Tra le azioni attivate per promuovere lo sviluppo sostenibile del
territorio attraverso il coinvolgimento di
tutti gli attori locali e per definire ed
attuare concretamente il programma di
utilizzo delle risorse pubbliche e private,
la Provincia di Salerno ha promosso la
redazione di una serie di studi di
fattibilità.
L’entrata in vigore della legge 109/1994 sui lavori pubblici e del
suo regolamento di attuazione, ha introdotto
un nuovo ciclo di programmazione fondato sul
quadro dei bisogni e delle esigenze delle
comunità e su scelte economicamente
giustificate e funzionali ad una rapida
conclusione del processo di cantierabilità
del progetto.
Uno degli elementi per individuare tali esigenze è lo studio di
fattibilità che, ai sensi dell’art. 11
del Dpr 554/1999, costituisce il presupposto
per l’elaborazione del programma triennale
dei lavori pubblici. Una accelerazione verso
il ricorso a tale innovativo strumento di
programmazione è stata sicuramente impressa
dal Cipe che ha finanziato una serie di
studi fattibilità, fornendo anche le
indicazioni per la loro redazione. Le
modalità di finanziamento degli studi erano
legate al carattere strategico rivestito
dalle iniziative nell’ambito delle
politiche di intervento, al soddisfacimento
dei bisogni delle comunità, ma anche alla
partecipazione economica degli enti
attuatori che dovevano contribuire per il
50% alle spese di redazione. L’entità del
finanziamento era commisurata al costo
complessivo degli investimenti ipotizzati
per gli interventi previsti.
La Provincia di Salerno aveva da tempo in atto un vivace confronto con
le comunità amministrate, attivato
all’avvio dei lavori di redazione del piano
territoriale di coordinamento (Ptc). Le
analisi territoriali svolte in tale
occasione e la messa a fuoco dei principali
problemi delle comunità, avevano fatto
emergere da un lato i bisogni insoddisfatti,
dall’altro gli elementi strategici per lo
sviluppo sostenibile.
Tra le azioni strategiche venivano in evidenza quella diretta alla
vasta area pianeggiante costiera tra i
Comuni di Salerno e Capaccio, caratterizzata
da elevata qualità ambientale, ma anche da
inquinamento e degrado e quella riferita al
servizio della circumsalernitana, anello
ferroviario attivato sperimentalmente fin
dal giugno 1997 per connettere il Comune di
Salerno, la Valle dell’Irno e l’agro
nocerino-sarnese attraverso la messa in
esercizio di tratti di strada ferrata in
disuso o sottoutilizzati. Per garantire
l’effettiva attuazione degli interventi,
inclusi nell’Intesa istituzionale di
programma, fu avanzata al Cipe una
richiesta di co-finanziamento per la
redazione di due studi di fattibilità.
Il primo per la “Riqualificazione della fascia litoranea tra Salerno
e Capaccio” dell’importo complessivo di
£ 1 miliardo, si fondava sui seguenti
obiettivi:
- tutela dell’identità culturale ed ambientale dell’area in
funzione di uno sviluppo intersettoriale;
- ripascimento dell’arenile e recupero dei cordoni dunali;
- completamento delle reti fognarie e razionalizzazione dei sistemi di
depurazione;
- riqualificazione della fascia pinetata;
- naturalizzazione e protezione delle foci dei fiumi;
- riconversione funzionale della strada costiera verso modalità di
trasporto pubblico non inquinante e
ciclo-pedonali;
- incentivazione di investimenti economici privati sull’area, in
relazione all’intervento di
riqualificazione della zona;
- promozione di nuove occasioni di lavoro.
Il secondo sul tema “Attivazione del servizio di trasporto su
ferro-Circumsalernitana” dell’importo
complessivo di £ 600 milioni, aveva come
obiettivi:
- realizzazione della bretella ferroviaria di collegamento tra la
stazione di Fisciano e la sede
universitaria;
- abolizione dei passaggi a livello presenti lungo la linea per
migliorare i tempi di percorrenza;
- realizzazione di parcheggi di interscambio nelle stazioni
ferroviarie;
- integrazione tra il servizio della circumsalernitana ed il trasporto
pubblico su gomma;
- istituzione del biglietto unico treno-autobus;
- ammodernamento ed automazione della linea ferrata;
- estensione del servizio verso Scafati.
Le proposte provinciali furono ritenute dal Cipe meritevoli di
co-finanziamento e, di conseguenza, furono
attivate le procedure di evidenza pubblica -
ai sensi del DLgs 157/1995 - per
l’individuazione dei soggetti ai quali
affidare la redazione degli studi di
fattibilità.
I criteri di affidamento si incentravano, oltre che sul possesso dei
requisiti di fatturato economico, sulla
proposta metodologica e progettuale, sulla
qualificazione dello staff professionale -
comprendente ingegneri, architetti, geologi,
agronomi ed economisti - sulle attrezzature
a disposizione e sui tempi di esecuzione.
Espletate le gare, lo studio di fattibilità “Riqualificazione della
fascia litoranea tra Salerno e Capaccio”
fu affidato all’associazione temporanea
“Europrogetti & Finanza spa e H. R.
Wallingford Limited”, il secondo
all’associazione temporanea “Ecosfera-Eng.Eco-Rpa”.
Gli studi di fattibilità sono stati elaborati in stretto contatto con
la Provincia di Salerno ed in coerenza con
il Ptc e con il piano provinciale dei
trasporti.
Presentiamo una sintesi degli studi, elaborata da alcuni componenti del
gruppo di lavoro, ed alcune tavole, anche se
è in programma la stampa di contributi
monografici per ciascuno dei due studi, per
divulgarne i risultati e consentire la piena
efficacia delle azioni previste.
Il terzo studio di fattibilità che presentiamo è quello realizzato
nell’ambito delle politiche per l’agro
nocerino-sarnese ed attivato per iniziativa
della Patto Agro spa.
Il patto territoriale è stato individuato dalla legislazione nazionale
- in particolare dalla legge 341/1995, dalla
legge 662/1996 e dalla delibera Cipe del
21/3/1997 - come lo strumento fondamentale
per la realizzazione delle politiche
d’intervento nelle regioni in ritardo di
sviluppo, con riferimento, in special modo,
alla capacità dei vari attori istituzionali
e sociali di definire, nell’esercizio dei
propri ruoli e compiti, scelte concertate in
grado di delineare opzioni e modelli
strategici adeguati per lo sviluppo del
territorio.
Nel 1998 il Consiglio provinciale promosse la costituzione della
“Società per la gestione del patto
territoriale dell’agro nocerino sarnese
spa”, a prevalente capitale pubblico, per
l’attuazione degli obiettivi del patto
territoriale per l’occupazione (Pto) agro
nocerino sarnese. L’iniziativa fu
approvata dalla Commissione europea, con
decisione n. 3978/1998.
Nell’ambito delle azioni innanzi indicate è stato attivato il
procedimento per la redazione di una serie
di studi di fattibilità, inclusi nel
programma 1 del Pto agro nocerino sarnese
che è culminato con l’affidamento - tra
gli altri - di quello denominato Qualità
della vita al gruppo interdisciplinare
coordinato dalla prof. Vanna Fraticelli.
Lo studio ha individuato due diversi filoni di intervento.
Il primo incentrato sul fiume Sarno con lo scopo di individuare, nel
rispetto dei vincoli di settore, una zona
oggetto di interventi di sviluppo
sostenibile capaci di attivare azioni di
promozione economica eco-compatibili. Ne è
conseguita l’idea del Fiume-Parco,
prodromico alla realizzazione di un parco
fluviale, da attuarsi solo dopo la positiva
conclusione degli interventi di recupero e
di bonifica del sito.
Il secondo filone è quello della Città lineare e si sviluppa
sul presupposto che l’asse viario della Ss
18, ponendosi di fatto come la maggiore
infrastruttura viaria dell’area, ne
delinea l’attuale ruolo urbano.
Lo studio ha l’obiettivo di riconnettere i centri storici dei sistemi
insediativi, caratterizzati da un costante
trend insediativo, che gravitano sulla Ss 18
e che con questa interagiscono. A seguito
dell’intervento la strada statale,
attualmente sede di un traffico di
attraversamento intensissimo e promiscuo per
la presenza di numerose industrie
conserviere, dovrebbe essere riconvertita in
una viabilità a servizio unicamente degli
insedianti residenziali della grande
conurbazione dell’agro e delle attività
di commercio e servizi.
Il presupposto essenziale per conferire fattibilità ed efficacia alla
proposta di riqualificazione in chiave
urbana della Ss 18 è, quindi, la
realizzazione della citata viabilità
alternativa e che è ormai imminente.
Anche per la fascia litoranea sono in atto numerose iniziative nella
direzione indicata dallo studio di
fattibilità; altre iniziative, come i nodi
attrezzati sulla litoranea, sono state
incluse nel piano triennale dell’ente come
opere da realizzarsi con il ricorso alla
finanza di progetto.
Per la circumsalernitana, infine, è stata siglata un’intesa con il
Ministero, con la Regione Campania e con le
Ferrovie dello Stato per la realizzazione di
alcune delle opere previste nello studio di
fattibilità.
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