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tra – la Regione Campania, rappresentata dal Presidente A. Bassolino e le Province di: Avellino, rappresentata dal Presidente F. Maselli; Benevento, rappresentata dal Presidente C. Nardone; Caserta, rappresentata dal Presidente R. Ventre; Napoli, rappresentata dal Presidente A. Lamberti; Salerno, rappresentata dal Presidente A. Andria. PREMESSO CHE il Regolamento (CE) 1260 del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui fondi strutturali stabilisce quali principi qualificanti della programmazione e dell’impiego dei fondi strutturali nel periodo 2000-2006 quelli di: – programmazione; – concentrazione; – integrazione; – sussidiarietà e decentramento; – partenariato; – addízionalìtà; – verificabilità. CHE il Programma di Sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006 assume quale elemento centrale e qualificante della propria strategia quello di pervenire a un sostanziale riequilibrio e a una integrazione coordinata fra politiche di promozione del sistema produttivo (comprensive degli svantaggi di localizzazione per le imprese, che operano nelle aree dei Mezzogiorno) e politiche di miglioramento del contesto (infrastrutture, servizi, ricerca e innovazione, ambiente, qualità e disponibilità di risorse umane e culturali) da realizzarsi attraverso: – la riduzione graduale della quota di risorse destinata agli incentivi e metodi più concorrenziali di accesso ad essi; – la realizzazione di interventi integrati sul contesto in sistemi territoriali omogenei; – la convergenza in questi sistemi di azioni sul contesto e di incentivi mirati e non "a pioggia". CHE il Quadro Comunitario di Sostegno Italia Ob. 1 2000-2006 definisce i Progetti Integrati come "complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario". CHE, con delibera n. 3479 del 14/6/2000 la Giunta Regionale ha definito il testo di Programma Operativo per l’utilizzo dei fondi strutturali nella Regione Campania per il periodo 2000-2006; CHE, a seguito della consultazione interservizi, ai sensi dell’art. 28 del Reg. (CE) 1260 del 21/6/1999, con la decisione C (2000) 2347 dell’8/8/2000, la Commissione UE ha adottato il Programma Operativo Regionale della Campania 2000-2006, che prevede investimenti per un totale di 17.845 miliardi di lire, dei quali 13.314 miliardi di lire di parte pubblica, così articolati per asse prioritario: Asse 1 - Risorse Naturali. Investimenti previsti: 4.958 miliardi di lire Asse 2 - Risorse culturali. Investimenti previsti: 1.499 miliardi di lire Asse 3 - Risorse Umane. Investimenti previsti: 2.387 miliardi di lire Asse 4 - Sviluppo locale. Investimenti previsti: 5.611 miliardi di lire Asse 5 - Città. Investimenti previsti: 805 miliardi di lire Asse 6 - Reti e nodi di servizio. Investimenti previsti: 2.509 miliardi di lire CHE l’obiettivo generale del POR Campania è determinato nella crescita dell’occupazione, per donne e uomini, da perseguirsi secondo una strategia di sviluppo sostenibile ed equo, di miglioramento della qualità della vita, di un armonico ed equilibrato sviluppo del territorio, accrescendo la competitività regionale nello scenario nazionale, europeo e mediterraneo. CHE il POR Campania pone al centro della propria strategia di sviluppo sostenibile la necessità di assicurare forte concentrazione agli interventi e di dare grande peso alla programmazione integrata, per territorio o filiera, in modo da collocare una massa critica di risorse sulla creazione di discontinuità nell’economia del territorio, facendo leva sulle potenzialità individuate, dando piena espressione alla domanda di sviluppo delle collettività locali ed alla concertazione socio istituzionale. CHE la Regione Campania attribuisce un ruolo di rilievo alle Province in termini di coordinamento ed accompagnamento delle azioni da svolgersi nell’ambito del POR, ed in particolare dei progetti integrati, cui lo stesso POR attribuisce grande importanza, tale da destinare loro indicativamente il 40% delle risorse disponibili; CHE in data 15/11/00 la GR, in ossequio a quanto previsto dal Regolamento (CE) 1260/99, ha adottato il Complemento di Programmazione dei POR Campania 2000-2006 che è stato confermato dal Comitato di Sorveglianza del POR Campania 2000-2006 nella seduta del 16/11/00. CONSIDERATO CHE il Complemento di Programmazione conferma l’obiettivo di dedicare ai PI almeno il 40% delle risorse finanziarie assegnate al POR da quantificare ed articolare per misura in relazione all’avanzamento dei processi di identificazione - costruzione dei PI. CHE il Complemento di Programmazione, recependo le indicazioni prioritarie già contenute nel POR, individua direttamente alcuni ambiti specifici di realizzazione dei PI nei Parchi nazionali e regionali, nelle città - capoluogo, nella filiera termale, nelle filiere agro - alimentari, nell’intermodalità (Interporti), nella filiera della materie prime seconde, nei Distretti industriali, nella portualità turistica. CHE il CdP, recepisce i seguenti riferimenti tematici e territoriali contenuti nel POR, sulla base dei quali l’individuazione di ambiti specifici di realizzazione dei PI richiede una procedura di specificazione/articolazione: - sistemi locali a vocazione industriale o turistica; - grandi attrattori culturali; - poli e filiere produttive; - itinerari culturali regionali; - territori interessati da problemi di miglioramento delle caratteristiche di stabilità e sicurezza; - territori interessati da problemi di miglioramento del tasso di protezione sociale. CHE il Complemento di Programmazione prevede che "L’individuazione degli ambiti specifici in cui realizzare un PI sarà compiuta attraverso la concertazione tra le istituzioni coinvolte, nazionali e regionali, e sulla base delle procedure di seguito indicate per ciascun asse, con atti della Giunta Regionale. La procedura d’individuazione terrà conto della progettualità esistente coerente con gli ambiti di riferimento sopra indicati e con il POR (PRUSST, Studi di fattibilità, PRU, URBAN2, ecc.)". CHE il Complemento di Programmazione prevede che "Nel quadro del processo di concertazione, la Regione realizza con le Province le più opportune intese per l’individuazione e la promozione dei PI. Entro sessanta giorni dalla approvazione del CdP verrà formalizzato un protocollo quadro tra Regione e Province. All’interno di tale protocollo verranno assunte le progettazioni dei PRUSST coerenti con il POR e il Cdp (coerenza con le azioni, misure, linee d’intervento, condizioni di attuazione, ecc.) comprensive delle operazioni riferibili ad interventi sovracomunali e già sottoscritte dalla Regione oltreché dalle stesse Province". CHE per l’individuazione degli ambiti specifici non già individuati nei CdP e per l’attivazione di progetti integrati relativi il CdP prevede specifici percorsi procedurali differenziati per asse e per settore. CHE, in particolare: - Per l’asse 1, in relazione ai parchi regionali si procederà come segue: > Convocazione della conferenza dei comuni del parco per approvare la perimetrazione; > Nomina del presidente del parco ad avvenuta approvazione della perimetrazione; > Costituzione della Comunità del Parco; > Istituzione del tavolo di concertazione. - Per l’asse 2 "Risorse Culturali" il CdP prevede che l’individuazione degli ambiti d’intervento viene effettuata attraverso delibere della GR mediante una procedura che prevede, tra l’altro: > la costituzione del Comitato Tecnico di Coordinamento Regione - Ministero Beni Culturali per formulare, anche in più fasi (in relazione anche al cronogramma dell’asse), le proposte di individuazione di ambiti; > l’individuazione degli ambiti di intervento dei PI e la definizione dei relativi soggetti gestori con delibera della Giunta Regionale. – Per l’asse 4 Sviluppo Locale-Industria il CdP prevede che "Per sistemi locali di sviluppo l’individuazione degli ambiti d’intervento, se non già delineata nel POR, viene effettuata attraverso delibere della GR mediante una procedura che prevede in particolare il coinvolgimento delle Province. Il processo d’individuazione terrà conto delle priorità territoriali espresse ai sensi della legge 488/1992 e delle aree di crisi ex legge 236/1993". – Per l’asse 4 Sviluppo Locale – Turismo il CdP prevede che "Per gli itinerari turistici, l’individuazione degli ambiti d’intervento viene effettuata attraverso delibere della GR mediante una procedura che prevede, tra l’altro, il coinvolgimento delle Province. Per le altre filiere l’individuazione degli ambiti d’intervento viene effettuata attraverso delibere della GR mediante una procedura che prevede, tra l’altro, il coinvolgimento delle Associazioni di filiera". – Per i Progetti Integrati inerenti l’asse 5 Città il Complemento di Programmazione, stabilisce che "In questo caso viene costituito un Comitato di Coordinamento Regione-Città-Capoluogo per supportare l’elaborazione della progettazione integrata che dovrà prioritariamente garantire l’integrazione delle misure dell’asse" e che "L’attuazione della misura 5.1 per quanto concerne le azioni a), b) e c), è subordinata all’elaborazione ed alla presentazione al Comitato di Sorveglianza dei QCS entro il 30/06/2001 del documento recante la "Strategia Regionale" di articolazione ed organizzazione delle funzioni urbane e metropolitane. Tale documento, che sarà elaborato mediante un processo di concertazione con le Province e le città capoluogo, sarà redatto sulla base delle "Linee strategiche di sviluppo urbano elaborate da ciascun capoluogo di provincia e conterrà, inoltre, l’indicazione dei centri minori oggetto di intervento nell’ambito delle azioni d1) e d2) nonché la metodologia adottata per la loro scelta. Le "Linee strategiche" saranno a loro volta elaborate, attraverso un ampio processo partenariale dal basso e di concertazione con le amministrazioni provinciali e trasmesse alla Regione entro il 31/01/2001". RITENUTO Di dover pienamente valorizzare il contributo delle Province nella individuazione e promozione dei PI, con le modalità previste dal GIP ed in linea con il ruolo attribuito dalla legge alle Province stesse per la "promozione ed il coordinamento dello sviluppo delle popolazioni di riferimento" (art. 3, comma 3 DLgs n. 267/2000); SI CONVIENE QUANTO SEGUE: 1. La premessa è parte integrante del presento atto; 2. Si prende atto dei documenti e degli atti predisposti dalle cinque Province della Regione Campania contenenti l’individuazione delle aree territoriali, dei settori tematici e delle connesse idee forza, sulla base dei quali avviare, da parte dei tavoli di concertazione territoriali e tematici, la ricognizione, la specificazione e l’articolazione della relativa progettualità integrata in coerenza con il POR; 3. Viene istituito un tavolo permanente politico-istituzionale, costituito dal Presidente della Regione e dal Presidente delle cinque Province campane, ai fini di realizzare le più opportune intese per il coordinamento e l’ottimizzazione delle scelte già individuate con l’obiettivo di portare a coerenza gli interventi in una logica di sistema; 4. Il Tavolo si avvarrà del supporto tecnico-amministrativo di referenti indicati dalle Amministrazioni, anche al fine- di verificare la coerenza delle scelte rispetto al POR; 5. La procedura di cui sopra terrà anche conto della ricognizione della progettualità esistente contenuta nei documenti predisposti dalle Province, coerente con gli ambiti individuati e con il POR; 6. La Giunta Regionale, al fine di orientare il lavoro del Tavolo, definirà, così come specificato dal CdP, l’entità finanziaria minima dei progetti in relazione all’asse di riferimento e l’articolazione delle risorse tra i diversi ambiti specifici di intervento; 7. Il Tavolo dovrà tener conto dei Progetti Integrati individuati come prioritari dal Complemento di Programmazione e recepiti nei documenti delle Amministrazioni Provinciali che sono: Per la provincia di Avellino: Parco Regionale dei Picentini e del Partendo; Filiera Termale; Città Capoluogo; Distretto Industriale di Solfora; Distretto Industriale di Calitri. Per la provincia di Benevento: Parco del Matese; Parco del Taburno Camposauro; Parco del Partenio; Città Capoluogo; Filiera Termale; Distretto industriale di S. Agata dei Goti e Casapulla; Distretto Industriale di S. Marco dei Cavoti. Per la provincia di Caserta: Parco Regionale del Matese; Parco Regionale di Roccamonfina – Foce Garigliano; Città Capoluogo; Distretto Industriale di S. Agata dei Goti e Casapulla; Distretto industriale dell’Agro Aversano; Interporto di Maddaloni - Marcianise; Portualità Turistica. Per la provincia di Napoli: Parco Nazionale del Vesuvio; Parco Regionale dei Campi Flegrei e dei Latari; Città Capoluogo; Filiera Termale; Distretto Industriale di S. Giuseppe Vesuviano; Distretto industriale dell’Agro Aversano; Distretto Industriale Agro – Noverino – Sarnese; Interporto di Nola; Portualità Turistica. Per. la provincia di Salerno: Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano; Parco Regionale dei Picentini; Città Capoluogo; Filiera Termale; Portualità Turistica; Distretto Industriale Agrò – Nocerino – Sarnese. 8. Il Tavolo assume che gli ulteriori ambiti territoriali o tematici individuati nei documenti delle Amministrazioni Provinciali sono: Per la provincia di Avellino: Area Alta Irpinia – Terminio – Media valle del Calore; Area Vallo Lauro – Baianese – Valle Caudiria Parterio; Area Valli del Calore – Cervaro – Misciano – Ufita. Per la provincia di Benevento: Area Padre Pio; Comprensorio turistico delle aree interne; Protofiliere provinciali. Per la provincia di Caserta: Reggia di Caserta e Borgo di S. Leucio; Area Pianura interna; Area Alto casertano; Area Parco archeologico Antica Capua. Per la provincia di Napoli: Area flegrea; Area giuglianese; Area Nord di Napoli; Arca Acerra – Pomigliano d’Arco; Area Nolana; Area Vesuviana interna; Area Vesuviana costiera; Area delle Isole del golfo; Sistemi dei beni culturali dell’area flegrea e dell’area vesuviana. Per la provincia di Salerno: Agro Noverino – Sarnese; Area Piana del Sele; Area Alto e Medio Sele, Tanagro, Vallo di Diano e Alto Bussento; Area Irno e Picentini; Aree Archeologiche di Paestum e Velia; Certosa di Padula; Area costiera; Area Cilento. Per le province di Napoli e Salerno: Area Penisola Amalfitana/Sorrentina. Per le province di Caserta e Napoli: Area Litorale domizio. Il Presidente della Giunta Regionale A. BASSOLINO Il Presidente della Provincia di Avellino F. MASELLI Il Presidente della Provincia di Benevento C. NARDONE Il Presidente della Provincia di Caserta R. VENTRE Il Presidente della Provincia di Napoli A. LAMBERTI Il Presidente della Provincia di Salerno A. ANDRIA
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