Il ruolo della valutazione di impatto
ambientale (Via) nel processo
decisionale è legato al significato che si
attribuisce al concetto di territorio se lo
si considera con l’approccio dell’ecologia
antropica o con quello prettamente
naturalistico.
Questo tema ha progressivamente coinvolto
una molteplicità di aspetti, di ambiti di
riflessione e di azione politica. Uno degli
aspetti più interessanti e controversi è
quello della trama infrastrutturale
siciliana, sia sotto il profilo
dell’elaborazione teorica di modelli di
trasformazioni territoriali che sotto quello
dei tentativi di attuare i principi della
valutazione dell’impatto che tali
trasformazioni hanno sull’ambiente.
In questa ottica sono stati definiti gli
obiettivi della ricerca e perseguiti
procedendo a selezionare un caso di studio
per il quale è stata applicata la procedura
di Via, verificandone la possibilità di
approfondirne i contenuti tecnici, in base
alla documentazione esistente con la
necessità di creare una banca dati
esauriente. Gli interventi da utilizzare
come casi di studio sono stati selezionati
entro una gamma articolata di situazioni,
anche per quanto riguarda gli ambienti
direttamente interessati dalle opere, che
l’attuazione di questi richiede.
La scelta di destinazione degli investimenti
tra settori alternativi della politica degli
interventi, non è stata decisa sulla base
del bilancio degli impatti ambientali ma tra
quelli che concorrono alla scelta tra
progetti alternativi di un medesimo
intervento.
Per la risoluzione dei conflitti
programmatici si è applicata la verifica
di ammissibilità in rapporto con le
risultanze dello scenario e della
progettazione macrourbanistica del sistema
di attività e funzioni in cui si inserisce e
sul recupero dell’ambiente urbano, esito
positivo dell’applicazione delle
valutazioni di compatibilità, analizzato
in rapporto con le risultanze dell’analisi
infrastrutturale, dell’analisi
costi-benefici (nell’ambiente sociale) e
degli impatti ambientali (nell’ambiente
fisico), consentendo di verificare se un
intervento contribuisce al recupero
dell’ambito territoriale scelto1.
Dall’accurata indagine degli strumenti
pianificatori è stato pertanto possibile
definire, nell’ambito della programmazione
territoriale e delle trasformazioni di breve
e lungo periodo, i seguenti 6 obiettivi
prioritari (Tabella 1).
Livelli di soddisfacimento della domanda di
infrastrutture dei trasporti: il caso di
Catania sud
La domanda di sviluppo della dimensione
infrastrutturale dei trasporti, ed in
particolare del segmento aeroportuale, è
stata determinata dalla crescente domanda di
trasporto. Così come già indicato nel quadro
di riferimento programmatico degli strumenti
pianificatori, le infrastrutture risultano,
allo stato attuale, insufficienti a reggere
l’incremento delle soglie percentuali del
traffico aeroportuale2. Per
rendere più efficiente la complessa trama
infrastrutturale esistente, la rete stradale
corrispondente all’ambito territoriale di
Catania sud, ad esempio, dovrebbe essere
trasformata da semplice anello di
congiunzione a sistema di rete, capace di
adattarsi alle infrastrutture stradali
esistenti. L’articolazione della rete
stradale deve pertanto garantire la
separazione del traffico delle vetture
passeggeri dal traffico di servizio. La
nuova viabilità è stata così pensata come un
enorme anello chiuso da corsie di ricircolo
e dalle linee di accosto. Problemi legati
alla viabilità di servizio, ed in
particolare al ricircolo in uscita, possono
essere superati attraverso la ridefinizione
della zona militare, evitando
l’interferenza del traffico delle vetture
passeggeri3. L’incrocio del
traffico, supportato dalle lunghezze delle
corsie d’inserimento e dal volume del
traffico di servizio, appare un problema non
secondario, e sicuramente non facilmente
risolvibile.
Le linee programmatiche dell’intervento sono
state sostenute a livello regionale anche se
attraverso lenti processi burocratici (Tabella
2).
Al fine di ottenere un efficace sistema
integrato, le polarità urbane devono esser
collegate con la rete di servizi di
trasporto pubblico di superficie,
articolato, in prima approssimazione, su due
linee fondamentali: una est-ovest, con
origine in piazza Europa che, attraverso
l’asse del viale, raggiunga Librino;
l’altra, proiettabile anche oltre il confine
comunale, con origine in via Sanzio che si
immette nella via Etnea.
Le rilevazioni condotte al cordone urbano
indicano un flusso complessivo tra le 7.00 e
le 10.00 di circa 65.000 veicoli, con punte
di 100.000 in centro città, con conseguente
congestione della rete urbana e notevoli
problemi di parcheggio.
Compito del piano urbano del traffico
è, dunque, l’utilizzazione delle aree di
parcheggio nelle aree centrali attraverso
opportune politiche organizzative e
tariffarie; mentre lo schema della
riorganizzazione della viabilità deve
favorire, nella massima misura possibile,
l’alleggerimento del traffico
automobilistico in centro coadiuvato dalla
rete di trasporto pubblico, schema
opportunamente supportato da aree di
interscambio efficienti.
Il sistema di raccolta dei flussi di
traffico dalle aree periferiche sarà
costituito dalla circonvallazione sul lato
nord, dalla nuova direttrice Monte
Po-Acquicella sul lato ovest, la Acquicella
Porto a sud.
La collocazione dell’aeroporto di Catania
Fontanarossa viene definita strategica, in
quanto vicino alla città e vicino alle
infrastrutture primarie di trasporto; per
migliorare l’interfaccia con il sistema
territoriale è prevista la formazione di un
vero e proprio terminal, collocato in
prossimità dello svincolo autostradale per
l’aeroporto, entro il quale organizzare la
fermata del servizio ferroviario di lunga
distanza (Fs) e delle due linee (Fs e
Ferrovia circumetnea) del servizio
metropolitano territoriale che, in quel
punto, corrono affiancate. Il terminal viene
collegato all’aerostazione mediante un
access port management (Apm), con un
percorso di circa 2 minuti e attese
pressoché nulle data l’altissima frequenza
consentita dagli automatismi.
Nel caso specifico del trasporto aereo,
l’evoluzione a scala mondiale in questi
ultimi anni è stata generata dalle
migliorate condizioni socio-economiche dei
paesi interessati, ove esso è divenuto
essenziale per le attività che richiedono
tempi rapidi di spostamento ed adeguate
frequenze del servizio.
La conoscenza dell’evoluzione del traffico
nel tempo e della distribuzione della
domanda tra le infrastrutture nodali di
servizio e la sua ripartizione tipologica
(traffico interno ed internazionale, di
linea e privato, passeggeri e merci)
consente di individuarne le caratteristiche
e formulare ipotesi di sviluppo sulla base
delle quali programmare gli adeguamenti
necessari.
La funzionalità di un nodo aeroportuale si
esprime in rapporto alla quantità di
traffico (numero passeggeri e/o tonnellate
di merce), numero delle partenze e degli
arrivi di aeromobili (numero di voli),
indice di occupazione dei veivoli,
rappresentanti la quota della domanda
soddisfatta, l’offerta del servizio ed il
livello di utilizzazione dell’offerta. La
situazione del trasporto aeroportuale
rappresenta da sempre un modello per
interventi e strategie di sviluppo del
settore infrastrutturale, in quanto dovrebbe
servire un’area con un ampio raggio
d’azione, disponendo nel frattempo di
un’efficace rete di trasporto intermodale di
collegamento4.
Natura dei servizi da offrire
Le attività infrastrutturali dei trasporti
forniscono in generale attività di
assistenza varie: alle attrezzature, ai
passeggeri, alle merci per garantire la
massima sicurezza ed efficacia all’attività
di trasporto stradale, ferrata o
aeroportuale.
Tali attività scaturiscono dalla domanda di
servizi territoriali, dagli operatori
turistici, di commercio, dagli
spedizionieri, ecc.
Il risultato dell’effettiva efficacia di
tali servizi dipende pertanto dalle
relazioni sinergiche che si innescano tra i
differenti enti sia pubblici che privati.
Tra questi citiamo:
- direzione circoscrizionale aeroportuale
(Dca) - Ministero dei trasporti: con
funzione di direzione e rappresentanza del
Ministero dei trasporti (Direzione generale
aviazione civile);
- ente nazionale di assistenza al volo
(Enav);
- centro assistenza al volo (Caav)
Catania: con funzione di servizio di
informazione (flight information
service - Fis), allarme (alerting
service - Als) e controllo del
traffico (air traffic controller
- Atc);
- società di gestione (es. Asac srl);
- società che forniscono servizi di
handling e di gestione delle attrezzature
(gestione di piazzole e di parcheggi,
servizio assistenza aeromobili, generatori,
scale, mezzi di carico e scarico,
accettazione, imbarchi e sbarchi passeggeri
e merci, gestione di viabilità, ecc.),
compresa la realizzazione e manutenzione di
tutte le infrastrutture, impianti e mezzi
per garantire i servizi indicati;
- Vigili del fuoco - Distaccamento
aeroportuale: per fornire servizi
antincendio e di emergenza sulle linee di
primo soccorso, sulle superfici aeroportuali
e nei dintorni;
- Polizia di Stato e Carabinieri:
gestiscono i controlli di sicurezza e
passaporti per i passeggeri, di pubblica
vigilanza all’interno del sedime
aeroportuale e controllo degli accessi;
- dogana: fornisce servizi di
controllo doganale delle merci in
importazione ed esportazione;
- Guardia di finanza: fornisce il
controllo dei varchi doganali di accesso
alle linee internazionali ed il supporto
alle attività svolte dalla dogana;
- Guardia forestale: gestisce il
controllo sul supporto delle specie protette
animali o vegetali e collabora ad eventuali
servizi fitopatologici;
- compagnie petrolifere, spedizionieri,
compagnie aeroportuali: gestiscono
servizi per il rifornimento del carburante,
di spedizione, ritiro ed import-export delle
merci, coi rispettivi uffici di
rappresentanza, agenzia, biglietteria,
assistenza alle merci o ai passeggeri, ecc.
Uso del suolo
La zona in cui è compreso l’intorno
territoriale in esame risulta in parte
urbanizzata per la presenza di insediamenti
periferici alla città di Catania che sono
sorti a partire da alcuni decenni fa.
L’uso del suolo risulta, quindi, frammentato
e vede, a nord delle infrastrutture
aeroportuali, la presenza di villaggi ad uso
residenziale (Villaggio S. Agata, Librino,
Villaggio S. Maria Goretti), zone
industriali e commerciali (zona a est di
Forcile), aree sportivo-ricreative. Tali
insediamenti si sovrappongono a quella che
era la primitiva destinazione d’uso
dell’area. Rimangono residui strutture nelle
vecchie masserie storiche e nei lembi di
agrumeti e seminativi. Interessante dal
punto di vista della valenza ambientale è il
boschetto della Plaja: ad ovest del
viale Kennedy, a ridosso della spiaggia, si
trova un impianto boschivo realizzato dalla
Azienda forestale nei primi anni del secolo
per fermare l’avanzata delle dune di sabbia
verso l’entroterra e consentire lo
sfruttamento a fini agricoli dei terreni
retrostanti. Il boschetto, in cui
predominano pini d’Aleppo, acacie, tamerici
e palme del tipo Canariensis, è
un’area di particolare pregio ambientale di
proprietà comunale, di circa 27 ettari di
estensione, che versa attualmente in
condizioni di grave degrado a causa degli
insediamenti sorti lungo la strada nel corso
degli anni, che sono in parte abbandonati ed
in parte utilizzati per usi che non si
relazionano in alcun modo alla fruizione del
boschetto.
Tali insediamenti hanno, infatti,
determinato l’asportazione della fascia di
vegetazione resistente alla salsedine marina
(acacia e tamerici) che avevano funzione
protettiva della pineta retrostante
dall’aerosol marino, ed hanno comportato
anche una modifica dell’idrologia
sotterranea del boschetto, con innalzamento
del livello di falda, aumento del tasso di
salinità della falda stessa e conseguente
marciume radicale delle essenze arboree.
Alle spalle del boschetto, sono allocati i
diversi stabilimenti per attività
commerciali e produttive che si sviluppano
senza soluzione di continuità verso sud fino
al torrente Forcile, creando una barriera
impenetrabile che rende impossibile
l’accesso al boschetto dalla parte ovest.
A sud del torrente Forcile vi sono delle
aree agricole ormai in abbandono, comprese
tra il torrente stesso e la pista
dell’aeroporto. In generale, il tratto di
zona costiera, che si estende per una
lunghezza di circa 3 Km dal faro Biscari (ai
margini della città storica) fino alle
infrastrutture aeroportuali, versa in stato
di profondo degrado sia dal punto di vista
ambientale che dal punto di vista funzionale
e degli usi, a causa della gestione
disordinata che è stata fatta di tutte
queste aree, utilizzate in maniera caotica e
disorganica per attività che non hanno alcun
nesso funzionale l’una con l’altra e che, in
molti casi, hanno trovato collocazione in
tale zona soltanto perché in questa parte
della città sono sempre state realizzate le
attività che non riuscivano a trovare
ragionevole ubicazione dentro il perimetro
urbano.
Al di là della strada, le strutture
esistenti sono:
- un impianto attrezzato per il gioco del
bowling;
- un centro fieristico di scarsa importanza
in cui si svolgono poche volte l’anno
manifestazioni espositive di rilevanza
solamente locale;
- dei campi da tennis di proprietà comunale;
- due centri per l’assistenza all’infanzia
gestiti da enti ecclesiastici;
- un impianto sportivo comunale, con piscina
e palestra di atletica pesante;
- un’ex struttura terapeutica per anziani,
attualmente in abbandono;
- un edificio utilizzato come scuola di
formazione professionale per edili;
- un ex poligono di tiro militare, oggi
utilizzato dalle forze armate come rimessa
per mezzi cingolati.
In corrispondenza del tratto di strada che
costeggia la pista dell’aeroporto, il
litorale è dominato dalla presenza di
un’altra area boscata (essenzialmente a pini
d’Aleppo) impiantata su formazioni dunali di
notevole valore ambientale, che si estende
per circa 800 metri di lunghezza, occupata
da colonie estive gestite da enti religiosi.
A sud si trovano una serie di aree agricole,
ormai in parziale stato di abbandono, in cui
si sono sovrapposte, nel tempo, diverse
attività (generalmente abusive), che hanno
portato alla formazione di strutture per il
tempo libero e di diversi villaggi,
destinati a residenza stagionale, di forte
impatto, in una zona di notevole valore
paesaggistico e ambientale, in cui è anche
stata costituita più a sud la riserva
naturale orientata Oasi del Simeto.
Ad ovest dell’area agricola è presente la
zona industriale caratterizzata soprattutto
da esercizi commerciali e da società di
servizi.
Valenze ambientali
Dall’indagine delle valenze ambientali si
analizzano le seguenti caratteristiche:
Caratteristiche geologiche
Andando in particolare ad analizzare la
genesi della Piana di Catania si riscontra
che essa è legata al colmamento di un ampio
golfo preetneo sia per sedimentazione
marina che per alluvionamento da parte del
Simeto e dei suoi affluenti Dittaino e
Gornalunga. I materiali clastici che hanno
formato detta colmata sono di natura
estremamente varia derivando dalla erosione
di terreni molto diversi per costituzione
litologica, età, erodibilità e permeabilità.
La Piana di Catania, infatti, resta
delimitata a nord dalle Vulcaniti dell’Etna
e da formazioni argilloso-arenacee; ad ovest
dalle formazioni argillose mediomioceniche
degli Erei, sormontate da lembi di serie
solfifera e da calcari mesozoici; a sud si
trovano le formazioni calcareo-marnose e
basaltiche dell’Altipiano Ibleo mentre ad
est la piana è delimitata dal mare Jonio.
La granulometria dei sedimenti è legata al
profilo longitudinale dei corsi d’acqua che
ne hanno determinato il trasporto.
Le acque del Simeto e del Gornalunga, nella
parte bassa della piana, hanno una velocità
molto ridotta e, di conseguenza, possono
depositare solo materiali fini (argille,
limi).
Il fiume Dittaino ha, invece, un profilo più
accentuato e, pertanto, ha potuto depositare
alluvioni a granulometria grossolana (zona
Sferro, Gerbini).
Dalle innumerevoli perforazioni per acqua,
effettuate nella piana, si rileva che la
copertura alluvionale ha uno spessore medio
di circa 40,00 m., ad eccezione della zona
di Pantano D’Arci dove raggiunge gli 80,00
m.
Il sottostante substrato è costituito
principalmente dalle argille azzurre
riferibili al siciliano, ma sono pure
presenti successioni di olistostromi
terziari e quaternari.
Da un punto di vista strutturale, la Piana
di Catania rappresenta una zolla abbassata
da sistemi di faglie preplioceniche rispetto
alle colline di Primosole e Valsavoia e deve
essere considerata come un’area a zolle
affossate a varie profondità. Lo
sprofondamento è avvenuto a partire dal
Tortoniano, mentre dal Miocene superiore in
poi si sono succedute varie eruzioni ed è
cominciata la sedimentazione
argilloso-sabbiosa che ha colmato la
depressione.
Sia le indagini in situ che la
letteratura geologica evidenziano la
eterogeneità delle coperture alluvionali che
formano la Piana di Catania; infatti,
livelli, strati e lenti argillose e limose
di deposito fluviale, lagunare, lacustre o
marino, si intercalano a depositi sabbiosi e
ghiaiosi e si compenetrano dando origine ad
una struttura embriciata, che rende
difficile qualsiasi correlazione.
Le indagini geognostiche, spinte fino ad una
profondità di max 40 m. dal piano di
calpestio hanno riscontrato la presenza dei
seguenti litotipi:
- materiale di riporto;
- sabbia fina poco limosa;
- argilla con limo plastica;
- sabbia medio-fine ghiaiosa in livelli
discontinui;
- argilla con limo plastico-dura.
Le analisi granulometriche eseguite su
questo litotipo hanno dato i seguenti
risultati:
sabbia = 3-13
limo = 27-35
argilla = 60-70
Caratteristiche ideologiche
Dall’analisi delle caratteristiche
idrografiche, idrologiche e idrauliche,
l’area in oggetto risulta interessata dalle
acque dei torrenti che nascono alle pendici
dei bassi rilievi delle Terreforti e che,
attraverso un loro apparato fociale
indipendente, sfociano direttamente in mare.
In particolare, questa porzione di pianura
alluvionale è solcata da corsi d’acqua e da
canali di bonifica. Relativamente ai corsi
d’acqua si distinguono:
- Torrente Acquicella: Acquicedda,
piccola acqua, ancora prima denominato
Limosina, sinonimo del quartiere
attraversato, nasce dalle Terreforti, più
precisamente dalla congiunzione di due rami
secondari originatisi sulla bassa collina di
Monte Po’, discende attraverso un canale
artificiale parallelamente alla via Palermo,
costeggia il lato nord del Cimitero, diventa
intubato per attraversare la via Acquicella
e, sempre interrato, la percorre sotto il
lato est, fino ad innestarsi con l’asta
discendente dell’Acquasanta (già denominato
Carcaci), ridiventa canale, dopo aver
superato la linea ferrata, fino al faro
Biscari per poi giungere al mare;
- Canale Forcile: questa denominazione è
stata erroneamente attribuita all’asta
fluviale in precedenza riconosciuta come
torrente Fontanarossa. Dalla cartografia
storica è emerso che all’inizio del secolo
era stato realizzato un fosso drenante,
denominato canale Forcile, avente andamento
parallelo alla strada provinciale di
Primosole. Questo fu realizzato al fine di
bonificare l’area circostante raccogliendo
le acque a sud dell’asta torrentizia del
Fontanarossa e convogliarle nel torrente
Buttaceto, dopo aver intersecato il canale
d’Arci, per il quale costituisce uno
scolmatore.
Con la realizzazione delle infrastrutture
aeroportuali e del villaggio di S. M.
Goretti, così come risulta dalla stessa
documentazione cartografica, si assiste alla
totale modificazione dell’assetto viario e
di quello idrografico. Infatti, la parte
iniziale della provinciale è diventata via
Fontanarossa; inoltre, viene obliterata la
porzione di canale ad essa parallela.
Si formano così due porzioni: un piccolo
tronco nella parte nord connesso
all’originario torrente Fontanarossa ed un
secondo tronco avente inizio a sud della
pista aeroportuale, che segue l’originario
percorso.
A monte, questo torrente raccoglie le acque
delle brevi aste denominate Nitta, Librino e
Bummacaro che provengono rispettivamente dal
villaggio S. Agata, Librino e
Bummacaro-Pigno. In queste aree il reticolo
idrografico ha perso la sua originaria
identità per effetto degli interventi
antropici non ancora portati a termine.
Si ritiene che la denominazione canale
Forcile competa al tratto avente inizio a
sud della pista aeroportuale;
- Canale Arci: è un collettore drenante
realizzato per bonificare l’area di Pantano
D’Arci. Oggi raccoglie, assieme al canale
Forcile, tutte le acque di scolo
superficiale, che si riversano nell’area
industriale di Pantano D’Arci e in quella di
S. Giuseppe La Rena, riversandole in mare.
Il raccordo idraulico tra i due canali
drenanti è ottenuto per mezzo di alcuni
impianti di sollevamento ubicati nelle
intercette più significative;
- Canale Buttacelo: è il più importante
canale artificiale; raccoglie (prima di
entrare nel territorio comunale) le acque
dei torrenti Rosa, Cubba, Cardillo e
Cardinale, attraversa la zona industriale
dove, in contrada jungetto-Palma, riceve le
acque della Saia Mastra (che rappresenta la
continuazione del torrente Mendola) e si
innesta nell’ultimo meandro del Simeto dopo
aver ricevuto le acque del sopra indicato
canale Forcile.
Dalle ricostruzioni storiche risulta che
almeno fino all’anno 1851 le acque di questo
canale avessero un loro naturale sbocco a
mare e che costituissero una modesta asta
fluviale denominata Galice o Lenza.
Caratteristiche geomorfologiche
Per le caratteristiche geomorfologiche
dell’area in esame che sono, in buona
sostanza, quelle di una spianata alluvionale
con debolissima pendenza e bassissimo
gradiente idraulico, la pericolosità può
essere rappresentata dalla insufficiente
recettività delle opere di valle che possono
offrire condizioni di deflusso assai minori
rispetto a quelle poste a monte.
La stima delle portate di piena è stata
sviluppata sulla base dei dati pluviometrici
rilevati nelle stazioni di Fontanarossa,
Catania Osservatorio, Stazione sperimentale,
Genio civile e Genio civile opere marittime
mediante l’applicazione di un modello di
calcolo deterministico che, per fissati
tempi di ritorno, utilizza la formula
razionale rappresentata, nella forma
empirica, da: Q = 1/3,6 CpS
dove: Q = portata mc/sec; C = coefficiente
di deflusso; S = superficie del bacino
(kmq); p = intensità di pioggia (mm/h).
Per questo calcolo, è stata assunta come
pioggia critica (espressa in mm/h) quella
corrispondente al tempo di cornvazione ed è
stata determinata a partire dalle curve di
possibilità climatica espresse dalla
relazione h t = a (t/ to)” che, per to = 1
ora, diventa h = a t° = p (Jennings A. H.).
Caratteristiche della fauna
La fauna è caratterizzata dalla presenza di
zone di transizione tra area urbana ed area
agricola con roditori ed uccelli di piccola
taglia. Si rileva, inoltre, che le aree
aeroportuali rappresentano spesso zone
gradite per alcune specie di animali come ad
esempio le lepri che trovano all’interno del
sedime un habitat protetto ed indisturbato.
Caratteristiche del sottosuolo
In questa area è stata riscontrata la
presenza di due falde idriche in pressione
contenute negli strati sabbioso-ghiaiosi.
La prima falda resta contenuta negli strati
e livelli discontinui di sabbie e ghiaie
presenti, con spessori variabili da qualche
metro a 10,00 m., al di sotto delle argille
limose plastiche, ad una profondità compresa
tra 15,00 e 20,00 m. circa dal piano di
calpestio, mentre la seconda falda è
contenuta nello strato sabbioso-ghiaioso, la
cui presenza è stata riscontrata dai
sondaggi più profondi, al di sotto delle
argille plastico-dure, ad una profondità
compresa tra 33,90 m. (S.14) e 38,70 m. (S.9)5.
In entrambi i casi si tratta di falde in
pressione.
In sintesi si riportano nella Tabella 3
i valori riportati dai piezometri tenuti
sotto controllo dall’1.10.1998 al 4.11.1998.
L’analisi degli strati litoidi nel
sottosuolo ha rilevato la presenza di
concentrazioni di litotipo (argille limose
plastiche) generanti circolazioni idriche,
attraverso i livelletti sabbiosi decimetrici
dotati di una buona permeabilità primaria.
Non è chiaro se trattasi di acqua fossile o
alimentata.
Sulla base dei litotipi presenti, le
permeabilità indicative dell’area sono le
seguenti:
- materiale di riporto 10-2<K> 10-4 cm/s;
- sabbia fina poco limosa 10-2<K>10-4 cm/s;
- argilla con limo plastica 10-3<K>10-6
cm/s;
- sabbia medio fine ghiaiosa in livelli
discontinui 10-3<K>10-5 cm/s;
- argilla con limo plastico-dura 106<K cm/s6.
Evoluzione qualitativa e quantitativa del
rapporto domanda-offerta
La vita tecnica ed economica dell’intervento
è direttamente correlata alla vita del
sistema di rete, inteso come l’insieme
delle infrastrutture atte a fornire il
servizio di trasporto. L’intervento è
inserito nell’ottica di costituire parte
integrante dell’offerta infrastrutturale
finalizzata a soddisfare la citata crescente
domanda di trasporto (incremento medio degli
ultimi anni tra il 4% ed il 20%), fornendo
servizi che rispondano alle esigenze
dell’utenza, così come richiesto dai
meccanismi di funzionamento dei sistemi di
qualità, sia sotto il profilo economico,
pensando, ad esempio, alle connessioni con
le reti di collegamento (itinerari
turistici, raccordi tangenziale ed accessi
alle zone degli arrivi-partenze, strade di
servizio, ecc.) sia sotto il profilo tecnico
ed ambientale7.
Si deve, pertanto, pensare di definire una
correlazione diretta tra domanda, incremento
del traffico ed offerta infrastrutturale,
sia in funzione dell’evoluzione di traffico
nelle ore di punta sia nel riempimento dei
vuoti orari. In tal senso possono essere
distinti differenti tipologie di traffico:
- movimenti quotidiani della città;
- flusso turistico;
- rete dei commerci, stoccaggio e
movimentazione merci.
Queste tipologie subiscono incrementi del
tasso di crescita distinti tra loro,
generando tipi di sovrapunte differenti,
stimolando accurate indagini per la
determinazione dei tassi di traffico delle
infrastrutture di trasporto da valutare
soprattutto nelle ore di punta (ad esempio
3.000 pax/h punta per il 2005 e 3.700 pax/h
punta nel 2010 da riferire ai traffici
aerei). Sulla base di tali studi dovranno
essere dimensionati le superfici occorrenti
in relazione al raggiungimento dei servizi
richiesti.
Tra i principali indicatori dovranno essere
valutati:
- il potenziamento delle rotte continentali
e nazionali;
- la ripartizione del traffico per compagnie
aeroportuali;
- il potenziamento delle reti di
collegamento ferrate nell’isola;
- la ristrutturazione del sistema di rete
stradale.
Per quanto sopra esposto, la prevista
tendenza del continuo aumento del traffico,
durante la vita tecnica ed economica
dell’intervento, non dovrà determinare
svantaggio economico per congestione delle
infrastrutture esistenti, ma piuttosto dovrà
essere pensata per essere in grado di
soddisfare la domanda di mobilità alla
massima compatibilità ambientale. Si
ritiene, inoltre, che un monitoraggio
attento sull’aggiornamento dei livelli di
traffico nei prossimi 20 anni rappresenterà
un traguardo essenziale per la conseguente
pianificazione delle infrastrutture
necessarie per la definizione del
masterplan infrastrutturale.
L’articolazione delle attività necessarie
alla realizzazione di tale pianificazione
dovrà prevedere la localizzazione
dell’ambito territoriale corrispondente al
demanio aeroportuale e delle sue connessioni
con i tessuti produttivi ed indotti
turistici. La programmazione dovrà pertanto
prevedere:
- stazioni passeggeri;
- piazzali di sosta;
- aree destinate a parcheggi per automobili,
taxi e bus;
- sistemi di imbarco e sbarco utenti-merci;
- sistemi di collegamento ferrati e viari.
Il planning dello sviluppo a medio e
lungo termine dovrà proporre uno schema di
sistemazione delle infrastrutture secondo
fasi distinte e sequenziali:
- orizzonte del primo quinquennio capace di
garantire una capacità di trattamento di
milioni di passeggeri/anno precedentemente
calcolati in rapporto alle ore di punta;
- orizzonte del secondo quinquennio capace
di fornire una capacità di trattamento di
milioni di passeggeri/anno precedentemente
calcolati in rapporto alle ore di punta.
L’articolazione in fasi ha lo scopo di
garantire la continuità dell’operatività
delle infrastrutture di trasporto in
rapporto all’aumento del traffico in
continua evoluzione. Tra le principali fasi
d’intervento ricordiamo le seguenti:
- costruzione delle strade di collegamento
con le aree tecniche (carburanti, reti di
alimentazione e di comunicazione, cargo
center, Vigili del fuoco, Guardia di
finanza, Enav, ecc.);
- parziali demolizioni o recupero di edifici
delle vecchie attrezzature infrastrutturali
(aerostazioni, warehouses, ecc.);
- costruzione delle attrezzature aggiuntive
(impianti di illuminazione, video,
sorveglianza, centrali tecnologiche, ecc.);
- costruzione delle nuove reti stradali e
ristrutturazione della rete stradale
esistente;
- costruzioni di nuove aree di parcheggio e
di sosta;
- realizzazione delle nuove zone trattamento
bagagli e merci;
- realizzazione di arterie stradali di
raccordo.
Trattandosi di linee guida per orientamenti
progettuali è evidente che l’articolazione
delle fasi di programmazione dei lavori
dovranno essere sviluppate in differenti
fasi di realizzazione, da concepire in modo
tale da non permettere perdite di capacità
di trattamento del traffico durante l’intero
corso di eventuali interventi strategici
attuativi delle proposte progettuali. Tutto
ciò riguarda sia gli interventi sulla
viabilità a servizio delle infrastrutture
aeroportuali, per i quali dovrà essere
garantita un efficiente sistema di controllo
del traffico automobilistico, sia la
realizzazione dei nuovi terminal, delle
attrezzature di ricezione degli utenti
(passeggeri e personale) e dello sbarco
delle merci, evitando demolizioni finché
nuovi corpi di fabbrica non consentiranno di
sostituirne la funzione.
In sintesi bisognerà rispettare i seguenti
parametri:
- rispetto di tutti i vincoli (vincoli
fisici imposti dal sito - geologici,
idrogeologici, sismicità - vincoli di
carattere aeronautico, vincoli territoriali,
vincoli normativi, ecc.);
- garantire la capacità di trattamento del
traffico dei passeggeri e delle merci;
- prefigurazione di una graduale entrata in
esercizio delle infrastrutture di trasporto.
Il sistema attuale infrastrutturale permette
un rendimento limitativo delle
infrastrutture - mancanza d’uscite rapide,
mancanza di accesso diretto alle soglie
mediante taxiway paralleli all’asse
di pista, potenziamento delle fasi di
rullaggio, tempi di stazionamento lunghi,
ecc.) - oggetto dell’analisi necessarie per
ovviare a tutti i problemi (aeronautiche,
radioelettriche, ecc.).
La valutazione degli impatti ambientali
I sopra citati parametri dovranno essere
progettati in funzione della concentrazione
di tassi di inquinamento sia acustico che
atmosferico, soprattutto nelle ore di punta
e dell’impatto sull’ambiente.
Bisogna prevedere, in particolare,
interventi di ripristino ambientale capaci
di tenere in considerazione i seguenti
elementi:
- eliminazione dei residui (es. rottami
ferrosi, olii lubrificanti esauriti,
accumulatori, ecc.), dei detriti
(trattamenti specifici dei liquami in
riferimento alle norme dell’organizzazione
mondiale della sanità - Who.), degli
agenti inquinati (acustici, atmosferici,
ecc.);
- ripristino dei livelli morfologici
originari;
- ripristino della copertura vegetale con
eventuali rinforzi delle specie guida,
schermi verdi;
- ripristino dell’uso dei suoli al quale i
terreni sono destinati;
- recupero degli assetti funzionali
dell’area relativamente alla viabilità
locale e agli accessori.
L’analisi dell’ambito territoriale deve
pertanto prevedere e valutare le componenti
ed i fattori ambientali interessanti ed in
particolare le condizioni dell’atmosfera,
dell’ambiente idrico, del suolo, del
sottosuolo, della vegetazione e della fauna,
degli ecosistemi, della salute pubblica, del
rumore e del paesaggio.
L’applicazione dell’analisi ambientale a
tutti gli aspetti legati all’attività
infrastrutturali dei trasporti comporta
l’estensione di tale studio-progetto ad un
territorio comprendente il sedime
aeroportuale e le aree limitrofe, su una
superficie nella quale risultano
significativi gli impatti dovuti da tali
infrastrutture. In relazione alle sorgenti
di impatto ambientale delle infrastrutture
di trasporto, caratterizzate da sorgenti
mobili e da servizi peculiari (come
parcheggi, trasporto passeggeri e merci per
via stradale, assistenza a terra, ristoro,
ecc.), si è estesa l’analisi ambientale su
un’area prossima all’intorno aeroportuale.
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1. sole di fuoco, elaborazione
computerizzata di Nicola Vitolo
(2002) |
I principali sistemi ambientali, inseriti
all’interno dell’indotto territoriale
definito, sono i seguenti:
- aree urbanizzate ad alta densità
(quartieri sud della città di Catania);
- assi ad elevata densità di traffico e
tracciato ferroviario;
- zone industriali ed artigianali;
- zone a destinazione d’uso orticola/rurale
agricola;
- bacini del torrente Forcella a nord delle
infrastrutture;
- bacini del fiume Simento a sud delle
infrastrutture di trasporto.
Le linee guida per gli interventi da
prevedere in archi temporali quinquennali
per opere infrastrutturali dei trasporti
potrebbero suggerire interventi localizzati
principalmente all’interno delle aree di
competenza delle autorità aeroportuali,
evitando di interessare le aree militari.
Modelli multicriteriali di valutazione degli
impatti di interventi di riqualificazione
territoriale dovrebbero basarsi su
un’accurata indagine dei vincoli
territoriali espressi secondo uno schema ove
siano riportati i riferimenti legislativi ed
i contenuti in termini di azioni elementari
tra i quali includere i seguenti input:
- vincoli architettonici;
- vincoli paesaggistici;
- vincoli demaniali e limitazioni di
proprietà e loro rispetto (legge 4.2.1963,
n. 581): demanio aeroportuale, aree di
proprietà del comune o di altri enti
pubblici, aree private, aree militari, ecc.;
- vincoli legati a servitù: radioelettriche,
dispositivi di guida, procedure di
avvicinamento strumentale;
- vincoli legati a prescrizioni per la
sicurezza aeroportuale (es. Convenzione
sull’aviazione civile): separazione totale
dei flussi dei passeggeri, controllo
d’ispezione e filtro delle merci e materie
prime per l’approvvigionamento del commercio
(settore P);
- norme di sicurezza delle persone,
antincendio;
- accessibilità ai portatori di handicap;
- attenuazione acustica, con gli obiettivi
generali di igiene;
- durata delle reti e degli impianti,
facilità di manutenzione, comfort
nell’utilizzo.
Per la valutazione dell’impatto ambientale
verranno, inoltre, analizzati i principali
fattori critici:
1. fattori generanti disturbi di
inquinamento acustico: nell’ambito della
tutela del territorio il principale
obiettivo dell’analisi dell’impatto e del
monitoraggio acustico caratterizza il
rilievo dello stato attuale
dell’inquinamento del rumore generato dalle
operazioni infrastrutturali di trasporto ed
il confronto con elaborazioni di modelli
matematici previsionali (es. long
navigation model 5.1 della Federal
Aviation Admistration, Usa) capaci di
determinare i livelli di inquinamento nel
futuro, in funzione delle norme comunitarie
ed internazionali in materia. L’applicazione
di tali modelli richiede l’elaborazione di
dati metereologici (temperatura, umidità
relativa, precipitazioni) completi di regime
anemometrico relativa alla componente
atmosferica e di dati relativi alle
caratteristiche delle infrastrutture di
trasporto (piste, imbarchi, procedure di
volo, ecc.) e movimenti relativi;
2. fattori generanti disturbi di
inquinamento atmosferico: in questa
sezione vengono analizzate le
caratteristiche meteoclimatiche nel
territorio in termini sia quantitativi che
qualitativi, mediante indagini volte alla
determinazione dell’impatto attraverso il
modello previsionale matematico emission
and dispersion modeling system (Edms,
1998). Tale modello previsionale Edms,
elaborato dalla federal aviation
administration (Faa) degli Stati Uniti
d’America, è attualmente uno degli strumenti
informatici più avanzati per quanto concerne
la valutazione dell’impatto atmosferico
causato da attività aeroportuali. Negli Usa
Edms è imposto dal Dipartimento dei
trasporti statunitense come modello
obbligatorio per la valutazione della
qualità dell’aria delle sorgenti
aeroportuali. In tale ambito di studio
dovranno, inoltre, essere fornite
indicazioni generali circa i caratteri
meteoclimatici dell’area in oggetto
(influenze termoregolatrici, valori della
temperatura, altitudine, estensione del
manto boscoso, frequenza, tempo di
persistenza al suolo delle precipitazioni
nevose, studio dei venti, quadro delle
pressioni al suolo, quadro climatologico
ecc.).
In particolare, il Comune di Catania dispone
di numerose centraline per la misura
dell’inquinamento atmosferico da traffico
urbano distribuite nel territorio comunale
di cui 2 centraline (una posta nella zona S
dell’aeroporto, nella zona industriale nella
5a strada, l’altra posta nel quartiere
Librino, viale Pumacaro, circa 500 m. a
monte dell’aeroporto) con la misura dei
seguenti parametri: ossido di carbonio,
anidride solforosa, ozono, ecc.;
3. fattori generanti fenomeni di
vibrazione: l’impatto acustico genera
tipologie di vibrazioni meccaniche in
particolari condizioni di risonanza ed in
casi eccezionali per basse frequenze. A
queste si sommano quelle a cui sono soggetti
gli ambienti urbani dovuti al traffico
stradale. In particolare, ricordiamo il
monitoraggio del traffico landside
sistematici, cioè del traffico veicolare
dell’Anas e dell’Ufficio progetto del piano
urbano del traffico in fase di redazione;
4. fattori determinanti l’aumento delle
superfici impermeabili a discapito del
flusso di raccolta delle acque meteoriche
sull’ambito territoriale: l’elaborazione
dei parametri meteorologici (analisi delle
precipitazioni medie mensili) può essere
effettuata attraverso l’ausilio del
coefficiente pluviometrico di Angot, che
permette di classificare il regime
pluviometrico del sito (continentale,
mediterraneo, tirrenico e marittimo).
Pertanto, le indicazioni di programmazione
territoriale si ritiene siano quelle più
rispondenti alle esigenze funzionali e del
territorio circostante anche in termini di
salvaguardia ambientale. L’analisi
territoriale va, pertanto, condotta a
partire dall’accurata conoscenza, oltre che
dei vincoli sopra descritti, alle norme
aeroportuali attualmente vigenti (es.
livello qualitativo International
aviation information A-B level) e ad
altre richieste funzionali tra le quali
ricordiamo:
Fabbisogno idrico
Le modifiche, rispetto alla situazione
attuale, sono legate all’incremento delle
aree edificate e alle dotazioni
infrastrutturali le quali dovranno essere
dotate di adeguati sistemi di drenaggio.
Bisogna comunque evidenziare che la rete
idrica dell’ambito territoriale in oggetto
di studio non è in grado di garantire con
costanza la portata e le pressioni
necessarie per l’alimentazione di acqua per
infrastrutture, per cui si dovrebbero
prevedere bacini di stoccaggio alimentato
sia dalle reti idriche urbane che da
cisterne con rotazione giornaliera
extraurbane, corrispondente ad un
quantitativo di circa 286.000 di fabbisogno
idrico mc/anno8.
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2. sole, elaborazione
computerizzata di Nicola Vitolo
(2002) |
Scarichi idrici
Gli scarichi sono dati dal deflusso delle
acque meteoriche dai piazzali, dalla pista,
dal fabbricato dell’aerostazione e dai
parcheggi, dallo scarico di acque nere delle
toilettes e dalle cucine dei ristoranti
(acque grasse e non grasse). In particolare,
le acque grasse saranno raccolte
separatamente e convogliate verso un
separatore.
In fase progettuale sarà, pertanto,
necessario prevedere un dimensionamento
delle strutture degli impianti in archi
temporali calcolabili in m/h per tutta
giornata prevedendo carichi ridotti a circa
il 40% durante il periodo notturno.
Risorse energetiche
La programmazione deve tenere conto dei
parametri energetici sintetizzabili in
alcune linee guida:
- individuazione degli allacciamenti Enel;
- individuazioni di sottostazioni elettriche
ed il soddisfacimento di alimentazioni
autonome in media tensione;
- individuazione dei punti d’erogazione
dell’energia (es. corrente trifase 50 Hz
tensione 20 kV);
- valutazione del fabbisogno (in kVA);
- predisposizione dei nuovi contratti di
fornitura di servizio.
Rifiuti
Il servizio sarà gestito dalla società di
gestione e dalla società comunale di
nettezza urbana con le stesse modalità
operative attuali.
Le infrastrutture di trasporto ed in
particolare quelle a struttura aeroportuale
producono quasi esclusivamente rifiuti di
tipo urbano e assimilati e, rispetto al
numero di passeggeri/merci, tale produzione
è limitata in considerazione alla breve
durata della permanenza degli stessi
nell’ambito dei sistemi infrastrutturali.
Le attività di manutenzione ordinaria dei
mezzi operativi prevede, inoltre, una
limitata produzione di alcuni rifiuti
speciali come rottami ferrosi, olii
lubrificanti esausti, pneumatici usati,
accumulatori (batterie dei veicoli) nonché
la manutenzione degli impianti di
termocondizionamento (piccole quantità di
filtri aria) e degli impianti elettrici
(corpi illuminanti usati). Il tutto dovrà
essere gestito da società ed enti competenti
e dovranno rispettare le relative norme tra
cui quelle del Who) con specifici
trattamenti di depurazione dei liquami prima
del recapito alla linea delle acque nere.
Alcune conclusioni
L’organizzazione infrastrutturale e degli
usi del suolo caratterizzanti un territorio
si realizza storicamente attraverso continui
investimenti di risorse che modellano
l’ambiente e costruiscono patrimonio sociale
e il razionale uso delle risorse presuppone,
quindi, di orientare le tendenze insediative
e la localizzazione degli usi delle
infrastrutture dei trasporti verso luoghi
ecologicamente predisposti, luoghi cioè
attrezzati per ricevere le funzioni della
vita associata (le funzioni abitative,
produttive, per il tempo libero e lo svago,
anche dal punto di vista dell’accessibilità
per i nodi di trasporto adatti alle diverse
gerarchie e tipologie di funzioni) che
richiedano interventi con una redditività
economico-sociale elevata.
Non esistono gerarchie di priorità nei
paesaggi umani e l’evolversi delle idee nel
tempo ci insegna che è necessario rifiutare
i luoghi comuni connessi ai valori ritenuti
stabili dei nostri paesaggi, dei nostri
ambienti perché sappiamo che fenomeni che
appaiono oggi senza significato possono
divenire eloquenti documenti di nuovi valori
in futuro.
1
Trattato di Maastricht articoli 130 A-D e
Guida europea ai patti per l’occupazione,
Commissione europea.
2
Finanziaria 1997 e delibera Cipe 21.3.1997
(art. 2 commi 203-209, 214), Patto
territoriale Catania-Sud (strumenti di
programmazione negoziata).
3
Comune di Catania (1997), Linee guida
relative alle modalità di attuazione e
calendario generale del programma di
attività.
4
Corriere F. (1997), Proposte operative
per il riassetto del settore del trasporto
aereo in Sicilia.
5
Indicazioni petrografiche e
caratterizzazione degli inerti con
indicazioni sulle costituzioni geologiche
appartenenti al “gruppo S” delle
sedimentarie calcaree e terrigene.
6
Decreto assessoriale regionale territorio e
ambiente, n. 85 del 14.3.1984.
7
Natoli A. (1997), Relazione
geologico-tecnica, L’aeroporto di
Catania Fontanarossa.
8
Accordi A., Francaviglia G. (1999),
Geologia del Bacino del Simeto,
Università degli Studi di Catania.
Bibliografia
Decreti del Ministero dell’ambiente del
31.10.1997, Metodologia di Misura del
rumore aeroportuale.
Fichera D. L., La Franca L., Ignaccolo M.,
Giunta V. (1995-1996), Curve isofoniche
dell’aria di sedime aeroportuale e loro
correlazioni con le condizioni
meteorologiche: il caso di Catania, Tesi
di Laurea, Facoltà di Ingegneria di Catania.
Gazzetta Ufficiale 15.11.1997 e Dpr
11.12.1997, n. 496, Regolamento recante
norme per la riduzione dell’inquinamento
acustico prodotto dagli aeromobili civili.
Ministero dell’industria e del commercio
(1996-1998), Repertorio delle Aziende
Siciliane, Ufficio stampa.
Moncada Lo Giudice G., Santoboni S. (1995),
Acustica, Masson Editoriale Esa.
Morandi R. (1990), La progettazione
dell’Aeroporto di Fontanarossa, Sac.
Normativa tecnica dell’allegato I del Dpcm
1.3.1991.
Proposta del patto territoriale di Catania
in
http://www.area.ct.cnr.it/patto/proposta.htm.
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geologico-tecnica per il Patto Territoriale
di Catania Sud, Comune di Catania.
Servizio meteorologico Am (1999),
Elaborazione di dati meteorologici,
Centro Studi Cise, Enel.
Standard Iec n. 651 del 1979 e n. 804 del
1985.
1. sole di fuoco, elaborazione
computerizzata di Nicola Vitolo (2002)
2. sole, elaborazione computerizzata
di Nicola Vitolo (2002) |