatore ambientale.
Analizzando il testo di legge, che non si
riporta per brevità, per rispondere alle
domande delle chek-list tematiche, ed
aggregando le risposte per ciascun criterio,
si arriva ad una valutazione finale dove il
coefficiente di coerenza massimo si ha per
il criterio 2a e minimo per il criterio 3 (Figura
15).
Figura 15 - Valutazione finale |
|
|
Si confronta, quindi, questa valutazione con
l’analisi ambientale e per la linea 2.1a,
applicata su un’area ipotetica in cui si
suppone di aver individuato dei livelli di
criticità ipotetici che vanno dal basso per
la tematica aria al medio per la tematica
rifiuti; si ottiene un leggero peggioramento
solo sulla tematica ecosistemi e spazi
naturali (Figura 16).
Figura 16 - Esempio applicativo |
|
Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003) |
I colori relativi all’area rappresentano i
livelli di criticità rilevati; le sfumature,
rappresentano, invece, i presunti effetti di
sostenibilità che l’azione 2.1a avrà sulle
componenti ambientali analizzate.
L’algoritmo precedentemente descritto
permette di trasformare numericamente questi
risultati (Figura 17).
Figura 17 - Presunti effetti sulle
tematiche ambientali |
|
|
Per ottenere la valutazione finale della
linea 2.1a si moltiplica il risultato della
valutazione precedente per la percentuale
del finanziamento stanziato per la linea in
esame sul totale dei finanziamenti Docup,
che in questo caso è pari a: 0,0998 (Figura
18).
Figura 18 - Valutazione finale |
|
|
In definitiva il punteggio totale attribuito
all’azione in esame è pari a 0,356, ottenuto
sommando tutti i valori della precedente
riga.
Lo stesso processo è stato applicato a tutte
le linee d’azione ottenendo la loro
classificazione.
Il lavoro di valutazione effettuato ha lo
scopo di trasformarsi in un utile strumento
operativo finalizzato ad un’integrazione
continua del concetto di sostenibilità nelle
fasi di attuazione del Docup Piemonte.
Grazie ai risultati ottenuti, infatti, si
potranno selezionare le azioni e monitorare
nel tempo i progetti che esigono una
maggiore attenzione dal punto di vista
dell’ambiente (Figura 19).
|
Figura 19 - Finalità della
metodologia realizzata |
Con l’analisi effettuata possono essere
individuati degli spunti tematici per il
miglioramento dei bandi che la regione
predispone nell’ambito dei finanziamenti del
Docup.
I risultati della valutazione possono essere
utilizzati, inoltre, per strutturare le
successive fasi di monitoraggio e controllo,
oltre che per definire spunti e strumenti
operativi per un’efficace attuazione degli
interventi che il Docup andrà a finanziare.
1
Il seguente articolo è stato scritto da
Mario Elia rielaborando e sintetizzando la
valutazione ex-ante ambientale del
complemento di programmazione del Docup
Piemonte, realizzata dall’Autorità
ambientale della Regione Piemonte,
coordinata dalla Dott.ssa Sespito con
l’ausilio di una task force costituita da:
Maria Pia Antonucci, Cristian Ballarò,
Fiamma Bernardi, Giulia Campi, Mario Elia ed
Elena Pedon, con il supporto
tecnico-scientifico del Corep del
Politecnico di Torino.
2
Sono i fondi stanziati dall’Unione europea
per ridurre il divario del livello di
sviluppo e promuovere la coesione economica
e sociale all’interno dell’Unione.
3
Riduttiva traduzione in italiano del termine
inglese land use, la parola land
in realtà tiene conto non solo del suolo ma
anche della morfologia, del clima e delle
componenti biotiche animali e vegetali;
inoltre l’Unione europea, Direzione generale
ambiente e Protezione del consumatore
suggerisce di utilizzare l’espressione
uso delle terre, ed è proprio in questa
accezione che il termine uso del suolo
è stato utilizzato.
4
Ognuno dei criteri di sostenibilità elencati
viene scomposto in obiettivi specifici che
sono alla base della check list
realizzata.
5
Il coefficiente del livello di criticità
della tematica Patrimonio
storico-culturale non è stato ancora
definito, pertanto la valutazione non ne
tiene conto. Tale coefficiente viene
considerato zero in modo da annullare la
valutazione di coerenza rispetto al criterio
4.
Bibliografia
Commissione europea Dg XI “Ambiente
sicurezza nucleare e protezione civile”
(1998), Manuale per la valutazione
ambientale dei piani di sviluppo regionale e
dei programmi dei fondi strutturali
dell’Unione europea, Londra.
Jesingaus (1998), The european
environmental pressure indices project: the
theory.
Advanced Study Course 1998 of the EC
Environment and Climate programme on
environmental change: valutation methods and
sustainability indicators.
Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio - Anpa (1999), Fondi
strutturali 2000-2006, Linee guida per la
valutazione ambientale strategica (Vas),
Roma.
Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio - Ministero dell’economia e delle
finanze - Rete delle autorità ambientali e
della programmazione dei fondi strutturali
comunitari 2000-2006 - Formez (2002),
Indirizzi tecnici e metodologici per la
valutazione ambientale dei programmi
operativi, Roma.
Provincia di Bologna (2001), Piano
territoriale di coordinamento, Valsat -
Valutazione di sostenibilità ambientale e
territoriale, Bologna.
Regione Lombardia, Valutazione ambientale
strategica, Autorità ambientale
regionale, Valutazione ambientale strategica
dei fondi strutturali 2000-2006.
Regione Piemonte Docup Piemonte 2000-2006
(2001), Complemento di programmazione,
Torino.
Regione Piemonte Docup Piemonte (2001),
Valutazione ambientale ex ante - Allegato II,
Torino.
Regione Piemonte CdiP Docup Piemonte (2003),
Valutazione ambientale ex ante,
Torino.
Unità di valutazione degli investimenti
pubblici (2001), Linee guida per la
valutazione intermedia dei programmi
operativi; Orientamenti per l’organizzazione
della valutazione intermedia dei programmi
operativi, Roma. |