Le modificazioni dei poteri istituzionali
Negli ultimi anni le innovazioni introdotte
nel sistema istituzionale italiano sono
state decisamente rilevanti, trasformando
radicalmente i ruoli tradizionali degli enti
e i rapporti politici tra gli stessi.
Con la modifica del Titolo V della
Costituzione il ruolo della regione nel
governo del territorio ha assunto una
particolare importanza. Il passaggio dal
concetto di urbanistica a quello di governo
del territorio non è puramente formale.
Difatti, la regione deve impostare una
propria disciplina normativa, sia pur nel
rispetto dei principi fondamentali previsti
dalla legislazione statale e deve esercitare
una propria azione di governo tenendo conto
e coordinando la molteplicità delle azioni e
degli interventi che si attuano sul
territorio. Lo strumento individuato dalla
regione è il piano territoriale regionale
(Ptr) attraverso il quale risulta possibile
attuare gli obiettivi essenziali dello
sviluppo socio-economico previsti nel
piano regionale di sviluppo (Prs).
In Lombardia il processo innovativo è
iniziato alla fine degli anni ’90 con alcune
leggi di settore, ha trovato coerenza nella
riforma del Titolo V della Costituzione ed è
stato incrementato con iniziativa autonoma
sulla base del principio di sussidiarietà
che ha caratterizzato l’azione della regione
negli ultimi anni.
La realtà lombarda richiedeva la
trasformazione della regione in ente di
governo, con un potenziamento dei ruoli e
delle responsabilità delle province e dei
comuni, affinché potessero collaborare con
la regione nella gestione del territorio.
L’esigenza di dare risposte immediate alle
necessità della società ha rappresentato, in
alcuni casi, l’occasione per sostenere
l’avvenuto superamento della pianificazione
territoriale e urbanistica, accusata di non
essere adatta per proporre la soluzione
migliore al momento richiesto, e anzi di
determinare una situazione tale per cui
spesso la soluzione migliore è in contrasto
con la soluzione prevista nel piano
urbanistico.
Dopo anni di confronti e sperimentazioni la
Lombardia ha deciso di rilanciare l’utilità
della pianificazione territoriale a livello
comunale, provinciale e regionale, con una
strumentazione completamente rinnovata,
attraverso la nuova legge per il Governo
del territorio.
Con tale legge viene del tutto superato il
sistema di pianificazione centralizzato, per
essere sostituito da un sistema che
attribuisce ad ogni ente l’esercizio di
funzioni con riferimento agli interessi
della realtà territoriale rappresentata.
In attuazione del principio di sussidiarietà,
enunciato nell’art. 118 della Costituzione,
la nuova legge per il governo del
territorio, attraverso il superamento del
modello cosiddetto a cascata,
attribuisce al comune la competenza
principale in materia.
Il problema riguarda essenzialmente le
modalità per impostare in maniera diversa il
piano, affinché possa configurarsi come
strumento efficace per la società e per il
dialogo tra le istituzioni.
I nuovi strumenti di pianificazione devono
contenere proposte suscettibili di
variazioni; gli aggiornamenti, scaturiti da
nuove esigenze insorte nel frattempo, devono
essere agevolati attraverso procedure
veloci, senza che ciò determini la
sensazione di ledere un diritto acquisito.
Risulta, dunque, importante che il confronto
su una proposta avvenga in relazione a degli
scenari prestabiliti e a delle strategie
condivise, costruite con il contributo di
diversi soggetti istituzionali e sociali.
L’autonomia dei livelli di pianificazione
determina la necessità di un coordinamento
tra gli stessi per garantire la
compatibilità con gli interessi del resto
del territorio. Da questo punto di vista il
Ptr può svolgere un ruolo fondamentale.
Esso, infatti, attraverso il supporto del
sistema informativo territoriale (Sit),
rappresenta il quadro di riferimento per la
valutazione di compatibilità degli atti di
governo del territorio di comuni, province,
comunità montane ed enti gestori dei parchi.
Si tende a superare il concetto della
conformità fra atti per affermare quello
della compatibilità con il territorio
e/o con obiettivi condivisi.
I contenuti del Ptr
Il Ptr rappresenta un atto fondamentale di
indirizzo della programmazione di settore
della regione, nonché di orientamento della
programmazione e pianificazione territoriale
dei comuni e delle province, al fine di
assicurare, nel rispetto e nella
valorizzazione delle autonomie locali, la
complessiva coerenza al quadro programmatico
regionale. In particolare, il piano indica
gli obiettivi principali di sviluppo
socio-economico del territorio regionale,
con riferimento al Prs e al complesso della
programmazione regionale di settore e
stabilisce i criteri e gli indirizzi per la
redazione degli atti di programmazione
territoriale di province e comuni. Il Ptr ha
natura ed effetti di piano territoriale
paesaggistico (Figura 1).
Figura 1 - Il contesto territoriale
di riferimento |
|
Fonte: Piano paesistico, Tav. A -
Ambiti geografici e unità
tipologiche del paesaggio |
Inoltre, individua il quadro delle
iniziative relative alla realizzazione delle
infrastrutture e delle opere pubbliche di
interesse regionale e nazionale e il quadro
delle conoscenze delle caratteristiche
fisiche del territorio. Stabilisce, dunque,
i criteri operativi per la tutela
dell’ambiente, con riferimento alle
previsioni dei piani territoriali di
coordinamento dei parchi regionali, della
disciplina delle aree regionali protette e
degli atti di regolamentazione e
programmazione regionale e nazionale in
materia di salvaguardia delle risorse
idriche, geologiche, idrogeologiche,
agro-forestali, ecologiche, della riduzione
dell’inquinamento acustico e atmosferico,
dello smaltimento dei rifiuti (Figura 2).
Figura 2 - Quattro risorse per una
strategia di attrazione |
|
1. tessuto urbano consolidato;
2. istituzioni culturali,
scientifiche, tecnologiche di punta;
3. ambiente naturale e paesaggio;
4. rete infrastrutturale diffusa.
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
In seguito, il Ptr stabilisce le linee
orientative dell’assetto del territorio
regionale, anche in relazione
all’individuazione dei principali poli di
sviluppo regionale e delle aree di tutela
ambientale, gli indirizzi generali per il
riassetto del territorio per la prevenzione
dei rischi geologici, idrogeologici e
sismici, gli indirizzi per la programmazione
territoriale di comuni e province. Inoltre,
il Ptr individua gli strumenti adatti per
assicurare il perseguimento degli obiettivi
regionali e, in particolare, forme di
compensazione economico-finanziaria a favore
degli enti locali ricadenti in ambiti
oggetto di limitazione delle possibilità di
sviluppo, nonché modalità di compensazione
ambientale per interventi che determinano
impatti rilevanti sul territorio.
Infine, vengono definite le modalità di
aggiornamento e di adeguamento dei contenuti
del Ptr, in considerazione della
programmazione socio-economica e settoriale
regionale, nazionale e comunitaria e le
modalità di espletamento contestuale e
coordinato delle procedure previste per
l’attuazione degli obiettivi e degli
indirizzi contenuti nel piano.
Il Ptr contiene prescrizioni di carattere
orientativo per la programmazione regionale
di settore e ne stabilisce gli indirizzi
tenendo conto dei limiti derivanti dagli
atti di programmazione dell’ordinamento
statale e di quello comunitario.
Le valutazioni di compatibilità rispetto al
Ptr, sia per gli atti della stessa Regione
che per quelli degli enti locali o di altri
enti, riguardano l’accertamento
dell’idoneità dell’atto, oggetto della
valutazione o verifica, per garantire il
conseguimento degli obiettivi fissati nel
piano, salvaguardandone i limiti di
sostenibilità previsti.
Nel rispetto degli obiettivi principali, il
piano è suscettibile di modifiche,
integrazioni, adeguamenti, anche conseguenti
a osservazioni o proposte provenienti dagli
enti locali e da altri enti interessati.
Le previsioni del Ptr, relative alla
realizzazione di infrastrutture prioritarie
e di interventi di potenziamento e
adeguamento delle linee di comunicazione e
del sistema della mobilità, nonché inerenti
all’individuazione dei principali poli di
sviluppo regionale e delle aree di tutela
ambientale, considerati obiettivi prioritari
di interesse regionale o sovraregionale,
prevalgono sulle disposizioni dei piani
territoriali di coordinamento dei parchi
regionali, non costituenti parchi naturali o
aree naturali protette. In caso di
difformità tra il Ptr e la pianificazione di
aree naturali protette, all’atto della
presentazione del piano per l’approvazione,
il Consiglio regionale assume le
determinazioni necessarie a garantire la
coerenza tra tali strumenti, prevedendo le
eventuali mitigazioni e compensazioni
ambientali in accordo con l’ente gestore del
parco (Figura 3).
Figura 3 - La montagna lombarda e la
dotazione infrastrutturale |
|
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
Le previsioni del Ptr, relative alla
realizzazione di infrastrutture prioritarie
e di interventi di potenziamento e
adeguamento delle linee di comunicazione e
del sistema della mobilità, hanno, se ciò è
previsto dal piano, prevalenza immediata su
ogni altra previsione difforme contenuta nel
piano territoriale di coordinamento
provinciale (Ptcp) ovvero nel piano
di governo del territorio (Figure 4
e 5).
Figura 4 - Infrastrutture di
trasporto esistenti: dotazione |
|
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
Figura 5 - Interventi
infrastrutturali in programma |
|
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
Se aree di significativa ampiezza
territoriale sono interessate da opere,
interventi o destinazioni funzionali con
rilevanza regionale o sovraregionale, il Ptr
può prevedere l’approvazione di un piano
territoriale regionale d’area (Ptra),
che disciplini il governo di queste aree. Il
piano, dunque, approfondisce, nel dettaglio,
gli obiettivi socio-economici e
infrastrutturali da perseguire, stabilisce i
criteri necessari al reperimento e alla
ripartizione delle risorse finanziarie e
dispone indicazioni specifiche e coordinate
riguardanti il governo del territorio, anche
in relazione alle previsioni insediative,
alle forme di compensazione e/o ripristino
ambientale, e alla disciplina degli
interventi sul territorio stesso. Le
disposizioni del Ptra hanno efficacia
diretta nei confronti dei comuni e delle
province compresi nel relativo ambito. La
Giunta regionale, con apposita
deliberazione, può delegare in tutto o in
parte l’elaborazione del piano alla
provincia o alle province territorialmente
interessate, o comunque avvalersi della
collaborazione di tali enti. In questo caso
il Ptra, per le aree comprese, ha natura ed
effetti di Ptcp, sostituendosi a quest’ultimo
e da esso venendo obbligatoriamente
recepito.
Il processo di costruzione
Prima di addentrarci nei contenuti specifici
del Ptr della Regione Lombardia, è
importante fare riferimento agli obiettivi
generali che con questo strumento è
possibile perseguire.
L’obiettivo principale riguarda la
governance: il Ptr è da considerare uno
strumento di supporto all’attività di
governance territoriale della regione,
in quanto consente il raccordo tra la
visione strategica della propria
programmazione generale e di settore e il
contesto fisico, ambientale ed economico,
mediante un’interpretazione del territorio
che evidenzi le criticità e le potenzialità
del territorio stesso e ne sottolinei le
opportunità per le realtà locali, per i
sistemi territoriali, funzionali e per tutta
la regione.
Il piano può rappresentare altresì un
momento di raccordo fra politiche e
interventi in una logica sistemica: esso
opera per un confronto interistituzionale e
con la società civile sostenuto da un
progetto globale e supportato da una
valutazione degli effetti e delle
opportunità che le diverse scelte
comportano. Ciò è fondamentale per la
valorizzazione delle sinergie e delle
occasioni sulle quali stabilire
l’accordo con le realtà locali e con tutti i
soggetti che operano sul territorio.
Chiaramente il piano fa riferimento, in
termini di condivisione, confronto e
implementazione di strategie, ai contenuti
espressi dalle politiche nazionali ed
europee.
Va inoltre messo in evidenza che fra gli
atti finalizzati alla costruzione
dell’Europa, lo schema di sviluppo dello
spazio europeo (Ssse) riconosce le
regioni come soggetti promotori dei processi
di sviluppo e come strutture fondamentali di
collegamento tra il sistema di interessi
nazionali e locali.
In tale contesto, il Ptr, inteso come
progetto di territorio, contribuisce a
sostenere, nel confronto con gli altri
soggetti nazionali ed europei, le scelte e
le azioni già intraprese da parte della
regione, dotando l’ente stesso di una
propria visione strategica anche spaziale.
Il ruolo del piano è anche di utilizzare le
indicazioni dello Ssse, seguendone le
modifiche e le integrazioni, per le
implicazioni che esse possono avere per la
regione con riferimento alla sua
collocazione rispetto alle altre regioni
limitrofe. Ciò anche al fine di restituire
il quadro globale delle politiche e delle
azioni comunitarie, da confrontate e
integrate con le scelte e le priorità di
sviluppo adottate dalla regione, da un lato,
e dall'altro, con il sistema degli interessi
e dei progetti dei soggetti privati e
pubblici a livello locale.
Il piano assume, dunque, la valenza di
strumento di conoscenza e verifica delle
opportunità di scelta e dei risultati attesi
rispetto ad un insieme ordinato di
valutazioni dello stato del territorio
regionale e delle rispettive dinamiche e
opzioni di sviluppo in connessione con
quelle di altre regioni, di altri enti e
soggetti. Inoltre, il Ptr assume un ruolo di
orientamento e cooperazione dell’insieme
degli indirizzi di scelta proposti e che
possono maturare ai diversi livelli
territoriali con riferimento a politiche
comunitarie e locali per la coesione che può
realizzarsi tra i numerosi interessi in
gioco.
Il piano si configura, dunque, come un
documento quadro di riferimento: restituisce
gli obiettivi e le scelte di programmazione
e di sviluppo della regione in rapporto agli
scenari nazionali, europei e locali;
consente di monitorare in itinere gli
interventi, di verificarne i risultati e di
chiarire eventuali cambiamenti di strategia
e di azioni.
Nel piano si confrontano tre codici
testuali, di natura diversa ma
complementari: la
descrizione/interpretazione dei fenomeni e
delle politiche, la stima e la misurazione
delle risorse e degli investimenti, la
rappresentazione delle preesistenze e delle
implicazioni economiche e sociali e
territoriali delle scelte. Questo insieme di
conoscenze costituisce il valore aggiunto
del piano, la sua importanza e la sua
utilità nel sostenere decisioni che
considerino contemporaneamente le esigenze
di carattere generale e quelle delle
specificità locali.
Nello specifico, la rappresentazione di una
visione spaziale delle strategie di sviluppo
pone in risalto due ordini di opportunità e
di limiti: a livello spaziale quello della
coesistenza delle scelte e a livello
temporale quello della loro successione. La
rappresentazione della pianificazione
spaziale e temporale consente, altresì, di
valorizzare le congruità e le sinergie, da
un lato, e, dall’altro, di evitare i rischi
di discrasie attraverso il governo delle
compensazioni.
Il Ptr, verificate le indicazioni
sovraregionali e le osservazioni
infraregionali, acquisite le politiche e le
direttive regionali, si esprime mediante
scelte di indirizzo che determinano ricadute
territoriali e che si connotano con diversi
gradi di prescrittività in relazione al tipo
e al livello di maturazione delle scelte.
La formazione e l’attuazione del piano
avviene mediante la territorializzazione
delle indicazioni della programmazione
regionale, la concertazione sulle scelte
prioritarie e sulla temporalizzazione degli
interventi, la valutazione delle
implicazioni territoriali e la verifica dei
progetti con i soggetti interessati
(pubblici e privati).
L’individuazione di indicatori e invarianti
può rappresentare un punto di partenza
essenziale per effettuare la valutazione di
scelte che operano a diverso livello. Con
l’ausilio di questa valutazione, ogni atto
che riguarda il governo del territorio, in
primo luogo quelli della stessa regione,
potrà, qualora fosse necessario, essere
considerato in un’ottica di maggiore o
minore compatibilità con gli obiettivi
fissati nel Ptr, salvaguardandone i limiti
di sostenibilità previsti.
La formazione del Ptr si basa sulla
partecipazione di tutti i soggetti
interessati: la nuova legge per il governo
del territorio prevede, infatti, che, già
prima del conferimento dell’incarico per la
redazione del Ptr, tutti i soggetti
interessati possano formulare proposte utili
per la predisposizione dello stesso.
Tuttavia, considerando che il piano contiene
innanzitutto un quadro di riferimento
programmatico ed un’analisi conoscitiva
dello stato del territorio, risulta,
chiaramente, elemento di incontro dei
diversi settori regionali. Pertanto, il Prs
diventa l’interlocutore privilegiato per le
politiche regionali, le quali sono sempre
più caratterizzate da un processo di
formazione bottom up. I momenti
formali di confronto, come quello successivo
alla sua adozione, nel corso del quale è
possibile presentare osservazioni,
rappresentano soltanto il risultato
codificato di un percorso di confronto
fra enti e con tutti i soggetti interessati,
che risulta indispensabile alla costruzione
del piano e senza il quale il piano stesso
non potrebbe avere luogo.
Il Ptr si presenta altresì come uno
strumento dinamico, flessibile e aperto. La
legge prevede, infatti, che esso sia
aggiornato annualmente, anche per essere
coordinato con gli atti di programmazione
delle altre regioni, dello Stato e
dell’Unione europea. Le modifiche possono
essere proposte dagli enti locali
interessati, affinché ci sia un
coordinamento con i propri atti di governo
del territorio.
Lo sviluppo della sussidiarietà e
l’attribuzione di un nuovo ruolo alla
regione, pone l’esigenza, ad ogni ente, di
costruire una propria visione di
riferimento, con la quale misurarsi e
confrontarsi alla pari con tutti i soggetti.
In questa fase, lo strumento più adatto a
tale obiettivo è proprio il Ptr, inteso come
un mezzo utile alla definizione delle
strategie, che deve contenere gli aspetti
conoscitivi e strutturali del territorio e
rappresentare un quadro d’insieme delle
politiche regionali. Esso deve, inoltre,
avere come riferimento principale il Prs e
come interlocutori i diversi soggetti che
vanno dal comune alla comunità europea.
L’esistenza di questo strumento dovrebbe
permettere alla regione di confrontarsi non
sulla base di un dialogo impostato su di un
livello gerarchico, bensì su contenuti che
corrispondono alle diverse visioni di
sviluppo, di divenire ecc. Uno strumento da
leggersi come opportunità di confronto su
un’idea di futuro del territorio
regionale, non strettamente legata ad un
problema di confini amministrativi, nel
senso che deve dimensionare gli ambiti sulla
base dei problemi e intervenire alle diverse
scale per comprendere, analizzare,
recepire e proporre, con
l’obiettivo di utilizzare al meglio le
sinergie.
Il Documento strategico per il Ptr
elaborato dalla Regione Lombardia nel 2005
trae spunto dai risultati del confronto tra
i vari enti, in particolare da quello con le
province, i cui Ptcp rappresentano la
pianificazione strategica già in atto e
hanno offerto spunti per la trasposizione di
proposte ed esperienze ad altre parti del
territorio regionale.
La metodologia scelta per la definizione
delle politiche del Documento strategico si
basa sull’intersettorialità e sulla
collaborazione fra le diverse direzioni
generali della regione, in particolare
ufficio di presidenza, infrastrutture e
mobilità, qualità dell’ambiente, servizi di
pubblica utilità e agricoltura, tramite la
selezione di obiettivi contenuti nel Prs e
nella pianificazione di settore.
Il Documento strategico stabilisce il
proprio ambito d’azione, partendo dal
rinnovato contesto istituzionale e normativo
e dal conseguente frazionamento dei poteri e
dai cambiamenti introdotti sul tema del
paesaggio dal Codice Urbani.
Individua, quindi, alcuni obiettivi
prioritari che riguardano l’accrescimento
dell’attrattività del territorio, mediante
processi di valorizzazione dell’insieme
delle risorse della Lombardia e l’incremento
della competitività in campo internazionale,
in particolare tramite lo sviluppo delle
infrastrutture.
Le strategie per il territorio sono state
selezionate facendo riferimento al sistema
metropolitano visto come chiave di lettura
delle dinamiche e delle criticità del
territorio lombardo (Figura 6).
Figura 6 - Funzionalità delle
infrastrutture per il territorio
|
|
1. infrastrutture a servizio del
polo di Milano;
2. infrastrutture di by pass al nodo
di Milano;
3. infrastrutture di
attraversamento;
4. infrastrutture di collegamento
con aree periferiche.
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
L’analisi dei meccanismi evolutivi complessi
di questo sistema ha portato a definire una
serie di possibili scenari alternativi,
rispetto ai quali sono state individuate
politiche a breve o medio termine,
finalizzate a migliorare la capacità del
sistema e del territorio lombardo ad
accompagnare i processi di trasformazione in
corso o previsti limitando al massimo gli
effetti negativi indotti.
Il termine strategico non viene usato
casualmente. Il programma europeo Terra1
sostiene chiaramente la necessità di
adozione di piani strategici che lavorino a
più scale. Il piano strategico sviluppato su
più scale consente di rispondere
contestualmente a problematiche diverse e di
coinvolgere diversi attori sui vari
progetti. Tutto ciò per rispondere alle
necessità di pianificazione del territorio,
non più considerate come semplice
sovrapposizione di programmi territoriali
separati.
Un piano regionale che risponda a tali
necessità, operando su più scale, su
territori diversi e in maniera interattiva
con le popolazioni che vi abitano, non
soltanto non può fare riferimento a
ripartizioni territoriali rigide, bensì deve
valutare specifici progetti per ogni
territorio, motivando le scelte e gli
interventi.
Strategie per il territorio
La conoscenza del territorio, delle sue
componenti e tendenze evolutive e degli
scenari di sviluppo, è punto di partenza per
stabilire le azioni di governo del
territorio. L’azione dei numerosi soggetti
che operano in questo contesto richiede una
conoscenza condivisa e riconosciuta come
riferimento. Il quadro delle conoscenze
territoriali deve permettere di valutare le
diverse opzioni e di cogliere le opportunità
e il valore aggiunto nelle azioni che
vengono promosse. Ruolo fondamentale è
affidato al Sit che, per essere pienamente
condiviso, è orientato a svilupparsi come
sistema integrato attraverso la
collaborazione di più soggetti, non soltanto
all'interno della pubblica amministrazione.
Al fine di costruire il quadro delle
conoscenze, per il Ptr risulta necessario
stabilire i principali contenuti in
relazione agli obiettivi previsti,
garantendo tra i molteplici dati disponibili
gli indicatori maggiormente significativi.
Il quadro delle conoscenze territoriali deve
essere strutturato con particolare
attenzione agli aspetti organizzativi e
tecnologici. Perciò è necessario disporre di
una struttura di policies, accordi
istituzionali, tecnologie, dati e persone,
che renda possibile la condivisione e l'uso
efficiente dell'informazione geografica. Il
termine infrastruttura dell'informazione
territoriale descrive, in genere, un sistema
in cui interagiscono numerose strutture in
sinergia. La realizzazione di un'infrastruttura
dell'informazione territoriale è una
sfida e un'opportunità che la Lombardia
intende sviluppare nei prossimi anni.
Tra le finalità previste dal Ptr, sembra
opportuno fare riferimento, in particolare,
a due obiettivi di livello macro,
selezionati fra i diversi assumibili dal
piano, per le implicazioni territoriali che
sottendono nonché per il rapporto con le
problematiche del sistema metropolitano.
I due obiettivi riguardano l’attrattività
del territorio mediante processi di
valorizzazione dell’insieme delle risorse
della Lombardia e l’aumento della
competitività in campo internazionale, in
particolare mediante lo sviluppo dell’infrastrutturazione
di livello regionale (Figura 7).
Figura 7 - La concentrazione di
persone e funzioni. La densità
abitativa e l'urbanizzato |
|
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
Chiaramente gli argomenti sono fra loro
strettamente interconnessi, l’uno può
contribuire alla realizzazione dell’altro e
le strategie da attuare per il loro
perseguimento possono avere molteplici punti
di incontro.
La Lombardia, oltre ad avere una posizione
di centralità geografica nel sistema
europeo, ha sempre avuto un ruolo
particolare da un punto di vista economico e
sociale: due fattori che la collocano in una
posizione di vantaggio rispetto ai nuovi
processi di sviluppo.
Questo punto di forza non è tuttavia in sé
sufficiente per assicurare in maniera
adeguata la capacità della regione di essere
competitiva e di conservare la sua posizione
di forza attuale in un’epoca in cui mercati,
strutture sociali, tecnologie, trasporti e
comunicazioni si modificano in modo
sostanziale e rapido. Per poter svolgere un
ruolo di rilievo non è sufficiente
razionalizzare dall’interno e rendere più
efficiente il sistema economico e sociale di
cui si dispone già; è anche necessario
rinnovarlo e arricchirlo mediante
introduzione di elementi nuovi.
In quest’ottica non bastano neppure
strategie focalizzate soltanto su pochi
elementi cruciali, teoricamente in grado di
determinare fonti di sviluppo, capaci a loro
volta di trascinare con sè l’intero sistema.
Elemento fondamentale è la costruzione di
milieu, di contesti socio-economici e
spaziali che soddisfino una varietà di
esigenze, attraverso modalità diverse e
contenuti differenziati.
Una strategia, che si proponga di attrarre
nuove risorse umane ed economiche,
istituzioni importanti e attività che
migliorino la qualità della vita, deve
necessariamente valutare in maniera
integrata più fattori, anche di natura e
qualità molto diverse. Inoltre, per
mobilitare tutte le risorse disponibili e
ottenere esiti significativi deve basarsi su
un’ottica che valorizzi gli aspetti positivi
insiti nelle varie situazioni e gli apporti
dei diversi attori, in maniera tale da
massimizzare il ruolo dei fattori positivi e
da modificare gli apparenti punti di
debolezza in elementi di forza.
Alla base del Ptr lombardo c’è la
convinzione che il sistema metropolitano
rappresenti una componente del territorio
regionale, le cui criticità e le cui
potenzialità hanno un rapporto diretto con
gli altri sistemi e gli altri territori, e
da lì ha origine una strategia di azione
della Regione Lombardia per affrontare la
globalità degli interessi di tutto il
territorio.
Le modalità progettuali del Ptr declinano
strategie e azioni per il territorio a
partire dalle criticità del sistema
metropolitano lombardo e alle complesse
interazioni che esso instaura non soltanto
nel territorio regionale, bensì, più in
generale, in tutto l’Italia settentrionale.
La vision del Ptr non propone,
dunque, un elenco di obiettivi come
risultanti dei problemi non risolti nella
pianificazione provinciale e comunale, bensì
propone di affrontare le criticità emergenti
dal complesso sistema metropolitano che, a
causa della sua instabilità, genera fenomeni
di congestione diffusa e determina effetti
indotti non prevedibili tra le politiche
territoriali.
La vision del Ptr privilegia, dunque,
l’individuazione delle criticità rispetto
alla omogeneità della scala di riferimento,
che varia in relazione alla necessità di
fronteggiare gli effetti indotti.
Pertanto, la scala di riferimento dei
problemi è variabile così come il sistema
metropolitano che determina impatti
territoriali a centinaia di chilometri di
distanza, ma contestualmente è sensibile
agli effetti della congestione derivanti
anche da ridotte trasformazioni.
Le strategie e le azioni proposte sono
dunque molto diversificate, sia per ambiti
di intervento che per livelli di diffusione
territoriale, e la valenza del livello
regionale è determinata contestualmente
dalla dimensione assoluta e dai vari livelli
di integrazioni di politiche che è
necessario prendere in considerazione.
Alla vision del Ptr seguono alcune
strategie e azioni che, in una logica di
integrazione delle pianificazioni, possono
essere perseguite in funzione del
raggiungimento degli obiettivi. L’ottica
integrata che sottende tutto il lavoro
emerge poi nelle sinergie con gli obiettivi
gestionali del Prs e/o della pianificazione
di settore.
Il Ptr traduce, dal punto di vista
territoriale, gli obiettivi strategici che
vengono definiti a livello lombardo:
interviene con azioni specifiche per avviare
o accompagnare progetti strategici che hanno
ricadute su tutto il sistema; interviene con
politiche diffuse per contrastare criticità
comuni a tutto il territorio o a specifiche
parti di esso.
L’azione del Ptr avviene mediante
l’integrazione di politiche definite, già
programmate o in corso di attuazione,
convogliandone gli effetti indotti sul
territorio mediante azioni di
accompagnamento attraverso piani d’area o
con direttive per la loro applicazione nella
pianificazione provinciale e comunale.
L’azione del Ptr è dunque finalizzata a
migliorare la capacità del sistema
istituzionale e del territorio nel suo
complesso, ad accompagnare i processi di
trasformazione in corso o previsti,
limitando al massimo gli effetti indotti
negativi.
Il Ptr propone, altresì, di aumentare il
coordinamento delle politiche attive sul
territorio mediante una più efficace azione
di integrazione con la pianificazione ai
vari livelli.
Politiche integrate per una riduzione delle
criticità del sistema
Il Ptr, così come più volte ripetuto, non è
concepito con una impostazione gerarchica,
bensì come uno strumento che deve fare da
collante per l’integrazione delle politiche
o, in altri termini, come una macchina che
interviene per mettere in moto politiche
complesse mediante complessi dispositivi. In
particolare, il Ptr mette in evidenza una
serie di fattori cruciali per la Lombardia,
fattori che, se affrontati singolarmente,
difficilmente possono trovare soluzione, e
che soltanto affrontati complessivamente, in
un’ottica integrata ispirata a obiettivi
prestabiliti, possono essere superati.
Da questo punto di vista, l’aspetto
specifico dell’appartenenza al sistema
metropolitano è costituito dalla
concentrazione che, nella maniera attuale di
costruire la città, genera livelli crescenti
di congestione e inquinamento.
L’unica modalità di intervento per la
pianificazione territoriale è quella di
limitare al massimo l’uso di nuovo suolo e
di ipotizzare la creazione di sistemi
multipolari, riuscendo a trasferire i pesi
insediativi. Tali politiche, se considerate
in un’ottica settoriale, sono in buona parte
destinate al fallimento, perché non è
pensabile che le aree metropolitane non
generino in vario modo nuova occupazione di
suolo; possono però trovare complessi
meccanismi di attuazione se viste in
un’ottica integrata (Figura 8).
Figura 8 - Lo spazio e la risorsa
suolo. Aree naturali, suoli a uso
agricolo e urbanizzazione |
|
Fonte: Regione Lombardia. Documento
strategico per il Ptr (2005) |
Le politiche di contenimento dell’uso del
suolo sono, infatti, sicuramente da
applicare, ma all’interno di una serie di
interventi che convergano nell’obiettivo di
migliorare i parametri della concentrazione
e di offrire soluzioni alternative.
Un obiettivo realistico concerne il
miglioramento della qualità complessiva
delle performance urbane riducendo in
vari modi gli effetti negativi della
concentrazione insediativa. A questo
proposito vanno fatte alcune riflessioni.
Innanzitutto, non risulta possibile pensare
che a breve gli investimenti sul territorio
aumentino, pertanto bisogna attuare
politiche che abbiano il duplice obiettivo
di indurre una riduzione dei costi indotti
dalle esternalità negative e,
contestualmente, producano concreti effetti
di riqualificazione del territorio.
Infine, la riduzione dei costi va valutata
sia per quelli iniziali sia per i costi che
si producono a medio-lungo termine (come i
costi sociali). Il caso più evidente è
rappresentato dall’inquinamento ambientale
(risorse naturali non rinnovabili), che
deriva essenzialmente da un fenomeno di
concentrazione e che non può essere risolto
se non mediante consistenti politiche attive
che modifichino la qualità del sistema
urbano senza ampliare i consumi. Dunque,
possono essere attuate molteplici politiche
in grado di produrre risultati (anche in
tempi differenti), migliorando
progressivamente la situazione.
Note
1
Programma di sostegno alla ricerca
sperimentale in materia di pianificazione
territoriale per l’attuazione di azioni
concrete inquadrate in una visione
strategica del territorio. È rivolto alle
zone dell’Unione europea che per la loro
specificità territoriale sono più
vulnerabili e presentano una accentuata
difficoltà a sviluppare una strategia
integrata del territorio.
Bibliografia
Agenzia Sviluppo Nord Milano (2001),
Rapporto sullo Stato dell’Ambiente.
Provincia di Milano (2000), Relazione
sullo stato dell’Ambiente 2000, in
“Quaderni del Piano Territoriale”, n. 15,
Settore pianificazione territoriale.
FrancoAngeli, Milano.
Regione Lombardia - Giunta Regionale (2005),
Piano Territoriale Regionale. Documento
delle criticità 2005, Milano.
Regione Lombardia - Giunta Regionale (2005),
Piano Territoriale Regionale. Documento
Strategico 2005, Milano.
Regione Lombardia (1999), Rapporto sullo
Stato dell’Ambiente in Lombardia 1999,
Direzione Generale Tutela Ambientale,
Milano.
Regione Lombardia (2005), Legge per il
governo del territorio Legge Regionale 11
marzo 2005, n. 12.
Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per
l’Ambiente (2000), Piano Regionale per la
Qualità dell’Aria (Prqa), Milano. |