La Provincia di Siracusa si accinge alla
redazione del primo piano territoriale
provinciale (Ptp), adempimento che in
Sicilia è normato dalla Lr 9/1986. Si tratta
di una occasione particolarmente
significativa poiché la formazione di un
piano territoriale costituisce sempre un
momento fondamentale nella vita dell’ente in
cui amministratori e cittadini sono chiamati
a riflettere sulle dinamiche e sul
significato delle trasformazioni passate e
sulle diverse prospettive che esse
prefigurano per gli anni a venire. Tale
occasione acquista a Siracusa una
particolare rilevanza, dato che la
pianificazione territoriale di scala
provinciale costituisce un’assoluta novità,
come peraltro si verifica nella quasi
totalità delle province siciliane.
La notevole complessità e l’elevata densità
insediativa di parti consistenti del
territorio provinciale, assieme al mutato
ruolo delle aree interne, sono elementi che
indicano come sempre più pressante
l’esigenza di affrontare con gli strumenti
propri della pianificazione di area vasta
problemi la cui complessità non può essere
più governata mediante il sistema della
pianificazione di livello comunale, l’unico
finora effettivamente praticato nei
territori in questione.
Il processo di pianificazione, pertanto,
deve affrontare numerose sfide: dalla
formazione del piano in un ente rinnovato,
nei compiti e nelle strutture rispetto al
passato, alla costruzione di un bagaglio di
conoscenze, oggi del tutto assente o
estremamente frammentario, fino alla
necessità di dare grande risalto alle
consultazioni con gli altri enti in una
forma partenariale di co-responsabilità nel
processo di pianificazione.
Al piano provinciale spetta, inoltre, il
compito inedito di delineare uno scenario di
assetto territoriale che si auspica
ampiamente condiviso e che costituisca il
riferimento per le politiche di sviluppo
locale, sulla base del quale effettuare la
selezione delle iniziative da promuovere. Un
compito difficile che richiede numerose
scelte e decisioni che riguardano il livello
politico, tecnico e amministrativo.
Il contesto territoriale
La Provincia di Siracusa costituisce
l’elemento centrale, dal punto di vista
geografico, di un sistema territoriale più
ampio che comprende le Province di Catania e
Ragusa e che si caratterizza per una elevata
densità di flussi di persone, beni e
informazioni.
Il semplice dato demografico indica una
presenza di 1,7 milioni di abitanti nelle
tre province citate, pari al 35% della
popolazione totale della regione (4,8
milioni), mentre la superficie rappresenta
il 28% circa del totale (7.270 su 25.700
kmq). Nell’ambito del sistema sud orientale,
la Provincia di Siracusa con i suoi 369.600
abitanti (dati Istat 2001) ed una superficie
di circa 2.100 kmq ne rappresenta una parte
cospicua dal punto di vista dimensionale ma
soprattutto funzionale.
La struttura territoriale complessiva a cui
è riferibile l’area siracusana è infatti
sinteticamente riconducibile alle seguenti
parti:
- la conurbazione catanese che si estende
nell’area pedemontana etnea e lungo la costa
jonica, a nord della città eponima,
caratterizzata dalla maggiore articolazione
funzionale dell’area ma anche da
elevatissimi livelli di congestione
insediativa;
- il sistema delle città medie e dei centri
rurali dell’interno agricolo, sviluppato
soprattutto nella Provincia di Ragusa ma che
comprende anche le parti meridionali e
interne del territorio siracusano;
- il sistema costiero a sud di Catania che
alterna alle aree urbane di Augusta e
Siracusa e ai centri minori la più elevata
concentrazione di aree industriali della
regione.
È un modello insediativo che conferma la
primazia delle aree costiere, soprattutto
nel tratto che si estende tra la periferia
meridionale di Siracusa e i centri urbani a
nord di Catania, per proseguire
ulteriormente nella parte meridionale della
Provincia di Messina. Nell’ambito di questo
sistema la fascia costiera siracusana,
soprattutto nel suo segmento centro
settentrionale, gioca un ruolo fondamentale.
All’interno di questa logica gioca un ruolo
rilevante, nell’assetto attuale del
territorio, il sistema delle vie di
comunicazione, che contribuisce a creare
polarità e zone d’ombra, e da cui è
possibile ricavare, in particolare per il
territorio siracusano, i seguenti punti
critici1:
- la scarsa accessibilità di estese parti
del territorio dovuta alla mancanza di
indispensabili assi di penetrazione;
- la totale assenza di competitività e di
integrazione del trasporto ferroviario nei
confronti del gommato, pubblico e privato,
che ha generato la duplicazioni di servizi
in parte evitabili;
- l’assenza di una visione di sistema
che consenta di definire i ruoli dei singoli
terminali già esistenti di porti e aeroporti
nei confronti della mobilità complessiva di
scambio della Sicilia.
Il panorama normativo
Il quadro legislativo, delineato dalla Lr
9/1986 e da un susseguirsi di circolari che
via via hanno tentato di ampliare il
significato del Ptp, è ancora disorganico e
privo di quella chiarezza necessaria per
l’attribuzione dei compiti e delle
responsabilità degli enti coinvolti nella
pianificazione d’area vasta. Se dapprima il
Ptp era tenuto solamente alla pianificazione
delle principali vie di comunicazione
stradali e ferroviarie e alla localizzazione
delle opere e impianti di interesse
sovracomunale (art. 12, Lr 9/1986), le
successive circolari2, in maniera
alcune volte contraddittoria, hanno esteso
alla programmazione economica, al
coordinamento urbanistico sovracomunale, ai
temi della tutela paesistica e della
salvaguardia dei beni culturali, allo
sviluppo turistico tramite il potenziamento
delle strutture ricettive, il dominio di
tale strumento.
In questo confuso quadro normativo si
inserisce il recente disegno di legge dal
titolo Norme per il governo del
territorio, approvato dalla Giunta
regionale nella seduta del 2 agosto 2005,
che all’art. 28 definisce il Ptp uno
strumento di “carattere prevalentemente
strutturale”. Punto di forza della proposta
di legge è la devoluzione dei poteri di
approvazione dei piani urbanistici
comunali (Puc) alle province regionali
(art. 34) al fine di verificarne la
compatibilità con il Ptp precedentemente
approvato. Questo passo segna il sostanziale
spostamento dall’attuale struttura
monocentrica rappresentata
dall’amministrazione regionale, che allo
stato attuale è l’unico ente che possiede la
titolarità del diritto di approvazione dei
piani, verso un’effettiva politica di
governance che ridistribuisca i poteri
sul territorio, in osservazione del
principio di sussidiarietà richiamato dalla
legge costituzionale 3/2001 che individua il
governo del territorio come materia di
legislazione concorrente fra Stato e
regioni, caricando di responsabilità gli
enti locali, in accordo agli ultimi
intendimenti delle politiche comunitarie in
materia di sviluppo del territorio3.
Inoltre, assume particolare rilevanza la
costituzione di un sistema informativo
territoriale regionale (Sitr),
articolato in nodi provinciali e comunali.
La proposta di legge prevede l’istituzione
di uffici di pianificazione, provinciali e
comunali, preposti:
- alla redazione del Ptp e dei vari Puc;
- ad assicurare il raccordo con enti terzi o
sovraordinati;
- a fornire annualmente, alle rispettive
Giunte di governo locali, una relazione sul
monitoraggio dell’assetto del territorio
provinciale, delle sue criticità, del quadro
delle politiche di pianificazione avviate e
dello stato dell’ambiente;
- ad aggiornare il Sitr.
Le risorse territoriali per la costruzione
del Ptp di Siracusa
Ambiente e beni culturali
Il territorio della Provincia di Siracusa è
caratterizzato da una forte presenza di beni
culturali e ambientali sovrapposti ad una
estrema varietà di usi del suolo e ad una
dotazione infrastrutturale realizzata in
gran parte durante la fase moderna dello
sviluppo urbano. Questa complessità di
relazioni richiede un consistente sforzo per
la messa a punto del quadro conoscitivo ed
una differente considerazione del ruolo che
tali elementi dovranno svolgere nella
definizione dell’assetto complessivo del
territorio.
Da una analisi dei dati quantitativi
relativi al patrimonio culturale e
ambientale, assoggettato a forme di tutela,
presente nel territorio siciliano, emerge
l’assoluta rilevanza dei beni archeologici
presenti nel territorio della Provincia di
Siracusa4. Anche il patrimonio
naturale rappresenta una quota non
trascurabile del totale regionale. Questa
condizione ha conosciuto il riconoscimento
da parte di enti internazionali, come le
recenti designazioni nella lista del
patrimonio mondiale dell’Unesco, in
particolare l’inserimento, avvenuto nel
2002, delle 8 città barocche del Val di
Noto, come “testimonianza eccezionale
dell’esuberante e geniale arte e
architettura tardo barocca” due delle quali
sono nel territorio della provincia e,
successivamente, l’inclusione di Siracusa e
della necropoli di Pantalica.
A questo va aggiunto che il dato
quantitativo, riferito esclusivamente ai
beni soggetti alle forme di tutela definite
dalle normative, non rende giustizia del ben
più vasto tessuto connettivo costituito dai
beni culturali e naturali minori,
frequentissimi soprattutto nei territori
interni e spesso soggetti a rischi di
distruzione o alterazione. Questo patrimonio
minuto rappresenta un’ulteriore risorsa ma
anche un considerevole problema per quanto
riguarda la sua tutela e gestione. Si
tratta, infatti, di beni molto fragili e
spesso poco noti, la cui presenza
rappresenta l’elemento centrale della
specificità del paesaggio interno. Un
esempio significativo è quello del sistema
delle abitazioni contadine, nella loro ampia
articolazione tipologica e dimensionale, il
cui attuale destino è spesso costretto tra
le due condizioni estreme dell’abbandono o
di forme di valorizzazione poco rispettose
delle loro caratteristiche tipologiche e
funzionali.
Il sistema produttivo
Non meno importante rispetto al patrimonio
dei beni culturali e ambientali è la risorsa
costituita dal complesso sistema delle
attività industriali la cui formazione si
avvia a partire dall’impianto della
raffineria Rasiom, nella rada di Augusta,
alla fine degli anni ’40 del 900 e il cui
principale esito è la grande zona
industriale che, con alterne vicende e
fortune, ha occupato il territorio compreso
tra la città di Augusta e il capoluogo. A
conferma del ruolo centrale svolto dal
settore industriale nella provincia è
sufficiente osservare che ben il 29,1% del
prodotto interno lordo è ancora relativo al
settore industriale, a fronte di un dato
medio su base nazionale pari al 23% circa
nel 2004.
La grande area industriale di
Augusta-Priolo-Melilli, assieme alle altre
pianificate e/o realizzate in Sicilia
orientale a seguito della stagione
dell’intervento speciale, costituisce oggi
non solo un rilevante problema dal punto di
vista delle ancora non risolte questioni
ambientali ma soprattutto una grande risorsa
economica, territoriale e sociale.
L’agglomerato industriale infatti è un
insediamento di grandi dimensioni in un
contesto che presenta ancora caratteristiche
di elevatissimo valore naturalistico,
ambientale e storico culturale. Esso,
inoltre, ospita attività produttive
tecnologicamente complesse con il relativo
indotto ed è, quindi, un luogo di
concentrazione di conoscenze. Infine, l’area
industriale è localizzata all’interno di un
sistema insediativo che, pur con consistenti
inefficienze e distorsioni, partecipa delle
dinamiche di diffusione urbana e di
agglomerazione di tipo metropolitano tipiche
dei sistemi urbani dei paesi
industrializzati.
Questa condizione peculiare, che non conosce
altri esempi così complessi e articolati nel
territorio siciliano, apre interessanti
prospettive di recupero e soprattutto di
rilancio. A partire dalla valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale,
certamente uno dei più densi di natura e di
storia nell’ambito nazionale ed europeo, il
piano intende affrontare le contraddizioni
di una condizione in cui elementi di elevata
naturalità si sovrappongono in modo
emblematico, soprattutto nello straordinario
sistemi costiero che va dal capo S. Croce a
nord e capo Santa Panagia, ad attività
industriali a elevatissimo impatto
ambientale.
Figura 1 - Il territorio
siracusano nel contesto
sud-orientale siciliano: la cerniera
territoriale |
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Le strategie nel Ptp per il progetto del
territorio siracusano
Definire degli elementi che possano assumere
una valenza strategica, per un territorio
come la Provincia di Siracusa, costituisce
una sfida intellettuale e politica di grande
portata. Una strategia territoriale
richiede, infatti, uno sforzo collettivo
mirato a re-immaginare il destino di un
territorio e a tradurre i risultati in
priorità per investimenti localizzati,
misure di conservazione e tutela, scelte
infrastrutturali e principi di regolazione
dell’uso del suolo5.
Due fenomeni caratterizzano oggi le
relazioni tra territori e processi di
sviluppo economico, con particolare
riferimento alla crescente competizione tra
regioni che cercano di attrarre risorse e
investimenti. Il primo è il ruolo
crescente delle specificità locali nel
determinare la capacità d’attrazione di un
territorio. Il secondo è costituito
dalla crescente importanza che viene
attribuita alle risorse definibili come
non materiali ovvero quelle relative
alla dotazione di servizi rari, all’offerta
culturale alla presenza di attività legate
ad una fruizione del tempo libero di elevata
qualità.
Tuttavia, le strategie finalizzate alla
competizione territoriale sono state spesso
caratterizzate da un atteggiamento di
imitazione di obiettivi e azioni già
intrapresi in altri luoghi, senza tenere
nella dovuta considerazione la complessità e
la specificità degli aspetti territoriali,
limitando quindi la ricerca di soluzioni
innovative. Si rischia così di applicare in
modo acritico soluzioni relative a processi
di rigenerazione urbana e territoriale
sviluppati altrove senza proporre quindi un
approccio correttamente radicato nella
realtà locale.
Una strategia efficace richiede non solo il
miglioramento dei tradizionali elementi su
cui si basa la competizione territoriale,
come ad esempio la dotazione
infrastrutturale, ma anche altre azioni
mirate a incrementare la coesione sociale
definendo quindi un ben congegnato mix
di azioni competitive e non
competitive.
Il nuovo ruolo dell’armatura urbana
Il rilancio del sistema urbano del
territorio provinciale deve essere
necessariamente riferito al contesto
complessivo delle tre province
sud-orientali. In questa prospettiva,
l’attuale armatura urbana può essere
considerata come un’arena di potenzialità
inespresse la cui rivitalizzazione richiede
una forte capacità di innovazione, anche in
considerazione di elementi quali il livello
di congestione insediativa e le attuali
difficoltà delle modalità di governo e
gestione.
L’obiettivo centrale di questa strategia è
l’inversione dei processi di declino
economico che incombono sull’area. Negli
ultimi anni i territori in grado di
contrastare i processi di declino sono stati
quelli capaci di sostituire le attività
tradizionali in crisi con nuove produzioni
ad alta tecnologia e/o con servizi ad alto
valore aggiunto. La sfida in questo settore
è rappresentata dalla capacità di offrire un
insieme integrato di risorse non solo per
attrarre investimenti dall’esterno ma anche
per migliorare e aggiornare le capacità
produttive delle aziende locali. Una forza
lavoro altamente specializzata e creativa
rappresenta la principale risorsa per un
territorio che vuole giocare un ruolo
importante nella competizione globale. In
questo scenario anche le politiche
riguardanti gli assetti territoriali possono
contribuire a tale sfida garantendo
condizioni di efficienza ed equilibrio del
sistema insediativo.
Un’azione di rilancio dello sviluppo sul
territorio provinciale deve certamente
includere politiche che riguardano la
dotazione infrastrutturale per la quale è
necessario impostare azioni tese al
superamento di quelle attuali condizioni che
consentono lo svolgimento di funzioni urbane
e territoriali complesse in condizioni di
inefficienza. Le infrastrutture richieste
per le produzioni innovative sono in primo
luogo quelle che forniscono la principale
materia prima della nuova economia cioè la
conoscenza a cui però si deve
necessariamente aggiungere una buona offerta
di luoghi adeguati ad accogliere attività
produttive ad alta tecnologia, in contesti
preferibilmente curati dal punto di vista
della qualità dell’insediamento e
dell’inserimento ambientale. In questo senso
la zona industriale di
Augusta-Mellilli-Priolo rappresenta un luogo
dalle enormi potenzialità ancora da
utilizzare, in considerazione della
eccezionale qualità paesaggistica e
ambientale del sito.
L’infrastrutturazione del territorio deve,
quindi, affrontare una serie di tematiche
centrali per il posizionamento della
Provincia di Siracusa nel Mediterraneo
attraverso:
- il potenziamento del sistema ferroviario
che “deve assumere il ruolo portante di un
sistema di trasporto passeggeri e merci
integrato e multimodale capace di spostare
quote significative di utenza verso un
sistema di trasporto pubblico capace di
rendere servizi con minor impatto
ambientale, più sicuro rispetto al sistema
stradale e maggiormente affidabile sotto il
profilo della sistematicità e della
puntualità”6;
- il miglioramento dell’accessibilità al
territorio, attraverso il potenziamento e
l’ammodernamento delle strutture
aeroportuali esistenti e l’interconnessione
con le altre reti trasportistiche a livello
locale e regionale, e il collegamento fra
queste e i principali centri urbani della
provincia;
- l’investimento sulle infrastrutture
portuali e sui nodi di interscambio come
obiettivo per la elevazione dei livelli di
qualità, efficienza e sicurezza per la
crescita del trasporto intermodale.
In ordine a quest’ultimo punto sarà
necessario porre particolare attenzione
all’integrazione delle azioni previste dal
Ptp con le politiche volte a potenziare i
collegamenti con l’area del Mediterraneo,
specialmente quelle che riguardano il
Corridoio Meridiano, che vede la Sicilia
al centro dei flussi di scambio tra l’Europa
e le aree nordafricane, balcaniche e
mediorientali.
Un’azione incisiva deve, quindi, riguardare
anche l’incremento del livello di qualità
urbana dei centri maggiori ed una
riorganizzazione funzionale che dovrebbe
essere impostata in una prospettiva di tipo
sub-regionale. Questo consentirà non solo
immaginare un sistema a rete nel
quale le varie città possono assumere
differenti specializzazioni funzionali ma
anche di migliorare un processo di
delocalizzazione, di attività ad alto valore
aggiunto e funzioni rare attualmente
concentrate anche fuori del territorio
provinciale.
Patrimonio culturale e ambientale tra tutela
e valorizzazione
Il secondo aspetto rilevante di una
strategia territoriale per la Provincia di
Siracusa è costituito dal tema della
salvaguardia e dello sviluppo del patrimonio
culturale e ambientale che caratterizza sia
il sistema costiero che quello delle aree
interne. È sicuramente un tema centrale
della proposta di piano superare la
dicotomia tra aree costiere, connotate da
esasperati fenomeni di sviluppo di gran
lunga superiori alle effettive capacità di
sopportazione del territorio, e aree
interne, ancora potenzialmente inespresse e
soggette ad un progressivo abbandono ed un
conseguente degrado del patrimonio culturale
e ambientale7.
Nel caso del territorio siciliano,
l’approccio tradizionale alla promozione
dell’immagine e alle politiche turistiche
deve decisamente superare la visione
stereotipata ispirata al modello delle 3S –
sun, sea and sand – il cui risultato
è quello di assistere ad una concentrazione
degli investimenti degli operatori del
settore su destinazioni, localizzate sulla
costa si sono destinate a quello che è stato
definito come Turismo Insostenibile di
Massa (Weaver 2000). Questi investimenti
in infrastrutture sono inoltre mirati a
soddisfare una domanda che si orienta anche
verso i forti competitori localizzati nel
bacino del Mediterraneo con i quali un
confronto sulla base esclusiva del costo,
nella forma all inclusive, è
destinato al fallimento. Inoltre, la
tendenza a fornire un prodotto
turistico sempre più standardizzato e
conforme alle esigenze del mercato introduce
un elemento di confronto che vede la Sicilia
ancora una volta perdente. Al contrario,
un’offerta turistica mirata ad attrarre la
categoria del turismo alternativo
consapevole, cioè forme di fruizione a
basso impatto altamente regolate, cambia
profondamente il rapporto tra l’attività
turistica e l’uso o la tutela delle risorse
territoriali. Si tratta di spostare il
centro dell’attenzione verso differenti
risorse da utilizzare nei processi di
valorizzazione. In questo senso, buona parte
del territorio provinciale costituisce un
vasto giacimento di risorse di varia
e articolata natura che vanno ben oltre
quelle consolidate del sistema di fruizione
dei beni archeologici della tradizione
turistica siracusana.
Queste forme di turismo hanno assunto un
peso non trascurabile anche perché tengono
in considerazione i nuovi valori culturali
della società postindustriale. Alcuni di
questi aspetti cominciano ad affermarsi
anche in Sicilia attraverso iniziative di
vario genere, come le attività di promozione
avviate da un crescente numero di aziende
vinicole che cominciano a investire nella
promozione del territorio e delle
infrastrutture di produzione, o la crescente
offerta di ricettività agrituristica o
ancora l’iniziativa della rete dei parchi
letterari, promossa da una associazione
privata, che nel territorio provinciale
annovera un parco dedicato a Elio
Vittorini. Si tratta comunque di iniziative
ancora poco sviluppate e soprattutto prive
di quelle forme di integrazione,
indispensabili per attivare le necessarie
sinergie che consentono di costruire forme
di sviluppo durevole verso le quali deve
puntare il piano provinciale, attraverso
indicazioni che guidino verso un corretto
uso del territorio anche mediante la
selezione delle attività insediabili. La
necessità di effettuare scelte selettive
appare ancor più pressante alla luce della
crescente numero di iniziative della nuova
programmazione che richiedono forme di
coordinamento che fino ad ora non sono state
praticate e che dovrebbero consentire di
connettere e integrare iniziative di
promozione e sviluppo di attività turistiche
di nicchia ancora poco sviluppate nel
territorio.
Figura 2 - L'armatura verde nel
territorio provinciale siracusano:
corridoi ecologici (in giallo),
riserve naturalistiche (in verde) ed
emergenze archeologiche (in rosso) |
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Riannodare la trama degli spazi aperti: l’armatura
verde
Immaginare nuovi modi d’uso del territorio
capaci di conciliare salvaguardia,
valorizzazione e potenziamento della
armatura insediativa richiede l’abbandono
dei modi tradizionali di concepire un piano,
cioè quelli basati su un principio di
frammentazione del territorio in aree,
linee o punti da destinare a
funzioni o usi che siano di volta in volta
pensati o come generatori di valore,
come ad esempio un’area industriale o un
insediamento turistico, oppure come
luoghi proibiti in cui prevale la
categoria del divieto assoluto, inteso come
forma indispensabile e insostituibile di
tutela di valori ambientali o culturali. In
questa prospettiva il Ptp di Siracusa
intende proporre un sistema che ribalti la
logica della separazione funzionale per
cercare di esplorare forme di connessione e
integrazione tra usi, funzioni e forme di
tutela.
Questa logica porta a immaginare il
territorio come percorso da una fitta e
articolata armatura di spazi aperti,
cioè una trama di direttrici che consentano
di integrare esigenze molteplici. Si tratta,
quindi, di disegnare nel territorio
un sistema di greenways che
funzionino come una rete di territori
contenenti elementi a sviluppo lineare
pianificati, progettati e gestiti per usi
multipli, come quelli ecologici, ricreativi
e culturali o altre funzioni compatibili con
un uso sostenibile8. In tal modo
si potrà definire una sorta di struttura
portante alla quale appoggiare
gli altri usi del territorio: da quelli
residenziali a quelli agricoli e
industriali. Si tratta, quindi, non solo di
individuare una rete di percorsi per la
fruizione turistica del territorio quanto
piuttosto di definire, alle opportune
scale, un insieme di complesse azioni di
pianificazione che possano portare
consistenti benefici sia per le aree
costiere che per quelle interne.
L’armatura verde deve rappresentare
un’occasione per riconnettere e recuperare
non solo le aree a vocazione turistica,
spesso devastate da interventi speculativi,
migliorandone la qualità, ma anche i vasti
territori del sistema residenziale e
produttivo. Ad esempio, nel caso degli
insediamenti costieri adibiti a seconde
case, si definiranno, oltre le modalità per
introdurre elementi di qualità che
consentano una migliore fruizione del mare,
anche i criteri per il recupero e la
trasformazione degli insediamenti costieri,
abusivi e non. Per quanto riguarda il
sistema delle aree produttive essa
rappresenta la possibilità di integrare il
tema del recupero delle aree maggiormente
degradate dall’uso industriale e quello
della riqualificazione paesaggistica,
presupposto indispensabile per un rilancio
delle attività produttive verso settori ad
alta tecnologia e ad alto valore aggiunto.
La logica del sistema dell’armatura
verde si lega al miglioramento della qualità
delle infrastrutture del trasporto pubblico,
attraverso interventi mirati che consentano
di ottimizzare l’uso delle infrastrutture
esistenti creando delle fasce
infrastrutturali nelle quali il
soddisfacimento delle necessità del
trasporto si unisca alle altre esigenze
quali il recupero del paesaggio, la
costruzione della rete ecologica o anche le
nuove modalità di fruizione del territorio.
Le aree interne appaiono particolarmente
adatte alla sperimentazione di questo metodo
alla luce non solo delle loro
caratteristiche geografiche ma anche della
particolare ricchezza di elementi che
testimoniano la lunga e complessa storia
dell’insediamento umano in questi territori.
Gli elementi cardine su cui costruire questa
rete sono, ad esempio, le cave, cioè
le profonde incisioni fluviali che segnano
l’altopiano calcareo, ma anche le
infrastrutture lineari esistenti che
comprendono le linee ferrate, le antiche
strade risalenti al periodo borbonico – le
regie trazzere – o altri elementi
come i sentieri, gli acquedotti antichi o i
percorsi devozionali. Questi elementi
possono svolgere la funzione di connettori
tra parchi e riserve naturali, aree
archeologiche e beni isolati, archeologici e
monumentali, o le testimonianze della
cultura contadina che punteggiano fittamente
il territorio.
Infine, l’avvio di questo tipo di strategia
potrebbe, quindi, costituire uno strumento
di correzione delle politiche di
utilizzazione dei finanziamenti di varia
natura (specie quelli previsti dal prossimo
Qsn 2007-2013), ad esempio attraverso un
criterio che assegni elevati livelli di
priorità agli interventi coerenti con la
strategie indicate dal Ptp.
Figura 3 - L'ingranaggio
territoriale fra l'armatura verde e
l'attuale tessuto produttivo
nell'agglomerato Asi
Augusta-Priolo-Melilli |
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Note
1
Regione Sicilia (2002).
2
Circolare n. 2/1993 D.R.U. A.R.T.A. Gr. XXII
prot. 3909 del 20.1.1993; NOTA A.R.T.A.
GR.XXIV n. prot: 49011 del 20.07.93;
Circolare assessoriale n. 1/2002 dell’11
aprile 2002.
3
Unione Europea (2001), La Governance
Europea. Un libro bianco, Bruxelles.
4
La Sopraintendenza ai BB.CC.AA. della
Provincia di Siracusa ha avviato nel 2005 la
redazione del piano territoriale paesistico
provinciale che si inserisce nel più ampio
quadro della pianificazione paesistica
regionale delineata dal documento “Linee
guida per il Ptpr”.
5
Healey Patsy (2004), The treatment of
space and place in the new strategic spatial
planning in Europe, in “International
Journal of Urban and Regional Research”.
6
AA.VV. (2002), Piano Regionale dei
Trasporti e della Mobilità. Piano direttore,
Indirizzi strategici e interventi prioritari
del sistema di trasporto e della mobilità
generale in Sicilia, Palermo,
Dipartimento trasporti e comunicazioni.
7
L’aspetto della sostenibilità riferito alle
localizzazioni turistiche, oltre che da una
vasta letteratura specialistica è stato
oggetto di diverse dichiarazioni di
principio tra le quali la Dichiarazione sul
turismo dell’Aia e più recentemente il
rapporto dal Summit mondiale sullo sviluppo
sostenibile di Joannesburg. In particolare,
sono stati evidenziati gli elementi di
definizione che caratterizzano la
distinzione tra turismo di massa e
alternativo. Queste categorie, combinate con
la dimensione relativa al livello di
regolazione del settore definiscono gli
aspetti principali che devono essere
affrontati per definire una corretta
politica di sviluppo turistico.
8
Haern Jack (1995), Greenway as a planning
strategy, in “Landscape and Urban
Planning”.
Bibliografia
Haern Jack (1995), Greenway as a planning
strategy, in “Landscape and Urban
Planning”.
Healey Patsy (2004), The treatment of
space and place in the new strategic spatial
planning in Europe, in “International
Journal of Urban and Regional Research” vol.
28, pp. 45-67.
Regione Sicilia - Dipartimento beni
culturali e ambientali (1996), Linee
guida per il Piano Territoriale Paesistico
Regionale, Palermo, Arti grafiche
siciliane.
Regione Sicilia - Dipartimento trasporti e
comunicazioni (2002), Piano Regionale dei
Trasporti e della Mobilità. Piano direttore,
Indirizzi strategici e interventi prioritari
del sistema di trasporto e della mobilità
generale in Sicilia, Palermo.
Regione Sicilia - Giunta Regionale (2005),
Norme per il governo del territorio,
disegno di legge approvato dalla Giunta
regionale nella seduta del 2 agosto 2005.
Unione Europea (2001), La Governance
Europea. Un libro bianco, Bruxelles.
Weaver D. B. (2000), A broad context
model of destination development scenarios,
in “Tourism Management” vol. 21, pp.
217-224. |